<12> Scoperte dolorose
Scusate per eventuali errori di grammatica e/o ortografia
«Hai i dati che ti abbiamo chiesto?» Chiedo il più ferma possibile e ammetto che questa volta mi è riuscito bene.
«Ho bisogno di un po' di tempo ancora.» Risponde lo spilungone, la sua voce mi sembra affranta e conoscendomi gli darei più tempo. Ma adesso non sono più Emily Dark, sono nel corpo di Jude Sharp ed è ora che mi comporti come lui ed essere più forte.
Giro la testa verso destra, dietro l'angolo c'è lui, scommetto che ha la testa bassa.
«Allora perché mi hai fatto venire?» Chiedo scocciata.
«Ragazza stai facendo un ottimo lavoro!» Esulta Angel.
«Signorino Jude, non ti sembra di esagerare? So che fareste di tutto pur di ottenere ciò che volete, ma arrivare persino a sabotare l'autobus della scuola...» Spalanco gli occhi sorpresa e lo interrompo.
«Di che cosa parli?!»
Lui fa un breve pausa. «Ne deduco che neanche tu eri stato messo al corrente di questa brutta faccenda. Adesso la Royal Academy ricorre anche a questi metodi? Il capo sta davvero passando ogni limite.»
Rimango zitta, onestamente non so che dire, mi limito semplicemente a guardare davanti a me chiudendo le mani a pugno mentre Angel si lasca scappare un "oh merda".
Bobby però continua ed esce dall'angolo. «Mi è sempre più difficile obbedire ai suoi ordini! Non mi piacciono questi colpi bassi! Pretende cose assurde, farebbe qualunque crudeltà pur di raggiungere i suoi obbiettivi!»
Non mi piace il tono che sta usando, non sarà di certo un padre amorevole, ma sta comunque parlando del mio unico genitore e in più sta parlando male della scuola.
«Adesso vedi di piantarla. -Il mio tono non è mai stato così tanto autoritario e freddo- Noi non siamo autorizzati a discutere gli ordini del capo.»
«Ma io non...» Fa per parlare, ma una voce femminile lo interrompe.
«Jude!»
(N/A: so che nell'anime lo chiama fratellone, ho cambiato un po' anche la scena seguente, ma fidatevi che tra non molto avrà il suo perchè)
Bobby si nasconde dietro l'angolo e io volto la testa verso la ragazza dai capelli blu e gli occhiali rossi, l'ho già vista durante la partita tra la Raimon e la Royal quando Sharp non le staccava gli occhi di dosso.
La fulmino con lo sguardo, ma penso che non riesca a vederlo a causa di questi dannati occhialini. Lei mi guarda senza battere ciglio, impassibile e con le mani puntate sui fianchi.
«Cosa ci fai tu qui? -Chiede autoritaria- Sei venuto a spiarci per caso?»
«OOOOH RISSA!» Urla Angel vedendo la mia espressione da incazzata nera.
Non dico niente e inizio a camminare via, penso che le posso tranquillamente tirare un pugno in faccia in questo momento. Chi cavolo si crede di essere per parlare così a Sharp? La sua ragazza?
Subito sento la sua mano afferrarmi il polso e stringerlo leggermente, anche se non riesce a farmi male.
«Dove credi di andare?!» Chiede ancora più infastidita, ma qui quella che si sta realmente infastidendo sono io.
«Lasciami!» Strattono via il polso dalla sua presa, lei si sbilancia e cade a terra, la guardo dall'alto incenerendola con lo sguardo. Lei mi guarda sorpresa.
«Non osare toccarmi, per quanto mi riguarda io e te non abbiamo niente da dirci.» Vedo che la sua espressione non cambia ma una piccola lacrima le si forma nell'angolo dell'occhio destro.
Non dico più nulla e inizio a camminare infilando le mani nelle tasche della giacca. Mi dirigo verso il portone della Raimon, ma qualcuno mi si piazza davanti incenerendomi con lo sguardo.
