61. WOMANIZER ☆

In questo capitolo c'è la presenza di scene da cartellino giallo, quindi sconsiglio la lettura se facilmente impressionabili...
Per chi legge invece buona lettura 🎶

"WOMANIZER"

La mattina seguente mi svegliai circondata dalle lenzuola e dalle braccia di Samuel. Era così bello stare nel suo abbraccio e quel giorno era come se fosse più bello delle volte precedenti.
Poco a poco però le immagini e le sensazioni della notte appena passata sbocciavano nei miei ricordi e di botta mi fecero tornare alla realtà. Eravamo nudi e per di più una mia gamba era sopra alla sua, quindi il suo Eric era ancor più vicino alla mia Rossana, accidenti.
Cercai di scostarmi da lui, ma percepii un leggero fastidio in mezzo alle gambe e al pensare agli inizi del rapporto da poco avuto, senza motivo, rabbrividii.

Lo abbiamo fatto sul serio, non ci credo.
Ma credici e non rompere. Finalmente dovresti dire, finalmente Scarlett è una donna! Sto per piangere, sono così orgogliosa come coscienza.

Sentii Sam muoversi nel letto e con un profondo respiro aprì lentamente gli occhi, abbagliandomi con quella meravigliosa vista. Quella mattina avevano un azzurro vivo, con delle striature tendenti al verde acqua e mi immaginai la barriera corallina australiana. «Buon giorno quokka, dormito bene?»

Sorridendogli dolcemente annuii. «Sì, però là sotto mi da un pochetto fastidio» ammisi, arricciando il naso.

Lui abbassò lo sguardo, ma per via delle lenzuola non poté vedere ciò che probabilmente desiderava. «Posso immaginare. Devi ammettere che però è stata una notte a dir poco meravigliosa» commentò con sguardo sognante e avvicinandosi mi baciò le labbra.

Inizialmente sembrava fosse quel semplice bacio che si dava la mattina, uno di quelli a fior di labbra e semplici, ma appena si allontanò, ci fu quell'attrazione magnetica che ce le fece riunire. Alzando il braccio, spostò verso l'alto le coperte e ne approfittò per mettersi sopra di me. Successivamente avvicinò il suo bacino al mio e potei constatare che anche Eric si era svegliato, il problema era che Rossana non ne voleva sapere.

In realtà sei tu a non volerlo, so che invece a Rossana farebbe molto piacere incontrarlo.
Sì, ma io non me la sento ora.
Ma magari ti passa il fastidio, dai, che ti costa provare?
Non sono più vergine da qualche ora e tu cominci?
Che bello sentire "non sono più vergine", sembri più grande.

Gli appoggiai le mani sul petto e lui si scostò leggermente per potermi guardare in viso. «Sammy, magari tra qualche giorno non so, ora non me la sento.»

Sempre meglio di dire più avanti. Almeno tra qualche giorno significa sicuramente meno di sette giorni.
Non so quando me la sentirò, sicuramente non subito.
Oramai non sei più vergine, con Sammy ti sei già fatta vedere senza stracci addosso, quindi perché non aprire questa nuova attività?
Perché tu sei malata.

Lui abbozzò un sorrisetto che era tutt'altro che dolce, sembrava parlasse solo con quello, malizia ovunque. «Davvero non vuoi continuare col secondo round? Credevo che ti fosse piaciuto questa notte.»

E avvicinancosi al mio orecchio, cominciò a mordicchiarlo, per poi scendere lasciando una scia di baci umidi sulla pelle. Io tanto mi stavo sciogliendo, che spostai la testa di lato per lasciarlo libero di timbrarmi con le sue perfette labbra. «S-Sam-»

Lui alzò il capo e sembrava un felino che stava andando a caccia della sua preda. Uno sguardo più eccitante non poteva farlo quella mattina, accidenti. «Dimmi tutto» pronunciò, stiracchiandosi su di me mettendo in contatto prima i nostri petti e successivamente i nostri bacini.

Oh santo Graal.
Vai Sammy vai. Vai Sammy vai.
Non va bene essere su di giri fin di prima mattina, no no no, non va assolutamente bene.
Sì sì sì, lasciati andare dai.
Tu- brutta mente pestifera che non sei altro.

