68. DIO SCESO DALL'OLIMPO ★
Contenuti per un pubblico di adulti. 🔴
Per chi è facilmente impressionabile sconsiglio di leggere il capitolo.
Per chi prosegue invece auguro una buona lettura 🎶
"DIO SCESO DALL'OLIMPO"
Non riuscivo a credere al fatto che Sammy mi volesse portare in America. Quella sera, prima di andare a dormire, gli avevo solo chiesto se stesse scherzando, ma sorridendomi mi aveva regalato un bacio sulla fronte aggiungendo: «è tutto vero, ma ne riparliamo domani se non ti dispiace, ora sono stanco» e subito dopo si era addormentato, lasciandomi per buona parte della notte a pensare.
Era alta la possibilità che mi avrebbe portata dove aveva frequentato il College, il che non mi dispiaceva, avremo potuto passare un po' di tempo tra di noi senza gli interventi di Xavier, senza gli striduli di Brooke e senza assistere alle scenate omosessuali tra lui e Hugh, però... se davvero fosse stato così, avremo potuto incontrare Kayla e l'idea che lui la potesse rivedere era tutt'altro che ben gradita. Esistevano i ritorni di fiamma e io non volevo che Sam ritornasse da lei.
Si chiama gelosia.
Traducila come ti pare.
Tu vuoi il tuo bel Sammy tutto per te, perché l'idea di condividerlo non ti piace. Anche perché lo hai condiviso abbastanza.
E con chi?
Con tutte quelle con cui è stato.
Mmm, che nervi. Smettila di ricordarmi che non sono stata l'unica.
Ad ogni modo pochi giorni dopo fecero il loro primo set fotografico ed era andato tutto per il meglio. Samuel e Hugh sarebbero finiti sulla copertina di Men's Health Magazine Subscription, di cui una volta fatta la stampa, ad entrambi sarebbe arrivata una rivista gratuita. Parlandone un pomeriggio con Brooke, dato che avevamo visto la rivista con quei due già in commercio, venni a sapere che questa era di tendenza maschile, ma mentre passeggiavamo per il centro, notammo con stupore che molte donne l'acquistavano e quando la mia riccia provò a prenderne una di nascosto, capii che lei era una di queste. Voleva giustificarsi col fatto che l'aveva comprata per Matt, ma sapevamo tutti che a lui non piaceva sfogliare i volantini, figuriamoci dei magazine, quindi sbuffò e mi urlò: «Senti, lo sto facendo solo ed esclusivamente per te! Sai quanto può piacere Sam alle ragazze, ti evito semplicemente che lui abbia una fan in più. Dovresti ringraziarmi, guarda che fisico, starà solo con i boxer, ma talmente sono aderenti che si vede tutto il pacco.»
A quel punto le levai la rivista da sotto gli occhi e me la strinsi al petto, con la bizzarra intenzione di acquistare tutte le riviste con lui in copertina per evitare che altre lo vedessero, ma così facendo avevo acceso la miccia a quella pazza che si era messa a cantare, per non dire urlare per tutta Sydney: «Scarlett vuole essere l'unica a vedere Samuel in mutande.»
Una volta tornata sfinita in appartamento, beccai Sam con il magazine tra le mani ad osservarsi. «Hai visto, Scar?»
Annuii e mi buttai sul divanetto al suo fianco. Lui si perse a guardarmi, poi mi mise la copertina davanti agli occhi. «Che ne pensi?»
«Penso che ti si vede troppo il pacco.»
Mettendosi a ridacchiare si ammirò ancora. «E pensa che non c'è alcun fotoritocco.»
Roteai gli occhi e prendendo la rivista la lanciai sul tavolino di fronte, dove c'era già il suo pc. «Adesso verrò odiata dalla popolazione femminile che quando mi vedrà, commenterà "ma guarda con chi sta, non se la merita, ce ne sono di più carine"» scimmiottai incrociando le braccia al petto.
«Tutta invidia» e mi lasciò un buffetto sulla guancia. «Decido io con chi stare e poi sei una bella ragazza, te lo ha detto anche Jensen, no?»
Aggrottai la fronte e mi voltai dalla sua parte. «Adesso fai tu il geloso?»
«Stai ammettendo di essere gelosa, Scarlett?» ammiccò cambiando le carte in tavola e a quel punto gli diedi uno schiaffo sulla spalla.
