<15> Grazie Angel
Scusate per eventuali errori di grammatica e/o ortografia
Jude pov's
È passata una settimana dal ritorno nel mio corpo, al bacio con Emily e alla sua presunta scomparsa.
Ho provato a chiedere a David se sapesse qualcosa, ma la risposta è sempre la stessa: "So meno di te, amico." . Secondo me nasconde qualcosa.
Joe non è stato da meno con le domande riguardanti la ragazza.
Oggi si disputerà la partita per determinare quale squadra, fra la Royal e la Raimon, giocherà nel Football Frontier. Oltre che a pensare ad Emily, un altro pensiero ha albergato nella mia mente: cosa avrà escogitato Dark?
«Jude, ma si può sapere che hai?» Mi chiede Joe mentre io continuo a controllare ogni centimetro del nostro spogliatoio. Onestamente so che non c'è nulla di potenzialmente pericoloso, non sarebbe molto furbo da parte di Dark, ma non riesco a stare fermo.
«Niente, controllo che sia tutto normale.» Mi limito a dire mentre controllo sotto una panca.
«E perché non dovrebbe esserlo?» Continua a chiedermi il portiere.
Alzo solamente le spalle, ammetto di non avere nessuna scusa.
«Ci vuoi dire perché sei così ansioso?» Interviene David.
«Te lo dirò quando tu ti deciderai a dirmi dov'è Emily.» Rispondo guardandolo male.
«Ti ho detto che non so niente!» Esasperato rotea l'occhio.
«E allora io non ho niente!»
«Niente di niente? Sicuro? Dopo il bacio non l'ho più sentita...» Dice Joe rivolto a David, in tutta risposta Benda-boy gli da qualche pacca sulla spalla.
«Hai mai pensato che se non ti cerca dopo quel bacio vuol dire che non le è piaciuto?» Dico io cercando di non farmi partire un contatto di vomito a causa del ricordo.
«Io...ecco...» Il portiere rimane senza parole.
«Joe, è solo una ragazza, sono strane, è meglio concentrarsi sulla partita.» Gli dico appoggiandoli una mano sulla spalla.
«E allora perché sei preoccupato anche tu?» Mi chiede guardandomi dritto negli occhi, come per studiarmi.
«È la nostra manager, fa parte della squadra, se le è successo qualcosa è normale che mi preoccupi.»
«Dai Jude, non farmi ridere.» Continua lui.
«Come scusa?» Allontano la mano e lo guardo sorpreso.
«Non l'hai mai calcolata in tutti questi anni e guarda caso inizi a farlo solo quando lei ha smesso di adularti e a guardarsi intorno; ammettilo Jude: tu ami essere idolatrato per ogni cosa che fai.»
«Lei non mi adulava per ogni cosa.» Rispondo assottigliando lo sguardo.
Un "ehm" sarcastico e generale si eleva per tutto lo spogliatoio.
«State zitti voi altri! Non c'entrate un cazzo! -Sbotto facendoli zittire- Potrò anche averla data per scontata in questi anni, potrò anche essermi sempre comportato come un apatico con lei, ma so riconoscere quando sbaglio...»
Un altro "ehm" fa eco per lo spogliatoio, fulmino tutti con lo sguardo.
«Dicevo: so quando sbaglio e con lei voglio rimediare; io le piaccio, lo sanno tutti ormai, sarà difficile accettarlo per te, ma è così.» Joe non dice niente e io non aggiungo altro.
Mi giro e cammino verso la porta.
«Jude... -Il ragazzo mi chiama e io mi fermo- è evidente che le sei sempre piaciuto...ma tu? Ricambi questi sentimenti?»
Rifletto per qualche secondo. «Non lo so... è per questo che la devo rivedere, voglio veramente capire che cosa provo per lei.» E me ne vado.
«Ma prima fatemi controllare quell'armadietto!» Dico indicando l'armadietto di Peter Drent.
«L'HAI GIÀ CONTROLLATO TRE VOLTE! BASTA!» Urla il proprietario.
🔍🔍🔍
Dopo essere stato cacciato con la forza dallo spogliatoio, cammino verso l'ufficio di Dark. So che ha progettato qualcosa, devo solo sapere cosa.
