CHIARIMENTI
-Ma Jake dove cazzo era?- chiese Jimmy. Era seduto su una sedia davanti al tavolo della cucina
-Ci scommetto le palle che se n'è andato con Kayne. Sapeva che a quel punto l'avremmo ammazzato se fosse rimasto qui.- rispose Nick mentre si strofinava con un panno i capelli bagnati. Aveva appena finito di fare la doccia
-Sì ma ora che facciamo, Nick? Gli abitanti sono scossi e vorranno fare domande, Mia ti chiederà chi accidenti è Kayne, Stephanie vuole vendicarsi,-
-Perchè, tu no?- lo interruppe Nick
-Non è questo il punto. Abbiamo troppe cose da organizzare, e non possiamo metterci a giocare alla guerra se prima non sistemiamo le cose.-
-E le sistemeremo.- rispose stizzito Nick
-Senti Nick, io non so che cos'hai in mente, ma faresti bene a dirmelo.-
Il loro discorso venne interrotto dal campanello di casa che suonò. Fece quasi sobbalzare i due amici dallo spavento.
-Vado io.- disse Jimmy
Davanti alla porta c'era Stephanie. Jimmy fece in tempo a vederla dall'occhiello che subito cercò di sistemarsi i capelli, come un'azione impulsiva. Poi si fermò di colpo.
-Che stupido...- si disse fra sé
Allungò la mano verso il pomello. Era freddo, pensò Jimmy. Lo girò e aprì la porta.
-Ciao Jimmy, ti dispiace se entro?- chiese lei. Era ancora scossa, Jimmy glielo leggeva in faccia
-C... certo.- rispose lui
Arrivò Nick in corridoio, ancora senza maglietta e con il panno per i capelli in mano. Si poteva per un attimo notare come avesse il segno dell'abbronzatura sulle braccia che erano per l'appunto più scure rispetto al busto, invece un po' palliduccio.
-Hey Stephanie. Scusami, vado a mettermi una maglietta.- disse lui uscendo subito dalla vista dei due
Lei annuì con un sorriso stanco, vedendo la sua sagoma solo di sfuggita. Nick si dileguò in camera sua. Decise di lasciarli un po' di tempo soli.
Jimmy e Stephanie si sistemarono in salotto, sopra un divano caldo e morbido. Stephanie continuava a mordicchiarsi le unghie e a toccarsi i capelli.
-Tutto ok?- chiese Jimmy
-Cosa avete fatto a Jake?- chiese subito lei, senza curarsi della domanda di Jimmy. Non che ultimamente le stesse veramente interessando Jake; sembrava che il suo comportamento stesse peggiorando col tempo, e lei stava perdendo la sua attrazione per lui. Erano pur sempre fidanzati però, e se si sarebbero dovuti lasciare l'avrebbero dovuto fare parlando. Almeno era quello che lei sosteneva.
Jimmy fu sorpreso dalla domanda di Stephanie. Non sapeva come risponderle senza ferirla. Le era appena morta la madre. Dirle pure che il suo ragazzo aveva collaborato proprio con la persona che l'aveva uccisa poteva essere una cosa troppo difficile da superare.
-Niente.- fu l'unica parola che uscì dalla bocca di Jimmy
-Ora dov'è? Jimmy, devi dirmi la verità. Ti prego.- gli occhi innocenti di Stephanie guardavano Jimmy con disperazione
Egli iniziò a farfugliare qualcosa un po' titubante. Stephanie lo guardò incuriosita.
Allora Jimmy si fece coraggio, prese un bel respiro e iniziò a parlare. Disse tutto. Dell' incontro a Labinnak con Kayne, delle sue minacce in caso non avessero convinto Isabella, e di Jake. Anche di lui. Tutto d'un fiato.
All'udire di quelle parole, Stephanie non riuscì a trattenere le lacrime, ancora una volta. Appena Jimmy se ne accorse si interruppe subito e le mise lentamente una mano sulla spalla, senza dire niente. Lei provò a soffocare i singhiozzi, le lacrime, il dolore, portandosi i palmi sulla bocca quasi tappandosela forzatamente, invano.
La sua mente era un'esplosione di ricordi di tutte le persone che c'erano state. E per cosa?
