39. QUANTO SONO INCREDIBILMENTE SEXY OGGI?

"QUANTO SONO INCREDIBILMENTE SEXY OGGI?"

«Io non ci salgo su quell'affare, te lo puoi scordare» sbottai con le braccia conserte, nonostante quella bellezza fosse una Harley e salirci sopra sarebbe stato l'ultimo dei problemi.
Il vero problema era che l'avrebbe guidata lui.

Alla fine aveva ragione la mia vocina, Jake Parfit mi avrebbe accompagnata all'hotel e per di più con la sua bella e meravigliosa moto. Lo avevo seguito verso il garage senza un vero e proprio motivo, maledicendo ogni passo che facevo dopo al suo.
Non che Juliette fosse stata di aiuto, si era addormentata sul divano come un ghiro dopo aver fatto un'ora e mezza di spagnolo. Quella ragazza ancora non la riuscivo a comprendere completamente, infatti prima di andare nel mondo dei sogni aveva divagato nel raccontarmi che da piccola desiderava avere un unicorno bianco con la criniera viola piena di brillantini.

Tu eri più realista a quell'età.
Credo proprio di sì.
Certo che lo eri, tu desideravi vedere Sammy e poi te lo ritrovavi in casa. Però una volta trasferito questa sorta di superpotere non ha più funzionato purtroppo.
Chissà perché, eh?
A-ha, che simpatico il tuo sarcasmo.

«Dai Charmander, salta su e finiscila di lamentarti. Tieni, prendi il casco» sbuffò porgendomene uno completamente rosa.

Guardai al suo interno e vidi un capello biondo. «Di chi è?» domandai curiosa.

«Di mia sorella» rispose con tranquillità, prendendo il suo che era appoggiato sul manubrio.

Oh che schifo.

«Scordatelo, io non me lo metto.»

Dalle sue labbra uscì uno sbuffo e appoggiò in modo poco delicato il suo casco integrale sul sedile. «Ora cosa c'è che non va?»

Sbarrai gli occhi non potendo credere al fatto che me lo aveva chiesto veramente. «È di quella-» falena «antipatica-» schifosa «di tua sorella, non ci penso nemmeno ad indossarlo. La mia testa non entrerà mai là dentro.»

Jake si passò una mano fra i folti capelli biondo cenere con in viso un'espressione scocciata. Poi mi rubò il casco dalle mani e, sia ringraziato il Signore, me ne diede un altro. «Questo è di mia mamma, fattelo andar bene.»

Già questo mi piaceva di più, era bianco panna con una riga nera nel mezzo. E poi era di quella bomba sexy australiana, non avrei potuto rifiutare.

Quella donna è un modello da seguire.
Piacerebbe persino a Brooke.
No vabbeh, Brooke sclererebbe... e anche Sammy.
Perché lui?
Ma se sembra Jennifer Aniston, come fa a non potergli piacere se va matto per quella donna?
Hai ragione.
È il suo pupillo.
Sì, ho capito.
La luce dei suoi occhi.
La vuoi piantare?

Infilai la testa nel casco senza fiatare, mentre Jake fece le sue ultime cose prima di poter partire.

Potrebbe farti da motociclista personale ora che ci penso.
Ma anche no.

Lui montò in sella, alzò il cavalletto e mi invitò a sedermi dietro di lui. «Su, cavalca sulla mia piccola.»

Roteai gli occhi sentendo quel scontato nomignolo e lui sembrò divertito nel vedere la mia espressione. Una volta salita cercai di posizionarmi bene in modo tale da stare comoda e credendo che fosse poco bastardo pensavo che mi avrebbe dato del tempo. Invece fece una finta andando in avanti di qualche centimetro, il che mi fece prendere un infarto e mi avvinghiai a lui senza pensare a dove mettere le mani. Perché era questo il vero problema per le ragazze, scegliere il posto dove metterle. Sulle spalle o sui fianchi? Lo abbraccio o mi tengo alla giacca? Ma se ci sono le maniglie dietro le uso oppure no?