"Tra poco verrà disputata la gara per stabilire chi sarà il vincitore di questo torneo, ma non mi sarei mai aspettato di arrivare al grande giorno con questo stato d'animo." Penso mentalmente mentre le parole di Dark sul fermare la Raimon mi scorrono d'avanti come un treno.
Lo ammetto senza problemi: all'inizio ero affascinato dal modo di pensare di Dark, pensavo che potesse essere una guida valida per la Royal Academy...ma ora... credo di aver aver commesso uno sbaglio a fidarmi di lui.
Arrivo all'ufficio e senza neanche prendermi la briga di bussare, entro. Dark è sempre seduto sulla scrivania intento a guardare i vari monitor olografici posti alla sua destra.
«Che cosa ci fai qui Jude?» Mi chiede l'uomo.
«Sono venuto a dirle che voglio giocare pulito sta volta, spero che lei non abbia organizzato imbrogli!»
C'è un attimo di silenzio, Dark non si scompone neanche, non mi guarda negli occhi o altro.
«Tu pensa solo a fidarti di m come hai sempre fatto finora.»
Stringo i denti e assottiglio lo sguardo.
«E' questo il problema!» Sbraito girandomi e andandomene da quel posto.
«Chi sputa contro il cielo, sputa contro se stesso!» Dice Dark, mi volto a guardarlo: in questo momento è lui l'unica persona a cui vorrei sputare. Ma non dico niente, me ne vado e basta.
Decido di controllare lo spogliatoio della Raimon; cerco e perlustro da cima a fondo ogni centimetro della stanza: sotto le panche, dentro gli armadietti, nelle doccie, controllo ogni fessurao la minima mattonella che sembra avere qualcosa di sospetto, ma non trovo nulla.
Così decido ad andarmene, ma appena la porta automatica si apre mi ritrovo faccia a faccia con tutta la Raimon, o meglio, con Mark Evans. che appena mi vede per lo spavento arretra di un passo.
«AAAH! Jude sei tu?» Mi chiede riprendendosi dal semi-infarto he stava per avere.
Con la coda dell'occhio vedo Celia guardarmi sorpresa.
Esco dal loro spogliatoio.
«Siete arrivati sani e salvi per fortuna.» Ammetto che come frase è un po' ambigua.
Infatti Kevin Dragonfly inizia subito ad agitarsi.
«Come sarebbe a dire "sani e salvi"?! Perchè? Avremmo dovuto avere un incidente?! Che stai combinando? Hai sistemato qualche trappola nel nostro spogliatoio?!»
«No, non preoccupatevi, qui non c'è nessuna trappola.» Me ne vado, ma non prima di scambiarmi uno sguardo con Axel quando gli passo affianco.
«Aspetta! Ti comporti in modo strano per i miei gusti.» Mi urla dietro il rosa.
«Smettila, Jude non è quel genere di persona che credi.» Lo ferma il suo capitano.
«Allora che ci faceva la dentro?» Continua.
«Scusatemi, sono entrato solo per scrupolo.» Dico cercando di mettere un punto a questa storia.
Mi incammino verso lo stadio, non mi sento affatto sicuro, ho intenzione di controllare anche lì.
«JUDE, CI VEDIAMO SUL CAMPO ALLORA! TI FACCIO TANTI AUGURI!» Mi dice Mark.
Anche controllando il campo non ho trovato nulla di sospetto, le porte non presentano modifiche, ho controllato perfino l'erba!
Alzo lo sguardo verso il soffitto, ma è troppo alto e al buio per vedere qualcosa.
«Qui mi sembra tutto apposto, comunque terrò gli occhi ben aperti.» Penso ad alta voce tra me e me.
«Cosa ci fai qui Jude?!» Mi urla una voce femminile, ma oggi hanno tutti voglia di urlarmi dietro?
Mi volto a guardare mia sorella, mi guarda con i pugni stretti e uno sguardo arrabbiato.
«Ti voglio dire una cosa: potrai anche ingannare il capitano, ma non puoi ingannare me! Ormi ti conosco troppo bene!»
Questa frase mi riporta alla mente una corvina dai grandi occhi blu, cerco di mascherare un sorriso amaro con un ghigno.
«Forse non mi conosci così bene.» Rimane sbigottita dalla mia risposta, perciò mi volto ed esco dal campo.
⚽️⚽️⚽️
Emily pov's
Ricontrollo gli ultimi messaggi che mi ha inviato David nelle ultime ore:
David🐧⚽️
Che cosa dico agli altri?!