Non sentendo la mia voce, continuò a baciarmi, scendendo oltre la clavicola. «Sai che questa mattina sei particolarmente bella ed eccitante?» volle farmi notare, sicuramente con l'intenzione di convincermi ad andare oltre e quasi mi stava convincendo in qualche modo, se non fosse per il fatto che a fermarlo fu il suo cellulare, che prese improvvisamente a squillare.

«'Fanculo» sbottò e prendendo il telefono lesse sul display chi fosse a rompere, ma capii in un millisecondo di chi si trattava soltanto ad osservare la sua espressione: Xavier.

Subito dopo sentimmo anche la porta dell'appartamento bussare, il che mi fece allarmare. Samuel, buttando in aria le coperte, si alzò di scatto tutto agitato. «Dove cazzo sono i boxer?!»

Si precipitò all'armadio, ne tirò fuori un paio e indossandoli rispondendo alla chiamata, incastrò il cellulare nell'incavo tra l'orecchio e la spalla. «Oi,» rispose con un falso sbadiglio, «stavo dormendo.»

Vederlo cambiarsi, fece affrettare me nel cercare il mio di intimo. Riflettei sul dove potesse aver lanciato il mio reggiseno e cominciai a guardare a terra. Trovato!

«Ah, sei fuori dalla porta, cavolo, sarò proprio sordo» continuò a perdere tempo.

Indossai quell'affare in pizzo e buttando un occhio sul comodino di Samuel, trovai le mie mutandine rotte. Mi si spezzava il cuore nel vederle conciate in quel modo. Posai poi un occhio su Sam e lui stava sorridendo nel guardarle, sicuramente ricordandosi di quando me le aveva "tolte".

«Sì, ti apro, ma prima devo andare a pisciare.»

Si voltò verso l'armadio e cominciò a frugarci dentro.

«No, non posso aprirti prima, se no ti piscio addosso, mi scappa.»

Mi trattenni dalle risate mentre lui mi lanciò un paio di mutande. Anche queste erano in pizzo e qualcosa mi diceva che gli piaceva quel tessuto in particolar modo.

Andiamo a comprarne altre?
Ma così mi ritroverò senza mutande.
Finché vengono usate per questi motivi va più che bene. Fanno una bella fine.
Sì, e io cago soldi ovviamente.

«Scar? Si è svegliata con la suoneria» continuò a chiacchierare.

Io nel frattempo indossai il mio intimo e mi alzai per andare a prendere qualcosa da mettere, ma talmente ero impanicata che non sapevo cosa tirar fuori dal cassetto.

«No che non cambierò suoneria, Rock of Ages è la suoneria perfetta per il mio cellulare.»

Cercando ancora nell'armadio, mi lanciò un paio di pantaloni di una tuta e una maglietta. Poi cominciò ad indossare anche lui qualcosa. Era anche l'ora.

«Senti, ti apro appena finisco, non mi piace parlare al telefono mentre piscio.»

Gli indicai le mie mutande rotte e lui capì solo in quel momento il problema. Doveva nascondere sia quelle che buttare il preservativo e io non ci tenevo a raccoglierlo da terra, mi faceva ribrezzo. Samuel, sgranando gli occhi, si precipitò a prenderli e lì buttò a caso nel suo cassetto, lasciando uscire dalla bocca un sospiro di sollievo. Poi si rizzò con la schiena.

«Ora, ora. Scar, vai ad aprire a tuo fratello, sta iniziando a rompere.»

Subito dopo staccò la chiamata e saltando sul letto mi raggiunse baciandomi la guancia. «Vado al bagno e torno dolcezza.»

Mi precipitai ad aprire al mio fratellone mentre mi sistemavo i vestiti e volendo essere il meno sospetta possibile. Quando però incrociai il suo sguardo alla soglia, capii che non vedeva l'ora di entrare. «Ma quanto ci avete messo?»

«Scusa,» pronunciai, cercando di essere il più normale possibile, «io ero stanca morta, lui doveva andare a liberarsi la vescica.»

«E serviva fare quella scenata?» sbottò, dirigendosi sul divano.

Certo che aveva una dote naturale nel beccarci in momenti inappropriati.
Beh, a parte ieri sera.
Lo spero bene, ogni tanto ci vuole la privacy.
Prima o poi Sam doveva sverginarti.
Ma smettila.

«Ti sei fatta qualcosa?» mi domandò con la fronte aggrottata. «Hai un segno violaceo sopra la clavicola» continuò a dire, studiandomi col dubbio dipinto sulla faccia.

