Capitolo 2

Ellie - 20 Febbraio 1992

Caro  Charles, Sono  qui  in  ospedale  che  attendo  l'arrivo  delle  nostre piccole.  Tu  sei  appena  andato  via  per  riposare  e sistemare  le  ultime  cose  prima  della  loro  nascita.  Fino  a due  giorni  fa,  non  sapevamo  che  sarebbero  state  delle femmine.  Il  mio  istinto  materno,  mi  dava l’impressione che  avrei  avuto  due  bei  maschietti  ma  comunque  sia,  la gioia  che  provo  nell’  averle  mi  rende  felice  e  serena. Amore  mio,  non  mi  pento  di  averti  conosciuto,  amato  e sposato.  Mi  pento  solo  di  non  averti  amato  prima.  Per mesi  pensavo,  che  eri  i l  solito,  inutile  uomo  che desiderava  solo  avere  una  donna  al  suo  fianco.  Invece mi  sono  sbagliata.  Ero  completamente  fuori  strada.  Tu amavi  veramente  la  donna,  che  avevi  conquistato  e  con fatica  fatto  tua.  Non  ti  sei  mai  arreso  neanche  per  un secondo  e  no n  hai  mai esitato,  a mostrarmi  quanto davvero  mi  desideravi.  Ogni  singolo  giorno,  mi  hai riempito  di  affetto  e  amore.  Mi  hai  mostrato  la  tua dolcezza  e  anche  la  tua  timidezza.  È  vero,  non  sei  di molti  discorsi  lunghi  e  pieni  di  paroloni  però  quel  poco che  mostri,  mi  fa  capire quanto  in  questi  anni,  tu  non abbia  mai  smesso  di  desiderarmi  e  volermi  al  tuo  fianco come  devota  moglie.  Ricordi  cosa  tu  dicesti  dopo  esserci scambiati  entrambi,  gli  anelli  all'altare? Mi  dicesti  esattamente  queste  dolci  e  tenere  parole: << Sei  l’unic a  che  ho  sempre  voluto  al  mio  fianco.  E adesso  sei  parte  di  me.  Ti  amo.  >> Non  erano  paroloni,  ma  per  me  valevano  più  di  qualsiasi frase  fatta  e  tratti  da  film,  stile  via  col  vento.  Amore, ogni  giorno  che  passa,  mi  mostri  chi  sei  e  come  sei.  Con quei  picc oli  gesti,  mi  fai  capire  quanto  ti  impegni.  Ed questo  che  amo  di  te.  Forse  anche  con  quel  poco  riesci  a mostrare  più  di  chiunque,  persino  di  me,  quanto  mi  ami. Sai  dimostrare  con  semplicità,  i  tuoi  veri  sentimenti. Anche  se  ogni  volta  che  ne  ho  l'occasione ti ripeto  il mio forte  amore  per  te;  tu  con  un  solo  gesto  o  con  una  sola parola  riesci  a  trasmettermi,  tutto l’amore che  porti dentro.  Mi  sento  così  fortunata  e  non  vorrei  mai  aver scelto,  diversamente  quel  giorno. Tu  Charles,  sei  un  marito  meraviglioso e  lo  sarai altrettanto  di  più,  con  la  nascita  delle  nostre  bimbe. Sarai  un  padre  meraviglioso.  E  loro  vedranno  il  loro papà,  come  un  eroe  che  sarà  sempre  pronto  a proteggerle  nei  momenti  più  importanti  e  difficili  delle loro  vite.  Gli  insegnerai  cosa  è  gi usto  e  cosa  invece  non lo  è.  Gli  insegnerai  che  mamma  e  papà  sono  i  loro pilastri  e  non  devono  aver  paura  in  futuro,  a  chiedere una  mano.  Ed  infine  gli  insegnerai  che  nonostante  la nostra  poca  ricchezza,  loro  non  devono  sentirsi  povere  o meno  ricche  perché per  noi,  sono  la  nostra  vincita.  La vincita  più  grande  è  stata  averle  qui  con  noi.  E nonostante  in  futuro  sentiranno  e  vedranno  che  qualcosa sarà  diverso  rispetto  a  quello  che  avranno  loro,  gli insegnerai  che  tutti  nel  bene  o  nel  male  siamo  uguali. Nonost ante  le  diversità,  nonostante  ognuno  di  noi vestiamo  o  parliamo  diversamente,  alla  fine  abbiamo quel  qualcosa  che  ci  lega  e  accomuna  ad  ogni  persona. Non  voglio  aggiungere  altro  a  questa  mia  prima  lettera se  non  dirti  che  ti  amerò  per  sempre.  