15 - Mr. Walnut

Proprio quando stavo per urlare bussarono violentemente alla porta, facendomi letteralmente saltare dalla sedia. Credevo che l'uomo avesse già inciso sulla mia carne, ma la lama era rimasta ferma, la gelida presenza era ancora immobile sul mio collo.

Bussarono ancora, ma Mr. Walnut non sembrava curarsene.

"Mr. Walnut! Apra immediatamente, la prego!" Era insistente e girava la maniglia chiusa freneticamente tentando di entrare.

"Potresti smetterla per favore?" Chiese cordialmente Mr. Walnut rivolgendosi verso la porta. "Mi stai distraendo," e riposizionò la lama dentata nello stesso punto, ma la voce fuori la stanza era persistente e a tratti anche autoritaria.

"Per favore non lo faccia!"

L'uomo senza testa sembrava spazientito, ritolse un'altra volta la sega dal mio collo e scrollò le spalle.

"Perché ti dovrei ascoltare? Chi sei? Dimmi il tuo nome."

La persona dietro la porta si presentò.

"Il mio nome è Dario Colonna, vivo con una parente, Altea Colonna, al secondo piano nella zona sud." Disse.

E chi era Dario? In quel momento, non mi diceva nulla, mentre avevo riconosciuto all'istante Altea... Possibile che era...

"Drufus!" Urlai con più fiato avevo in gola, non credendo che fosse veramente lui.

"Drufus, questo pazzo senza testa vuole tagliarmi la testa!" Il pazzo mi tappò la bocca con la sua mano inguantata.

"Lo so Melania," il mio salvatore disse il mio nome in maniera strana, come se fosse arrabbiato. O Adirato? Meglio stizzito.

"Se non mi avessi lasciato da solo alla sala da ballo non sarebbe mai capitato."

Con la seconda frase ero certa che fosse furibondo con me e la sua presenza fuori la porta non mi tranquillizzava più come prima.

"Lasciaci Dario Colonna." Disse con voce autoritaria Mr. Walnut, come abituato a dare ordini. "Ti riconsegnerò il corpo di Melania quando avrò finito."

Tentai ancora di fermare Mr. Walnut con le parole, cercai di allontanarmi con la sedia da quella lama che teneva salda fra le mani inguantate. Non implorai, non lo faccio mai e nemmeno quella volta mi ero abbassata a tanto anche se minacciata. Quando non c'era più nulla da fare, non avevo fatto altro che chiudere gli occhi davanti a quel Bad End. Era la fine che si meritava una racconta storia come me, anzi dovrei dire una bugiarda come me, a tante persone avevo mentito sia per una valida ragione e sia solo per puro divertimento, e sono stata mandata all'inferno per questo. Era la mia punizione per essere una persona cattiva. Ricordo che pensai ai miei genitori, volevo chiedergli scusa di tutto, per non essere stata la figlia forte che volevano tanto avere, e poi la mia mente andò al mio segreto, al mio dolce e adorato segreto.

"Io la amo."

Una voce calma disse quelle parole tanto dolci da dietro quella porta, che mai mi avevano offerto e che forse a causa del mio carattere mai mi doneranno.

Riaprii lentamente gli occhi a quelle parole che le considerai come un regalo di addio.

Do Do... Do Do... Do Do...Do Do...Do Do...Do Do...

Il flebile battito del mio cuore ricominciò a farsi sentire, quieto come se non volesse disturbare quell'attimo e quando invece capii chi aveva parlato e soprattutto cosa aveva detto mi risvegliai completamente da quel tepore.

"Come?" Avevamo detto all'unisono sia io che Mr. Walnut.

Drufus, quel Drufus, mi aveva appena detto che mi amava, era naturalmente uno scherzo di pessimo gusto. Come poteva dirmi una cosa del genere in quel momento di assoluto panico, mentre un uomo stava per tagliare il mio collo neanche fossi un vecchio albero d'abbattere.

Avevo chiaramente sentito male, forse aveva detto tipo, "Io la chiamo" o,"La teniamo" anche se non aveva un granché senso, ma d'altronde nemmeno"Io la amo" aveva senso!

