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" CHE CAZZO ? "
il ragazzo-cavallo si alzò, grugnendo per lo sforzo ( stava facendo zumba, senza musica ). poi sorrise.
"scusa, ma hai lasciato la porta aperta." si asciugò il sudore dalla fronte. "sono hoseok, il tuo vicino. presumo tu ti sia appena trasferito?" allungò la mano verso yoongi.
yoongi si disgustò quando strinse la mano sudata di hoseok, annuendo. "sì. sono yoongi, e mi sono trasferito ieri. ma perché cazzo stavi facendo esercizio nel mezzo del mio appartamento?"
"oh, a proposito." hoseok sorrise. "stavo... uh... come lo dico? sembrerà strano ma stavo facendo zumba mentre ti aspettavo. devo allenare il mio corpo, per gli addominali." si diede una pacca sullo stomaco tonico.
"quali addominali? vedo solo grasso."
si finse offeso. "scusa? ci ho lavorato su per otto mesi."
"otto mesi?" ripeté yoongi. hoseok annuì, il sudore scivolò sulla sua pelle chiara. yoongi sbuffò. "più tipo otto giorni. c'è grasso a destra ed a sinistra."
hoseok alzò un sopracciglio. "ovviamente. fa parte del corpo umano. gli umani hanno del grasso."
"tu ne hai più degli altri." yoongi alzò le spalle. "voglio dire, hai visto le mie gambe?"
guardò yoongi, facendo pendere la testa di lato. "perché dovrei farlo? è strano, anche perché è la prima volta che ci incontriamo."
"e tu non lo sei?" hoseok si zittì, concordando in silenzio. "comunque. fallo, ci sono abituato."
"non lo - santo cazzo."
"l'hai fatto lo stesso." yoongi buttò le chiavi sul bancone della cucina. hoseok gli corse incontro e si inginocchiò.
"le tue gambe. sono tipo - oh mio dio. insegnami, senpai." hoseok si inchinò, con la testa che toccava il pavimento. yoongi sbuffò.
"ecco perché sei strano." hoseok stava ormai abbracciando la gamba di yoongi. strofinandoci il viso sopra. "levati dalla mia gamba, cavallo."
"non finché non mi insegni come hai fatto ad avere queste gambe bellissime." hoseok rispose con aria sognante.
yoongi scosse la gamba. hoseok non lasciò la presa. "forse se ti alzi ed esci dal mio appartamento te lo insegno."
hoseok si alzò immediatamente e scivolò fuori. yoongi lo seguì fino alla porta. "vai lì." yoongi indicò il tappeto di fronte.
si mise velocemente dove gli era stato indicato, come un cane che aspettava ordini dal suo padrone. "adesso mi insegn-"
yoongi chiuse la porta.
"hey! quindi, mi insegnerai il tuo segreto, vero?"
yoongi rimase in silenzio e si allontanò dalla porta.
"comunque, sono stato io a coprirti la scorsa notte. un grazie sarebbe stato carino?"
la voce di hoseok arrivò ovattata. yoongi grugnì, realizzando di aver lasciato la porta aperta la scorsa notte.
"hey? sei ancora qui?"
yoongi prese un sorso del tè lasciato da ieri.
"e comunque, le mie scarpe sono ancora dentro."
yoongi alzò gli occhi al cielo e mise la nota in una delle scarpe di hoseok. aprì la porta e lanciò fuori le scarpe, non preoccupandosi se avesse colpito hoseok in faccia o no. chiuse la porta, ritornando dentro.
hoseok, d'altra parte, si stava ancora riprendendo dopo essere stavo colpito sul naso e su un occhio. prese la nota e la lesse.
non parlare mai più a voce così alta, per la felicità di entrambi. comunque, portati le scarpe la prossima volta. se lo fai di nuovo.
-
yoongi si buttò sul divano. era finalmente riuscito a mettere tutto apposto, ed il ragazzo-cavallo aveva smesso di disturbarlo e chiedere delle scuse per l'occhio nero. che tipo di vicinato è? yoongi scosse la testa.
stava per alzarsi per andare a lavorare sul suo mixtape quando gli squillò il telefono.
"a to the g to the u to the s t d-"
accettò. "pronto?"
"hyung!" una voce uscì fuori dal telefono. non aveva realizzato fosse ad alto volume, sussultò ed allontanò il telefono dall'orecchio.