Oltre  la  nos tra esistenza,  non  smetterò  mai  di  amarti  e  di  far  battere  il mio  cuore  per  te.  Ti  amo. Con  amore. Ellie Ripenso  alla  prima  lettera  che  mia  madre  aveva  scritto per  lui.  Quelle  parole  così  amorevoli  e  allo  stesso  tempo, dolci  e  potenti  mi  fanno  riflett ere  su  quanto  mia  madre  lo amasse.  Non  sono  mai  riuscita,  del  tutto  a  capire  i sentimenti  che  teneva  dentro  di  sé.  Mi  ha  sempre nascosto  ciò  che  realmente  sentiva  per  papà  ed  io  non  ho mai  avuto  il  coraggio  di  chiedere  di  più.  Fino  ai  suoi ultimi  ricordi, ho  atteso  in  qualche  modo  una  sua  parola, nella  speranza  di  farle  sentire  almeno  per  un  breve istante,  com'era  essere  la  Ellie  di  un  tempo.  La  ragazza  e la  donna  di  cui  papà  si  era  innamorato.  La  donna  che  lei stessa  aveva  descritto  nelle  altre  lettere,  un a  donna  forte e  tenace.  Ma  non  riuscii  nell’intento,  la  paura  di  riaprire quella  sua  ferita,  mi  terrorizzava  e  non  volevo  che soffrisse. Dopo  qualche  anno  dalla  malattia,  mia  madre  è  stata trasferita  in  un  posto  apposito  con  dottori  in  grado  di aiutarla e  sostenerla.  All’inizio  ero  io  a  prendermene cura,  ma  da  sola  era  difficile  ed  io  non  potevo  e  non volevo  chiedere  aiuto  a  nessuno.  Poi  con  il  passare  del tempo  e  la  malattia  in  netto  peggioramento,  avendo lavorato  per  diversi  settori  e  avendo  risparmiato il  denaro per  pagare  le  medicine,  decisi  di  trasferirla  in  una  clinica privata.  Lì  se  ne  sarebbero  presa  cura  e  l'avrebbero aiutata  a  vivere  più  serena. Mi rendo  conto  che  non  è  una  cosa  bella  fare  questo  alla propria  madre,  ma  non  avevo  scelta.  Io  non  potevo  fare diversamente.  Ero  sola.  Io  e  lei. Nonostante  cercavo  di  prendermene  cura,  con  il  tempo anche  lasciarla  qualche  ora  o  solo  mezz’ora  era  diventat difficile  e  molto  rischioso. o Un giorno  ero  tornata  a  casa  prima  da  lavoro.  Ancora oggi,  ho  un  brivido  alla  schiena  al  solo  pensiero.  Ricordo perfettamente  che  la  porta  che  tre  ore  prima  avevo  chiuso con  la  chiave,  in  quel  momento  era  aperta.  La  cosa  ch e mi  fece  quasi  andare  nel  panico,  fu  la  maniglia  rotta  e  il sangue  ancora  fresco;  lì  pensai  veramente  al  peggio. Entrai  in  casa  e  cominciai  a  chiamarla  ma  senza  risposta. Così  chiesi  ai  vicini  se  avessero  sentito  o  visto  qualcosa, ma  nessuno  sapeva  niente .  Così  chiamai  David.  All’ epoca  ci  stavamo  solo  frequentando  ed  era  l’unica persona  di  cui  mi  fidavo.  Gli  spiegai  la  situazione  e  così la  cercammo  per  non  so  quanto.  Alla  fine  ricordai  ciò che  ripeteva  sempre:  “Charles che  diceva  qu aspettami .  “Ogni  volta elle  parole,  mia  madre  lo  raggiungeva. Quel  posto  la  faceva  sentire  più  vicina  al  suo  amato. Ricordava  solo  papà.  Il  solo  ed  unico  suo  primo  amore. Dopo  la  perdita,  non  ha  più  voluto  uomini  intorno.  Se non  mio  zio  Frank  e  il  nonno.  Loro  erano  gli  unici  per cui  si  mostrava  veramente  per  quello  che  era.  Però  il  suo mondo  quel  giorno,  era  esclusivamente  per  Charles.  Il  15 Aprile  del  2008  capii  che  Ellie  non  sarebbe  stata  più  la mamma che  amavo  un tempo  e  a cui rivelavo  ogni  mio segreto.  La  battaglia  era  cominc iata  ed  io  dovevo  in qualche  modo  salvarla  per  continuare  a  far  vivere almeno  quel  poco  che  gli  era  rimasto.    