Parte 42
Matt
Scendo dall'enorme suv nero dell'Audi che mi ha riportato davanti al cancello di casa mia quando alle orecchie mi giungono delle urla provenienti dall'altro lato della strada.
Mi volto. Non posso credere ai miei occhi. Si tratta di Amelia Clayton. Ma chi è quello stronzo che la sta trascinando per i capelli?
Sento qualcosa scattare in me. Una rabbia incontenibile mi accieca e mi lancio di corsa verso di loro.
Non do a quello stronzo nemmeno il tempo di rendersi conto della mia presenza che gli sferro un pugno nella mascella facendogli girare la testa. Poi lo vedo accasciarsi al suolo, ai miei piedi.
Ancora ansimo per lo sforzo quando la vedo davanti a me. È bellissima e la luce del primo mattino dona una lucentezza evanescente alla sua pelle.
Mi manca l'aria davanti a tutta quella bellezza. È sorpresa, spaventata e passa il suo sguardo da me a quel verme che è in terra.
Spero non si getti su di lui per aiutarlo. Non lo sopporterei.
«Matt!» dice improvvisamente rompendo il silenzio.
Ora mi sta fissando spaventata e la cosa mi da fastidio perché significa che le faccio più paura di quell'idiota che giace a terra lagnandosi come una femmina.
"Forza Matt, chiedile se si sente bene, così capirà che non sei tu la minaccia" mi ripeto nella testa.
«Amelia, stai bene? Ti ha fatto del male?» chiedo.
«Sto bene. Grazie. Ora devo andare» risponde con un filo di voce. Sembra stia tremando, forse per lo stress, poi si allontana di corsa.
Vorrei inseguirla, dirle che non sono un mostro, che...ho bisogno di lei più di quanto riesca ad accettare.
Da quando l'ho vista la prima volta non faccio che pensare a lei, in ogni istante della mia giornata, anche stanotte, quando avevo davanti a me tante altre ragazze, non vedevo che lei e me la immaginavo avvolta in una meravigliosa sottoveste di seta color porpora.
Scaccio via quel pensiero perché Amelia è un essere talmente puro che andrebbe piuttosto venerata, idolatrata alla stregua di una dea. Ogni pensiero peccaminoso rivolto a lei suona come una bestemmia. Scuoto la testa sperando di fare così ammenda e mi dirigo verso casa mia. Sono le sei e mezza del mattino e per fortuna mia madre non è ancora rientrata.
Quando entro nel salotto vedo la babysitter di mia sorella addormentata sul divano con ancora la tv accesa. Do una sbirciata al programma televisivo che manda a ripetizione le stesse televendite, mi sfilo le scarpe e mi avvio silenziosamente verso le scale.
Quando entro in camera mia, per poco non mi viene un accidenti, perché vedo una piccola sagoma rannicchiata sotto le mie coperte.
Clara ha dormito nel mio letto.
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