I suoi genitori erano stati uccisi in maniera brutale e Jake, la persona con cui un tempo condivideva dei sentimenti, si è rivelato un codardo, un infame. Di lei non gliene importava nulla. Due persone che si amano avrebbero dato la vita per l'altro, ma lui no. Lui non lo fece, mai. Qualcuno l'aveva mai fatto? Pensò lei.
Sì, Jimmy. Lui l'aveva fatto. Aveva rischiato la vita per lei in varie occasioni.
Smise di piangere e si tolse le mani dal viso. Alzò lentamente la testa e incrociò lo sguardo di Jimmy. Lui era dispiaciuto.
-Scusa se non te l'ho detto prima, ma volevo trovare il modo di dirtelo senza...-
Lei lo prese dolcemente e lo baciò.
Un'ora dopo...
Davanti alla casa di Nick e Jimmy c'era una folla enorme. Il formicaio emetteva schiamazzi indecifrabili, polemiche che si sollevavano.
Dal walkie-talkie di Nick arrivò una voce. Era quella di Mia.
-Nick... Nick, mi ricevi?-
-Mia?- chiese lui
Con lui c'erano anche Jimmy e Stephanie. Erano tutti e tre seduti sul letto. Poco prima stavano discutendo.
-Sì. Mi dici perchè tutti sono davanti a casa vostra? C'è andato anche Adam, ma non mi ha detto il motivo. Non mi ha rivolto la parola per tutto il giorno.-
Nick era perplesso. Guardò gli altri due, ma fecero spallucce.
Il rumore della folla dabbasso intanto stava aumentando. Cliccò nuovamente il pulsantino del suo walkie-talkie.
-Non lo so Mia.- disse lui
Qualcuno tirò un sassolino contro il vetro della finestra. Evidentemente volevano attirare l'attenzione.
Nick prese nuovamente il suo walkie-talkie e parlò frettolosamente.
-Tu rimani lì in casa e chiuditi. Sarai più al sicuro.-
-D'accordo. Poi mi dovrai delle spiegazioni comunque.- concluse lei tra un'interferenza e l'altra
Nico sbuffò e alzò gli occhi al soffitto. Guardò nuovamente Stephanie e Jimmy che stavano assistendo alla conversazione a distanza, sbirciando ogni tanto la finestra per quanto era possibile.
-Ma che vogliono?- chiese Stephanie
-Scopriamolo.- rispose Nick
Jimmy aprì la finestra della loro stanza che si trovava al secondo piano, poi tutti e tre si affacciarono.
-Che accidenti volete?- starnazzò Jimmy cercando di farsi sentire dalla folla
Improvvisamente un silenzio tombale calò fra loro e i tre ragazzi. Un po' di pace per i loro timpani.
-Perchè non ci avete detto che eravamo in pericolo?- sbucò un abitante di Termya, facendo nuovamente scatenare un mormorio anche tra gli altri abitanti
Nick però non diede il tempo di far continuare le lamentele altrui che subito controbatté.
-Che cosa dovevamo dirvi? Dovevamo convincere Isabella, non voi.-
-Quindi noi non contiamo niente?- si lamentò un altro
-No, è diverso. Anche se vi avessimo parlato di ciò non avreste potuto fare niente.-
-Sì, e ora ci ritroviamo senza un capo perchè lo hanno ammazzato davanti ai nostri occhi!- disse il primo abitante che aveva parlato precedentemente
Altro baccano si scatenò dalla folla, da cui uscirono vari insulti e intimidazioni. Stephanie era indignata dal comportamento di quelle persone che fino a poco prima venivano guidate da sua madre, ormai defunta. Lei però non era come sua madre, o forse non in tutto. Sì, era testarda come lei, aveva un carattere forte, ma non avrebbe mai saputo guidare così tante persone. In quel momento avrebbe voluto che sua madre fosse lì a gestire la situazione, come aveva sempre fatto dall'inizio dell'apocalisse e come aveva sempre fatto anche in famiglia.
"Se non ci fossi tu, cara..." le diceva sempre suo marito.
