Fotografie

Dedico questo capitolo a Mario

Mi sono accorta di un fatto. Sono io a possedere tutte le foto di famiglia degli ultimi undici anni. Undici anni, non qualche mese, stiamo parlando di un numero esorbitante di macchinette fotografiche (quelle in uso nei primi anni 2000) e non so quanti giga di memoria utilizzata. Per alcuni le fotografie non valgono molto, ma per me e per la mai famiglia sono importantissime. Sono stati i miei genitori, in particolare mio padre, a trasmettermi quest'abitudine, quella di fotografare i momenti e le cose belle (ecco perché mi faccio pochissimi selfie). Scherzi a parte, io sono una che le cose vecchie e inutili le butta via subito ma non mi azzardo a cancellare le foto manco se me lo ordina Dio in persona. Tengo moltissimo alla mia famiglia, o almeno a quella parte per cui ancora porto rispetto, e sono proprio quelle poche persone i soggetti principali dei miei scatti preferiti.

Ogni tanto vado a vedere le vecchie foto di quando ero bambina, "una cucciola fatata" come dice una mia cara amica. Beh non mi sono goduta tanto l'infanzia, per ragioni non belle sono dovuta crescere in fretta e quelle immagini sono i ricordi che ho di un tempo in cui non sapevo cosa significassero le parole ospedale, malattia, morte, funerale, avvocato, eredità, tribunale, tradimento... Ogni tanto mi piace andare a vedere i tempi in cui ero una bambina ingenua che pensava a giocare e divertirsi e non ad asciugare le lacrime di adulti che non capiscono che pure noi siamo persone, senz'altro più giovani e con meno esperienze nella vita, ma sempre con dei sentimenti; noi bambini e adolescenti necessitiamo di una spiegazione e di ricevere i brutti colpi "con le pinzette", non tutti in una volta e in tenera età. Quello che è successo a me non è niente rispetto a quello che hanno subito altre persone, ne sono consapevole, ma non è stato semplice affrontare tutto ciò che mi è stato presentato davanti nel corso degli anni...Alla fine dobbiamo affrontare tutta la roba che il destino ha pensato per noi... Anche se possiamo benissimo scegliere come giocare le nostre carte e magari con un po' di impegno riusciamo a cambiare il corso della partita, chi lo sa...

Abbastanza deprimente come capitolo eh? Questa era una riflessione che ho fatto sta sera guardando vecchie immagini che mi ritraevano a giocare con mio nonno, "volato via" quasi quattro anni fa, lasciandomi in balia di una raffica di emozioni non facile da gestire per una ragazzina timida allora undicenne. Mi manchi Mario, sono stata felicissima di conoscerti e di averti avuto accanto, anche se per poco.


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top

Tags: #disagio