Lo sentii fare un sobbalzo non aspettandomi per nulla che si fosse spaventato anche lui per colpa di una sua azione brusca.

«Oh, anche i ragazzi spavaldi come te si spaventano?» gli chiesi cercando di stuzzicarlo.

Lo sentii fare un verso, il che mi fece pensare che al contrario la cosa lo facesse divertire. «In realtà sei stata tu Charmander, hai una mano stretta al mio pacco.»

Lasciai immediatamente le mani da dove erano e iniziai a scrollare quella impura sperando che l'aria pulisse quel peccato e aimè fu tutto invano. «Oh mio Dio...» cercai di contenermi.

Dritta al punto eh?
Ma fammi il piacere di stare zitta!! Oh mio Dio che schifo!! La mia mano, la mia mano!!
Scusami, ma sto schiattando dalle risate hahahahahah

Vidi con la coda dell'occhio Jake sistemare lo specchietto per guardarmi, ma poi si girò con la schiena preferendo osservarmi con i suoi occhi penetranti. «Sei tutta rossa, cosa c'è, volevi andare dritta al punto senza dire nulla e sperando che cogliessi il messaggio? Tranquilla, c'è uno spazio niente male da queste parti nonostante sia un garage, ma se preferisci possiamo andare in camera mia, non c'è problema.»

Gli diedi un pugno sulla spalla, ma lui non si mosse di un centimetro, anzi, lo feci solo ridacchiare. Come al solito fu la mia mano a soffrirne, ma fortunatamente meno del solito. «Idiota! Sei un coglione, non volevo lasciar nessun messaggio tra le righe, sei partito senza farmi sistemare e dallo spavento mi sono aggrappata accidentalmente al tuo coso!»

«Ehi, si chiama pene» puntualizzò con malizia.

«Sì vabbeh, al tuo amichetto» schizzai, agitandomi sul sedile in pelle come una bambina che fa i capricci.

Non lo chiami più Eric?
Ahh, piantala anche tu!

Lui scoppiò a ridere, mentre io non ci trovavo proprio nulla di divertente. Volevo solo sotterrare la mia testa sotto la sabbia come facevano gli struzzi dalla vergogna che provavo in quel momento.

Voglio tagliarmi la mano.
Eddai, è stato un errore piccolo e innocente, cosa vuoi che sia.
No! Che schifo... e per di più la mano mi pulsa, cos'ha ora?
Idiota, è il sangue che passa.

Lui ritornò con le mani sul manubrio con sempre quel sorrisetto che tanto avrei voluto strapparglielo e bruciarlo. «Dai, non starci così male, siamo fidanzati, è normale che vuoi fare certe cose.»

«Oh, ma smettila di sparare stronzate a raffica Parfit.»

Girò la manopola facendo rombare la moto e il suono si espanse in tutto il garage. «Sembri tuo fratello» e dando il via libera uscì da quel posto andando ai cento all'ora.

······

Ero riuscita ad arrivare a destinazione senza essere ferita o addirittura uccisa. Con quella moto era un pazzo, sfrecciava tra le macchine messe in coda, non aveva rispettato un rosso, evitato di stirare un passante sulle strisce pedonali e di far balzare via me dalla sua Harley. Con fretta gli consegnai il casco guardandomi ripetutamente attorno e lo ringraziai sotto al suo sguardo divertito.

«Sta tranquilla Charmander, non ci beccheranno, non siamo così sfigati.»

Gli schioccai la mia miglior occhiataccia, non sapevo nemmeno se Samuel l'avesse mai vista dopo tutti quei bisticci che ci facevamo. «Io lo sono eccome, basta pensare a prima in garage.»

Evitai di indicarmi la mano pentita perché aveva già capito. Lui captava solo quel tipo di cose a quanto pareva, quindi non avevo il bisogno di preoccuparmi di essere fraintesa in quel momento.

Con il solito sorrisetto scaltro si grattò la mandibola tenendo sotto l'altro braccio il casco.

«Bene, grazie e addio» gli dissi senza lasciarlo parlare e avviandomi verso le scalinate, ma la sua voce bassa fermò i miei passi.

