Cap.III. Girasoli magici
Marzo è un mese magnifico e Paola guardando i suoi fiori, quasi si dimentica di aver compiuto settant'anni. È stanca, ieri ha pensato molto alla sua vita ed al suo futuro. Anche oggi ha fatto lo stesso. Ha passato molto tempo davanti a quella finestra, viaggiando all'infinito con le sue poesie...Paola è sempre stata abile nella scrittura, il suo hobby preferito. Persino una famosa casa editrice ha voluto pubblicare le sue opere, in quegli anni di spola tra Milano e il mondo.
D'improvviso sente la pesantezza sugli occhi...Si convince che forse è meglio dormirci sopra, ormai è sera e non si muove anima. Il sonno la prende all'istante.
La penombra della notte tace sopra il volto di Paola, che si è addormentata col libro di poesie sotto al cuscino, divenuto il suo protettore della notte. La finestra è leggermente aperta perché alla donna piacciono le carezze del vento, quando viene...Per non parlare poi del profumo di tulipani, viole e giaginti del suo giardino. Per Paola tutto questo è una favola che si racconta da se.
Il suo libro è aperto su questa breve frase:
Alla fine resta solo il vento.
Il vento, protagonista della notte, entra abilmente dalla finestra e fa partire i sogni, come fosse un timer da cucina che decide anche quando spegnerli. Così, nella mente sognante di Paola esso inizia a spostarle i capelli, dirigendoli verso un paesaggio mozzafiato...Un grande campo di girasoli scintillanti. Chissà se è proprio così il bello che vede con i suoi occhi. O forse è solo una proiezione di ciò che vuole vedere? Che importa, ora è lì a guardare la loro danza pazzerella, divertita da quei movimenti inconsueti.
La donna ride di gioia, spensierata gira su se stessa fino a ruzzolare per terra...ma nemmeno questo la fa smettere di ridere, anzi...si sente ancor più felice! I girasoli in quel momento, come a voler rispondere alla sua caduta, si abbassano...La donna pensa che è strano, forse stanno facendo un inchino...Ma quando lei si alza da terra inizia a capire che non è così. Si sono abbassati per mostrarle qualcosa...
"Chi c'è in mezzo al campo?!"
Paola muove le braccia e alza la voce, per attirare l'attenzione di quella che a lei sembra una ragazzina. Per un attimo ella si volta, ma Paola non riesce a vederla; è troppo lontana. Allora con un gesto arreso la saluta appena e se ne va...Quando si volta per vedere se è ancora lì...Non c'è più nemmeno il campo, ma vi è un enorme buco nero pronto ad avvicinarsi...
La fronte è sudata, il cuscino è a terra e la finestra si è spalancata col calcio improvviso del vento. Anche il suo libro è caduto. Forse piangere le farebbe bene; ma continua a pensare al sogno, mentre la notte sta per finire saltellando sui "tic tac" del primo mattino. C'è una cosa che non riesce proprio a capire. Perché ha scelto di andare via, e non di correre in mezzo al campo per vedere chi fosse la ragazza?
"Immagino che non lo saprò mai; oppure saperlo mi costerebbe troppo..."
Detto questo capisce che dormire non ha più senso vista la luce della "quasi alba".
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