Ridendo prese il computer e se lo portò sulle gambe. «Questione viaggio» prese parola e così facendo attirò tutta la mia attenzione. Cominciò così ad andare su vari siti, cercando prezzi e date. «Allora, noi finiamo gli esami per la metà di dicembre, giusto?» e annuii. «Quindi potremo partire per il ventidue.»
«Vuoi festeggiare il Natale in America?» domandai.
«Sì, non ti va?» chiese con quello sguardo da cagnolino. Maledetti occhioni azzurri.
«No, cioè sì, mi va, ma ci sono due problemi. Il primo è che sotto le feste i biglietti salgono di prezzo in una maniera allucinante, e punto secondo mia madre schizzerà. È ottobre e ha già iniziato a chiamare sia me che Xavi per vedere quando saremo saliti a Darwin. Se a Natale non ci vedesse ci ucciderebbe» gli feci presente.
Con sguardo di conforto mi accarezzò la guancia. «Per Caroline non preoccuparti, mi ama alla follia, non potrà mai ucciderci. Anche perché così non potrebbe avere dei nipoti da me, il che si disintegrerebbe il suo sogno di avermi effettivamente di possesso Willoughby.»
Risi nel pensare che aveva ragione. Era troppo incantata da lui per farlo diventare poltiglia. «Ma non sarei io a diventare una Sampson?»
Corrugando la fronte mi guardo strano. «Non eri stata tu a dire "ma a me piace Willoughby"» cercò di imitarmi, ma fallì miseramente facendo quella voce così acuta.
«Non ho mica detto che non mi piace Sampson» riflettei ad alta voce, facendo comparire le sue fossette.
«Ad ogni modo, ritornando ai biglietti,» e riprese la sua ricerca, «ci saranno un sacco di ore in volo ad aspettarci, quindi direi che se arrivassimo per il ventitré potremo fermarci a Los Angeles, lì ci sarà Jared ad aspettarci e credo che ci possa ospitare, ha una casa fantastica. Riguardo ad Earl provo a chiamarlo e vedere se riesce a venire a LA, ma credo proprio che starà a casa sua per la festa, quindi lo beccheremo a San Francisco, la nostra prossima meta e dove ho frequentato il College. Magari per la tratta Los Angeles - San Francisco potremo andare in macchina, vediamo che dice Jad.»
«Dici che nevicherà almeno a LA?» domandai guardando i prezzi dei voli insieme a lui.
Praticamente con due dei suoi servizi fotografici ci potevamo permettere di pagare un volo di sola andata per entrambi. Era troppo anche per me.
«Per forza nevicherà, ci sono le montagne dietro la città, se vuoi ti ci porto» si voltò verso di me e con un dolce sorriso mi accarezzò lo zigomo studiando la mia espressione. «Comunque non fare quella faccia, non è un problema il prezzo, consideralo come un regalo di Natale anticipato» e prendendomi la mano me la baciò.
Adoravo quando lo faceva, aveva un'espressione tenera e sembrava un cucciolo, ma era troppo. «Regalo di Natale, Pasqua e compleanno per tre anni direi, forse più» scherzai nonostante lo pensassi davvero.
«Allora facciamo così, consideralo come il regalo per farmi perdonare per quei sette anni in cui non ci siamo né visti né sentiti, ti va bene?»
Annuii e gli baciai candidamente le labbra. Era sempre una nuova emozione baciargliele, era un qualcosa di cui non mi sarei mai stufata di fare. Mi faceva sentire amata e il suo tocco mi trasmetteva mille brividi per tutto il corpo.
La porta della stanza si aprì di scatto e riconobbi subito l'affanno di Brooke. «Scar-» pronunciò per poi bloccarsi nel vedermi praticamente incollata a Samuel. «Per caso vi stavate appartando? Perché se no io esco e vi lascio alle vostre cose da fidanzatini. Cavolo, dopo tanto tempo finalmente faccio questa comparsa clamorosa. Non sai quante volte ho sognato che capitasse ihihih.»
«Tu sei pazza» le feci presente staccandomi da lui. «Comunque non era nulla, dimmi pure.»
«Per te era nulla, io avevo notato un sacco di aperture.»
Gli lanciai un'occhiata capendo dove voleva andare a parare.
Lei ci mise un po' prima di parlare, poi di botta iniziò a saltare di gioia con un sorriso da quokka. «Hai presente Matt?»
«Sì ovvio, è il tuo ragazzo» ma cosa le passava in testa?