Boh, inventati qualcosa
David🐧⚽️
Lo sai che faccio schifo a mentire!
Dì che non sai niente allora
David🐧⚽️
Guarda cosa mi tocca fare per te
Lo so, ti devo un favore!
David🐧⚽️
TU MI DEVI UN BOTTO DI FAVORI CARA!
Comunque
Sei sicura di quello che stai facendo? Jude sembra molto preoccupato.
Si, ho bisogno di risposte e di staccare un po'
Preoccupato?
David🐧⚽️
Si, tra lui e Joe non so chi sia quello più assillante con le domande.
Devo andare sta per iniziare la partita!
Buona fortuna!
David🐧⚽️
Grazie!
Avvisami appena arrivi
Va bene
Chiudo il telefono e mi accascio sulle sedie dell'aeroporto, ai miei piedi ho abbandonato un piccolo bagaglio a mano rosso, tengo tra le mani il telefono, sbuffo leggermente portando all'indietro la testa.
All'improvviso sento qualcuno lanciare un borsone verde militare a due sedie rispetto a dove sono io, poi il proprietario si siede proprio accanto a me.
Lo guardo: è un ragazzo della mia età, ha una cresta marrone con riflessi bianchi, mentre il resto della testa è pelata, però noto che nella pelata ha disegnato un tatuaggio rosso. Indossa una giacca verde militare, con sotto una maglia a righe nere e bianche, pantaloni neri skinny, strappati sul ginocchio e con una catenina argento che tentenna a contatto col metallo della sedia, ai piedi porta delle sneakers bianche semplici.
Si è seduto stravaccato a gambe aperte, infatti sta abbastanza invadendo il mio spazio personale, il braccio sinistro e appoggiato sullo schienale della sedia dove ha lanciato il suo borsone, con l'altra mano controlla il telefono.
Mi guardo attorno notando che in realtà tutti gli altri posti sono liberi, effettivamente questa mattina l'aeroporto è abbastanza vuoto.
«Io mi siedo dove cazzo voglio.» Lo sento dire.
«Come scusa?» Mi volto a guardarlo e lo stesso fa lui, così da poter vedere i suoi occhi verdi scuri.
«Io mi siedo dove cazzo voglio, ti stavi guardando intorno quindi volevo metterlo in chiaro.» Ripete aggiungendo anche una spiegazione.
Non sapendo che dire mi limito ad alzare leggermente le mani e ritornare a guardare il telefono, idem per l'estraneo.
Ma il nostro silenzio, per me imbarazzante per lui non so, viene interrotto proprio da quest'ultimo.
«Tu sei Emily Dark giusto?» Si gira sul posto per guardarmi meglio la faccia, come per controllare di non starsi sbagliando.
«Si...?» Imito il suo gesto e ritorniamo ad osservarci negli occhi. «Perché?»Chiedo.
Scrolla le spalle. «A quanto pare sei famosa principessa. Ringrazia il tuo cognome.»
«Non è il mio vero cognome.» Borbotto.
«Ah no? E qual è?»
«Ancora non lo so, sto andando a scoprirlo.» Dico scrollando le spalle.
Dopo che Joyelle mi ha dato il numero di mia sorella, l'ho chiamata. Abbiamo parlato per ore, pianto per ore; fatto sta che ho scoperto un paio di cose sulla mia vera famiglia: dopo l'incidente è stata presa in custodia da alcuni nostri zii che vivono in America. Per questo sono all'aeroporto: per andare da lei e scoprire tutto insime.
«AAAH, ecco perchè non sei con Sharp.»Sogghigna con la faccia di uno che ha risolto il dubbio esistenziale della vita di tutti.
Lo guardo inarcando un sopracciglio.
«Gira voce che sei il suo cagnolino.»
Spalanco gli occhi e per poco la bocca. «Non sono il suo cagnolino!» Strillo.
In tutta risposta Mr. Cresta si copre le orecchie. «Okey, basta che non mi urli nelle orecchie.»
Incrocio le braccia al petto e guardo per terra rossa in volto dal nervoso.
«Quindi, che cosa sei per lui? La sua manager? La sua segretaria?»
«Lo vorrei sapere anch'io, insomma, io gli ho metaforicamente vomitato addosso tutti i miei sentimenti per lui e...» Mi blocco.