Cercai di non sprofondare nell'imbarazzo pensando a cosa era successo e mi spostai una ciocca dietro all'orecchio riflettendo sul fatto che quel genio poteva passarmi una maglia un po' più accollata. «Non saprei, sarò andata a sbattere da qualche parte, sai come sono, sbadata è il mio secondo nome» cercai di deviare il discorso, sperando che lui lo seguisse.

Xavier rimase in silenzio, metabolizzando le mie parole e ragionando su lui sapeva su cosa. Poi sgranò di colpo gli occhi e mi fulminò con lo sguardo.

Cazzo aveva capito.
Ma se ragioniamo, il succhiotto può fartelo anche se non fate fiki fiki, quindi come fa a capire?
Magari ci ha sentito e questo è una prova?
Di a Sammy che lo amo.

«Tu!» mi puntò un dito contro e si alzò dal divano con uno scatto. «Tu e lui lo avete fatto?!»

Gli occhi mi stavano per cadere dalle orbite. «C-cosa dovremo aver fatto?» domandai, guardando la porta della stanza e sperando che Samuel non uscisse in quel momento.

Xavier cominciò a muoversi a scatti, sembrava aver fuso una parte del cervello e mancava solo che gli uscisse il fumo dalle orecchie. «E mi chiedi cosa?! Davvero?!»

«Ehilà!» intervenne di punto in bianco Sam allegro e pimpante, non avendo probabilmente percepito la furia che innondava quella stanza, cosa molto strana, ma appena guardò il suo migliore amico negli occhi, si bloccò di colpo.

«Sampson! Tu-»

«Ehi ehi ehi, ne avevamo già parlato, sta calmo» cercò di difendersi, ma appena Xavier fece un passo verso di lui, ecco che il grande omone scappò fuori dall'appartamento come un cane con la coda tra le gambe.

Mio fratello inizialmente lo seguì con lo sguardo, poi posò i suoi occhi su di me e mi minacciò con l'indice. «Con te farò i conti più tardi signorina. SAMMY!» e gli corse dietro. «Almeno avevi il profilattico?!» gli sentii urlare per le scale.

«Certo che sì, mi prendi per un irresponsabile?» rispose Sam da qualche scala se non piano più sotto.

Cominciai anche io a scenderle con la curiosità di sapere come sarebbe andato avanti il discorso.

«Dove cazzo li hai presi?! Non dirmi che ti eri già preparato!» gli urlò dietro Xavier, probabilmente infuriato.

Arrivata al piano inferiore, mi voltai, potendo notare i diversi ospiti che stavano fuori dalle loro stanze preoccupati di ciò che stava succedendo. Ad ognuno con cui incrociai lo sguardo sorrisi, scusandomi del loro comportamento infantile mentre con l'orecchio stavo sempre all'erta su cosa si dicessero.

«Se preferivi diventare zio potevi dirmelo che non lo usavo!»

Mi venne da ridere, fino a quando non riflessi sul fatto che sarei stata io quella incinta e che mi sarei di conseguenza gonfiata come una mongolfiera. Non era una vista piacevole, no signore, non era ancora giunto il momento di diventare mamma.

«Non scherzare su queste cose Sampson!»

«Ma sei stato tu! E poi non li ho comprati io, me li hanno regalati per il compleanno!»

Quindi se non glieli avessero regalati, lui sarebbe venuto senza profilattico, quindi c'era il rischio che ti ingravidasse. Cavolo, avresti potuto procreare una sua fotocopia.
Oh, andiamo, non hai altro a cui pensare?

«E chi sarebbe stato, sentiamo?!»

Una risata rimbombò per tutte le scale. «Brooke.»

Per qualche secondo non sentii più nulla, il che potevano esserci diverse opzioni: o gli era venuto un infarto, oppure più semplicemente non voleva crederci.

«Oh, andiamo, Brooke? Davvero? E sentiamo, perché dovrebbe averteli regalati?»

Mi bloccai sulle scale con il cuore in gola e sentendomi sul patibolo. Indietreggiai pian piano, con la paura che la situazione si potesse ribaltare a mio sfavore. Ero morta.

Altra risata si espanse per tutte le scale ed era molto divertita. No, non lo stava per dire sul serio, se questo era un sogno desideravo che mi svegliassero. «Voleva contribuire al regalo di tua sorella.»