Volevo  salvarla dal  dolore  più  grande,  la  perdita  dei  propri  ricordi.  E volevo  fare  ciò,  in  una  maniera  per  lei  giusta.  Mi rattristava  che  mi  aves se  ormai  del  tutto  dimenticata,  ma almeno  qualcuno  di  noi  non  aveva  scordato  e  questo  un po’  mi  rincuorava.  Il  mio  cuore  soffriva  per  lei,  però  la capacità  di  vedere  ancora  di  più  a  fondo  la  sua  perdita per  ogni  singola  persona,  mi  spingeva  a  rendere  la  su a vita  in  qualche  modo  più  felice.    Sapevo  perfettamente che  era  più  un  modo  per  sopravvivere  alla  realtà,  di quello  che  mi  stava  veramente  attorno  che  invece  cadere giù  nel  baratro  della  disperazione  e  della  sofferenza stessa.  Avevo  la  sensazione  che  lasc iandogli  credere giorno  per  giorno  quello  che  lei  voleva  sentirsi  dire,  era l’unica  soluzione  possibile.  Ed  infatti  è  quello  che  tutt’ oggi  cerco  e  continuo  a  fare  ad  ogni  nostro  incontro. Quel  giorno,  dopo  aver  attraversato  la  città,  alla  fine arrivai  a l  cimitero.  Era  lì.  La  guardia  che  era  di  turno,  la trovò  distesa  sul  prato.  Era  distesa  con  la  faccia  che guardava  al  vasto  ed  immenso  cielo  blu.  Di  fianco  alla tomba  del  suo  amato  marito,  immaginava  chissà  cosa. Forse  di  correre  assieme  a  lui  su  quelle  b ianche  e morbide  nuvole. Non  esitarono  a  contattarmi  dato  che  sapevano  chi  fosse. Io  e  mia  madre,  ogni  domenica  era  solita  abitudine portare  dei  fiori  sia  a  papà  che  alla  mia  povera  sorella. “Già,  mia  madre  non  aveva  perso  solo  l’amore  della sua  vita,  ma  anche  una  delle  sue  bellissime  e  dolci bambine.  “ Mia  sorella  ed  io  eravamo  entrambe  nate  troppo  presto  e quindi  siamo  state  subito  messe  in  incubatrice  dopo  la nascita.  Purtroppo  lei  era  q uella  con  meno  probabilità  di vivere  e  il  giorno  seguente  la  nostra  nascita,  il  suo piccolo  cuore  smise  di  battere  e  morì.  Ero  rimasta  solo io.  E  solo  io  continuai  a  combattere  per  vivere. Dovevo  vivere  per  i  miei  genitori  e  per  la  piccola Pamela.  Tutti pregavano  per  me  ed  io  non  potevo lasciarli.  Avevano  bisogno  di  me  e  io  di  loro.  Ed  oggi sono  qui,  che  a  piccoli  passi  vado  avanti  con  la  mia  vita. Pezzo  per  pezzo  raccolgo  i  cocci  che  per  la  strada  si erano  dispersi.    Ed  ad  ogni  pezzo  che  raccolgo  cerco  d fare  chiarezza  e  ricostruire  la  mia  vita  che  sembrava ormai  in  frantumi. i Quella  volta  distese  sul  prato  di  margherite,  capii  che  era giunta  la  sua  fine.  Lei  aveva  lasciato  la  sua  anima  e  i  suoi ricordi  svanire  in  cielo.  È  come  se  fosse  morta  tra  le bra ccia  del  suo  amato  Charles.  Ormai  la  mamma  di  un tempo  non  esisteva  più,  era  rimasto  solo  il  corpo  e nient'altro.  Dopo  un  lasso  di  tempo  infinito,  la  riportai  a casa  e  curai  il  taglio  che  si  era  procurata precedentemente  nell’aprire  la  porta,  ed  infine  que lla stessa  settimana  decisi  di  trasferirla  in  una  clinica  dove se  ne  sarebbero  presa  cura. °°°° Ancora  oggi,  pensare  a  lei  lontana  da  me,  mi  rende amareggiata  e  allo  stesso  tempo  mi  reputo  una  persona orribile,  per  le  scelte  prese.  Vorrei  che  tutto  il  mi o passato  non  fosse  mai  esistito  e  che  la  mia  famiglia avesse  potuto  vivere  una  vita  diversa,  migliore  e  più serena.  