⁶ .

★━━━━━━━━━━━★

ERANO PASSATI INTORNO ai quattro giorni da quando yoongi era arrivato a seoul. si era adattato alla nuova città e al vicinato (di recente aveva conosciuto le lesbiche del vicinato, che si erano introdotte come moonsun; scoprì che a loro piaceva avere sempre contatto l'una con l'altra). seokjin andava a controllarlo qualche volta per assicurarsi che hoseok non lo stesse disturbando.

erano passati anche un paio di giorni da quando yoongi aveva contattato jimin. non sapeva se avrebbe dovuto contattarlo o meno, essendo una persona indecisa. tuttavia, tutte le sue domande non ebbero nessun risultato; incontrò di nuovo jimin quel pomeriggio.

yoongi aveva deciso di alzare il culo dal letto e andare a comprare del cibo, quando si imbatté in una certa persona.

"yoongi hyung!"

yoongi si girò e fu salutato da un jimin sorridente e il ragazzo con il viso da bambino del cafe. lì capì che quello fosse probabilmente il ragazzo di jimin: juancock. o come si chiamava.

"oh, jimin." yoongi ritornò il saluto, e si girò verso l'altro ragazzo. "e jungcock, vero?"

"è jungkook." disse il ragazzo a denti stretti. yoongi pensò che sembrasse un coniglio. in più, era davvero giovane, molto più di yoongi.

"oh, scusa. non sono riuscito a sentire bene il tuo nome al telefono." yoongi gli rivolse un sorriso fin troppo dolce, ricevendo un'occhiataccia in ritorno. jimin guardò quello scambio e si morse il labbro nervosamente.

"non litigate, per favore," mosse la mano di fronte ai loro visi mentre gli altri due sembrava stessero facendo una gara di sguardi. jungkook sbatté gli occhi, e si concentrò di nuovo sul suo fidanzato.

"non lo faremo, jiminnie." diede un bacio casto sulla sua fronte. "a meno che questo nonnetto decida di farlo."

yoongi ingoiò la propria risposta e sorrise ai due, volendo lanciare dei pugnali a jungkook. "beh, adesso vado. non voglio interrompere il vostro piccolo... appuntamento." si inchinò.

"ma, hyung." jimin si lamentò. "non è passato neanche un minuto, e non ci siamo visti per secoli."

yoongi tenne la sorpresa e la gioia nascosti dentro sé (insieme al desiderio di baciarlo) e gli rivolse uno sguardo penetrante. "ma è passato solamente, quanto, due giorni dall'ultima volta che ci siamo visti?"

"esattamente!" jimin esclamò, come se fosse la ragione per cui sarebbe dovuto restare  e l'altro avrebbe dovuto capire.

yoongi rimase in silenzio.

jimin sospirò, e continuò a spiegare. "sono passate quarantotto ore da quando abbiamo parlato. sono 2,880 minuti." quando il ragazzo dai capelli color menta fallì a rispondere, jimin mise il broncio. "è passato tanto tempo, hyung."

"non ne è passato così tanto, jimin." yoongi scosse la testa e iniziò ad andare via. jimin lo tirò indietro, usando la sua mano libera per farlo restare.

"voglio che tu ti unisca a noi!" jimin sorrise, i suoi occhi si trasformarono in delle lune crescenti.

yoongi si liberò dalla stretta di jimin. "no, sarei il terzo incomodo, e non penso che quel maiale pieno di muscoli lì voglia la mia compagnia."

jungkook alzò gli occhi, che avevano uno sguardo invidioso. annuì leggermente a yoongi, che alzò mentalmente gli occhi al cielo.

"kookie, lo lasci venire, vero?" jimin si girò verso il suo fidanzato con gli occhi da cucciolo. come cazzo fa ad essere così carino?

"um..." jungkook si sciolse visibilmente al tocco amabile del suo ragazzo. "affinché non provi a fare niente."

yoongi alzò un sopracciglio, incerto sul da farsi. iniziò ad andare via quando la voce di jimin lo fermò nuovamente.

