30. BONDI ICEBERGS POOL
"BONDI ICEBERGS POOL"
Ero elettrizzata in anticipo per la giornata che avrei passato il giorno dopo. Al mio compleanno Matthew e Brooke mi avevano regalato due biglietti per andare alla Bondi Icebergs Pool, un posto affacciato sull'oceano nella famosa spiaggia di Bondi sopra Tamarama, dove oltre alla piscina vi era l'accesso alla sauna, e Matt aveva ceduto volentieri la prenotazione alla sua ragazza, quindi saremo dovute andare insieme in quel meraviglioso posto. Finalmente avremo potuto passare una giornata insieme dopo molto tempo.
Il cellulare mi squillò con la mia meravigliosa suoneria con i Green Day, e risposti mal volentieri dato che volevo ascoltare la canzone. «Ehi Brooke, pronta per domani?» dissi con entusiasmo.
«Oh Scarlett, perdonami davvero!» si scusò dall'altro capo del telefono.
Un punto interrogativo nacque spontaneamente sulla mia nuca. «E ora cosa succede?»
«So benissimo che domani dovevamo vederci per andare alla piscina, ma... ecco... io...»
«Tu cosa?» la incitai, non volendo sentire due parole precise che usava in certe occasioni.
«Non riesco.»
Uno.
Due.
Tre.
Quattro.
Cinque-
No, contare non mi stava servendo proprio a nulla. «Che significa che non riesci?! Brooke, me lo hai perfino preso tu il biglietto per domani cazzarola, ora mi vieni a dire che non puoi?!»
Dire che ero incazzata era un eufemismo. Non potevo crederci, mi stava dando buca.
«Scusami davvero, puoi uccidermi appena ci vedremo, però mi ero scordata di dover dare degli esami, maledetta me! E domani è proprio quello più importante di tutti, quindi devi trovare un'altra persona per andare.»
E ora con chi vado?
Io ho un buon candidato.
«Io so con chi potresti andare, il nome però lo ho sulla punta della lingua» sentii dalla cornetta, immaginandomi la sua espressione falsamente pensierosa e con un sorriso che la raccontava proprio tutta nei minimi dettagli.
Perfettamente coordinata con la mia coscienza, nemmeno il destino o il fato avrebbe potuto far coincidere le due cose.
«Brooke-»
«Scarlett! Devi, non solo per me, ma anche per far andare meglio la vostra relazione, potete approfittarne per approfondire il vostro legame di coppia.»
Strabuzzai gli occhi e diventai sicuramente paonazza dato che sentivo fischiarmi le orecchie e le guance cominciarono per di più a scaldarsi, ci potevo persino cuocere le uova sopra talmente erano calde. «Non stiamo insieme, ficcatelo bene in testa!»
«Uffaa, quando vi metterete insieme, Scar?! Sono stufa di aspettare. Comunque non so chi altro potrebbe venire con te altrimenti.»
«Suwa?»
«È impegnato» rispose di getto.
Aggrottai la fronte. «Come fai a saperlo?»
«Ehm, gliel'ho chiesto prima di telefonarti per... pararmi il culo, ecco.»
«Dovrei crederti?» chiesi dubbiosa, avevo la netta sensazione che quella era una banale ma studiata messa in scena.
«Certo, sono la tua carissima e stupenda BFF.»
La porta del mio appartamento si aprì e vidi entrare Samuel che mi salutò con il suo sorriso da favola. Poi chiuse la porta e tornai alla conversione con Brooke.
«Chi era?»
«Sammy magari? Ti ricordo che stiamo insieme. In stanza» mi corressi subito dopo, raddrizzando la schiena come se mi avessero colta sul fatto.
Lui ne approfittò per farmi un sorriso malizioso, appoggiando la sua tracolla vicino al muro. «Ti piacerebbe essere la mia ragazza, ammettilo, sono irresistibile» e finito di parlare e di guardarmi con un sopracciglio alzato, rise leggermente.
Roteai gli occhi non credendo sul serio che lo avesse detto. No okay, queste erano le solite uscite egocentriche alla Samuel Sampson, però insomma, si poteva capire perfettamente il mio stato d'animo. Oltre all'essere seccata, mi sentii messa alle strette.
«Ha ragione» sentii dire dal telefono.