Ma  penso  che  ognuno  di  noi,  abbiamo  un  proprio destino  da  intraprendere  e  perciò  dobbiamo  vivere  giorno per  giorno,  nella  speranza  che  il  f uturo  possa  essere migliore. Per  molto  tempo,  davo  la  colpa  a  Dio,  ma  sapevo  che non  bastava  puntare  il  dito  contro  qualcuno  per  stare meglio  dal  quel  dolore  così  immenso.  Nonostante  al  mio fianco  abbia  una  persona  che  mi  ami  e  che  rispetti  tutte le  scel te  intraprese  nel  mio  corso,  sento  che  anche  per David  è  diventato  difficile  starmi  vicino.  A  prescindere da  tutto,  sento  un  vuoto  incolmabile  dentro,  che nemmeno  lui  riesce  a  curare.  Per  anni  David  mi  ha amato,  rincuorato  e  protetto  da  ulteriori  dolori  e continua tutt’oggi  a  farlo.  Cerca  di  amare  la  Emma  che  sono  e  di cui  lui  stesso  si  è  innamorato.  Però  l’amore  a  volte  non  è abbastanza  per  continuare  ad  andare  avanti,  bisogna  che entrambe  le  parti  combattono  per  quell’amore  e  che  se  ne prendono  cura  con  d olcezza  e  amorevolezza. Il  mio  problema  era  diventato,  esternare  quei  sentimenti che  un  tempo  mostravo  e  donavo  all’uomo  che  era  al mio  fianco;  ma  che  ormai  da  tempo  non  riuscivo  più  a trasmettergli.  Oggi  da  Ellie,  incomincerò  a  lavorare  su me  stessa  e  fo rse  a  comprendere  ciò  che  ho  scritto  io  per lui.  Leggendo  le  parole  che  io  stessa  ho  messo  su  carta, ad  alta  voce  comprenderò  io  stessa,  parola  per  parole  il vero  significato.    E  solo  dopo  che  avrò  letto  tra  le  righe di  quella  lettera,  riuscirò  a  capire  in questi  anni  cosa realmente  tenevo  nascosto.  Ciò  che  la  vera  Emma,  ha sempre  tenuto  rinchiuso  nel  suo  cuore  e  che  non  è  mai riuscita  a  dirgli  in  questi  anni  di  matrimonio.  Forse  tra quelle  righe  di  amore,  dolore  e  passione  finalmente David  si  sentirà  di  nu ovo  amato. Il  giardino  della  clinica  di  S.  Rita  è  veramente  immenso. Ogni  paziente  è  libero  di  passeggiare,  ammirare  la  natura circostanze  e  sentire  il  profumo  dei  cipressi  durante  il proprio  cammino.  E’  un  posto  davvero  accogliente  per  i pazienti  e  ques to  mi  rende  serena  e  tranquilla.  Sono felice  che  mia  madre  nonostante  i  ricordi  ormai  del  tutto svaniti,  possa  riposare  in  un  luogo  felice  e  con  gente meravigliosa.  Ogni  volta  che  passeggio  assieme  a  lei ammiro  la  tanta  bellezza  da  cui  sono  circondata. E’ davvero  bello  e  allo  stesso  tempo  gratificante,  sentirsi liberi  nonostante  ognuno  di  loro,  debba  comunque  vivere ogni  sera, in  queste  solide  ed  immense  mura.  Per  loro  ogni  giorno  è come  se  fosse  nuovo.  In  ogni  attimo  delle  loro  vite  la percezione  dello  s pazio  e  del  tempo  cambia  e  tutto  in base  al  loro  modo  di  vedere  le  cose.  Il  parco  è  stato costruito  nel  1800  da  un  noto  architetto  del  posto.   Non  ricordo  il  nome  ma  pare  che  le  proprie  origini fossero  tedesche.  La  storia  narra,  che  fu  costruita  per  la su a  volontà,  dopo  la  morte  della  sua  amata.  In  quegli anni  la  malattia  denominata  oggi,  Alzheimer  era sinonimo  di  pazzia.  La  donna  di  cui  la  storia  parla, descrive  la  sua  malattia  in  uno  stadio  ormai avanzatissimo.    All'epoca  era  complicato  capire  la  vera ca usa.  Ogni  medico  da  cui  era  stata, l’aveva sottoposta  a cure  del  tutto  estreme.  In  diverse  occasioni,  aveva  subito una  serie  di  elettroshock.  Il  marito  ormai  senza  speranza, decise  di  fuggire  con  lei.  Così  pensò  ad  un  luogo  dove ella  poteva  vivere  i  suoi  u ltimi  periodi  in  tranquillità  e serenità.  