«Ci vediamo fidanzata» gli sentii dire, ma non mi voltai, tenendo i pugni stretti e riprendendo la falcata.

Insopportabile.
Fantastico.
Sporcaccione.
Fa schiattare dalle risate.
Tu da che parte stai?
Scusami, ma è stato epico in garage, non lo dimenticherò mai. Preparati, questo ricordo te lo farò presente molto spesso.
Non pensavo che ti eri convertita, dove lo metti ora Samuel?
Ehi, piano ciccia, il TeamSammy rimarrà sempre in pole.

Borbottai tra me e me per tutto il tragitto in ascensore, riflettendo su quanto fosse un deficiente quel Parfit. Se voleva farsi odiare anche da me, beh, notizia dell'ultima ora, ci era riuscito alla grande.

Entrai in stanza trovandola fortunatamente aperta, lanciai la borsa chissà dove, sapevo solo che l'avevo lanciata, mi diressi in camera e mi buttai sul letto a faccia in giù. Feci un lungo sospiro e chiusi un secondo gli occhi cercando di rilassarmi. Quella giornata era stata davvero estenuante, ed era tutta colpa di quel biondo deficiente scassa maroni.

Feeermi tutti! Sammy non l'ho visto!
Eh? Aspetta, cosa?!

Mi alzai di colpo preoccupata di non sapevo bene cosa e lo beccai appoggiato all'armadio con le braccia conserte e un sorriso sulle labbra.
E senza maglia.
Sì, ho notato ora.
Vista celestiale. Sono in paradiso.
Non pensi più a Jake?
L'unico Jake che conosco al momento è Gyllenhaal, nessun altro.

«Finalmente mi hai notato, pensavo che sarei rimasto invisibile per ancora un po'» mi riferì ridendo leggermente, facendo muovere le sue muscolose spalle e i suoi magnifici pettorali.

Così ti voglio Scar, ti ho allevata per bene. Sono così fiera di te *lacrimuccia*

«Ehm, mi spiace...?» non sapevo cosa dire in realtà, ero letteralmente bloccata. Era vero che lo avevo visto diverse volte senza maglia, ma non riuscivo a capire il perché in quel momento fossi tanto meravigliata e compiaciuta nel non vederla.

Sarà la cattiva influenza di Jake.
Cosa c'entra Jake Gyllenhaal?
Idiota, intendevo Jake Parfit. Ti ricordo della stretta di mano in garage.
Ahh, la la la la la, non ti sento.
Ti sei stretta al suo pacco.
Basta vi prego, uccidetemi, voglio morire.

«Come sei tornata?» mi domandò prendendo una maglia dall'armadio.

Ha un culo perfetto.
Smettila.
Guarda che lo stai osservando tu, io vedo con i tuoi occhi e commento quello che in realtà tu pensi.
Ho detto di smetterla.
Secondo me ti stanno per arrivare. Tra la toccatina e l'ispezionamento di Sam...
Non l'ho fatto a posta quello!
Quindi stai ammettendo che guardavi il fondoschiena di Samuel perché lo volevi?
Ti odio, piantala.
Ma zitta che senza di me non vivresti.

«Ehi, mi stai ascoltando o pensi più a sbavare?» mi chiese, attirando su di sé un altro tipo di attenzioni volendo essere ascoltato e non ammirato. No, forse anche la seconda, a lui piaceva essere guardato, gli faceva crescere sempre di più l'egocentrismo.

«Cosa? Non sto sbavando stupido» lo rimproverai passandomi il dorso della mano sulla bocca.

Deficiente, gli hai appena dato la conferma.

Da lì mi affrettai a portare la mano sulla mia gamba con una rapidità che mi fece stupire di me stessa.

Lui abbozzò un sorrisetto malizioso sul viso e mi mostrò la sua maglia. «Ti piace?»

La guardai e ad essere sinceri non mi piaceva, ne aveva decisamente di meglio. Non capivo perché volesse mettere quella. «Naa, ne hai di più belle.»

«Quindi sto meglio senza maglia» sintetizzò e io annuii.