«Come hai osato dire quelle cose e buttarla a terra?» Mi ringhia contro Sharp e penso di non aver mai sentito così tanto odio nella sua voce (cioè nella mia) come in quel momento.
In genere avrei indietreggiato di un passo e avrei iniziato a sudare freddo, ma oggi no. Sono stanca e non ho voglia di rinunciare.
«Ho solo fatto quello che pensavo fosse più giusto in quel momento.» Dico con tono di voce freddo.
«E che ne sai tu di quello che avrei fatto io?» Mi chiede Sharp ancora guardandomi male.
Stringo i pugni, lui è l'ultima persona sulla terra che possa dirmi parole del genere.
«Ti conosco meglio di quello che tu credi. Io, al contrario tuo, mi sono sempre impegnata a recitare la parte del capitano della Royal freddo e calcolatore. Mentre tu che cosa hai fatto, Sharp? Neanche per accettare un semplice invito per un appuntamento hai voluto recitare la mia parte. Io so tutto di te, so cosa ti piace, in che materia sei più portato, cosa fai durante la tua giornata, perché giochi a calcio...»
Vengo interrotta da Angel. «Madonna, sai anche il gruppo sanguigno e le allergie?»
«Si! So anche questo! Io mi sono sempre impegnata e lo sto facendo pure ora, mentre tu di me che cosa sai? Te lo dico io: nulla.»
Sharp, che per tutto il tempo è rimasto zitto e con la testa bassa, alza lo sguardo. «Hai ragione...»
«Cazzo se ho ragione!»
I due spalancano gli occhi dalla sorpresa, Angel alza le mani al cielo.
«IO NON LE HO INSEGNATO A PARLARE COSì!»
Sharp invece continua a stare zitto forse perchè sa che ho ragione o forse perchè non si aspettava che usassi quel tono contro di lui. In ogni caso non mi interessa.
«Sappi solo che quella volta sei stato tu a dire di recitare al meglio la parte, io l'ho fatto, ma non si può dire lo stesso di te.» E detto questo me ne vado seguita da Angel.
🌋🌋🌋
Taglio la carne nel mio piatto pensando ancora a quello che mi ha detto Sharp poche ore fa. È stato lui stesso a dire che dovevamo confessare subito tutto per rendere la falsa più credibile e ora viene fuori che ha mentito sulla sua famiglia e sua sorella!
Digrigno i denti e serro il pugno sinistro vedendo le nocche diventare bianche.
«Come sei andato nei test?» La voce del signor Sharp mi fa ritornare alla realtà, ecco, ora ci mancava solo questo qui fissato con i voti. Figuriamoci se ho avuto tempo di controllarli con tutto il casino che sta succedendo.
«Per fortuna che ci sono io ricordarmi le cose. -Dice Angel al mio fianco- Ripeti dopo di me...»
«In matematica e inglese ho preso il massimo, cento.»
«E in letteratura?»
«Non benissimo, novantasette.»
«Non benissimo? Io esulto se prendo 80 e sto qua si lamenta di un 97.» Penso.
Ma il padre di Sharp sembra non concordare con me e alza lo sguardo per guardarmi male ed emette un grugnito, ma subito dopo sospira.
«Il futuro leader di una grande azienda deve puntare sempre al massimo, non credi anche tu?»
«Si, certo. -concordo- Ascolta papà, prometto che terrò fede agli impegni nei confronti della famiglia, ma soltanto una volta che sarò riuscito a vincere il trofeo Football Frontier per tre stagioni consecutive.» Dico con in mente le parole di Sharp.
«So a che cosa ti riferisci, stai pensando alla tua sorellina Celia. Puoi stare tranquillo, manterrò la mia promessa, ti garantisco che vincerai il torneo scolastico per tre anni di fila; a patto che tu lasci fare al signor Dark naturalmente.»
Guardo in basso, questa parte del patto non la sapevo e onestamente dopo la scoperta del sabotaggio non so più cosa pensare su mio padre.
Mi alzo trascinando la sedia.
«Domani ho un test importante, vado a ripassare.» Annuncio e senza dare il tempo al signor Sharp di darmi il permesso esco dalla sala da pranzo.