«E...?» Il ragazzo mi incita a continuare.
«Poi sono scappata.»
Per poco non cade dal posto. «Ma allora la deficiente sei te!»
«Senti Coso, ero andata in panico, un mese fa non mi sarei neanche sognata di fare una cosa del genere!»
«Beh congratulazioni per esserti fatta crescere le palle, principessa.» Dice lui sghignazzando e abbassando il capo.
Mr. Cresta alza la testa e punta lo sguardo su un televisore che trasmette una partita di calcio.
«Quella è la partita tra Royal Academy e Raimon?!» Chiedo sbalordita.
«No, è un documentario su che fertilizzante usare per le orchidee.» Risponde sarcastico il ragazzo.
Guardiamo in silenzio lo schermo fino a quando non succede una cosa che mi fa letteralmente accapponare la pelle: delle travi cadono dal soffitto piombando sulla parte di campo della Raimon.
Mi alzo si scatto, non staccando gli occhi dal televisore.
«JUDE!» Urlo portandomi le mani per coprirmi la bocca.
Alle mie spalle sento un fischio da parte del ragazzo. «Che bel casino.»
Mi volto verso di lui e indico lo schermo. «È opera di quel lurido di Dark!»
«Beh a quanto pare odia proprio la Raimon, le travi sono cadute solo nella loro metà campo.» Commenta.
La sensazione di panico però non se ne va. Inghiottisco della saliva e chiudo a pugno le mani.
«Devo andare.» Dico.
«In bagno?» Mi chiede lui perplesso.
«No! Da Jude!»
«Ah okey.»
«Non mi chiedi il perchè?» Chiedo confusa.
«No, sti cazzi se devi andare da lui per scoprire che cosa vuole dalla tua vita quel Moscone.»
«Onesto, ciao...» Non ho la più pallida idea di quale sia il suo nome.
«Caleb Stonewall.» Dice quasi leggendomi nel pensiero.
«Ciao Caleb!» Prendo il mio bagaglio rosso e inizio a correre verso l'uscita.
«A presto principessa!» Mi urla dietro lui.
Supero le porte scorrevoli in vetro dell'uscita e chiamo un taxi che grazie a Dio passava proprio in quel momento.
Mi ci fiondo letteralmente dentro.
«Mi porti alla Royal Academy e faccia in fretta per favore!» Dico trafelatta e col cuore a mille.
⚠️⚠️⚠️
Jude pov's
Dopo aver capito il piano di Dark, aver avvisato Mark e la caduta delle travi piombo come una furia dentro l'ufficio di quello che un tempo era una persona che rispettavo e di cui mi fidavo.
«L'HO TROVATA! C'è IL SUO ZAMPINO DIETRO A QUELL'INCIDENTE, VERO DARK?! "Chi sputa contro il cielo, sputa contro se stesso" è stato proprio lei a darmi la soluzione: il "cielo" era il soffitto dello stadio!»
«Non capisco a cosa ti riferisci .» Fa il finto tonto.
Entrano anche Mark, Hillman, Joe e Daniel.
«E poi non hai prove per dimostrare che sono io il colpevole.» Continua calmo, certo di avere la vittoria in pugno.
Sopra le nostre teste passa un sacchetto bianco che atterra sulla scrivania proprio difronte a Dark. Il signor Smith si fa spazio tra noi.
«Ne è proprio sicuro?» Gli chiede.
«Sono i bulloni!» Esclama Mark riferendosi ai bulloni caduti dal soffitto durante il riscaldamento pre partita.
«E ora che mi dice Dark?» Gli chiede Smith.
Dark non risponde e l'ispettore tira fuori dalla tasca della sua giacca una ricetrasmittente.
«Parla ti sentiamo.»
Una voce metallica di un uomo fuori esce dal dispositivo, sicuramente sarà un poliziotto.
«Si, quello che è successo non è stato un incidente. Qualcuno ha allentato quei bulloni di proposito!»
Una terza voce ci fa voltare verso la porta, è un altro agente, e tiene ammanettato uno degli operatori di Dark.
«Quest'uomo ha confessato tutto: ha detto di aver manomesso la struttura per odine di Dark!»
«Bastano come prove?» Ci rigiriamo tutti a guardare Dark.
«Mi dispiace ma non ho più intenzione di giocare sotto la sua guida.» Dico.