Il suo sorriso si allargò, mostrandomi i suoi perfetti denti bianchi e facendo comparire così le sue deliziose fossette.

No, aspetta, cosa avevo appena fatto?!
Sì, sei in fase pre mestruale.

«No, non intendevo senza senza maglia, volevo dire senza quella maglia, cioè, non mi piace quella maglia in particolare, le altre che hai nell'armadio sono più belle, mettiti una di quelle se ne devi mettere una» dissi tutto d'un fiato cercando di giustificarmi.

Lui scoppiò a ridere, facendomi sentire in soggezione. Perché ero così rimbambita?

«Quindi se non voglio metterla a te starebbe bene?»

Prima di rispondere pensa dannazione, sembri tu il cane in calore adesso. Ti sta facendo il giochetto di "quanto sono incredibilmente sexy oggi?"
Beh, perché non lo è?
che lo è maledizione, ma non darlo a vedere così tanto!
Ma se sei tu quella che mi dice sempre di saltargli addosso, ora ti lamenti?!
Sì beh, notizia dell'ultima ora, non lo hai mai fatto.
E chi ti dice che non lo faccio ora?
Sono sicura che non farai nulla, ti conosco troppo.

Il battito cardiaco mi si era abbassato fino a zero, ero letteralmente morta. Anche la risata che uscì in quel momento dalle sue rosee e carnose labbra era da scoppio ormonale.

Non mi riconosco più.
Dai, sta tranquilla, ristabilizza il battito e poi cerca di fare meno figure di merda.
È la prima volta che lo dico, ma per fortuna che ci sei tu qua con me.
Lo so, lo so.

«Comunque ti ho sentita arrivare, anzi direi che quel bel rombo mi ha fatto affacciare così ti ho potuta notare, ma sbaglio oppure quello era lo strafottente che si crede il più figo di Sydney e che è odiato da Xavier?» mi domandò cambiando il discorso.

Ritornai finalmente alla realtà e alla mia me stessa. «Senti chi parla, sbaglio o anche tu sei egocentrico?» lo punzecchiai.

Lui si bloccò a fissare un punto vuoto e sul suo viso si increspò una smorfia. «Allora, parliamoci chiaro, io lo sono perché ne ho le prove» disse guardandomi dritto negli occhi e inarcando un sopracciglio.

Portai le braccia sotto al seno e imitai la sua stessa espressione facciale, raddrizzando poi la schiena e incrociando anche le gambe. «Ah sì? E quali sarebbero, sentiamo» lo sfidai.

Lui aprì leggermente le labbra tenendo però la mandibola serrata, e assunse uno sguardo magnetico tenendo la testa leggermente piegata all'indietro. Fece pochi passi avvicinandosi a me, per poi abbassarsi e puntare i suoi occhi limpidi ai miei, facendoli incastonare. Io mi ero completamente bloccata, eravamo a una spanna di distanza e sentivo il suo leggero respiro accarezzare la pelle del mio volto. «Non mi risulta che tu gli abbia mai sbavato dietro.»

Rimanemmo in silenzio a fissarci per qualche istante, e io lottavo contro me stessa per non sorridere. Non dovevo pensarlo, ma la sua voce uscì dalla sua bocca con un tono sensuale e sexy. In quel lasso di tempo ne ebbi la certezza, ero più che convinta che Sammy volesse farmi morire.

Lui è da disturbo ormonale.
Oggi non vuoi lasciarmi in pace eh?
Senti, fino ad ora le hai usate tutte tu le carte "figure di merda", io qua faccio solo commenti e non mi pare che qualcun'altro oltre a te mi senta, quindi non lamentarti. Ora che finalmente facevi certi pensieri senza il mio intervento, dovevi tornare normale?

«Oggi sei fin troppo taciturna, cos'è che stai pensando con quella testolina?» mi domandò spingendomi la fronte con un dito. «Non serve scervellarsi per constatare quanto sono eccitante senza maglia.»

Da quand'è che legge nel pensiero?
Okay, il ragazzo mi spaventa, io me ne vado prima che capti altro.
Era ora.

