35. SAMMY!

"SAMMY!"

Xavier

Ancora non riuscivo a capire il vero motivo per cui la mia sorellina doveva stare dal suo migliore amico. Erano passate tre sere, tre sere senza​ mangiare all'hotel e tre sere senza andare a dormire nel suo appartamento con Samuel. Non capivo il motivo, ma sentivo puzza di bruciato. Per caso era successo qualcosa che io non sapevo?

«Amore, calmati» cercava di rassicurarmi Danielle, seduta sul letto intenta a mettersi la maglia del suo pigiama. Era semplice, fatto in cotone ed era rosa, aderendo perfettamente al suo corpo. I suoi capelli erano così lisci da sembrare spaghetti e non capivo come non fossero arruffati e disordinati la mattina dopo come quelli di mia sorella. Qualsiasi cosa indossasse, qualsiasi acconciatura avesse, era sempre perfetta e stupenda. Tutto di lei mi faceva impazzire, era una persona meravigliosa e quello che le era successo per via di quel Parfit non se lo meritava assolutamente.

Io invece ero un totale disastro in suo confronto, camminavo avanti e indietro nella stanza indossando una tuta a caso da dover mettere a lavare tra l'altro e i capelli sparati in aria perché li continuavo a toccare dal nervoso e dalla frustrazione. «Tesoro, come faccio a stare calmo? Ho a che fare con una diciottenne che è appena scappata di casa! Cosa diranno mamma e papà? Mi hanno affidato la loro unica figlia femmina, devo proteggerla e nutrirla! Come faccio se non è in quella stanza?» e con un gesto veloce puntai un dito contro la porta, come se indicassi che il suo posto era di là con Sammy.

Danielle si alzò da letto leggermente divertita dalla mia comica non voluta e mi prese una mano con le sue. Erano sempre morbide e calde al contatto, trasmettendomi tranquillità e amore. I suoi occhi verdi con le pagliuzzette marroni avevano catturato tutta la mia attenzione, facendomi perdere in essi. Era bella da mozzare il fiato, non capivo come una donna del genere potesse stare al mio fianco. Ogni giorno che passava diventava sempre più affascinante e importante per me. «Xavier, non ti preoccupare così tanto, con lei c'è Alastair. È un bravo ragazzo oltre che essere il suo migliore amico.»

Roteai gli occhi. «Sì, ma il suo posto è nella stanza affianco con Sammy. Io l'ho affidata a lui e-» in un battibaleno mi si illuminò una lampadina sopra la testa, facendo cambiare la mia espressione e il mio umore «Infatti, metà della responsabilità è sua ed è da ieri che non lo becco, sta sera non si è nemmeno presentato a mangiare quello, e non è da lui saltare la cena, mangia come un bue quel troglodita!» mi portai la mano libera sui capelli con uno guardo sconsolato. «Oh mio Dio, cosa sta succedendo qua?» finii di parlare in tono preoccupato.

Sammy per comportarsi in quel modo insolito, conoscendolo, doveva sapere sicuramente qualcosa che io al contrario non ero al corrente. Ero anche sicuro del fatto che fosse stato lui l'ultimo che l'aveva vista in appartamento tra noi a quanto io ne sapevo. Qualche volta beccavo Scarlett per i corridoi dell'università, e stranamente appena nominavo Sam trovava una scusa per dileguarsi. Non riuscivo a dare una spiegazione a questo comportamento e la cosa mi dava più che fastidio.

Danielle mi prese il volto con le sue dita sottili, mostrandomi i suoi occhi dolci e rassicuranti. «Amore, vedrai che non è nulla. Ora, l'unica soluzione è parlarne con qualcuno che lei frequenta e con cui si confida, sicuramente ci sarà qualcuno con cui avrà parlato.»

Cominciai a riflettere ad alta voce. «Se non è Sam, allora devono essere per forza Alastair e Brooke. A loro credo che dica sempre tutto, sono i suoi migliori amici.»