«E noi la pensiamo esattamente come Jude!» Mi da man forte Joe.
«Grazie mille ragazzi.»
«Fate come vi pare; ho già ottenuto quello che volevo, non mi servite più.» Dice Dark accasciandosi sulla sedia, quasi rilassato.
Smith si avvicina alla scrivania. «Ray Dark, può seguirmi?»
Dark non oppone resistenza, si alza e basta.
«Ci sono tante cose che vorrei sapere da lei, farà bene a raccontarmi tutta la storia fin dall'inizio.» Gli dice l'ispettore.
Dark viene scortato fuori, ma prima che si chiuda la porta mi rivolge un sogghigno.
«Quel sorrisetto, e se avesse voluto vedere la mia reazione? Ma a quale scopo?» Mi ritrovo a pensare, ma fortunatamente Joe mi riporta al mondo reale.
«Non posso credere di essermi fidato ciecamente di lui.» Dice guardando con rabbia per terra.
Mi giro verso Mark ed Hillman. «A nome della Royal: vi chiedo scusa. -Mi inchino- Sono mortificato per quello che è successo. Il nostro allenatore ha tentato un sabotaggio pur di farci vincere; perciò ho preso una decisione: ci ritiriamo dal torneo.»
«EH?! Come vi ritirate? Perchè?» Mi chiede incredulo Mark.
«Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità.»
Pov Esterno
Il capitano della Raimon decide di non accettare una vittoria a tavolino, ma di sfidare lealmente la Royal per decretare il vincitore di questo torneo.
Dopo una veloce sostituzione di campo la partita ha finalmente inizio.
«Sta finalmente per iniziare la finale del torneo! -Urla il solito telecronista della scuola col fulmine- Chi sarà il campione! La gloriosa Royal o la sorprendente Raimon?!»
Il fischio dell'arbitro fa aprire le danze: Axel parte in attacco con la palla tra i piedi, ma vedendo venirgli incontro Master e Drent in scivolata, salta passando la palla a Kevin che non perde tempo ad effettuare il "Dragon Tornado" col compagno di squadra. Joe però riesce a pare il tiro senza problemi grazie alla "Barriera di Forza".
La palla è rimessa in gioco ed è ai piedi si Jude, la passa subito a Daniel che usa la sua mossa speciale: "Tiro dai 100 Calci"; un tiro sicuramente facile da parare per Mark, che usa il "Pugno di Fuoco", ma il pallone invece di essere fermato finisce sulla traversa salvando la Raimon da un madornale errore.
Il capitano della Royal batte il calcio d'angolo: un tiro alto e lungo, che David prende di testa facendolo però finire tra le braccia di Evans, ma come burro questi gli scivola a terra costringendolo a buttarsi per riprenderlo. Il castano rimette in gioco il pallone con un calcio lungo in direzione di Timmy, ma Jude -magistrale registra e calcolatore- prevede il tiro e lo intercetta correndo verso il portiere avversario.
Jack gli sbarra il cammino, ma grazie alla sua bravura riesce a dribblarlo ritrovandosi faccia a faccia con Mark. Axel interviene in scivolata per impedire il tiro, da lì susseguono attimi di lotta tra i due calciatori per contendersi il pallone. Il primo a cedere è Jude: arretra di un passo per accorgersi immediatamente di provare un fitto dolore alla caviglia destra, infatti si accovaccia a terra solo per stringerla tra le mani, come per bloccare il dolore assolutamente non richiesto in quel momento.
Swing, a cui era arrivata la palla, vedendo le condizioni del proprio capitano decide di buttare la palla fuori dal campo per fermare il gioco, permettendo a Jude di uscire dal campo per controllare la caviglia.
Zoppicando riesce a sedersi per terra, togliersi sia la scarpa che la calza, per vedere la botta diventare pian piano più gonfia e su una tonalità giallo-violastro.
«Devo ammettere che Axel è proprio forte.» Commenta ad alta voce mentre cerca di trattenere a denti stretti un gemito.
Gemito che si affievolisce quando qualcuno gli appoggia una borsa del ghiaccio proprio sulla caviglia, Jude ora si trova a tu per tu con la sorella Celia.
«Celia, perchè sei venuta qui?» Le chiede alludendo al fatto che sta aiutando un avversario.