Lui aggrottò la fronte e si sedette al mio fianco, appoggiando i gomiti sulle sue gambe e sporgendosi in avanti per potermi guardare in faccia. «Sul serio? Non ribatti? Tu? Sto facendo di tutto per farmi insultare e tu stai zitta?»

A quel punto cominciai a ridacchiare e nel vedermi così sembrò sollevarsi, come se avesse avuto fino a quel momento un peso sulle spalle. Non riuscivo a capirlo.

«Dimmi, ti ha fatto qualcosa quel tipo? Ti ha infastidita o toccata?» mi chiese con tono serio.

Mi pietrificai all'istante.
Oh mio Dio, non l'ha detto sul serio.
Ti prego non iniziare.
Sammy, mi spiace dirlo ma Jake Parfit è il primo ragazzo a cui Scarlett abbia mai toccato il pacco.
Eccola, lo sapevo.
Muoio, sto ridendo troppo hahahahah.

«Ho conosciuto sua mamma, una gnocca da paura, la milf più bella e sexy che abbia mai visto, le avresti sbavato dietro senza ombra di dubbio» cambiai discorso guardandolo dritto negli occhi.

«Davvero?» chiese con un tono un po' divertito.

Annuii. «Credimi, era bellissima.»

«Quindi lui non ti ha fatto nulla, giusto?» ritornò al discorso originale.

Tranquillo Sammy, quella persona che ha fatto qualcosa l'hai seduta al tuo fianco.
Sssst.

Scossi la testa cercando di tranquillizzarlo. «No Sam, non preoccuparti.»

Gli sorrisi e lui mi abbracciò a sé. Non capii il senso di quel gesto, non avrei mai immaginato che l'avrebbe fatto e non credevo che in quella circostanza ce ne fosse il bisogno, quindi mi ritrovai esser presa alla sprovvista. Il suo cuore batteva forte nel suo petto e il suo suono rimbombava nelle mie orecchie, ma allo stesso tempo mi calmava. Il profumo del bagnoschiuma alla vaniglia e cocco che aveva in dosso innondava le mie narici e il suo corpo mi teneva al caldo. La mia anima si stava sciogliendo sotto al tatto di quel dolce abbraccio, facendomi pensare per un secondo che forse era solo un bel un sogno. Invece era tutto vero e io non comprendevo. L'unica cosa che però riuscii a fare era far scivolare le mie mani lungo i suoi fianchi nudi fino ad abbracciarlo, accarezzandogli la schiena e chiudendo gli occhi beandomi di quella sensazione candida. La sua pelle era morbida oltre che profumata e calda, quindi potevo ritenermi stregata del tutto da lui.

Poi Samuel si scostò leggermente e mi prese il viso tra le sue mani, facendo in modo che io lo guardassi dritto nei suoi occhi azzurri e limpidi, senza nessuna imperfezione. Per un secondo però mi parvero leggermente lucidi, o che in qualche modo brillassero. Forse era solo una mia stupida impressione. «Promettimi che qualsiasi cosa accada tu mi chiamerai, okay? Qualsiasi tipo di problema io ci sarò per te.»

Io annuii semplicemente, senza riuscire a proferire parola. Una sola domanda vagava per la mia testa: perché si preoccupava così tanto?

Poi lui si avvicinò a me baciandomi la fronte in modo leggero e candido, quasi da far sembrare quel tocco come quella soffice nuvola bianca che solitamente sta nei cartoni animati. Successivamente spostò il capo leggermente più in giù, regalandomi dei baci sui miei occhi. Era una cosa che spesso avevo visto fare nei manga che leggevo, ma la ragazza piangeva. Lì quello con gli occhi che parevano lucidi era lui, non io, quindi non capii quel gesto. Abbassò ancora il livello della sua bocca e, dando prima un leggero tocco sulla punta del mio naso, la posò sulla mia. Sbarrai gli occhi a quel contatto, mentre lui aveva le palpebre chiuse, forse con le ciglia leggermente umide. Fatto sta che cedetti a quel bacio dando corda alla sua avance.

