Parte 13
«Avanti Amelia. Datti una mossa è già abbastanza tardi» urla mia madre, che mi precede di qualche metro.
Io sono basita. Non riesco a muovermi ma devo. Si conoscono è evidente, così come è lapalissiano il loro intimo coinvolgimento. La cosa che, però, sopra ogni altra, in quella contorta vicenda, mi sgomenta è l'atteggiamento di Giorgia.
Vengo improvvisamente colta dal panico, lo spirito di conservazione mi ingiunge di andar via di li prima che si rendano conto di me.
Quel richiamo, da parte di mia madre, mi serve da ulteriore sollecito, ad andar via.
«Arrivo» dico e corro verso l'altra ala del parcheggio vicino al pontile.
Sobbalzo quando vicino alla nostra macchina vedo Elliot indaffarato a caricare tutti i pacchi e lo scatolo della torta avanzata.
Alza lo sguardo e si perde ad osservare, crucciato, quell'evidente espressione di turbamento dipinta sul mio volto.
«Ehi. Che ti prende Amelia..? Sei pallida come un lenzuolo. Sembra quasi che tu abbia appena avuto un incontro ravvicinato con un fantasma» dice sorridendo Elliot.
Gesù. Cosa devo fare? Devo dirglielo? Devo dirgli che la sua fidanzata si è già trovato un rimpiazzo per quando partirà per l'università?
In fin dei conti potrebbe benissimo trovarsi un'altra ragazza pure lui, quindi forse sarebbe meglio lasciare che le cose vadano per la loro strada. chi sono io per intromettermi?
«Non mi sento molto bene e sono davvero molto stanca» mento.
«A proposito. Avete visto Giorgia?» chiede facendomi sobbalzare.
«Sono venti minuti che si trova nel bagno» continua.
«Probabilmente c'era molta fila» dice mia madre salendo in macchina.
Chino il capo sperando di non far trasparire altro dalla mia faccia e mi infilo sul sedile posteriore del suv.
«Ci vediamo domattina figliolo» dice mio padre dando una pacca sulla spalla di Elliot.
«Perchè domattina?» chiedo allarmata.
«La mia squadra ed alcuni dei miei amici mi hanno organizzato una piccola festa in un nuovo locale in centro» afferma Elliot.
«Divertiti Tesoro» lo saluta mia madre.
Mi affloscio sul sedile frustrata mentre davanti agli occhi non faccio che avere l'immagine di Matt che bacia Giorgia con passione.
Povero Elliot.
Un ennesimo crampo mi stringe lo stomaco in una morsa facendomi sussultare per il dolore.
Chiudo gli occhi con la testa poggiata sul finestrino freddo. Il mio respiro si fa più pesante.
Sento che la musica proveniente dalla radio diventa quasi un sibilo lontano.
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