«Brooke!» la richiamai e lei rise di gusto.
«Me lo passeresti un secondo?» mi domandò cercando di smettere di starnazzare.
Accigliai lo sguardo fissando Sam, che si era messo ad osservarmi mentre beveva una bottiglietta d'acqua. «Perché dovrei?»
«Fidati, non dirò nulla del tuo amore segreto» bisbigliò, facendomi diventare rossa come un peperone, ovviamente sotto il sorrisetto di Samuel.
Era chiaramente divertito nonostante non sentisse i nostri discorsi. Già me lo immaginavo viaggiare con la mente pensando a chissà quale chiacchierata erotica su di lui. Potevo giurarci. Maiale.
«Daii, è una cosa importante, Scar» volle convincermi la riccia e titubante allungai il telefono verso di Sammy, che sorpreso della cosa lo prese facendo un piccolo scatto verso di me. Si posò lo smartphone all'orecchio e con l'altra mano si grattò la spalla opposta.
Perché era bello anche quando stava al telefono?
Perché è Samuel Sampson.
Sì, lo so, lo dici sempre.
«Signorina Campbell» pronunciò dalle sue carnose labbra, il che mi fece pensare, appena mostrò i suoi denti perfetti, che la mia migliore amica aveva iniziato a dare i numeri.
Ben le sta.
Poi lo vidi aggrottare leggermente la fronte, per illuminarsi d'immenso in pochissimi secondi.
Già capito.
«Davvero? Ma scherzi? Oh mio Dio, sarebbe fantastico Brooke. Sei la migliore» disse come se avesse ricevuto il regalo di Natale che desiderava, poi mi porse il cellulare e sembrava un cagnolino felice, mancava soltanto la coda che scodinzolava. «Hai una migliore amica fantastica, lo sai?»
Sorrisi nel vederlo zampillare di gioia, sembrava aver perso quindici anni facendolo assomigliare ad un bambino. Portai il telefono all'orecchio e sentii Brooke rispondere al posto mio. «So di essere fantastica, non c'è bisogno di dirmelo. Per certe cose ci vuole ingegno.»
Riflettei sulle sue parole e mi bloccai. Ingegno? Cosa stava tramando?
«Brooke?» canzonai e la potei sentire deglutire. «Devi dirmi qualcosa?»
Non ci potevo credere, aveva escogitato questo piano apposta! Quella brutta-
Meravigliosa creatura. Dovresti amarla, non odiarla.
Lei ha complottato alle mie spalle!
Complimenti anche a Matthew allora.
Ma cos-
Oramai devi andare con Sammy. Ci sarà da divertirti.
······
Per andare al Bondi Icebergs Pool prendemmo il bus di mattina presto. La sveglia del mio cellulare suonò talmente forte che riuscì a svegliare persino Samuel, sentendolo mugugnare. Tanto ero entusiasta che cominciai a saltare sul letto come una bambina isterica, poi cercai di far alzare Sammy dato che stava con la faccia affossata sotto al cuscino con l'intento di tapparsi le orecchie.
«Sveglia Sammy, dobbiamo andare in piscina! Sveglia!» urlai scrollandogli le spalle. «SAMMY!»
«Sono sveglio!» urlò sollevandosi di botta.
I suoi occhi schiusi, i suoi capelli sparati in ogni direzione esistente ed immaginabile e la faccia da ebete addormentato, mi fece ridere come una scema. Con il suo sguardo assonnato si voltò al rallentatore verso di me e cercò probabilmente di mettere a fuoco la mia figura, sembrava mia nonna.
«Quanto baccano, stavo facendo un sogno stupendo» biascicò con la voce impastata dal sonno.
Mi misi seduta con le gambe incrociate e lo guardai sorridente. «Cosa sognavi?» domandai spostandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
Si passò la lingua sulle labbra con ancora quell'espressione da ebete sul volto. Quella pausa faceva aumentare sia la mia curiosità che la voglia di ricominciare a ridere a crepapelle. «Facevamo sesso.»
La mia faccia emanava stupore da tutte le parti. Sopracciglia alzate, bocca aperta, sguardo che urlava "cosa cazzo hai appena detto", e tanto altro che non sapevo come descrivere. La mia coscienza invece era svenuta dall'emozione.