Il suo sorriso da ebete fece ridacchiare Sammy. «E sai che lui ha una sorella, e che era incinta...» continuò strofinandosi le mani con fare imbarazzato.
«Oddio, non mi dire che-»
«SONO DIVENTATA ZIA!» esultò come non mai saltando come un canguro dalla gioia.
Mi alzai velocemente e la mia migliore amica si fiondò su di me, mi saltò addosso e cademmo per terra. Sam scoppiò a ridere nel vedere quella scena da film. «Ehi, Brooke. È la mia ragazza, questi agguati dovrei farli io, mica tu.»
«Ma tu puoi fare altro, Samuel» gli riferì ammiccando, ma in un lampo tornò a stritolarmi. «Sono zia, sono zia, sono zia! Ti rendi conto?! È una vita che voglio diventare La Zia Brooke! Purtroppo è un maschietto, ma va bene comunque, lo hanno chiamato Owen, è biondino di già e la cosa più over-amazing è che si chiamerà Owen Wilson, ti rendi conto?! Proprio come l'attore! Quando l'ho detto a Matt, lui non ci aveva nemmeno pensato, era concentrato ad elaborare di essere diventato zio. Che bello, zia Brooke, come suona bene» si sdraiò sul pavimento e assunse la forma di una stella con un sorriso felicissimo sul viso. «Ah, non vedo l'ora di essere la vostra zia Brooke, quand'è che farete una figlia?»
Divenni rossa dall'imbarazzo mentre Sam, che nel frattempo si era alzato, divenne serio in un nanosecondo, appoggiò con estrema cautela il pc sul tavolino e allargando le braccia come per tenersi in equilibro, si sedette nuovamente prendendo un respiro. «È ancora presto per pensare a un nostro figlio, calma. Piuttosto pensa al tuo e datti da fare con Matt.»
Lei scoppiò a ridere, a momenti poteva strozzarsi con la saliva. «Oddio, okay, se dobbiamo guardarla per questo verso siamo troppo giovani anche noi, ha solo due anni in più di me il mio tesorino. E devo avere una figlia, se avrò un maschio anche io poi diventerebbe un gambero come il padre.»
Con sguardo sognante si alzò da terra e si sistemò il vestito. Come se le dispiacesse avere un secondo Matthew in casa.
«Brooke?» la chiamò Sam e lei si voltò verso di lui. «Ammettilo, da piccola speravi che ci fosse Xavier al posto di Matt, non nascondermelo» disse con sguardo ammiccante e pieno di consapevolezza.
Nonostante avesse una pelle olivastra, arrossì come un peperone. «Ehm, no, pff che dici. Scar, gli hai dato qualcosa di avariato?»
Pessima bugiarda anche lei, specialmente se si parlava della sua prima cotta.
«Beccata!» esclamò Sammy entusiasta.
Io non riuscii a trattenermi, dando così inizio a una fragorosa risata. «Oh, Brooke. Sei stata scoperta.»
«Beh, ancora quel troglodita di tuo fratello non ci è arrivato, quindi lasciatemi in pace. Anche perché, per la cronaca, non mi piace più come prima» si giustificò, portando le mani sui fianchi e assumendo uno sguardo altezzoso.
«È figo?» domandò ulteriormente quel ficcanaso.
«Da morire» confessò facendo cadere le braccia e alzando gli occhi verso il soffitto.
Sam sogghignò, per poi fare uno scatto verso di me, prendendomi e buttandosi a terra di schiena. Per fortuna che io ero seduta sul parquet. Cosa cavolo gli fosse passato di testa ancora non lo sapevo. «Avevo una fan in meno, buon per te, Scarlett.»
«Oh per piacere, chiamala amore, luce dei miei occhi, puzzetta mia-»
«Puzzetta mia?» chiesi con tanto di punto di domanda.
«Ah, non lo so, sempre di nome ti chiama.»
«In giappone sarebbe segno di grande intimità» le feci presente mentre Sam passava le sue dita fra i miei capelli.
«In realtà la chiamo anche quokka.»
«Prima era nanetta» gli feci presente.
Lui alzò le spalle. «Quokka ti si addice di più» e con questo mi diede un morbido bacio nell'incavo tra il collo e la spalla.
Brooke sorrise in modo sempre più amplio, cominciando successivamente a fare dei saltellini sul posto tanto era elettrizzata. «Aww, quanto siete carini, vi prego, non dovete lasciarvi per nessuna ragione al mondo, state così bene insieme.»