«Sciao signorino Jude!» Mi saluta Alessandro Borghese non appena passo davanti alla cucina.
«Non adesso Alessandro.» Dico.
«Conversazione breve e fredda... non si merita un diesci.» Borbotta.
Entro in camera e sbuffo sonoramente, la mia testa è un turbine di pensieri: tra l'incazzatura per Sharp, i sabotaggi organizzati da mio padre e quel strano accordo in cui centra la sorella del moscone, non so più a cosa pensare.
Estraggo il telefono dalla tasca posteriore dei jeans, sono le 20.30, in teoria ha finito di mangiare da un bel pezzo.
Prendo un giubbotto e delle scarpe dall'armadio, dopo aver indossato tutto apro la finestra e lentamente mi calo giù; per fortuna che hanno messo una griglia per l'edera vicino alla camera del capitano della Royal.
«Ragazza sei un ninja!» Esclama Angel.
«Sharp è un ninja.» La correggo, sono ancora nel suo corpo, se fossi nel mio sarei già distesa a terra con tutte le ossa rotte.
Atterro senza problemi e mi incammino verso casa di David. Appena arrivo (cioè dopo una buona mezz'ora) riprendo il telefono.
Inizio chat tra Emily e David⚽️🐧
Oi scendi devo dirti una cosa
Aspetto un minuto, ma la risposta non tarda ad arrivare.
David⚽️🐧
È successo qualcosa?
Tu in tanto scendi
David⚽️🐧
Metto le scarpe e arrivo
In men che non si dica sento urlare qualcosa (probabilmente sta avvisando i suoi che esce, in quella casa urlano tutti), la porta che si apre e richiude, dei passi che scendono le scale e poi vedo la Fata Turchina camminare verso di me mentre cerca di sistemarsi la sciarpa.
«Ei.» Mi saluta.
«Ciao.» Rispondo.
«CIAO DAVID!» Urla Angel spalancando le braccia.
«ANGEL!» David imita il suo gesto.
Simulo un colpo di tosse e i due si fermano dal corrersi incontro manco non si vedessero da anni.
«Oh scusa. Vieni, sediamoci da qualche parte.» Dice il Pinguinomade ricomponendosi e silenziosamente lo seguo.
Dall'altra parte della strada c'è un parco, vi sedete sulle altalene e rimanete in silenzio per un po'.
«Di che cosa volevi parlarmi?» Mi chiede David interrompendo il silenzio creatosi.
Sospiro cercando di fare mente locale nella mi mente per spiegare al meglio la situazione a David.
«Ho urlato una parolaccia in faccia a Sharp.»
«Come scusa?»
«Ah si, poi ho scoperto che mio padre pur di vincere usa dei sporchi sabotaggi, Sharp ha una sorella e si è messo d'accordo col padre adottivo per rivederla.» Dico di getto.
David rimane per qualche secondo in silenzio.
«Esattamente che parolaccia hai detto?» Mi chiede.
«Al momento non è rilevante David.» Taglio corto.
«Ha detto "cazzo".» Risponde invece il mio angelo custode.
«Ma non è una parolaccia.»
«Fatto sta che non gliel'ho insegnata io.»
«Sicura?»
«Che vorresti dire?»
«Per essere un angelo non sei molto a modo.»
«Ragazzi, vi dispiace rimandare il vostro litigio a più tardi?»
«Oh si scusa. Quindi hai litigato con Jude.» Riflette il turchese ad alta voce e io mi limito ad annuire.
«E lui ha una sorella di cui nemmeno io sapevo dell'esistenza.» Annuisco di nuovo.
«E tuo padre ha quasi mandato all'ospedale delle persone.» Annuisco.
«Bro hai finito di ripetere a vanvera tutto quello che ha già detto lei?»
«Senti, non so che dire!»
«Non serve che mi consoli, avevo solo voglia di dirlo a qualcuno, ho la testa piena di pensieri e non so bene che cosa fare.» Inclino il busto appoggiando i gomiti sulle cosce e prendendomi la testa tra le mani.