"Io la amo Mr. Walnut, anche se l'ho appena conosciuta, so quel che provo per lei. La prego non lo faccia, almeno voglio confessarle i miei sentimenti." Sembrava davvero sincero, ma come era possibile che un tipo come lui si comportasse in quel modo? Non mi ero accorta di quello che provava, al contrario, pensavo mi odiasse ed invece gli piacevo?

Poi il mio sguardo si spostò sull'immagine immobile di Mr. Walnut e mi chiesi perché la sua mano si fosse fermata a quelle parole, e notai una cosa strana, lui tremava.

Ebbene Mr. Walnut, dopo quelle parole, era esitante sul cosa doveva fare e quell'indecisione la stava esprimendo con impercettibili tremolii, la sua mano da che era ferma e salda stava per mollare la presa su quell'attrezzo mentre rifletteva su come agire.

Un pensiero colpì il mio cervello sconcertato. Più che un intuizione era una vera e propria rivelazione che mi avrebbe salvato da quella situazione tanto spinosa.

Mr. Walnut era un romantico.

Quando lui riuscì ad abbattere la sua indecisione, riprese la sua fermezza senza rimpianti, ed io insistetti sul suo punto debole appoggiando pienamente quel piano geniale creato da quella mente malata di Drufus.

"Anche io ti amo!" Urlai cercando di essere credibile dicendo l'ennesima bugia e notai con gioia che l'uomo si era di nuovo fermato, sorpreso da quella mia confessione improvvisa.

"Anche tu mi sei subito piaciuto. Scusami se sono scappata, avevo paura e non volevo coinvolgerti oltre, non volevo che qualcuno ti facesse del male a causa mia." Tentai di farmi venire delle lacrime agli angoli degli occhi, ma era troppo difficile.

"Lascia perdere Drufus." Non sapendo come piangere abbassai lo sguardo sulle mie scarpe. "Lasciami al mio destino, ma sappi che il mio unico rimpianto è che non potrò baciarti con queste labbra..." Forse con l'ultima frase avevo un po' esagerato, ma era stato comunque super efficace, era il colpo di grazia. Mr. Walnut aveva ritirato la lama stringendosela al petto, come se fosse una ragazzina che aveva appena visto un film strappalacrime e che stringeva uno dei suoi pupazzi. Tremava e avrei giurato che se avesse avuto la testa avrebbe pianto per quanto si fosse commosso a causa di quella finta recita.

"Non... Non posso farvi questo." Disse con voce sottomessa, sottomessa a quell'amore, buttando poi a terra la sega e sedendosi all'angolo con le mai al petto.

"So cosa si prova nel perdere la propria amata, non poter sorriderle, non poter baciarla! Oh che disgrazia, so come ci si sente!" Era molto teatrale quell'uomo, forse anche troppo e aveva una voce così potente da emozionare perfino me.

"Anche a me è capitata la stessa sorte! Io, erede di una nobile e ricca famiglia ucciso dal mio stesso fratello per ottenerne l'eredità. E quando arrivai qui fui costretto ad obbedire a quella megera di Lilium dato che aveva rubato la mia testa! Da allora aspetto pazientemente il mio turno per andarmene da questa schiavitù, e invidio gli altri a cui devo obliterare il biglietto... Ma non posso guadagnare la mia libertà a scapito di un'amore! Di un'amore così sincero che ha superato la morte stessa! Oh, mi dispiace molto mia dolce Melania, spero che tu possa scusarmi in qualche modo e chiedo umilmente perdono a te Dario, vi faccio i miei più sinceri auguri."

Dico solo questo.

Se non fossi stata legata alla sedia, gli avrei applaudito.



Salve gente........... Lo so, lo so, la mia assenza si è allungata più del necessario... Ma a chi importa realmente? AH AH AH

Cooooooomunque, ha rilento ho ripreso a scrivere, non solo ho aggiornato questa storia ma ne ho scritta anche un'altra di nome Clear (pulire? che?), fateci un salto se vi va.

Lasciate una stellina ed un commento e ci rivediamo! 

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