«Perché mai dovremo lasciarci? Finché l'amo nessun uomo riuscirà ad avvicinarsi» e con questo mi diede un altro bacio, ma sta volta sulla guancia.
La mia migliore amica sembrava emozionarsi e facendo della sua mano un ventaglio, finse di asciugarsi una lacrima. «Ragazzi, posso abbracciarvi? Avete fatto avverare un mio sogno e una mia visione, fin da piccola vi shippavo e ora è diventato tutto reale, sono commossa.»
«Tu sei tutta matta» le dissi, ma allargai le braccia per invitarla.
Lei senza pensarci si catapultò su di me. «Comunque, Sam. Così dolce esci fuori personaggio, ti si addice più l'aria da playboy.»
«Nel tempo libero sono anche un sex simbol» e si passò una mano fra i capelli in modo da poter far svenire qualsiasi essere vivente.
Brooke sogghignò. «E il bodyguard. Aspetta, fa anche modello adesso. Scar, accidenti che ragazzo efficiente che ti sei trovata.»
«Sai, la porterò in America» continuò lui sorridendo felice, ma d'altra parte sembrava che stesse riflettendo. Sarà stata una mia impressione?
«TU COSA?!» schizzò spostando i capelli dietro le orecchie. «Viaggio di fidanzamento! Sììì, che belle cose! Tanto fiki fiki per Scarlett, sì!»
Era più euforica di me, pazzesco.
······
Quando quella pazza se ne andò dal nostro appartamento, Samuel propose di andare in piscina tanto per fare qualcosa di diverso e non rifiutai l'offerta.
Ci credo, lo vedrai in costume.
Sempre lì sei.
Ha un corpo fatto apposta per essere ammirato, mi sembra giusto approfittare dell'offerta.
Appena varcai la soglia del centro benessere del Coral Reef, stranamente non c'era nessuno. Certo, non tutti i clienti scendevano perché alla fine uno cercava di girare più per Sydney che stare in hotel, specialmente durante le belle giornate calde che stavano venendo fuori in questo periodo dell'anno. Oltretutto eravamo andati in un orario dove ci sarebbe stata meno gente, ma non credevo che al contrario saremo rimasti solo noi due. Ovviamente la situazione non mi dispiaceva, era bello starsene in piscina con un po' di privacy, ma allo stesso tempo poteva succedere di tutto con quel delinquente con cui mi ero fidanzata. Se voleva poteva anche annegarmi.
Non lo farebbe mai.
Lo spero.
Io spero che farete altro dato che non c'è nessuno.
Tu smettila.
Tralasciando coscienza, con Sam andai a fare la sauna, per poi docciarmi e finire in idromassaggio, osservandolo nuotare nella vasca. Le sue bracciate si muovevano come in una sinfonia, infrangevano l'acqua con delicatezza e rendevano piacevole l'osservazione. Era sempre così affascinante vederlo nel suo elemento, sembravano un tutt'uno e fin da bambina ne ero incantata tanto che mi faceva venire la voglia di nuotare, infatti senza pensarci ancora su mi buttai in piscina e in qualche modo gli feci compagnia.
Ogni tanto faceva bene muoversi in acqua, era rilassante e ti sentivi leggera come una piuma. Per di più era fantastico quando si indossava un costume che non ti si sfilava. Sembrerà una cazzata, ma io non capivo come le altre donne facessero ad indossare quelli a fascia, a me continuavano a cadere e si spostavano in continuazione, mettendo in bella vista il seno e così lo scopo per cui erano stati inventati poteva ritenersi più che inutile. C'era un trucco per indossarli o ero in incapace? Ma a pensarci, in quelle circostanze a Samuel non avrebbe dato alcun fastidio, ci potevo mettere la mano sul fuoco.
Mentre stavo beatamente nel posto preferito di Sammy, ovvero sotto lo scroscio d'acqua che collegava l'idromassaggio con la piscina, il mio ragazzo continuava a nuotare senza sentirsi fiacco. Gli osservai la spalla e sorrisi nel pensare a qualche giorno prima, eravamo andati da medico a farla controllare e gli aveva comunicato che stava migliorando dall'ultima volta che lo aveva visitato, ovvero pochi giorni dopo il suo atterraggio in Australia, e aveva aggiunto che ben presto avrebbe potuto anche fare delle gare di nuoto se avesse voluto, notizia che rese contento anche mio fratello.