Mossi le mie labbra con le sue, piccoli gesti leggeri che però te ne facevano desiderare altri più passionali. Mi erano mancate le sue labbra anche se avevo promesso a me stessa che non sarebbe successo fino a quando non si sarebbero chiarite le cose tra di noi, ma era così bello che mi lasciai trasportare da quell'emozione. Le farfalle nel mio stomaco stavano svenendo una dietro l'altra e gli omini del cervello avevano subito degli infarti a catena. Come era possibile non lo sapevo, l'unica cosa certa era che solo Samuel mi faceva questo effetto.

Poi tutto finì quando invece di accentuare il bacio, lui si scostò velocemente come se si fosse reso conto di ciò che stava facendo. Ci guardammo negli occhi e i suoi erano letteralmente spalancati dallo stupore delle sue gesta. Quindi non era intenzionato, ma al contrario istintivo. Perfetto, seconda volta che mi baciava senza volerlo veramente, ma perché il suo cervello non era riuscito a fermarlo in tempo. Sapevo che era uno di quei ragazzi che dava retta a ciò che il suo corpo voleva fare, ma non che fosse tanto istintivo da non ascoltare la sua vocina interiore. Chissà che gli diceva.
Chissà se ce l'ha, vorrei conoscerla in caso.
Zitta tu.

«Scusami... io-» ma non trovando le parole si alzò di scatto portandosi le mani sulla testa e prendendo una felpa uscì dall'appartamento, lasciandomi da sola.

Ci fu solo un attimo di silenzio in cui rimasi del tutto spiazzata senza muovere un muscolo, ma poi riuscii a dare aria ai polmoni. «'Fanculo!» imprecai ad alta voce e dando un pugno sul materasso. «Che si fotta!» presi un cuscino e lo lanciai da qualche parte. «Spero che sei contento Samuel Sampson!» urlai contro la porta, ma ovviamente non mi sentiva essendosene andato.

Oh santo cielo, due baci in un giorno e da due gnocchi. Oh Scarlett, vuoi chiamare anche Jensen e fartene dare uno anche da lui?
Ma finiscila di sparare stronzate e ti ricordo che quello di Jake è stato fugace.
Ma bello.
Solo perché ha premuto le sue labbra alle mie.
Con Sammy invece, wow, a dir poco emozionante, sono senza parole.

Come se fosse una cosa automatica, mi affrettai a prendere il cellulare dalla borsa e cercai il numero di Brooke. Feci squillare il telefono e ovviamente, come lei si chiamava Brooke Harris, rispose prima che iniziasse la segreteria telefonica. «Ehiii, come mai mi hai chiamata?»

«Brooke, cazzo, vieni immediatamente da me!» mi affrettai a dirle torturando le unghie dal nervoso.

«E ora che ho fatto?» domandò non capendo cosa volessi da lei.

«Tu nulla porca merda, oggi tutte a me succedono!»

«Che hai combinato?»

«Io e Sam ci siamo appena baciati, cazzo.»

«E tu dici cazzo?! Io direi finalmente!»

Scossi la testa. «No, tu non capisci, è stata una cosa istintiva non voluta, io lo strozzo un giorno di questi.»

Uno sbuffo si sentì dall'altro capo della linea. «Che palle però! Almeno potevate approfondire le cose, non sarebbe stato del tutto inutile in quel caso.»

«Brooke!» la sgridai, per poi accertarmi che fossi veramente sola in stanza.

«Beh scusa, vi siete baciati al compleanno di Hugh e lì ragazza mia, di come l'hai raccontato ci sono stati parecchi fuochi d'artificio tra quelle lenzuola, per i tuoi parametri intendo, ora invece sembra una cosa un po' più sciupata. Dico giusto?»

«Beh, lo era dato che non ha accentuato, ma anzi, si è scostato e mi ha guardata sbalordito. È stato lui, mica io! Che mi guarda a fare con quello sguardo?!»

«Ora vedi che è lui quello che se ne va dall'appartamento.»