Così  costruì,  una  specie  di  centro;  dove  le persone  con  i  suoi  stessi  sintomi,  potessero  vivere tranquilli  dalla  follia  di  quel  tempo.  Se  penso  che  lui abbia  fatto  tutto  ciò,  per  la  propria  amata.  Il  mio  cuore  si c olma  quasi  di  felicità.  Mi  fa  pensare  a  David.  Lui  lo farebbe.  Per  me  darebbe  la  vita. Lungo  il  sentiero  che  costeggia  il  lago,  scorgo  da  lontano il  suo  viso.  È  sempre  a  sedere  su  quella  panchina,  nelle giornate  di  sole.  Guarda  il  lago  come  se  fosse  in  a ttesa  di qualcosa.  Lei  ha  sempre  guardato  oltre  le  cose.  Anche con  la  perdita  di  memoria,  il  suo  sguardo  è  rimasto  pieno di  mistero.  I  suoi  pensieri  nonostante  non  siano  chiari nella  propria  mente,  per  me  ogni  sua  parola,  mi  dà  modo di  riflettere  e  pensare . <<  Mamma sono  Emma,  come  stai oggi?  >>  Alla  mia domanda  si  volta  quasi  spaurita,  come  se  gli  avessi chiesto  una  cosa  più  grande  di  lei.  Con  quei  suoi  occhi marroni  e  luccicanti  riesco  a  vedere  dentro,  confusione  e dolore  nel  non  riconoscere  la  persona che  si  trova dinnanzi.  Gli  sposto  una  ciocca  ribelle  dietro  l’orecchio  e gli  accarezzo  il  viso  delicatamente.  Riprendo  a  parlare nonostante  non  abbia  ricevuto  risposta. <<  Mi sei  mancata  tanto.  Oggi  ti  ho  portato  una  lettera nuova.  Ma  questa  volta,  non  so no  tue  parole.  Ma  sono  le mie.  Sai  da  tempo  con  David  non  vanno  bene  le  cose. Dopo  il  matrimonio  tutto  è  cambiato.  Poi  ho  avuto  la perdita  e  li  mi  sono  sentita  persa.  E  poi  ogni  giorno,  mi manchi  tanto  mamma.  Vorrei  che  fossi  sempre  con  me, ma  non  è  possib ile.  Ogni  volta  che  vengo  via,  mi  si spezza  il  cuore.  >>  L’ultima  frase  mi  fa  scendere  una lacrima  calda,  triste  e  piena  di  rabbia.  Ormai  covo  rabbia da  dieci  anni  e  come  se  fosse  parte  di  me. <<  Chi  sei  tu?  E  chi  è  David?    >>   <<  Tua  figlia,  mamma.  Son o  Emma.  >>  Dico, accarezzandole  la  mano  che  si  trova  appoggiata  al proprio  ginocchio. <<  Come  sei  bella.  >> <<  Tu  sei  bella.  Sei  pronta  a  sentire  una  nuova  storia?  >> <<  Quale  storia?  >> <<  La  storia  di  Emma  e  David.  La  storia  di  come  mi sono  innamorat a  di  lui.  Di  come  lui  si  è  innamorato  di me.  Di  come  la  vecchia  Emma  sorrideva  il  solo  pensare  a lui.  Sei  pronta?  >> << Mm …    Si …  Leggi …  Mi  piace  la  tua  voce.  Ma  chi sei?  >> <<  Emma,  mamma.  >> <<  Emma  leggi pure.  A  me  piace  ascoltare.  >> <<  Anche  a  me  piace  ascoltare.  E  non  solo…  leggere. Ma solo  per  te.  >> <<  Perché  leggi  solo  per  me?  >> <<  Perché  non  l’ho  mai  fatto  con  nessuno.  Solo  con  te  i miei  pensieri  sono  liberi  di  poter  esprimersi.  Tu… Mamma  sei  l’unica  che  mi  hai  reso  ciò  che  so no.  Non posso  immaginare  la  mia  vita  senza  di  te.  >> <<  Tu  non  sei  sola,  mia  cara.  >>  A  quelle  parole,  la osservo  per  un  breve  istante  e  capisco  che  nonostante  i ricordi,  lei  sente  in  qualche  modo  quello  che  sento  e provo.  Devo  solo  credere  di  nuovo,  in  m e.  L’unico  mio problema  è  ricominciare  da  dove  ho  bloccato  quel  pezzo di  vita.  Riprendere  da  quel  giorno,  dove  tutto  si  è fermato.  Dove  la  donna  che  ero,  ha  smesso  di  vivere felice  accanto  al  proprio  uomo.  Ed  ha  incominciato  a soffrire  e  chiudersi  in  sé.  C osì  sopraffatta  da  tutto  inizio a  leggere  quella  lettera  bagnata  ormai  dalle  mie  stesse lacrime.

