Dumas Beach - India
Ventuno dicembre: solstizio d'inverno.
Il Mar Arabico bagna le cavigliere rendendo il suono dei campanellini più greve.
La terra trema, mani sorgono dal suolo, i Thug mi circondano.
Il mare ribolle: Kalì s'erge come Venere, le quattro braccia protese verso me.
Gli strangolatori mi bloccano braccia e gambe, afferrano la treccia tirandomi il capo in avanti esponendo il collo alla spada della dea, la lingua già protesa a suggere il mio sangue, se lo lascerà scorrere lungo il corpo autofecondandosi in un rito di sesso, morte e rinascita.
Le mie urla... il suo sorriso... il mio corpo ora nera sabbia.
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