La mia ragazza mi sorrise in modo affettuoso e su questo ci posai le mie labbra. Amavo baciarla, le sue labbra morbide erano confortanti, mi facevano dimenticare i problemi e le preoccupazioni. Con lei mi sentivo completo, era la mia ancora. Riusciva a farmi ragionare, a rendere un essere imperfetto come me una persona migliore. L'averla rincorsa per molto tempo aveva dato le sue soddisfazioni. Nessuna donna poteva farmi sentire bene come faceva lei, era a dir poco eccezionale.

Ricordavo alla perfezione il nostro primo incontro, ovvero alla villa di Tamarama, facendoci presentare da Hugh e Jensen, e rammentavo ogni singolo avvenimento avvenuto in seguito a quell'episodio. A quell'epoca nella nostra cerchia di amici c'era anche Jake Parfit essendo fidanzato con Danielle, chi l'avrebbe mai detto. Eppure fin da subito c'era quel qualcosa che mi faceva sospettare di quel soggetto.
Dovevo ammetterlo, non mi ero innamorato subito di Dani, la trovavo una bella ragazza, ma stando con Jake non volevo fare la parte dell'infame che ci provava con una già impegnata, per di più ero più fissato con il nuoto e con le mie gare, quindi non stavo per niente sulle nuvole a fantasticare a una vita con lei.
Poco alla volta veniva sempre meno alle uscite di gruppo e curioso di sapere andai a parlarle. Come avevo presupposto c'entrava quel Jake, gli dava fastidio che lei si vedesse con una compagnia dove la maggior parte erano ragazzi. Quello che mi sorprese all'ora era il fatto che nessuno si sarebbe permesso di mettersi in mezzo alla loro relazione, era tutta brava gente, quindi perché sospettare di noi?
La loro storia diventava sempre più assurda. Si lasciavano e si mettevano insieme a piacimento di Parfit, ero a conoscenza del fatto che la tradiva e quando ebbi il coraggio di riferirlo a lei mi aveva persino detto che lo sapeva. "Ma cosa ci posso fare se lo amo?" mi aveva confessato. Quella devozione era stupida, tanto da credere che lo fosse anche lei, però questo senza una ragione mi fece avvicinare a lei. Ero l'unico con cui si confidava in modo stretto, praticamente eravamo diventati una sorta di migliori amici.

Come capii che mi piaceva? In realtà non avevo la minima idea di cosa potesse trattarsi questo mio interesse nei suoi confronti, quelli che me lo fecero capire furono quel surfista e quello Chef che ci presentarono mesi e mesi prima. Non era stato facile farle capire che quella relazione le avrebbe solo causato sofferenze, avevo anche messo da parte per diversi anni i forti sentimenti che provavo pur di aiutarla, finché una sera ad una festa beccai Parfit ad interagire con una ragazza in modo esibizionistico in mezzo alla folla. Incazzato come non mai tirai fuori quel lato di me che non conoscevo, non credendo di provare tutta quell'ira. Quel ragazzo mi faceva imbestialire come pochi, doveva credersi fortunato che Hugh riuscì a fermarmi e abbastanza intelligente da non stuzzicarci ulteriormente perché se no nessuno avrebbe potuto fermare quel gigante di due metri e passa. Danielle venendo a sapere dell'accaduto cercò delle spiegazioni da me e a quel punto mi dichiarai. Inizialmente cominciò a piangere come una bambina piccola, si riteneva stupida al non averlo capito da sola, per poi riprendersi dicendo che avrebbe fatto di tutto per farmi felice. Quella che cercavo non era compassione, ma nel tempo mi fece capire che effettivamente non era ciò che voleva dimostrarmi. Poco a poco mi regalava dei pezzi di lei che ancora mi erano sconosciuti, mi aveva fatto avere il mio primo bacio, mi aveva concesso il permesso di consumare la mia prima volta, facendoci innamorare sempre più l'uno dell'altra.