Okay, la mia corsa verso la morte poteva avere inizio.

«Lei cosa?!» sbottò Xavier e io mi catapultai ai piani superiori cercando di raggiungere la mia stanza il più in fretta possibile.

Ecco che la risata di Sammy continuò a farsi sentire. Almeno qualcuno si divertiva, maledetto disgraziato.

«SCARLETT!» ululò mio fratello, facendomi sentire già morta.

È stato bello finché è durato.
Puoi fare la drammatica in un altro momento?!
Se non muori oggi, allora vivrai per l'eternità.

Con l'affanno arrivai nel mio appartamento e mi chiusi la porta alle spalle, poi mi rifilai in camera da letto e mi fermai a riflettere.

Non può uccidere sua sorella, vero?
Scusa, dicevi? Io sto schiattando dalle risate.

Il mio cellulare cominciò a squillare in quel preciso istante e vedendo il nome sullo schermo, risposi scazzata. «Che tu sia maledetta Brooke Harris in Campbell!»

«E ora che ho fatto? È andata male la nottata di sesso?»

«Mio fratello sta venendo ad uccidermi!» sbraitai.

«Quindi è andata bene!» esultò felice.

«Scarlett!» sentii urlare dall'entrata e percependo il suono della porta sbattere contro la parete, emisi un gridolino che confermò la mia posizione. Merdacci.

«È arrivato?» domandò la mia migliore amica.

«Ehilà!» sentii la voce di Suwa dall'altra parte della cornetta e mi mandò in confusione.

«Suwa è con te?» mi scappò di bocca.

«Con chi dovrei essere scusa?» domandò lui.

«Ciao Suwa!» lo salutò la mia migliore amica.

«Brooke!»

Questo mi confermò che la chiamata di conferenza che veniva attivata dal telefono di Suwa, beh, era attiva.

«Ma perché cazzo mi chiamate quando sto per essere uccisa?!»

«Scar-» mi venne incontro mio fratello, ma venne fermato da Samuel che era ritornato in stanza e cominciarono a fare una sottospecie di lotta. Stavano sicuramente cercando di atterrarsi a vicenda.

«Perché, che sta succedendo?» domandò il rosso.

«Scarmy han fatto l'amore e Xavier vuole le loro teste.»

«Oh mio Dio, non sei più vergine! Dai, racconta» esclamò il mio migliore amico.

«Sì sì sì, voglio assolutamente sapere! Voglio aggiornamenti su Scarmy» continuò lei.

Sam atterrò Xavier e sorrise come se avesse vinto. «Vedo che non hai perso l'allenamento Willoughby.»

«Levati di dosso Sampson!» cercò di liberarsi, ma il mio coinquilino gli si era seduto sopra alla schiena tenendogli i polsi saldi al suolo.

«Sta calmo, ne avevamo già parlato quando siamo andati a ripristinare la nostra verginità. Perché questa reazione?»

Era andato anche Xavier?

«Perché è mia sorella magari? Cazzo di domande fai?!» ma in pochi secondi, dall'incazzatura passò a uno sguardo altamente preoccupato. «Dio, dobbiamo andare immediatamente a comprare un test di gravidanza, non si sa mai! E se poi l'hai messa incinta perché il preservativo era rotto? Oh mio Dio, diventerei zio! E dove andrete a vivere? Rimarrete qua a Sydney o tornerete a Darwin? Smetterete gli studi? E per di più dovremo comprare la culla, sapere se è maschio o femmina, comprare i vestitini, dovremo decidere dove battezzarlo, che scuole fargli o farle frequentare, mettere i soldi da parte per l'università in cui andr-»

«Ehi, sta calmo, sarebbe mio figlio, perché ti preoccupi così tanto? Dovrei essere io quello ansiato non tu!»

«Scarlett, che sta succedendo?» mi domandarono i miei migliori amici all'unisono.

«Stanno discutendo su nostro figlio» dissi sconcertata ed osservando la scena stupita.

«Sei incinta?!» sputò Suwa incredulo.

«Oh mio Dio, diventerei la zia Brooke! OMG, sì sì sì, ti prego, dimmi che sarà una femmina! Le insegnerò a truccarsi, a scegliere i vestiti e le farò vedere di quali ragazzi deve innamorarsi e quali no.»

