Parte 30
Amelia
Oh. Mio. Dio. Appena fuori da quel posto prendo una boccata d'aria fresca che sembra ritemprare ogni singola fibra del mio essere inquieto.
Come è possibile che quel ragazzo abbia così tanto potere su di me. No. Non deve accadere nuovamente. Non adesso che, con tanta fatica, sto cercando di ritrovare un equilibrio nella mia vita.
È arrogante, presuntuoso...oh, è una persona orribile che, ahimè, mi fa perdere il controllo. Già, il controllo del mio corpo. Mi rendo conto sgomenta.
Torno alla mia bicicletta attraversando il parcheggio affollatissimo. Fa un caldo soffocante ma, mentre pedalo, mi viene in mente il tè ghiacciato di nonna Amelia e subito trovo la forza necessaria a dare l'ultima volata verso casa.
«Nonna. Sono a casa. Ti ho preso... merda!!!» esclamo facendo cadere per terra la bottiglietta di Tabasco che finisce in mille pezzi con il suo succo riverso su tutto il pavimento.
«Tesoro, che ti prende? Sembra che tu abbia visto un fantasma? Non ti ricordi di Mattew De Luca. Tony, l'amico di tuo padre, ce lo ha presento al compleanno di Elliot» mi fissa stranita mia nonna mentre tiene affettuosamente il braccio di quel ragazzo.
Matt mi scruta come se volesse divorami e si passa la lingua sulle labbra come un leone che pregusta la sua preda.
«Ma certo che mi ricordo di lui, nonnina. L'ho appena incontrato al supermercato» dico senza aggiungere altro e mordendomi il labbro inferiore.
«Scusa per il Tabasco. Ora pulisco subito tutto io e corro a prendertene un'altra, credo di riuscire a fare in tempo...»dico chinandomi per terra, in ginocchio, e cercando di raccogliere i cocci di vetro ma, mi rendo conto che mi ci vuole qualcosa anche per asciugare tutto quel disastro.
«Oh. Cara. Non ti preoccupare. Tuo nonno si è ricordato di averne un'altra nel suo angolo bar ed ho già preparato. Ora ci penserà Adelaide a pulire tutto. Piuttosto. Visto che qui non conosci praticamente nessuno e che te ne stai da sola tutto il giorno, ho pensato di invitare il nostro Mattew per cena stasera» annuncia facendomi alzare la testa di scatto verso di lei.
«Stai scherzando spero?» ribatto sarcastica.
«Perché dovrei? Mi è sembrata una buona idea, così iniziate a conoscervi meglio, visto che frequenterete la stessa scuola tra un po'» aggiunge sorridendo «Mattew, caro. Fai come se fossi a casa tua. Io vado in cucina a vedere a che punto è l'arrosto. Quel dannato forno mi sta dando un mucchio di problemi» borbotta lasciandoci da soli.
Ecco. Sono fritta.
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