Tornando con i pensieri per terra, feci scivolare le mie mani sul suo corpo e abbassandomi di poco la presi per le cosce e la sollevai da terra. Lei ridendo appoggiò la sua fronte alla mia, circondando poi con le sue braccia il mio collo e intrecciando sicuramente le sue dita. Osservai le sue pupille ed erano totalmente dilatate, brillando sotto la luce fioca della abat-jour. Adoravo quando le facevo quell'effetto, era come se in qualche modo venissi a sapere che ancora c'era quella meravigliosa chimica tra di noi, che i miei forti sentimenti erano ricambiati. Ogni passo che facevo verso il letto, veniva corrisposto in baci umidi che le lasciavo sul collo e la sua dolce voce giungeva in modo melodioso alle mie orecchie. Povero ascoltare The Clash, Nirvana, System Of A Down, ma nulla poteva essere più bello del suono della sua voce.

«Xavier» mi sussurrò in modo sensuale, facendomi rizzare la schiena e far passare mille brividi lungo la mia colonna vertebrale.

«Dimmi tutto amore» biascicai continuando a baciarla, fino a quando non arrivammo ai piedi del letto.

L'appoggiai delicatamente sul materasso e i suoi occhi erano curiosi. Amavo quello sguardo e le sue labbra erano incurvate al punto giusto per farsi desiderare. Nonostante avesse il pigiama addosso, riuscivo a vedere le linee del suo corpo sinuoso, e a quella meravigliosa vista il mio cuore cominciò a battere più forte nel petto. Non mi ero mai sentito così vivo come lo ero con lei. Certo, il ritorno di Sam era stato una gran bella sorpresa, non credevo che sarebbe davvero tornato e stare con lui aveva fatto riaffiorare i miei ricordi d'infanzia. Passare il tempo in sua compagnia era eccezionale, mi faceva vivere la mia vera vita, quella che fin da piccolo avevo desiderato e quella che avrei voluto avere una volta che Sam partì per l'Italia, ma quando stavo con Danielle provavo una sensazione totalmente diversa. Per fortuna dovrei dire, se no sarebbe stato preoccupante, ma il modo in cui lei mi faceva sentire era diverso da come mi facevano sentire gli altri miei amici e mia sorella. Li adoravo, erano la mia vita, ma Danielle l'amavo in tutt'altro modo, con lei era tutt'altra storia. Migliaia di emozioni si mescolavano dentro di me, lasciandomi senza un aggettivo adatto. Era come un angelo caduto dal cielo, anche se per lei ero io quell'angelo che era venuto a salvarla. Non mi sentivo bene in quelle vesti, però se lei mi vedeva così allora avrei accettato quel ruolo.

Lei con le sue dita mi sfiorò il viso, me lo accarezzò e mi portò i capelli all'indietro. I suoi occhi erano attenti a ciò che faceva, rendendola dannatamente sexy. «Ti amo per quel che sei, adoro la tua devota preoccupazione per tua sorella, l'ammiro molto, però non darci troppo peso, sono sicura che sta più che bene con Alastair» mi disse con un filo di voce, ristabilendo i battiti del mio cuore.

Sorrisi e mi avvicinai al suo volto baciandole la bocca. «Ti amo anche io.»

······

Ero stanco morto, la sera seguente non avevo dormito molto per ovvi motivi, ma non lasciai che la stanchezza prendesse il sopravvento. Per tutto l'istituto cercai Brooke, il che non doveva essere una cosa molto difficile, lei appariva in mezzo alle altre ragazze con quella chioma indomabile che si ritrovava e con tutte le volte che l'avevo vista l'avrei riconosciuta anche a un miglio di distanza. Quando intravidi dei capelli lunghi e ricci le andai incontro. «Brooke!» la chiamai una volta che mancavano pochi metri per arrivare da lei.

Lei si voltò prendendo uno spavento e appena mi vide i suoi zigomi presero a colorarsi leggermente di rosso. Era una cosa sua, fin da quando eravamo piccoli quando la chiamavo prendeva quel colorito sul viso. Non dava l'aria della ragazza timida, anzi, dai racconti di Scarlett pareva molto tenace e con la lingua lunga, quindi mi ritrovavo a non capire quella sua reazione.

«Ciao Xavier» rispose inclinando la testa e alzando leggermente le spalle. Ecco, quella era un'altra cosa che faceva quando mi salutava, aggiungendo un sorrisetto felice.

