<1> Jude Sharp

Scusate per eventuali errori di grammatica e/o ortografia

REVISIONATO

I miei passi risuonano per tutto il lungo corridoio scuro producendo un leggero eco.
Stringo ancora di più il tablet che ho tra le mani al mio petto e mentalmente cerco di calmarmi.

Interrompo la mia camminata appena giungo alla mia destinazione, una porta scura di quercia, cosí scura da sembrare nera.
Sulla porta c'è una targhetta d'oro lucida, sembra essere stata appena pulita, e inciso sopra in caratteri eleganti vi è scritto: "ufficio del comandante Ray Dark".

Una scritta che incute timore a tutti gli studenti della Royal, tutti compresa me.
Prendo un profondo respiro per infondermi ancora sicurezza e busso decisa...circa.

L' "avanti" che ricevo mi fa aprire automaticamente la porta entrando nell'ufficio.
Come sempre è avvolto dall'ombra, l'unica fonte di luce proviene dal monitor di un computer, sopra la scrivania di mogano, che illumina il volto asciutto e spigoloso di un Signore sulla trentina.

L'uomo alza di poco gli occhi per guardarmi e poi li riabbassa continuando a trafficare col computer.
Il suo silenzio mi fa intuire che sarò io a prendere subito parola, mi schiarisco la voce e parlo:

«Ho portato le statistiche della squadra di questo mese.» Dico prendendo dalla tasca della giacca scolastica un chiavetta grigia.
«Appoggiala pure qui. -dice sottintendo la scrivania- Vedrò più tardi, ora sono occupato.»

Annuisco e appoggio la chiavetta sulla scrivania in un punto davanti a me, poi mi giro e velocemente vado verso la porta.
«Ah.- mi fermo appena appoggio la mano sulla fredda maniglia e mi giro verso di lui- Ci vediamo a casa, Emily.»
«Ci vediamo a casa, padre.»

🌸🌸🌸

«Allora com'è andata?» Mi chiede David Samford avvicinandosi a me guardando gli appunti che sto scrivendo sul tablet.
«Oh bene...se per bene intendiamo che volevo lanciarmi fuori dalla finestra per la troppa ansia.» Dico spegnendo subito il tablet.
«Hey! Stavo leggendo!» Si lamenta Samford.
«Scusa, informazioni Top secret.»
«Uffa, comunque come potrebbe essere ansioso parlare col proprio padre?»
«Non lo so...è complicato ecco.»
«Guarda, ho capito tutto.»
«Invece di prendermi in giro ritorna ad allenarti!» Indico seccata il campo da calcio alle mie spalle dove la Royal Academy si sta allenando.

Il turchese alza le mani al cielo e corre verso i suoi compagni di squadra.
La storia di come ci siamo conosciuti io e David è parecchio divertente, per farla breve: io avevo sette anni e lui otto, stavo camminando tranquillamente con la mia tata Joyelle per il parco vicino a casa.
Io stavo andando verso le altalene mentre Joyelle leggeva tranquillamente un libro.

Ero appena arrivata alla mia altalena preferita, la sella era alta, la catena non era arrugginita e non produceva nessunissimo rumore strano, neanche il tempo di sedermi che un pallone da calcio mi beccó in piena faccia.
Il pallone apparteneva proprio a David, che dopo quel momento iniziò ad essere il mio migliore amico.

Il problema delle amicizie è anche accettare gli amici dei propri amici, e con David ho dovuto fare presto la conoscenza di Jude Sharp.

Mi siedo sulla panchina e continuo a segnare i vari dati e statistiche dei giocatori.
Appena finisco di compilare la scheda dei miglioramenti/peggioramenti di Joseph King, passo alla successiva, ovvero quella di Sharp.

Ottimo giocatore, regista altrettanto fantastico e come capitano se la cava.
Eccellente in tutto ciò che fa, massimo dei voti in tutte le materie per non parlare che è anche il favorito di mio padre.
Lo ammiro, e anche molto.
Lo ammiro da quando ci siamo conosciuti, cioè da quando David ci ha fatto conoscere, da quel giorno non è più uscito dalla mia testa.
Ormai è un pensiero fisso, io vorrei essere come lui.
Delle volte è molto arrogante...ma solo a volte.

Vorrei prendere il massimo dei voti in tutte le materie come fa lui, vorrei essere brava a calcio, vorrei avere un mucchio di amici e vorrei anche essere la preferita di mio padre.

Il rapporto tra mio padre e Sharp è strano direi, diciamo che Sharp è il suo pupillo, lo prende e lo mette su un piedistallo esigendo che gli altri giocatori siano come lui.

Io non so giocare a calcio, fin da piccola ho sempre fatto schifo: non ho mira, la forza nelle gambe non esiste minimamente e non riesco neanche a correre per un metro tenendo la palla tra i piedi, non so neppure palleggiare!
Ciò provato una volta...risultato? Ospedale col naso rotto.

Il timer sul tablet mi fa risvegliare dai pensieri e mi fa anche ricordare che l'allenamento è finito.
Spengo la suoneria strisciando il dito sullo schermo, poi dalla tasca estraggo un fischietto di plastica rosso e ci soffio dentro producendo il classico fischio.

La squadra si ferma subito e i ragazzi vengono verso di me così che possa dargli le borracchie e gli asciugamani puliti.
Molti parlano tra loro, altri si stiracchiano i muscoli, c'è anche chi si lamenta per la fatica, molti mi ringraziano e poi c'è lui.

Non da segni di stanchezza o cedimento, non sembra neanche sudato, sta parlando con Joe e io mi perdo a guardarlo.
Fino a quando David non mi circonda le spalle con un braccio e passa lo sguardo da me a Sharp con un sorriso sornione.

«Allora quando la smetterai di sbavare dietro a Jude?» Mi chiede.
«Io non sbavo dietro a Sharp. -appoggio entrambe le mani sul petto di David e lo spingo lontano da me- E scollati che puzzi.»
«Grazie per offendermi ogni volta.»
«Prego.» Dico mentre guardo Sharp andare verso gli spogliatoi con Joe.

Ormai le mie giornate scolastiche passano così, ad osservare Mr. Mantello e a chiedermi come sarebbe la mia vita se fossi lui.

«Allora?» Mi chiede David.
«E-eh? Cosa?» Mi giro verso di lui confusa, evidentemente mi stava parlando, ma ero troppo presa nei miei pensieri.
David sospira. «Ti ho chiesto se questo pomeriggio vieni a casa mia.»
«Oh si, certo!» Esclamo, adoro andare a casa di David, è così rilassante.
«Bene passa pure per le quattro!» Dice mentre va verso gli spogliatoi, passa vicino a Sharp e gli mette un braccio intorno alle spalle ridendo.

Lo guardo sparire dietro l'uscita del campo da calcio.
«Perché non sono come te?» Chiedo fiebilmente.

Holaaaaaaa
Allora questo è il mio nuovo libro su Jude Sharp, spero che vi piaccia.
Questo è una specie di prologo, il libro vero e proprio inizierà nel prossimo capitolo
Beh, non ho nient'altro da dire quindi...commentate è mettete tante stelline.

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