06  Novembre  2010

Questa  notte  in  quel  letto  di  bambina,  sono  diventata: donna.  Non  ho mai  avuto  piacere  nello  scrivere  diari. Ma  mia  madre  mi  diceva  sempre, di  scrivere.  “I  ricordi devono  essere  custoditi  e  come  tali  vanno  scritti  e  riletti, in  modo  da  non  essere  scordati.    Ogni  cosa  che  annoti  è come  fossero  frammenti  di  cristallo.  Così  luminosi  e luccicanti  che  non  devono  essere  spezzati.    Ogni  pezzo di  essi ,  raffigura  un  pezzo  di  te.  Di  quello  che  sei. Emma  scrivi  e  non  dimenticare.  Nemmeno  quei  piccoli dettagli  che  a  te  appaiono  insignificanti.  Scrivi  e ricorda,  perché  la  vita  deve  essere  vissuta  e  ammirata anche  se  il  tempo  passa.  “Aveva  ragione.  Non  vogl io scordare  la  prima  volta.  La  prima  notte,  assieme  a  lui. Non  voglio  scordare  il  piacere  che  ho  provato  nel sentirlo  dentro  di  me.  Unito  con  il  mio  stesso  corpo.  Il desiderio  e  il  piacere  di  sentirlo  mio,  mi  ha  reso  parte  di se.  L’amore  che  si  è  manifesta to  in  questa  stanza,  mi ha  portato  ad  essere  e  diventare  finalmente,  una  donna adulta.  In  questa  fredda  e  piovosa  notte,  io  mi  sono sentita  amata  e  desiderata  da  un  uomo. David  tu  sei  l’uomo  che  voglio  e  che  desidero  al  mio fianco.  Spero  che  anche  tu  mi  a merai  un  giorno.  Forse non  leggerai  mai  queste  mie  parole,  ma  io  non  le dimenticherò. Anzi  ogni  volta  che  mi  sentirò  triste  o  felice  scriverò  di me.  Di  te.  Di  noi. In  questa  notte  di  novembre  io  scriverò  il  mio  inizio assieme  a  te.  Non  m’  importa  quante pagine  saranno  o quante  parole  si  doppieranno.  Io  non  smetterò  di raccontare  i  miei  sentimenti.  Quello  che  sento  per  te  è più  di  una  semplice  amicizia.  Per  anni,  mi  sei  stato vicino  e  mi  hai  consolata.  Quando  non  sapevo  più  cosa fare  della  mia  vita,  tu  mi hai  aiutato  a  capire  come potermi  muovere,  senza  farmi  cadere  nell’oblio  della disperazione.  E  infine  senza  sbucciarmi  e  crearmi ulteriori  ferite,  mi  hai  sorretto.  Hai  fatto  in  modo,  che potessi  vedere  sempre  dove  mettevo  ogni  singolo  piede. In  ogni  passo che  ho  intrapreso  tu  eri  lì  con  me.  Mi  hai fatto  capire  che  la  vita  nonostante  le  difficoltà,  a  volte regala  gioie.  In  effetti  è  così,  io  una  gioia  l'ho  avuta  ed è  stata  quella  di  conoscerti.  Ho  conosciuto  un  ragazzo, un  uomo ed  un  amico  che  in  pochi  hanno al  loro fianco.  Sappi  che  non  cancellerò  mai,  la  mia  stupenda notte  assieme  a  te.  Ogni  tuo  bacio  e  ogni  tua  carezza  mi hanno  resa  felice  ed  amata. Ogni  tuo  gesto  mi  ha  fatto  capire  quanto  tua  sono.  In questa  notte,  io  giuro  di  essere  solo  tua.  In  questa  notte io  mi  sono  resa  conto,  di  amarti.

Ti  amo  David.

Emma.













Buon proseguimento ❤️🌹🌟

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