Tutta questa situazione era assurda, anzi, questo aggettivo era un eufemismo.

Sam mi guardò un po' spaventato e Xavier riuscì a liberarsi dalla sua presa, ribaltando la situazione. «Non hai sensi di vomito o altro, vero?» mi domandò il mio ragazzo.

«E se li avesse? Tu non la lascerai solo perché l'hai messa incinta eh, pezzo di merda?! Provaci e ti riduco a brandelli!» digrignò il mio fratellone.

«Figurati se la lascio! Avrò un figlio, dovrà essere maschio e gli insegnerò a nuotare.»

«E se fosse femmina invece?!»

Non ne potevo più.

«Ma che avete tutti?! Non sono incinta, sto benone, ho solo un po' di fastidio essendo stata la mia prima volta!» sbottai a tutti e quattro.

Non era possibile arrivare ad avere discussioni di quel genere e farle diventare più grandi di quello che in realtà erano.

«Quindi ce lo ha grande?» commentò la riccia dal telefono.

Diventai paonazza nel sentire quelle parole. «Brooke!» la sgridai e Suwa scoppiò a ridere.

«Beh scusa, hai fastidio lì, quindi non era piccolo, buono, mi fa piacere. Per quanto tempo lo avete fatto?»

«Oddio, Brooke, mi farai schiattare prima o poi» continuava a ridere quello scemo come un pazzo.

«Ma è la verità! Immagina se era piccolo, mi sa che l'autostima di Sam si sarebbe abbassata di parecchio» continuò a ragionare.

«Quindi l'hanno fatto come avevamo detto?» e questa volta a parlare fu Matthew, probabilmente avvicinandosi alla sua ragazza.

«Sì tesorino mio, e a quanto pare è andata molto bene. Preliminari ne avete fatti?» continuò lei.

«Ma la vuoi smettere?! Io non dirò proprio nulla di ciò che abbiamo fatto!»

«Di a Brooke che la ucciderò» intervenne Xavier, fissandomi in malo modo.

«Ma così sarei venuto senza preservativo, non sarebbe stato peggio?»

«E perché scusa?» rispose nel frattempo lei a mio fratello nonostante quei due non potessero sentirla, discutendo tra loro per via della battuta del mio fidanzato. «Ho fatto felice una coppia predestinata fin dai tempi della creazione, se Sam non fosse partito questa situazione sarebbe saltata fuori anni fa. Oppure magari non sarebbe così pervertito e lo avreste fatto più o meno adesso. No, preferisco le cose come stanno ora, la piccola Scarlett doveva crescere con uno con un po' di esperienza.»

«Un po' tanta» aggiunse il Rosso.

«Ma la vuoi smettere Brooke? Poi ti segue quell'altro.»

Perché la devi zittire? Ha totalmente ragione, brava Brooke. Lei capisce tutto dalla vita, tu nada de nada.
Che mal di testa.

«Cos'è tutto questo casino?» intervenne una nuova voce e, guardando verso l'entrata, trovammo una Danielle pronta per il servizio all'hotel.

«Tesoro-» cercò di giustificarsi Xavier, ma Samuel lo precedette ribaltando di nuovo la loro disposizione, tornando sopra al suo migliore amico.

«Voleva ucciderci, ma ora pensava più a comprare un inutile test di gravidanza che non servirà a un fico secco.»

Danielle forgiò un ampio sorriso che abbagliò probabilmente mio fratello, perché lo vidi più rilassato di prima. «Davvero? Congratulazioni, era ora!»

«Danielle!» la richiamò il suo ragazzo, ritornando serio.

«Zitto tu!» e sorprendendomi in modo positivo, mi venne incontro e mi abbracciò calorosamente. «Sono così felice, finalmente avete espresso i vostri sentimenti a valore fisico.»

«Danielle» piagnucolò Xavier.

«Senti chi parla, probabilmente tu non hai aspettato secoli prima di andare a letto con Danielle. Novità dell'ultima ora, io conosco tua sorella da quando è nata, quindi tecnicamente ho aspettato diciotto anni» sbottò, cercando la ragione.

Il mio fratellone sembrò perdere la pazienza. «Beh, se vuoi ancora andare a letto con mia sorella, lei dovrebbe venire a conoscenza delle tue precedenti avventure.»