Mi si illuminò una lampadina nel cervello, ma si bruciò all'istante. «Eh no eh, solo io posso, e poi Xavier si insospettirebbe.»

«Lo sai che ha già fondato i suoi sospetti?»

Spalancai gli occhi nel sentire quelle parole. «Cosa?!» sbottai. «E tu come fai a saperlo?!»

«Behh...» pronunciò, sicuramente con quella sua solita espressione che diceva "credo di essermi dimenticata di dirti qualcosa". «Quando ancora stavi da Suwa tuo fratello è venuto a cercarmi. Cavolo, pensava che tu e il rosso stesse insieme, sono morta dal ridere» a quel punto scoppiò in una risata isterica.

«E poi? Che gli hai detto?» indagai col fiato sospeso.

Se c'era una cosa che sapevo benissimo della mia migliore amica era che lei si lasciava sfuggire cose che al contrario sarebbe stato meglio che se le tenesse per sé. Non perché lo facesse apposta, ma perché era lei, e poi se davanti ai suoi occhi ad implorarla a parlare c'era il suo primo amore, non che mio fratello maggiore, allora era impossibile farla stare zitta.

«Ma nulla Scar, gli ho detto che è una cosa improbabile tra te e lui, e quindi credo che ora sospetti di te e Samuel.»

No, non mi convinceva. «Tu gli hai detto qualcosa al riguardo?» sibilai tra i denti.

«Nnoooo... cosa te lo fa credere?»

Okay, il suo tono di voce non dava tutta quella sicurezza che invece doveva dare, quindi questa era la prova esatta che conoscevo la mia migliore amica come nessun'altra persona al mondo. «Brooke Harris-»

«Okay okay, mi sono fatta sfuggire che io credo che tu sia innamorata della stessa persona da tutta la tua vita, ma giuro su Calvin Klein che non ho fatti nomi.»

«Tu- mmmmm, brutta peste che non sei altro, io se ti vedo ti ammazzo!»

«Ehi, calmati Bestia, uno sono l'unica ragazza che sopporta te e questa tua situazione assurda con Sam, e poi sono essenziale per la tua vita, tanto da credere che se Xavier fondi sospetti tra te e Samuel, lui possa aiutare il suo migliore amico nel farlo ragionare. Quindi ragazza mia, non è così male che abbia sospetti il tuo fratellone.»

«E io cosa dovrei fare?!» chiesi credendo di avere le mani legate.

«Assolutamente nulla! Continua a comportarti come sempre hai fatto, perché farti problemi? Poi se ti viene da saltare addosso a Samuel fallo, io posso essere solo contenta.»

Sospirai non volendo crederci. Io dovevo fare finta di nulla, andiamo, mi ero appena baciata con Sammy, sicuramente non ci saremo scambiati una parola per tutta la serata e Xavier avrebbe fatto domande. Cavolo, a cena saremo stati all'hotel e non alle solite e vecchie grigliate, almeno lì avrei potuto parlare con gli altri, come Jensen ad esempio, anche se avrei avuto paura di giocare con quelli che potrebbero essere i suoi sentimenti. Ecco, non capivo nemmeno quello, gli piacevo o era solo un modo per farmi sorridere? Okay, potevo credere al fatto che mi trovasse carina, anche io lo trovavo un bel ragazzo, ma poteva anche essere che non gli interessavo veramente in quel modo, quindi mi sarei sentita meno in imbarazzo e più sciolta.
Mamma che casini.

«Senti tesoro, non fare la disperata, è stato un bacio, okay? Va bene, è stato uno di quelli che ti ricorderai per sempre perché sei innamorata persa a parer mio da una vita, però devi alzarti e non farti troppi problemi. Se ti preoccupa tanto che Sam se ne vada dall'appartamento, beh, l'unica cosa che puoi fare è comportarti normalmente perché se nota un vacillamento sarebbe più tentato ad andarsene, e credimi, disperarsi non porta da nessuna parte.»

«Sì, fallo tu con Xavier.»