Almeno sapevo che non mi odiava. «Ciao, spero di non disturbati.»

Lei strabuzzò gli occhi e mi fece cenno con la mano di lasciare stare. «No tranquillo, parlavamo delle solite cose scolastiche, ne avevo piene le tasche, ti ringrazio. Dimmi, posso esserti d'aiuto?»

Annuii grattandomi la nuca. «Ehm sì, a dirla tutta credo che tu sia l'unica che mi possa aiutare. Tu sai bene che mia sorella è andata da Alastair a dormire, no?» lei annuì. «Ecco, tu per caso sai se loro due... sì insomma, sai, quando due persone si frequentano fin dalle medie, si parlano, si confidano...»

Lei annuiva cercando di capire quello che io stavo provando a riferirle, interrompendo poi il mio discorso senza lasciarmi fine. E per fortuna, non sapevo davvero come continuare. «Vuoi sapere se stanno insieme?» mi domandò dubbiosa e la fronte corrugata.

Annuii e lei scoppiò a ridere a crepapelle. Cosa ci trovava di così divertente?

Brooke cercò di respirare tenendosi una mano sulla pancia. «Oh mio Dio, loro due? Dici davvero? Tu pensi che quei due si piacciono in quel senso?» chiese, riprendendo subito dopo la risata.

Io la guardai in modo strano, con la bocca leggermente aperta e uno sguardo stupito dalla sua esagerata reazione. «Sì?» risposi, forse.

Okay, grazie a lei ero poco convinto della mia presunzione. Dov'è che sbagliavo?

Lei fece un profondo sospiro ritornando seria. «Vedi caro, stai parlando di uno che non sa nemmeno se gli piace più disegnare o mangiare, e di tua sorella che sono sicura sia interessata alla stessa persona da tutta la sua vita.»

Rimasi sbalordito dalle sue parole e nel guardarmi si affrettò a tapparsi la bocca con gli occhi sgranati.
A chi si stava riferendo?

«C-comunque io non so nulla. So solo che sta bene a mangiare messicano, tailandese, giapponese e quant'altro» aggiunse cercando di evitare completamente il mio sguardo.

La presi per le spalle e il rossore delle sue guance si accentuò ancor di più, mostrandomi con la sua espressione di averla presa totalmente alla sprovvista. La guardai dritto nei suoi occhi color smeraldo, come voler sapere tutto ciò che sapeva soltanto fissandola in quei pozzi verdi. «Brooke, dimmi tutto quello che sai, farò qualsiasi cosa tu voglia.»

Lei sembrò per scoppiare, ma la sua voce uscì sottile, quasi da non riuscirla a sentire nonostante fossimo a due spanne di distanza. «Oh, è passato troppo tempo per questo» disse con sguardo perso dietro di me.

Aggrottai la fronte non capendola. «Che intendi?»

Brooke si raddrizzò come se l'avessi beccata a far qualcosa che non doveva, diventando paonazza. Non la capivo sul serio, come Scarlett riuscisse a starle dietro era da ammirare. «No, intendevo che, ehm... ci conosciamo da tanto tempo e non serve che ricambi con un favore, siamo di famiglia più o meno, no?» disse mostrandomi un sorriso tirato ma allo stesso tempo amichevole.

«Quindi mi dici a chi ti riferivi?» la incalzai ignorando il suo tentativo di cambiare discorso.

«Riguardo a cosa?»

Roteai gli occhi. «Riguardo a mia sorella Scarlett, la tua migliore amica.»

«Oh, giusto» si schiarì la voce e mi accarezzò il braccio. «A proposito, come fai a non averlo ancora capito? Eppure hai avuto un'infinità di indizi fino ad oggi. Comunque io non ti ho detto niente, e ne approfitto per darti pure un consiglio: non essere precipitoso con le conclusioni affrettate, non portano a nulla, davvero, quindi analizza, osserva e quando è il momento giusto agisci.»

Cos'è, una spia? pensai, e mentre lei si allontanò salutandomi con la mano, io rimasi con un punto interrogativo sulla testa, dando inizio a un discorso interiore.