«Ad essere sincera non lo so neanch'io... ti ho visto a terra dolorante e sono venuta ad aiutarti.» Spiega la ragazza con un po' di tristezza nella voce.
Il ragazzo cerca di trovare le parole giuste, ma non sa che dire; nel mentre nel corridoio per entrare nel campo da calcio riecheggiano i passi e il fiatone di una ragazza a noi tutti conosciuta.
Emily pov's
Le luci accecanti dello stadio colpiscono i miei poveri occhi abituati alle luci soffuse della struttura, schiamazzi e urla arrivano alle mie orecchie, il cemento del pavimento cede il posto all'erba.
Inspiro a pieni polmoni dalla bocca per riprendermi dalla corsa, a volte mi manca non avere più la resistenza del Moscone.
Davanti a me si sta svolgendo un partita di calcio, ma lui in campo non c'è, giro la testa verso destra e lo vedo seduto a terra con la sorella che gli tiene del ghiaccio sulla caviglia.
«Si è fatto male? é colpa dell'incidente delle travi?» Penso di getto, ma l'unica cosa a cui riesco a dare voce è il suo nome.
«JUDE!» Urlo, forse un po' troppo visto che non si gira solo l'interpellato ma anche tutti i ragazzi in campo.
Il Moscone mi guarda sorpreso e lo vedo sussurrare il mio nome, anche Joe mi chiama incredulo, Mark mi saluta a caso e David urla il mio nome seguito da una parolaccia a causa dello stupore. Li ignoro.
Corro verso Jude, lui tende le braccia verso di me, non riuscendo ad alzarsi mi butto sulle ginocchia e mi fiondo ad abbracciarlo stringendolo più che posso a me.
«Emily? Te ne eri andata!» Dice il ragazzo portando un mano dietro la mia nuca, stringo tra le mani il suo mantello rosso.
«Lo so...» Mi limito a dire.
«Ero preoccupato.»
«Lo so, scusami.»
Fa scivolare la mano sulla mia guancia, prendendomi delicatamente il viso tra le sue mani.
«Rimani al mio fianco per favore.» Sussurra guardandomi intensamente negli occhi.
«Perché?» Gli chiedo.
«Ho capito quanto tu sia importante per me.» Risponde per poi appoggiare velocemente le sue labbra sulle mie.
Sento sua sorella sussultare e molto probabilmente diventare rossa per l'imbarazzo. Gli schiamazzi del pubblico si intensificano, però la voce di David riesce comunque a farsi sentire forte e chiara.
«PORCA TROIA, QUALCUNO MI DICA CHE STA FACENDO UNA FOTO O UN VIDEO!» Strilla peggio di un'oca.
Ci allontaniamo solo per riprendere fiato, sento le guance andarmi a fuoco e la testa girare per la troppa adrenalina del momento, nascondo il capo appoggiando la fronte sulla sua spalla però sorrido mentre lui continua ad abbracciarmi.
Sono costretta a lasciarlo andare per fargli finire la partita. Lo vedo camminare verso il campo non più zoppicante, io rimango seduta a terra per aiutare Celia a sistemare la cassetta del pronto soccorso.
«Neanche per un momento... -Parla Jude, dandoci le spalle- non ti ho dimenticata neanche per un momento.»
Io e sua sorella ci scambiamo un'occhiata abbastanza confuse.
«Ma con chi delle due stai parlando scusa?» Chiedo.
Lui si volta e sospira esasperato. «Con Celia.»
«Aaah okey.» Rispondiamo entrambe all'unisono.
«Emily, non scappare appena finita la partita, ti devo parlare.»
«Non lo farò, tranquillo.»
«Comunque piacere, sono Celia, la sorella di Jude.» Si presenta lei.
«So molto bene chi tu sia tranquilla.» Le sorrido lasciandola confusa.
*time skip*
La partita viene vinta dalla Raimon col risultato di 2 a 1.
Non so come ma finisco a spiare, dietro ad un muro, Jude e sua sorella insieme a Mark Evans e Silvia Woods.
«Ma di preciso...che stiamo a fa?» Chiedo.
«Ssssh, stanno ricostruendo il loro rapporto!» Mi urla/bisbiglia Silvia mentre i due si abbracciano da lontano.
Quando finalmente si staccano Celia va a riunirsi con la sua squadra.