«Immagino...»
Rimaniamo di nuovo in silenzio non sapendo più cosa dire.
«Hai litigato con Jude perchè non ti ha detto di sua sorella?» Mi chiede qualche istante dopo.
«Circa, ma più perchè io mi sono da sempre impegnata a rispettare la sua parte, mentre lui no... e anche tutta questa situazione mi sta facendo impazzire.» Spiego.
«Perché non gli puoi dire la verità, vero?»
Spalanco gli occhi e mi giro verso di lui rimettendomi composta.
«Emily, ci conosciamo da anni, so che il "vorrei sapermi approcciare con i ragazzi" è tutta una scusa.» Dice alzando un sopracciglio.
Sospiro accennando ad un sorrisetto. «Lo sapevo che non ci credevi per niente.»
«Il tuo vero desiderio è quello di assomigliare a lui, vero?»
«Esatto, mi sono presa una cotta così grande da essere quasi ossessionata da lui.» Rido amaramente.
«Quindi, -David prende di nuovo parola- anche tu non sei stata del tutto sincera con lui.»
«Avevo i miei buoni motivi.» Mi giustifico.
«Ed evidentemente pure lui.»
Rimango zitta non sapendo più che cosa dire. David si alza e si posiziona davanti a me.
«Dovete chiarire questa situazione e insieme potete anche trovare un modo per fermare tuo padre. Buonanotte Emily» E detto questo si gira e se ne va.
Ma prima di andarsene dal parco si rigira. «Buonanotte anche a te Angel!»
«Notte Bro!» Urla lei di rimando.
Rimango lì, su quell'altalena, in un parco vuoto, con Angel che mi guarda rimanendo in silenzio.
«E ora che vuoi fare?» Mi chiede.
«Torniamo a casa.» Mi limito a dire alzandomi e incamminandomi verso l'uscita del parco, ma qualcosa mi ferma: Jude Sharp, nel mio corpo, piegato in due dal fiatone, in pigiama e con tutti i capelli arruffati.
Rimango congelata sul posto. «S-Sharp...» Tento di dire qualcosa, ma mi interrompe.
«MI DISPIACE!» Urla alzando la testa e vedendo i miei grandi occhi blu completamente lucidi.
Non dico niente, mi avvicino e senza fiatare e lo abbraccio.
⛅️⛅️⛅️
*il giorno dopo*
«Aspetta, ripetimi il piano.» Dico guardando la porta dell'ufficio di mio padre che si erge alta e minacciosa di fronte e me.
«Lo dobbiamo affrontare faccia a faccia.» Si limita a dire Sharp guardando il tablet che ha in mano e qualche volta preme qualcosa, poi lo spegne.
Sospiro sapendo che ha ragione.
«Forza ragazzi!» Ci incita Angel e io busso alla porta.
Un "avanti" pronunciato proprio da mio padre ci dà il permesso di entrare.
«Emily, Jude, come mai qui?» Chiede neanche guardandoci dall'alto della sua scrivania, ma bensì rimane girato ad osservare la parete con le mani incrociate tra loro.
«Signore, le volevamo parlare in base a delle informazioni che ci sono arrivate tramite ad una spia infiltrata alla Raimon.» Dico il più composta possibile.
«Che genere di informazioni?» Ci chiede continuando a darci le spalle.
«È vero che ha fatto sabotare il loro pulmino?» Chiedo.
«Non la troviamo una mossa molto leale.» Conclude Sharp.
«A quanto pare ci siamo montati un po' la testa, ci permettiamo pure di esprimere opinioni sul mio operato. Mh? -Mio padre si gira e guarda me e l'ex moscone, ma soprattutto me- Ho capito bene?» La sua voce e fredda e un po' sarcastica.
Non gli ho mai parlato in questo modo, ma c'è qualcosa sotto e io voglio saperlo.
«No, si sbaglia signor Dark, la nostra non è un'opinione.» Dico in tono fermo, per la prima volta davanti a lui non provo quel famigliare timore.
