Parte 47

Amelia

Vedo Elliot fissare la strada davanti a noi come se non potesse fare altrimenti, non proferisce parola per tutta la durata del tragitto e, sinceramente, la cosa mi solleva poiché non saprei come argomentare con lui, dopo quello che è appena successo.

Ok. La situazione è davvero imbarazzante e non ho idea di cosa si stessero dicendo quei due prima del mio arrivo. So solo che ho impedito che si ammazzassero di botte un'altra volta.

Sospiro e, finalmente, attiro la sua attenzione. Si volta verso di me facendomi mancare un battito. Serro la bocca.

«Ti fa molto male?» domanda Elliot lasciandomi basita.

Insomma poteva chiedermi di tutto, rimproverarmi, incazzarsi ma mai mi sarei immaginata che mi chiedesse come stessi.

«Un po'» rispondo cercando di prevedere la sua prossima mossa.

«Perché lui?» torna a chiedermi continuando a fissare la strada.

«Perché non lui?» ribatto.

«Giorgia mi ha detto che...» lo interrompo perché non ho davvero voglia di ascoltare le altre maldicenze che quella stronza continua a vomitare per pararsi il culo con mio fratello.

«Giorgia non lo conosce» ribatto acida.

«E tu? Tu lo conosci bene?» chiede guardandomi torvo.

Sgrano gli occhi.

«Ho compiuto diciassette anni la settimana scorsa so badare a me stessa. Tra qualche settimana tu sarai dall'altra parte degli Stati Uniti e non potrai più controllarmi. Come credi che sopravviverò a tutto lo schifo che mi circonda?» controbatto.

Ecco ora sono davvero incazzata così mi metto con le braccia incrociate sul petto e fisso la strada mettendo il broncio.

«Non voglio che tu stia male dopo quello che è successo con James. Cristo. Amelia. Come fai a non capire che ti hanno già fatta a pezzi per quella storia e che non ci metteranno molto a scoprire le tendenze del tuo Matt visto il puttaniere che è. Vuoi davvero farti vedere in giro con un tipo del genere?» scuote la testa esasperato.

«James non mi ha violentata e sono sempre più convinta che lui non c'entrasse nulla con la droga che mi hanno versato nel bicchiere quella sera. Ha cercato di resistere ma io...» m'interrompe.

«Stai scherzando spero?!» inchioda la macchina davanti all'entrata del pronto soccorso.

Accidenti non mi sono nemmeno accorta che fossimo arrivati.


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