"ah, jimin." rispose yoongi.
"come stai?" chiese jimin, iperattivo. il ragazzo aveva così tanta energia, mentre yoongi? yoongi era debole.
"stanco. ho dovuto sistemare il mio nuovo vicino e spingerlo fuori da casa mia. si era attaccato alla mia gamba." yoongi descrisse brevemente.
"oh? sei nuovo a seoul?"
"già."
"hey! stai lontano dal mio ragazzo!" una voce diversa ed in qualche modo profonda fece eco nel telefono. yoongi fece una faccia confusa.
"yah, jungkookie, sto cercando di avere una conversazione civile con yoongi hyung!" si sentì dire dalla voce di jimin.
"chi è yoongi hyung?" il fidanzato di jimin ( che, yoongi credette si chiamasse jungkook - beh, qualcosa del genere ) chiese.
"il ragazzo con i capelli color menta del cafe! è simpatico, kookie! volevo fare un amico."
già friendzonato. yoongi riusciva a sentire jimin ed il suo ragazzo litigare attraverso il cellulare.
"oh? il ragazzo che voleva fare colpo su di te?"
"no! non è vero, jungkookie!" yoongi riuscì a sentire la disperazione nella voce di jimin.
"davvero? sicuro?"
"sì! kookie, amo te e solo te."
yoongi non riuscì a fermare le risate. la loro litigata era così insignificante che la trovava ridicolosamente divertente.
"hey! cosa c'è di così divertente?" la voce di jimin si rivolse a yoongi con tono accusatorio.
"niente, voi due siete carini." rispose yoongi. ma tu saresti più carino insieme a me.
"vedi? mi vede solamente come un amico!" protestò jimin. ci fu un piccolo silenzio, prima che jeongguk? jungkook? jongkook? jungcock? juancock? jungshook? juanito? qualunque fosse il suo nome, si schiarì la gola per parlare di nuovo.
"bene. ma giuro su dio, se provi a toccare il mio chimchim, sei carne morta."
"non mi dispiacerebbe essere morto." rispose yoongi acidamente. il fidanzato di jimin sembrava essere davvero possessivo, e questo lo infastidiva.
"yah! kookie, non spaventarlo!" disse la voce di jimin.
"non l'ha fatto, non preoccuparti." yoongi rassicurò jimin. "non mi spavento per de ragazzini come lui."
"hey! non sono un ragazzino! ho diciannove anni!" interruppe la voce di jungcock.
"beh, io ne ho ventitré. quindi puoi stare zitto. voi ragazzini non avete rispetto al giorno d'oggi."
"okay, dammi il telefono." jimin lo bloccò. "jungkookie, potresti lasciarci per un momento?"
"va bene." si sentì jungcock grugnire. "ti ho avvertito, nonnetto."
"ti stai spaventando da solo, feto." yoongi alzò gli occhi al cielo. "scommetto che il tuo culo è geloso di tutta la merda che ti esce dalla bocca."
"almeno il mio culo è meglio del tuo." jungcock rispose.
yoongi sbuffò appena. "non ne sarei tanto sicuro."
"vi prego, non litigate." li pregò innocentemente jimin.
"non preoccuparti, jiminnie. frusterò il sedere di questo nonnetto appena lo vedo."
"dov'è il tuo rispetto, ragazzino?" chiese yoongi. "oh aspetta, è nella spazzatura. non sono sorpreso, è dove appartenete tu ed il tuo culo inesistente."
"giuro su dio-"
"giurare non è una cosa buona." disse yoongi dolcemente.
"potreste stare zitti? se volete litigare, fatelo da un altra parte, non al telefono." jimin sembrò esasperato. "voglio parlare con yoongi hyung."
"sì, juancock." disse yoongi, ridendo silenziosamente e applaudendosi mentalmente da solo.
"è jungkook!"
"come vuoi, non ho chiesto la tua opinione."
"potresti smetterla? jungkook, tesoro, parliamo dopo."
"scusa, jiminnie." yoongi riuscì a sentire il ragazzo andarsene.
yoongi sorrise. adesso aveva jimin tutto per sé, con nessuno ad interromperli.
era una bella sensazione, una a cui yoongi poteva anche abituarsi.
dopo tutto, non aveva spesso questi tipi di momenti. quindi ne fece tesoro, e sorrise per tutto il tempo mentre il più piccolo borbottava scuse.
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