«Okey tocca a te Emily!» Mi urla Mark per poi spingermi nel corridoio.
Per poco non cado di faccia.
«Ma ci stavate spiando?» Mi chiede Jude appena mi vede.
«Ehm... -vedo Mark e Silvia darsela a gambe- No.»
Jude sospira però sul suo volto c'è dipinto un sorrisetto.
Mi prende per mano e inizia a camminare. «Vieni, andiamo fuori.» Non dico nulla, mi lascio guidare.
Usciamo dalla Royal Academy e camminiamo in silenzio fino ad arrivare in un parco. Jude mi tiene ancora la mano, ma non dico nulla, mi piace questa sensazione.
«Ti ricordi di questo posto?» Mi chiede girandosi verso di me.
Mi guardo attorno e un sorriso nostalgico mi si dipinge in volto, ritorno con lo sguardo sul Moscone.
«È il parco dove ci siamo conosciuti. Esattamente lì, -indico l'altalena- David mi ha colpito in faccia con un pallone da calcio...»
«Per scusarsi ti ha invitato a giocare...» Continua il racconto.
«E tu eri lì ad aspettarlo.» Finisco.
Cammino verso la famosa altalena e mi siedo, Jude prende posto accanto a me. Mi dondolo leggermente con le gambe.
«Lo ammetto: in questi anni mi sono accorto di tutti gli sguardi che mi mandavi o dei commenti detti a David.» Inizia a parlare.
«Quello stronzo te li raccontava?!» Strillo.
«No, li sentivo, tendi ad alzare la voce quando sei euforica e, soprattutto, non controllare se la persona oggetto della discussione sia uscita o meno dalla stanza.»
Esplodo d'imbarazzo simulando una risata nervosa.
«E devo ammetterlo...Joe ha ragione a dirmi che amo essere idolatrato.»
Freno la mia risatina per guardarlo: è di profilo, le mani congiunte abbandonate sulle gambe e guarda verso il cielo.
«Ti ho sempre lasciata fare, senza mai darti peso, perchè mi piaceva avere intorno una persona che mi considerava perfetto in tutto quello che facevo... e questo mi spingeva veramente a rendermi un giocatore migliore -si gira a guardarmi- penso che non volevo deludere le tue aspettative.»
«E che cosa ti ha fatto cambiare idea?» Gli chiedo.
«Ho imparato a conoscerti mettendomi nei tuoi panni... letteralmente.» Risponde iniziando a ridere, mi unisco a lui.
«Già, penso che nessuno abbia mai usato il nostro metodo.» Rido.
«Onestamente, è anche grazie ad Angel. Hai sue notizie?»
Scuoto la testa in segno di negazione. «No, non l'ho più vista da quella volta dell'ufficio.»
All'improvviso qualcosa mi circonda le spalle e mi strattona leggermente in basso idem per Jude.
«Hey, hey, hey! Stavate parlando di meee?»!Chiede una voce femminile a noi abbastanza nota.
Alzo lo sguardo e vedo una capigliatura bianca come la neve e un paio di occhi rosso fuoco.
«Angel?!» Diciamo io e il Moscone in coro.
«In sostanza ed ali!» Ci lascia finalmente andare.
«M-ma tu eri sparita! Noi eravamo...David chiedeva...ma poi.» Inizio a parlare a vanvera non riuscendo a creare una frase di senso compiuto.
«Ei, frena, frena, prima di tutto: bel taglio di capelli ragazza.»
«Bel cambio di look.» Dico io riprendendomi.
Finalmente indossa dei vestiti invernali e non più i soliti pantaloncini e canotta bianchi; i pantaloni sono lunghi, non è più a piedi scalzi ma indossa delle scarpe (penso adidas), porta un giubbotto sportivo da cui si riesce ad intravedere una camicia, è tutto rigorosamente bianco, tranne che per la cravatta rosso acceso annodata al collo.
«E non avete visto la parte migliore!» Esclama per poi schioccare le dita e far comparire due immense ali bianche che risplendono di luce propria.
«Indovinate chi ha ottenuto la promozione!» Dice con un sorrisetto a dipingerle il viso.
«Congratulazioni!» Dico.
«Okey, veniamo al sodo: perchè sei scomparsa all'improvviso?» Le chiede Jude.
«Sempre un concentrato di gentilezza tu. -Commenta il mio angelo custode- Comunque faceva parte del piano.»