"hyunggg," yoongi sospirò e si girò di nuovo.

"cosa vuoi, jimin? non voglio essere il terzo incomodo e tu puoi divertirti con il tuo fidanzato."

"l'hai sentito, chim." jungkook disse gentilmente al più basso, ma ciò non lo portò a niente.

jimin sbuffò e tenne fermamente il braccio di yoongi. il più grande lo guardò sorpreso. "hyung, verrai, che ti piaccia o meno. voglio stare con te, e tu e kookie potrete conoscervi meglio."

"ma-" jungkook e yoongi protestarono.

"niente ma. andiamo!" jimin cinguettò, e trascinò il ragazzo dai capelli color menta insieme al suo amante. jungkook guardò male yoongi, che alzò le spalle. indicò il proprio braccio con la mano libera su cui jimin sembrava avere una stretta fortissima. lo sguardo di yoongi di addolcì di poco, poi alzò gli occhi al cielo.

-

"quindi. yoongi, cosa ti piace... fare? come per, lavori? hobbie?" jungkook chiese, una mano poggiata per protettività sulla coscia di jimin. il più grande si morse il labbro, chiedendosi se diglielo o meno. il più piccolo non gli aveva dato la migliore delle impressioni.

"beh? cosa fai, allora?" jungkook stava perdendo la pazienza.

"io... faccio musica." yoongi decise di lasciarlo così, sperando che il ragazzo con il viso da bambino non facesse domande. "inoltre, aggiungi 'hyung', ragazzino, non mi piacciono le mancanze di rispetto."

"ooh! di che tipo?" jungkook sorrise all'entusiasmo del suo fidanzato.

"rap." yoongi rispose. "perché lo chiedi, jungkook?"

"um, per essere sicuro che tu non sia uno stripper... o..."

yoongi ghignò. "perché? sei spaventato che ci provi con jimin?"

"cosa? stai zitto, no!" il viso di jungkook si fece rosso. "volevo assicurarmi che non fossi una brutta influenza."

yoongi avrebbe riso per quanto era andato nella difensiva jungkook. ma non lo fece, e invece, gli rispose.

"brutta influenza, huh? quanti anni hai, cinque? vivi ancora con tua madre?" yoongi rispose.

jungkook diventò ancora più rosso (se possibile) e la sua presa si fece visibilmente più forte intorno alla mano di jimin. "no, non ho cinque anni! ne ho diciannove!"

"beh, sembri e agisci come un bambino di cinque anni." yoongi disse. jimin non riuscì a trattenere una risatina.

"jiminnie," jungkook si lamentò. yoongi, d'altra parte, fu pietrificato da quanto fosse bella la risata di jimin. per lui, sembrava il paradiso.

"scusa, kookie." jimin rise di nuovo, mostrando i suoi occhi a forma di mezzaluna. yoongi sentì le gelosia nello stomaco, ma la ignorò. dopo tutto, la coppia di fronte a lui sembrava felice. e lui non voleva rovinare questa cosa.

dopo tutto, sarebbe stato difficile vivere con il senso di colpa.

-

erano quasi le sette e mezzo di sera quando yoongi tornò al suo appartamento. crollò sul divano e esaminò l'appartamento.

evidentemente seokjin era entrato ed aveva pulito un po'. yoongi si fidava così tanto di lui da dargli le chiavi che aveva in più, l'altro era restato nell'appartamento di yoongi finché aveva capito cosa farsene.

aprì il telefono e guardò il proprio lockscreen (era nero e c'era la scritta 'dangerous' sopra in bianco) per dei buoni tre secondi prima di inserire la password.

esaminò il suo telefono per un po' e lo chiuse, quando gli venne un'idea.

si illuminò immediatamente, andò nel suo studio. aprì il laptop e si mise in una posizione comoda. premette l'app di skype.

c'era qualcuno con cui voleva parlare.

★━━━━━━━━━━━★

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top