Ha detto da tutta la sua vita.

Sì, l'ho sentita, ma non capisco.

Chi conosce da quando è nata?

Non lo so, me sicuro.

E poi?

E poi Sammy, ma cosa c'entra?

... no comment.

Aspetta un secondo!

Il criceto a cominciato a lavorare, che bravo, dategli un premio Nobel.

No, con Sammy è impossibile, sono come fratello e sorella, non potranno mai avere qualcosa.

Dici?

Sì sicuro, insomma, è come se ci mettessimo insieme io e lei, cioè, che schifo! Non voglio fare come i Lannister e i Targaryen.

Ti ricordo che Sammy non è sangue del nostro sangue.

Sì, ma non cambia. È Sammy dai, quale ragazza si innamorerebbe di lui?

Ehm, tutte?

Tu non capisci.

Io? Davvero? Tra i due sarei io lo zuccone?

Scarlett e... Samuel? Io non ce li vedo insieme, credo, non ci ho mai pensato a dirla tutta, e in ogni caso Sammy ha ancora Kayla per la testa, se non sbaglio si chiamava così.

Oramai sarà acqua passata, è trascorso molto tempo e, insomma, deve anche dare una svolta alla sua vita, non può avere paura per sempre.

Su questo sono più che d'accordo, ma davvero? Con mia sorella? Ma se lo chiamava Onii-chan? E lui la chiamava Onee-chan, dai.

Pronto? Parliamo di sette anni fa.

Scar e Sam?

Ma ancora ci pensi?

Sì, ovvio! Non ci posso credere.

Chissà che faranno in camera quei due...

Senti, li ho beccati spesso in momenti in cui si potrebbe pensare decisamente male, ma non credo proprio che sia nel loro caso. Oddio, Sammy sì, lui faceva veramente strage con le donne e mi sa che ha perso il conto di quante volte lo ha fatto, ma Scar? Lei non lo ha fatto con quel Mitchell, figuriamoci con Sammy.

Tre, due, uno...

OH MIO DIO, SAMMY! Io lo uccido se le ha fatto qualcosa! Dov'è che lo strozzo?!

Ehi ehi calma! Che ti ha detto Brooke?

Che mia sorella magari starà da Alastair perché... perché è incinta e non vuole che io la o li scopra! Io lo uccido! Lo ammazzo!

Macché, ha detto niente conclusioni affrettate!

E che motivo c'è da andare da Alastair se non perché è incinta?!

Magari hanno litigato.

Ma riguardo a cosa?! Lui ha una scimmia coi piatti nel cervello, mentre lei ha in testa Jake Gyllenhaal, su cosa potrebbero discutere?!

Sta calmo e non scaldarti.

Ma come faccio?!

Fallo e basta!

Presi un respiro profondo e cominciai a rallentare il passo cercando di ragionare lucidamente. Avevo un disperato bisogno di Danielle in quel momento, dovevo parlare con lei, sentire la sua voce e ascoltare un suo parere. Avevo le mani che mi formicolavano e non riuscivo a stare fermo. «Va bene, niente conclusioni affrettate.»

~~~~~~

G-day aussie 🎆

Grazie per la lettura fino a qua, spero che vi sia piaciuto questo capitolo, mi raccomando commentate e votate per farmi sapere i vostri pareri ☆
Devo ammettere che mi sono divertita a scrivere questa parte di storia, le incomprensioni di Xavier nel suo piccolo mondo sono tante 😂

Questa è la coscienza​ di Xavier che cerca di farlo ragionare ⬆

Invece ho trovato quella che potrebbe essere Danielle Lambert !!

Ecco a voi Michelle Randolph ⬆

Niki li crea e Dio li accoppia, lo avevo detto che Gregg si trovava una bionda u.u
Che ne dite? È così che vi immaginavate Danielle??

Aussieee, al prossimo aggiornamento torneremo con Scarlett e Samuel, come avrete ben capito dallo scorso capitolo la nostra protagonista si è finalmente decisa ad affrontare Sammy !!


Bye bye 🐨

~ Niki_Rose

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