«Piano?»
«Si, quello dell'autrice, verso la fine della storia me ne dovevo andare giusto per farvela sbrigare da soli, e anche per fare rapporto, ma dettagli.» Spiega.
«Quindi sei sempre stata con noi?» Chiedo io sta volta.
«Si, altrimenti non sarebbe stato possibile lo scambio dei corpi. Avete altre domande?»
Mi torturo le mani, abbastanza in ansia per la domanda che mi frulla in testa da diversi giorni.
«Di recente ho scoperto parecchie cose sul mio passato, ma penso che tu le sappia già visto che sei il mio angelo custode. -Annuisce- All'inizio vedendo la somiglianza tra te e mia sorella avevo pensato che tu fossi lei, ma è ancora viva, quindi è un caso oppure...?»
«Essendo un angelo io non ho una vera e propria forma, sono per lo più uno spirito incorporeo fatto di luce. Quando noi angeli decidiamo di rivelarci tendiamo a copiare l'aspetto di qualcuno, io ho scelto tua sorella Amber per mostrarmi con una faccia familiare che tu avessi potuto riconoscere, ma non avevo preso in considerazione il fatto che eri troppo piccola e che la tua memoria aveva subito un trauma dopo l'incidente.» Spiega.
Annuisco sorridendole.
«Beh ragazzi, è arrivato il momento di andare...» Dice l'albina.
«È un addio?» Le chiedo.
«Temo di si tesoro... ma ei! Alla fine sarò sempre al tuo fianco, semplicemente non mi vedrai.» Sforza di fare un sorriso rassicurante, ma ha gli occhi tristi.
«Dobbiamo salutarti David?» Interviene Jude.
«No, penso che gli apparirò in sogno per fargli uno scherzo .»
«Angel... grazie per tutto.» Dice il ragazzo al mio fianco sorridendole.
«Wow, questa scena meritava di essere filmata! Non è da tutti i giorni!» Spalanca gli occhi per lo stupore.
«Neanche svegliarsi nel corpo di una ragazza.» Scherza Jude.
«Ahahaha, hai ragione. Ragazzi, è stato un onore trascorrere questo periodo con voi; Emily, sono fiera di quello che stai diventando. Jude, prenditi cura di lei, mi raccomando... e se osi di nuovo darla per scontata il pugno che ti arriverà non sarà incorporeo.» Lo fulmina con lo sguardo ma sempre sorridendo.
«Tranquilla, non lo farò.» Il Moscone si gira e mi sorride, ricambio imbarazzata.
«Arrivederci ragazzi.» Dice l'Albina.
«Arrivederci Angel.»
Si sente solo uno sbattito di ali e la ragazza non c'è più.
✨✨✨
*il giorno dopo*
«Ne sei proprio sicura?» Mi chiede David con le lacrime agli occhi.
«David, per l'ultima volta: è un miracolo che mi hanno cambiato il biglietto aereo senza farmelo ripagare e ho promesso ad Amber di andare da lei. Quindi si, sono sicurissima di volare fino in America per conoscere finalmente mia sorella.» Gli rispondo esasperata e per la duecentesima volta.
Tutta la Royal Academy si trova all'aeroporto per salutarmi, tranne David, lui sta cercando di farmi cambiare idea mentre piange come una madre che deve lasciar andare i figli.
«E comunque starò via solamente un mese, non muore nessuno.» Continuo.
«Muoio io!» Strilla lui.
«Si, ti prego, così la finisci con questa scenata da donnicciola.» Interviene Joe.
«Stai zitto te!» Sbraita la Fata Turchina.
Jude approfitta della discussione appena creata dai due per avvicinarsi a me.
«Chiamami appena arrivi.» Mi dice abbracciandomi.
Ricambio l'abbraccio respirando di nascosto un po' del suo profumo... questa mania non mi passerà mai.
«Certo e tu vedi di impiegare bene questo mese nel pensare a che cosa provi esattamente per me, Moscone.» Gli dico staccandomi leggermente.
«E tu vedi di non dimenticarmi in questo mese.»
«Non lo farei mai, e lo sai. -Mi indico la tempia destra picchiettandola- Tu sarai sempre qui, un segno indelebile nella mia testa.»
Fine
E niente...andatevi a leggere i ringraziamenti :)
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