«Eh... s-senti tu,» ed ecco che la sua corazza si frantumò come speravo. Anche io sapevo vendicarmi, e mio fratello era sempre stato il suo tasto dolente, «ora non girare il coltello nella piaga, e ti comunico che sono felicemente fidanzata con Matthew, l'amore della mia vita, quindi non infierire. Okay?! Ora, stavamo parlando di te» e fu così che si ricompose, uffa, «fa come ti ho detto, comportati come se nulla fosse successo e fattene una ragione. Allora, mi hai chiamata solo per questo?»

Annuii. «Sì, perché?»

«Perché ora voglio stare con Matt, anche se tu non fai attività fisica il mondo va avanti per la sua strada. Ci sentiamo.»

Mi aveva staccato il telefono in faccia per far incontrare Eric e Rossana? Oh mio Dio.
E fa bene.
Poteva evitare di dirmelo, certe cose mi fanno imbarazzare, e lo sa.
Esagerata, è una cosa naturale.
Queste cose sono private.
Mica ti ha raccontato.
Sì, vabbeh.
Oh mio Dio Scarlett come sei bambina certe volte, ti supplico cresci.

Mi alzai dal letto e mi diressi in sala, dove poco dopo giuse anche Xavier. Mi paralizzai all'istante. «Sorellina hai una faccia, chi ti ha accompagnata?»

«Sono venuta in taxi» mi affrettai a rispondere. «Juliette ha insistito che me lo pagasse lei.»

Mio fratello si sedette sul divanetto. «Gentile da parte sua.»

Annuii soltanto. Il momento di imbarazzo era giunto prima del previsto.

«Sammy?»

La saliva poteva andarmi di traverso. «Non lo so, è uscito-» ma poco dopo la porta d'entrata si aprì e il nominato fece il suo ingresso, bloccandosi sulla soglia nel vederci. Già di ritorno? «Ed ecco che è qui. Sta sera che si mangia? Ho una fame» deviai il discorso, sperando di riuscire sul serio a far finta di nulla.

«Al ristorante hanno parlato di canguro, probabilmente quello» rispose il mio fratellone passando i suoi occhi da me a Samuel. «Sam, che hai?» gli domandò.

Lui sgranò gli occhi e si grattò la nuca. «Cos'è che dovrei avere?»

Che disinvoltura ragazzi, da Guinness World Record.

Ma prima che Xavier prendesse nuovamente parola lo anticipai. «Sì, è leggermente imbarazzato perché l'ho beccato a cantare in bagno con la mia spazzola.»

Sammy mi perforò con lo sguardo, probabilmente ricordando di quella volta. «Avevi detto che non ne avresti parlato!»

«È Xavier, andiamo» poi mi voltai verso mio fratello e sorrisi. «Stava cantando Foolin dei Def Leppard.»

«Esilarante» commentò per poi scoppiare a ridere.

«Nanetta, avevi detto che non lo avresti detto a nessuno, ora ti devo punire» disse muovendo le dita in modo minaccioso.

Indietreggiai, ma mi ritrovai con le spalle al muro, con lui davanti che subito si precipitò a farmi il solletico. Almeno non c'era quell'aria di imbarazzo che avevo paura che si creasse.

~~~~~~

Aussieee 🎆

Si sono baciati di nuovo, sono sconvoltaaaaa
Ma che ci passa per la testa di Sammy? Prima o poi lo scopriremo? Secondo voi qual è il suo pensiero??

E fu così che Scarlett scoprì dei sospetti del fratello, Brooke ha rischiato veramente grosso HAHAHAHAH vi era mancata la riccia?? A me sì, tantissimooo

Spero vivamente che vi sia piaciuto questo capitolo ★
Vi informo che da qui le cose si faranno un pochetto più interessanti... ma se dico altro spoilero quindi sto zitta HAHAH
"Immagina, puoi"

Buone cose a tutti, vi ringrazio per le + 8,15 views - in una sola settimanaaa siete meravigliosii -, le + 1,02 k stelline, ma specialmente per i fantastici + 4,07 k commenti che mi lasciate sempre ☆ vi aspetto al prossimo aggiornamento carissimii

Bye bye 🐨

~ Niki_Rose

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