Al ricordo di ciò Stephanie trovò la forza di parlare. Afferrò la sua pistola, tirò fuori il braccio e puntò in alto verso il cielo, sperando di zittire gli altri. Appena Jimmy se ne accorse la fermò immediatamente.
-Che fai? Attirerai gli zombie.- le disse lui
-Giusto...- pensò lei sottovoce. Inarcò allora pollice e indice della mano destra e se le portò alle labbra. Il suo fischio risuonò più forte degli altri.
Tutti si voltarono e tornarono a guardare verso la finestra dei ragazzi.
-Ascoltate,- disse lei
-so che siete scossi e scioccati dopo quello che è successo. Ma io so che mia madre non avrebbe voluto questo. Ne sono certa. Non avrebbe voluto farvi assistere a quella scena e non avrebbe voluto che voi reagiste così, ma è successo. E andiamo, anche voi sapevate che razza di gente è quella. L'avete visto quando erano venuti a uccidere mio padre. Perciò sapevate benissimo con chi avevamo a che fare. E no, non è colpa di Nick e Jimmy se lei è morta. Ha fatto solo la sua scelta per difendere il suo onore e quello di mio padre, della mia famiglia. Quindi se volete andarvene, fate pure. Statevene con quei... luridi zombie, ma di certo noi non vi riapriremo più il cancello una volta usciti di qua, perchè vuol dire che ve ne siete soltanto approfittati, e che di questa comunità, di Termya, a voi non ve n'è importato nulla.-
Si girò poi verso Jimmy, e sorrise. Forse gli abitanti avevano compreso. Nick intanto notò Mia che si avvicinava dalla strada all'aggregato di gente formatosi attorno al loro appartamento.
-E quel ragazzino... Jake. Che fine ha fatto?- chiese un signore in mezzo alla piccola folla
Decise di rispondere Nick.
-Ha preferito stare con i potenti. Ora fa parte di quella comunità di cannibali.-
Il signore annuì a Nick.
-E ora che si fa? Non abbiamo un capo.- disse qualcun altro
-In quanto figlia di Isabella Carter, vi annuncio che affiderò il vecchio potere di mia madre nelle mani di Joe Collins. Fategli un applauso, dai!- disse Stephanie ormai più sollevata e felice, come se si fosse tolta un macigno di dosso
Dopo un paio di secondi di esitazioni, uno scrosciare di applausi aleggiò tra la folla.
-Joe Collins?- chiese Jimmy, non ricordandosi chi fosse il futuro leader di Termya
-Il tizio che abbiamo incontrato quando siamo andati a prendere le chiavi di casa. Quello a cui stava sulle palle Jake.- disse Nick
-Ah. Beh, simpatico.- rispose Jimmy che aveva appena capito a chi si riferisse Nick
Joe guardò poi i tre ragazzi e si toccò la punta del berretto in segno di gratitudine. Richiamò poi tutti in sua attenzione.
-Bene ragazzi, mettiamoci al lavoro. C'è tanto da fare e non dovremo farci trovare impreparati quando quei cannibali torneranno.-
Gli abitanti annuirono e tornarono alla loro solita vita.
Nick chiuse la finestra della sua camera e i tre ragazzi si sedettero nuovamente sul letto.
-Però.- esclamò Jimmy, -Neanche il presidente avrebbe fatto un discorso simile.-
Stephanie gli tirò un cuscino addosso.
-Hahaha piantala.-
Dalla camera si sentì che un'altra persona era entrata in casa. Era Mia. Entrò in stanza e abbracciò Nick. Prese poi una sedia e si sedette.
-Potete spiegarmi chi era quel tizio che c'era ieri? Quello che...- guardò poi Stephanie, -mi dispiace, davvero. Condoglianze.-
Stephanie la ringraziò con un sorriso e le prese la mano.
I tre ragazzi decisero allora di spiegarle tutto. Parlò soprattutto Nick.
-Adam, mio fratello, pensa che sia colpa tua se ieri abbiamo rischiato di morire.- disse Mia
Nick era dispiaciuto.
-Non fa niente.- disse lui
-E ora che si fa? Vivremo sottostanti a Kayne, a Labinnak?- chiese Jimmy
-No. Ho un piano.- disse Nick
Stephanie lo guardò e annuì.
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