Poco dopo lo osservai venirmi incontro facendo poche bracciate e si sollevò sotto allo scroscio d'acqua passandosi le dita fra i capelli. Sembrava Poseidone, il Dio del mare che risaliva sulla superficie e venuto dagli abissi. Sotto a quel getto sembrava ancora più bello di quanto non lo fosse già, ricordandomi la prima volta che lo osservai stare lì sotto mentre io ero nell'idromassaggio. Invece questa volta mi ritrovai con le spalle a muro e gli ormoni che stavano impazzendo a causa di quella vicinanza.
«A cosa stai pensando?» mi domandò osservando la mia espressione, sicuramente estasiata dalla vista mozzafiato.
«N-niente» negai, ma ero certa che lui sapeva esattamente quello che mi passava in testa.
«Mhm» pronunciò avvicinandosi sempre più a me e, appoggiando i palmi sulla parete, si abbassò nello scrutarmi intensamente con quei pozzi azzurri che si ritrovava. «Per caso ti stavi scervellando su quanto fossi eccitante bagnato dall'acqua?» chiese con quel sorrisetto malizioso e osservandomi le labbra come incantato.
Un brivido mi passò lungo il corpo come una scarica elettrica. «N-non esattamente.»
«E allora a cosa?» continuò a domandare portando la sua bocca sulla mia nuda pelle e iniziando a baciarmi il collo.
Avvampai iniziando a non ragionare più. «C-che sembravi Poseidone, forse...?» non ero certa di ciò che avevo detto, fatto sta che mi stava mandando in cortocircuito. Maledetto.
Lo sentii sorridermi sulla pelle e il suo respiro accompagnava i suoi gesti in modo delicato tanto da farmi sciogliere. «Questo è il più bel complimento che mi abbiano mai fatto, tesoro» pronunciò infine in italiano.
Quella parola dalla sua bocca era uscita in modo così sexy da farmi andare nel pallone più totale, facendo da dolce sottofondo ai suoi tocchi angelici. Con una mano iniziò ad accarezzarmi il fianco, mentre con l'altra la schiena, facendo così avvicinare ancor di più i nostri corpi.
«Mi hai paragonato a un Dio» continuò a dire senza però fermare ciò che stava facendo, salendo dalla spalla su cui era arrivato e raggiungendo la gola. «E sai cosa facevano gli Dei scesi dall'Olimpo e giunti nel mondo terreno?»
Forse la risposta la sapevo, sicuramente era in mezzo ai file archiviati del mio cervello, ma in quei secondi non riuscivo a ragionare, quindi scossi la testa non riuscendo a parlare talmente ero paralizzata, ma allo stesso tempo sciolta per via dei suoi baci e delle sue carezze.
Con le labbra mi sfiorò l'orecchio, vellicandomi col suo respiro e lasciandomi appesa ad un filo in attesa che concludesse il discorso. «Facevano l'amore con le mortali.»
Ed ecco che Zeus aveva appena lanciato su di me uno dei suoi fulmini, creando una tempesta di emozioni e sensazioni che solo Sam poteva darmi.
Da lì cominciò a baciarmi le labbra in modo sempre più cruento, poi mi prese dalle cosce e avvicinò i nostri bacini, facendomi capire che era eccitato. Incollandomi alla parete e circondando le mie gambe a lui, si permise di viaggiare con le sue mani lungo i miei fianchi fino ad arrivare ai lembi del pezzo inferiore del mio costume, dove avrebbe potuto senza problemi sfilarmelo tirando le cordicelle.
«Sammy, entreranno i clienti, non possiamo farlo qui» mi preoccupai a dire e mi sorpresi della mia lucidità. Ero letteralmente presa dal momento.
Ragazza, stai migliorando di giorno in giorno, non gli hai detto che non volevi farlo.
Mi fai sentire-
Sporca? Pervertita? Certo che lo sei, stando con Sammy non puoi essere santa.
«Invece non entreranno» disse tra un bacio e l'altro, sfilando quel tessuto che mi copriva le parti intime.
Mi scostai leggermente toccandogli il petto con le mani. Anche il contatto con i suoi muscoli mi faceva perdere la testa, era assurdo. «Come fai a dirlo?»
Lui abbozzò un sorriso sghembo, quindi potevo dedurre che aveva architettato un piano. «Perché ho messo un cartello fuori dalla porta che dice che la piscina è fuori uso.»
Risi fievolmente insieme a lui, mentre cercava di abbassarsi il costume. Poi mi sorse un altro dubbio. «Sam, non ci stiamo dimenticando di qualcosa?»