Sam buttò la testa indietro per poi schioccare la lingua in modo scocciato. «Le ho già detto che l'ho già fatto con altre ragazze, non serve elencarle, anche perché me ne ricorderò qualcuna.»

«Donnaiolo» pronunciai schifata, ma cercando di non essere troppo seria.

Ti rode però.
E come non potrebbe?

Sam guardò un punto indefinito della stanza tenendo in sbieco la mandibola, segno che non aveva nulla da ribattere. Almeno aveva capito che non intendevo offenderlo in modo diretto, ma indiretto.

«E che mi dici di Kayla? Gliene hai parlato? Lei non era una qualsiasi come le altre» continuò mio fratello, ma non capivo se volesse che litigassimo per non fare più certe cose che ovviamente gli recavano fastidio, oppure se volesse accertarsi che tra di noi non ci fossero segreti. Speravo vivamente la seconda, era il mio Onii-chan, non poteva essere così egoista da volerci vedere litigare, se non addirittura farci lasciare.

Samuel fece un sospiro profondo, pieno di fastidio.

«Chi è Kayla?» domandai spaesata.

«Kayla? E sta esibizionista da dove viene?» sentii dire da Brooke.

Mi ero dimenticata di essere ancora in diretta con quei due tanto ero concentrata su quello che stava succedendo nella mia camera.

«Xavier!» lo rimproverò Danielle.

«Non ti ci mettere anche tu! Se stanno insieme dovrebbero sapere l'uno del passato dell'altro, quindi Scarlett ha il diritto di sapere chi era Kayla! Forza Sammy, come mai non parli mai dell'America? Sono sicuro al cento per cento che sa solo qualcosa grazie a quelle foto che hai lasciato a Darwin.»

Ed ecco che mi venne in mente il suo volto. Era la ragazza che nella foto guardava Samuel con uno sguardo che mi sembrava diverso, preso da lui. La ragazza con gli occhioni grigi e i capelli mori e mossi. Quella ragazza che ai miei occhi era una delle più belle che avessi mai visto. Un senso di gelosia si impossessò di me, misto al fastidio e alla curiosità.

«Non è così terribile come sembra, è la ragione che mi ha spinto a ritornare in Australia, quindi non è così male» cercò di giustificarsi Sam, ma dall'espressione di Xav potevo leggere espressamente "con me non attacca".

Allora se non fosse stato per questa Kayla lui non sarebbe tornato. Quindi non era così malvagia, no?

«Sam» lo incitò a parlare.

«Va bene!» si fece convincere, per poi posare i suoi occhi su di me. Sembrava come se non volesse dirlo, come se questo recasse più dolore a lui che a me e non lo capivo. «Kayla era la mia ragazza, o almeno, l'unica che sono riuscito a vederla come tale prima di te, ma non c'era nulla di ufficializzato, è solo una mezza convinzione.»

«Che vuoi dire?» domandai, non riuscendo a capire cosa intendesse dirmi.

Lo osservai sospirare, tenendo la mandibola serrata. «Che praticamente nel periodo in cui ci frequentavamo, noi non vedevamo altra gente in quel senso» confessò con un leggerissimo imbarazzo, quasi da non riuscire a notarlo.

«In quel sen-» mi bloccai, capendo cosa intendesse con in quel senso. Praticamente erano "una coppia" solo perché non avevano altri rapporti al di fuori del loro. «Oh» pronunciai alla fine.

«Ma non la penso più da quando sono qua in Australia, dico sul serio, solo che mi viene difficile parlare di lei. Posso parlarti di Jared, di Earl e degli altri, anche degli amici in Italia e perfino della mia prima volta, ma di lei no. Non ce la faccio, non me la sento, è difficilissimo anche accettare come sia finita la nostra... amicizia, o come vuoi chiamarla.»

«Quindi non hai oltrepassato la situazione» gli fece notare Xavier, ma non lo disse con disprezzo, era più per fargli capire come stavano realmente le cose. Quasi era come se si parlassero loro due in una conversazione privata, senza badare di chi c'era attorno.