«Allora diciamo un critica. Tu non vuoi che la Raimon vinca il torneo, vero Jude? Sta tranquillo, non sono stato certo io ad ordinare a Wintersea di sabotare l'autobus della scuola. Io gli ho detto di fare il possibile per impedire alla sua squadra di non disputare quella finale.» Dice sogghignando e guardandomi dritto negli occhi. Rimango impassibile.
«In ogni caso non lo riteniamo giusto.» Si intromette Sharp stringendo il tablet al petto e guardandolo duramente.
«Vai ragazzi fattevi valere! Ce la potete fare!» Ci dice Angel e un po' trovo forza nelle sue parole.
Dark rimane un po' sorpreso da quelle parole, evidentemente mai abituato al fatto che la figlia risponda o esprima opinioni contrarie alle sue.
«Volete garantirmi che vincerete la finale?» Annuiamo.
Mio padre si alza di scatto e un'ombra minacciosa gli compare sul viso.
«Ne siete sicuri al 100%?! Senza ombra di dubbio?!»
«Va de retro satana!» Strilla il mio angelo custode formando una croce con l'indici e arretrando fino alla porta.
Arretro pure io di un passo per timore mentre Sharp trasalisce, non l'ho mai visto così, e quella sensazione di panico nei suoi confronti ritorna. Solo quando si rimette seduto mi rilasso un po', ma non del tutto.
«Lasciate che vi dica una cosa, Emily, Jude. -torna a parlare- Se volete essere certi della vittoria dovete ottenerla prima ancora di scendere in campo. -Si volta di nuovo a guardarci- Quindi d'ora in poi vi limiterete ad eseguire i miei ordini senza discutere, non è vostro compito pensare.»
Mi mordo l'interno guancia abbastanza in panico, non gli ho mai parlato in questo modo e non l'ho mai visto così, non so cosa fare.
«Adesso andatevene.» Dice per poi tornare a guardare il computer.
Senza fiatare usciamo dallo studio, non avendo concluso niente.
«Non pensavo che fosse una perdita di tempo, ma almeno sono riuscito a registrare la conversazione.» Ammette borbottando Sharp.
Lo afferro un attimo per il polso e lo trascino verso il primo corridoio alla nostra destra.
«Che vuoi fare?» Mi chiede arrossendo leggermente non appena ci appiattiamo entrambi di schiena al muro.
«Passami un attimo il tablet.»
Lui me lo passa. «Che hai in mente?»
«Ho da sempre avuto l'abitudine di appuntarmi tutti i suoi impegni nel tablet e so che è una persona molto abitudinaria. E poi è collegata ai promemoria che inserisce nel telefono.» Spiego aprendo l'agenda digitale.
«Bingo.» Sussurro trovando quello che stavo cercando.
«Cosa?» Mi chiedono i due avvicinandosi per vedere lo schermo.
«Tra cinque minuti ha un incontro con gli insegnanti, dovrebbe durare circa un'ora.»
«Stai proponendo di entrare nel suo ufficio?» Mi chiede l'ex moscone.
«Si, se proprio non si vuole fermare allora lo faremo noi, per il bene dei giocatori.» Dico decisa, anche se questa decisione mi lascia dell'amaro in bocca, lui è pur sempre il mio unico genitore, ma qui si sta parlando di mettere a rischio le vite di poveri ragazzi e non ci sono scuse.
«Ci sto.»
«Da ragazzina timida a ragazza che si intrufola negli uffici per denunciare il padre... Sono proprio brava nel mio lavoro.» Si auto congratula Angel.
Aspettiamo cinque minuti e, come un orologio svizzero, mio padre esce dall'ufficio, ma non prima di averlo chiuso con una serratura digitale. Quando siamo abbastanza sicuri che non sia più nel corridoio corriamo verso la porta.
«Serve il codice.» Dice Sharp.
«Beh, questa avventura illegale è stata breve ma intensa.» Commenta il mio angelo custode.
Io intanto premo la combinazione e il secondo dopo la porta si apre. «Pensavate sul serio che non sapessi anche il codice?» Chiedo.
I due non mi rispondono e fanno finta di niente entrando nell'ufficio.
