Parte 37

Amelia

Sono seduta alla mia scrivania. La stanza è immersa nel buio, solo la tenue luce della lampada, che uso, prevalentemente, per studiare la sera illumina debolmente l'angolo in cui mi ritrovo. Lo sguardo fisso sul portatile, mentre annoto tutte le sensazioni e gli eventi di questa interminabile giornata. Mi risulta difficile persino elaborare una frase che esprima ciò che provo in questo momento. Con la mente rivivo come un film gli episodi salienti ed, inevitabilmente, ritorno a quanto accaduto nel bagno durante la cena. Non posso credere che mi abbia vista in quella situazione. Mi ha fatta sentire nuda, esposta, vulnerabile. Ripenso alle parole di Elliot e sprofondo in una sorta di catarsi esistenziale.

Tutto combacia. Lui che mi respinge improvvisamente dicendo che non è adatto a me, dopo avermi offerto una via d'uscita allettante ma sinistra, mio fratello che parla di lui come un pervertito capace di cose indicibili.

Non ci capisco più niente. Mi metto la testa fra le mani e resto seduta alla mia scrivania per non so quanto tempo.

Sogno i suoi baci appassionati, le sue mani su di me e poi improvvisamente lo vedo avanzare verso di me con in mano qualcosa, mi sforzo di mettere bene a fuoco ma non ci riesco, ho freddo, mi bruciano gli occhi.

Improvvisamente mi ritrovo legata ad un letto, non so dove mi trovo, è tutto buio attorno a me. Cerco di liberarmi tirando le mani ed i piedi ma i nodi diventano più stretti e le corde rosicchiano la mia pelle.

Grido. Imploro l'aiuto di qualcuno, ma nessuno arriva.

Piango forte quando, improvvisamente, sento in lontananza la voce di mio fratello che mi rimbrotta ricordandomi quanto Matt sia pericoloso per me.

Cerco di alzare la testa ma non riesco finché non scorgo in un angolo la figura di Mattew che è in piedi e mi osserva dimenarmi sogghignando. Poi afferra qualcuno nell'ombra e lo trascina a sè. È Giorgia. Si baciano appassionatamente. Ed io non riesco a fare niente. Grido il nome di Elliot ma non mi risponde nessuno.

«Amelia!» sento gridare il mio nome.

«Amelia! Scricciolo!Svegliati, per l'amor di Dio. È solo un brutto sogno» dice ancora facendomi sobbalzare.

Apro gli occhi ed avverto che ogni centimetro del mio corpo è indolenzito a causa della posizione. La luce della lampada sulla mia scrivania mi permette di riconoscere il volto di Elliot nella penombra.

È chino su di me ed ha una mano sulla mia spalla.

«Elliot» dico con la voce impastata.

«Amelia. È tardi. Dovresti andare a letto. Mi sono spaventato quando ti ho sentito urlare il mio nome, nel cuore della notte» continua ed il suo sguardo appare preoccupato.

«Scusa. Ho fatto solo un brutto sogno. Ora vado a dormire» gli sorrido sperando di tranquillizzarlo mentre mi stropiccio gli occhi per mettere meglio a fuoco.

«Ok. Buonanotte allora» mi da un bacio sulla testa e sparisce dietro la porta.

Sono di nuovo sola. Mi alzo dalla sedia e vado in bagno a lavarmi i denti e fare la pipì.

Guardo la sveglia sul mio comodino e noto che segna le tre di notte.

È davvero tardi. Sbadiglio senza contegno e mi butto di faccia sul letto sprofondando nuovamente tra le braccia di Morfeo.

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