Sammy abbassò lo sguardo verso il suo migliore amico, con la tristezza che lo avvolgeva. Questa ragazza era così importante per lui? «È difficile Xav, mi è stata portata via, posso anche non pensarla più come prima, non so nemmeno se quello che ho provato era... amore, però il ricordo di lei mi è prezioso, non riesco e non voglio dimenticarla. Ma questo non sminuisce affatto Scarlett» aggiunse, posando subito dopo le sue iridi sulle mie, alzandosi in piedi e venendomi incontro. «Anche lei aveva capito che il mio posto era qui in Australia, qua con voi e con te specialmente. Tutto mi riportava qui e da te, persino i miei pensieri. Quando ero triste mi rifugiavo nel ricordare il tuo sorriso e i momenti passati a Darwin nonostante mi facesse male perché mi mancavate, è tutto vero, io non ho mai smesso di pensarvi e di pensarti. E la cosa che più mi strugge è il fatto di non aver capito prima quanto ci tenessi a te, tu sei tutto quello di cui ho bisogno per essere veramente felice. Sei sempre stata più importante di quanto avessi mai creduto.»

Sembrava come se volesse convincermi, i suoi occhi sembravano voler gridare di volersi far credere e la sua voce era come se volesse supplicarmi di non lasciarlo, ma non serviva, io, nonostante tutto, mi fidavo di lui e non trovavo ragione per non credergli.

Poi una cosa riuscì a distrarmi, ovvero Brooke che dall'altra parte della cornetta si era messa a tirare su col naso, per poi soffiarselo. Ero ancora in linea, pazzesco. «Scaaar, devi credere a Sam, lui è così dolce e dannatamente romantico.»

Percependola piangere, mi sentii come in una telenovela o in un film drammatico, e non volevo più sentirla. Si faceva troppo trasportare dalle emozioni e dai discorsi. Fortuna che questo era il suo punto debole, se no non sapevo come Matthew avesse potuto giocare le sue carte nel conquistarla.

«Poteva dire di meglio, ma va bene» intervenne Suwa con tono annoiato.

Ecco, lui preferiva le cose caotiche, i fantasy, film sugli eroi come Marvel e DC Comics e gli horror, ma film d'amore o drammatici no, molto difficile anche se era un ragazzo molto sensibile. Non potevo negare che certe volte, nel guardare i film romantici sotto gli obblighi di Brooke, si era messo a piangere in silenzio.

Roteai gli occhi nell'udire le loro voci e non capendo il perché avessi ancora quel maledetto apparecchio elettronico in mano. «Ti credo Sammy, non serve che ti giustifichi e quando vorrai parlarmi di... Kayla, beh, sarò più che contenta ad ascoltarti. Ma ora non voglio sentire altro, ho un mal di testa assurdo e preferirei farmi un giro lasciando questa assurda vicenda alle spalle.»

Stai scherzando?
No.
Sei stupida?! Fallo parlare! Si è praticamente dichiarato per la seconda volta, è il momento giusto per cavagli qualcosa di bocca!

«Eh no eh?!» sbottò la mia migliore amica, e come fosse sincronizzata con quella matta di una coscienza che mi ritrovavo era ancora da scoprire. «Io voglio sapere ADESSO, non più avanti! Giuro che mi taglio i capelli se non lo fai parlare! Io devo sapere Scarleeeett, siete la mia storia d'amore preferita dopo me e Matt, non puoi farmi questo!»

«Allora tagliateli Brooke!» imprecai, staccando la chiamata con scocciatura.

Mamma quanto era insistente. Ero stufa, totalmente stufa di sentire shignazzi dall'altra parte della cornetta, però se volevo uscire da quella stanza l'unico rifugio era il suo.


~~~~~~

Aloha aussieee

Sammy questa volta ha voluto sfidare la morte HAHAHAH
Xavier è sempre pronto all'attacco

⬆ Questo è Sammy che scappa dal temuto Xavier HAHAHAH

Questo Invece è quello che teme Xavier da quando i nostri Scarmy si sono messi insieme ⬆ RIP

Finalmente invece si è saputo qualcosa di più consistente riguardo al passato di Sam, come vi sembra ora Kayla? Oppure vi puzza quanto Jake? 😹

Good, ci sentiamo al prossimo aggiornamento con Scarlett che va da Brooke, mi raccomando, non perdetevi il prossimo capitolo!

Ps. Avviso che la prossima settimana ho gli esami universitari, quindi non sono certa di riuscire a pubblicare sabato... in ogni caso su instagram sarete aggiornati su quando sarà pronto, nel frattempo rimaniamo ancora per sabato mattina, non si sa mai hahahah

Bye bye 🐨

~ Niki_Rose

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