«Io cerco nel computer, tu nello schedario, Angel tu invece...» Il ragazzo dentro il mio corpo viene interrotto dall'albina.
«Io non posso toccare le cose, sono incorporea, quindi farò finta di essere Dark seduto sulla sua sedia.» E detto questo vola fino alla scrivania.
Non contestiamo, anche perchè ha ragione, e iniziamo a cercare. Nel giro di dieci minuti abbiamo trovato delle mail scambiate tra mio padre e il signor. Wintersea in cui parlavano della manomissione del pullman, io dei vecchi articoli di giornale sulla vecchia Inazuma e del strano incidente avuto poco prima della finale del Football Frontier, poi di tutte le altre squadre che nel corso degli anni hanno gareggiato contro la Royal, una cartella con su scritto "PIANO B", che parla di una strana sostanza di doping.
Continuo a cercare fino a quando una cartella in particolare attira la mia attenzione, è una cartella di carta come tutte le altre, ma sopra c'è scritto il mio nome.
La apro e come prima cosa che vedo è un foglio per l'adozione. Spalanco gli occhi scioccata, inizio a leggere, pensando ad un errore, ma più leggo e più mi rendo conto che nella carta ci sono tutti i miei dati. Gli occhi iniziano ad appannarsi a causa delle lacrime e mi tolgo gli occhialini per continuare a leggere e lentamente scivolo a terra atterrando sulle ginocchia.
«Dark, hai trovato qualc.. -Sharp mi si avvicina, ma si blocca vedendo le condizioni in cui sono- Che è successo?!» Mi chiede allarmandosi.
«Sono stata adottata...» Sussurro, ma so che è riuscito a sentirmi.
Lui si inginocchia vicino a me e mi prende di mano la cartella e la legge.
«Mi dispiace tanto, so quello che stai passando...» Sussurra cingendomi le spalle con un braccio.
«Ma almeno tu l'hai sempre saputo.» Cerco di cacciare indietro un singhiozzo, ma con scarsi risultati.
Rimaniamo in silenzio, mentre il ragazzo continua a guardare il contenuto della cartella, fino a quando non mi chiama scuotendomi leggermente la spalla.
Mi giro e vedo che tiene in mano una foto raffigurante quattro persone: una donna con dei lisci capelli corvini tagliati a caschetto e dei grandi occhi azzurri, sembra una versione di me adulta, un uomo dalla corporatura snella con capelli marrone scuro e occhi rossi, ha una pelle più chiara rispetto alla donna; poi ci sono due bambine, la più piccola con i codini e che tiene stretto a se un coniglio di pezza sono senza ombra di dubbio io.
«È una foto di famiglia... la mia vera famiglia.»!Dico con un filo di voce sentendo le lacrime scorrere sulle guance.
«Questa bambina, non ti sembra famigliare?» Mi chiede Sharp indicando l'altra bambina nella foto: i capelli castani (quasi neri) le arrivano a metà petto, ha gli occhi rossi, la carnagione più chiara della mia e un sorriso furbo che ho già visto da qualche parte.
«Assomiglia ad Angel.» Dico di scatto.
«Vero!» Mi da ragione il rasta.
«Angel che cosa sai di questa foto?» Mi giro verso la scrivania, ma lei non c'è più.
«Angel?»
Okey, sono abbastanza orgogliosa di questo capitolo. Anche se non avevo calcolato di farlo così lungo...
Penso che si capisse fin dall'inizio che Emily fosse stata adottata, ma pazienza, ora lo sa anche lei. Mi sono sentita abbastanza soddisfatta quando ho scritto il mini litigio tra lei e Jude, qualcuno lo doveva pur fare e lo considero anche un ottimo punto per far vedere che comunque Emily sta cambiando un po' il suo carattere.
Angel è scomparsa a caso o perchè non voleva dare una spiegazione ai due? No, tranquille/i, c'è una spiegazione a tutto che arriverà nei prossimi capitoli.
Se il capitolo vi è piaciuto commentate e lasciate una stellina.💕💫
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