Ero cerca che mancasse un passaggio.
Lui divenne serio in un lampo. «Il preservativo!» esclamò. «Cazzo, come ho fatto a non pensarci?!»
Sì, era tutto premeditato.
Questo ragazzo è da sposare.
Tu avevi in mente un altro verbo, non è vero?
Io? Pffff... noo...
Pensai a quando era stata l'ultima volta che mi erano venute e cominciai a fare i conti mentalmente. «Sammy, mi sono finite una settimana fa. Quindi teoricamente non dovremo avere problemi.»
Ragazza, rettifico, migliori di minuto in minuto.
Sta zitta.
Hai la Sammite per forza. No aspetta, mi correggo, sei una Sammynfomane.
«Dici sul serio?» chiese sbalordito e io annuii. «Davvero me lo stai proponendo tu? Cavolo, ti ho addestrato bene in poco tempo, sono fiero di questi risultati.»
Gli diedi una pacca sul petto, ma con quel sorriso che avevo stampato sul volto mi stavo tradendo da sola, cosa che sicuramente a lui non dispiaceva. A quel punto, spingendosi verso di me, ci fece diventare una cosa sola. La voglia di lui continuava ad aumentare sempre di più e, senza che me ne accorgessi, urlai il suo nome.
Tornata la ragione divenni paonazza dall'imbarazzo, ma osservando il suo viso capii che gli faceva solo piacere farmi sentire in quel modo.
Samuel riprese a baciarmi e le sue mani mi accarezzavano tutto il corpo, passavano dal mio viso, scendevano lungo le mie curve e accarezzavano i glutei e le gambe. «Spingiti verso di me, Scar» biascicò tra un bacio e l'altro, e anche se esattamente non sapevo cosa intendesse fare, improvvisai stringendomi più a lui muovendo il bacino.
Attirandomi più a sé mi strinse al suo corpo e appena lo sentii sorreggermi, mi avvinghiai a lui che con la mano libera appoggiò la mia testa nell'incavo tra la sua spalla e il suo corpo, e si spostò verso il bordo vasca. «Tieniti a me.»
Dandogli retta non mi mossi da quella posizione e Sam si sollevò dall'acqua, sedendosi sulle piastrelle per poi baciarmi le labbra.
Percepii le sue dita prima sul collo, con quel suo tocco pieno di desiderio di me, ma al tempo stesso delicato, quasi come se avesse paura di farmi del male. Le sentii scivolare lungo le mie braccia per poi farle risalire dalla schiena fino ad arrivare all'altezza del gancetto del costume. Poco dopo intravidi il reggiseno allontanarsi sullo specchio d'acqua, ma non me ne curai dato che mi stavo godendo il tocco di Sam su di me e il cuore batteva sempre più forte nel petto.
Cominciò ad appoggiare le sue labbra sul mio collo e a baciarne ogni centimetro mentre cercava di stringermi sempre più a sè, come se volesse di più, come se mi volesse senza tralasciare nulla.
Riportò la bocca sulla mia e mi morse un labbro mentre mossi il mio bacino contro al suo e come risposta lo sentii gemere, provocandomi mille brividi di eccitazione e facendo nascere in me quella voglia di soddisfarlo sempre di più.
Ricongiungendo le nostre bocche, gli toccai la lingua con la mia, gli accarezzai le spalle e lo strinsi a me, mentre lui, vellicandomi la schiena con le sue dita, le fece scorrere verso il basso e le premette sui miei glutei, prendendo in mano le redini di quel moto che cresceva sempre di più e aumentando le battute dello spartito.
Ci lasciammo così trasportare da quel desiderio che avevamo l'uno per l'altro per un tempo che per me poteva anche non finire mai più talmente mi sentivo bramata dalla persona che amavo.
~~~~~~
Aussie,
Capitolo in rosso, ho bisogno dello 000, aiutatemi hahahahha.
Prima che partano per l'America ci saranno altri capitoli in Australia a cui dobbiamo dedicare la nostra attenzione. Dal prossimo capitolo andremo a contatto con questioni un po' diverse e si riprenderà in mano un discorso delicato per qualcuno dei nostri personaggi. Chi ha qualche idea?
Fatemi sapere cosa ne pensate di questa storia e di questo sviluppo, io vi saluto e ci sentiamo al prossimo aggiornamento!
Bye bye 🐨
~ Niki_Rose
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