Parte 10
«Oh. Benissimo. Quindi il prossimo anno scolastico vi troverete insieme tu e Matt» afferma eccitato Tony, rivolgendosi a me.
Cosa? Ma che accidenti significa?
«Naturalmente dipende dalle lezioni che deciderà di seguire ma credo che abbiate i medesimi interessi. Vero Mattew?» continua Tony dando una pacca alla spalla del figlio che, di rimando, gli sfodera un sorrisetto sardonico.
«Credo che si troverà bene in questa città e poi Amelia potrebbe dargli una mano ad integrarsi più facilmente, così sentirebbe meno la mancanza del fratello che parte per il college» ribatte mio padre come se avesse già pianificato, ancora una volta, la mia vita.
Dico. E se io non fossi d'accordo? E se questo ragazzo non avesse piacere a stare in mia compagnia tutto il tempo?
La cosa mi fa infuriare. Ma, santa pazienza. Non t'impegni minimamente a conoscere i miei interessi, che sono tua figlia, almeno non ti ostinare a programmarmi la vita. Già devo combattere con quella pazza di Megan, ora pure il belloccio arrogante della situazione. Ma anche NO.
«Oh. Sarebbe davvero magnifico per Matt. Vero figliolo?» chiede Tony rivolgendosi al figlio.
Matt mi fissa, mi studia, muovendo i suoi occhi color cioccolato su e giù per il mio corpo. Davanti a lui mi sento esposta a tal punto da avvertire, impellente, la necessità di stringermi le braccia intorno al corpo.
Lui se ne accorge e pare compiaciuto di quella mia reazione perché, improvvisamente, inarca gli angoli della bocca carnosa in un ghigno che mi fa rabbrividire. In quello stesso istante, tutte le mie primarie pulsioni ormonali nei confronti di quell'individuo vanno a farsi benedire perché lasciano il posto ad un sentimento ben diverso: la rabbia.
Sciolgo immediatamente l'intreccio delle mie braccia, gonfio il petto e posiziono le mani serrate a pugno sui fianchi.
Eccomi, stupido idiota, io sono Amelia Clayton e tu non sei niente. Lo fulmino con gli occhi sperando che capisca di avere di fronte a sé non una smidollata ma una ragazza di carattere, che non si lascia abbindolare dalla sua aria da finto duro.
«Credo che sarà divertente conoscere questa città e la mia nuova scuola sapendo di avere un riferimento come...» afferma ironico portandosi un dito alla bocca e facendo palesemente finta di non ricordare il mio nome.
«AMELIA» continuo stizzita serrando forte la mascella.
«Oh. Giusto. AMELIA. Bel nome per una ragazza così carina e tanto...disponibile» ammicca facendomi ribollire il sangue nelle vene.
Disponibile a chi? Stupido pezzo di idiota che non sei altro.
Serro i pugni fino a farmi male mentre lui se ne sta tutto soddisfatto a fissarmi come se avesse appena vinto una guerra.
Mettew De Luca. Hai vinto pure una battaglia, ma non la guerra. E se dovrò farti da cicerone in questa città, avrai ciò che meriti molto presto.
«Benissimo. Allora è stabilito. Ti ringrazio Amelia» dice Tony rivolgendosi a me e regalandomi uno splendido sorriso che annienta tutti i miei propositi bellicosi.
«Oh. E questa è la mia principessa» continua prendendo in braccio la piccola Clara, che si divincola, visibilmente imbarazzata, tra le braccia del padre.
«Papà. Mettimi subito giù o rovinerai completamente la mia reputazione. Già Rachel Swim mi ha fatta fuori dal suo club. Mettimi giù ti dico» urla la bambina.
Tony la rimette, finalmente, per terra e lei, libera, corre via.
Oh. anche io vorrei poterlo fare. Penso.
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