Lui scoppiò a ridere nel vedermi e si sistemò sul letto. «Sto scherzando stupida, so che lo vorresti, ma per tua sfortuna nei miei sogni c'era Jennifer Aniston» si buttò nuovamente sul letto con lo sguardo sognante e un sorriso furbo. «Era così sexy, avrei voluto recitare al posto di Owen Wilson nel film Io & Marley solo per stare insieme con lei sul set. Ah, che bel sogno.»
Gli tirai un cuscino, scioccata ancora dallo scherzo di poco gusto. «Deficiente. Dai, prepariamoci che dobbiamo andare.»
Lui di scatto si sollevò e mi diede un bacio fugace sulla guancia. «Volo.»
Ed eccoci lì, che stavamo per arrivare nel luogo in cui avremo passato una giornata insieme. Solo noi due.
Soli e soletti.
Maledetta Brooke.
Io dico che migliori amiche migliori non ne potevi trovare.
Tu sei sempre a favore delle cazzate.
Io sono TeamSammy, è normale che vada dietro a queste cazzate.
Ancora mi chiedevo del perché del suo bacio veloce sulla mia guancia, il contatto, ricordo, mi fece sentire come se un tuono mi avesse presa in pieno.
Il posto era molto grande, quell'edificio talmente era alto e diviso in piani che non sembrava un club, ma più un albergo di lusso. Quelle vasche affacciate sul mare davano uno spettacolo senza rivali, le onde oceaniche si infrangevano contro gli scogli, e la schiuma bianca arrivava persino all'interno delle vasche.
Senza accorgermene, mi ritrovai a fare piccolissimi saltelli sul posto talmente ero in fibrillazione, non vedevo davvero l'ora di entrare e fare sia piscina che sauna. Ah, quest'ultima la potevo solo adorare, te ne stavi rilassato sul posto e ti godevi quel calore invaderti il corpo. Quella giornata per di più non era né troppo fredda, ma nemmeno esageratamente calda, quindi si riusciva a fare le due attività senza intoppi.
Quando entrammo, notammo che non vi era molta gente e questo fece di Sam un uomo felice. «Mi goderò questo posto ancor di più muahaha.»
«E questa risata a cosa la devi?» chiesi ridacchiando.
Lui si voltò verso di me e mi scompigliò i capelli. «Nessuno potrà fermare me e la mia nuotata.»
«Quindi mi lascerai da sola?» mi scappò di bocca, ma era la verità. Io sarei dovuta andare in quel luogo per stare inizialmente con Brooke, quindi anche se il posto era stato sostituito da Samuel, avrei lo stesso desiderato passare in compagnia quella giornata.
Lui fece un sorriso dolce e mi accarezzò una guancia. «Farò solo poche vasche per conto mio, anche perché non posso sforzarmi molto.»
Aggrottai la fronte non capendolo. «Perché non puoi?»
Lui cominciò a camminare verso la reception e una volta arrivati aspettammo che qualcuno ci accogliesse. Le due persone che probabilmente dovevano gestire quel luogo, erano impegnate con alcuni clienti interessati però alla zona buffet. «In California ho fatto una sottospecie di incidente e ho sbattuto violentemente la spalla. Ma come vedi sono tutto intero, piano piano mi rimetterò, anche se non potrò praticare il nuoto a livello agonistico come tempo fa» mi confidò.
All'apparenza sembrava passivo, ma nella sua voce potevo capire che gli recava fastidio, lui adorava nuotare, quando eravamo piccoli mi diceva che lo faceva sentire libero e leggero, si sentiva parte dell'acqua. Captavo pienamente il suo fastidio anche se lo nascondeva. Non mi piaceva quando si comportava così, io volevo solo che fosse sincero con me senza fare troppi giri attorno e confidarsi apertamente a me senza farsi problemi. Però non accennai a ciò che mi passò di mente, non sopportavo ancor di più dover litigare con lui. Mi andavano bene le stuzzicate, ma il litigio era da escludere. «Mi dispiace, so quanto ci tenevi al nuoto.»
Lui si voltò verso di me e sorrise debolmente. «Sta tranquilla, come potrai vedere tra poco so ancora nuotare, devo andare solo più piano senza fare sforzi, e fidati, sono veloce comunque.»
«Ma non batteresti mio fratello» cercai di fare l'altezzosa volendo alleggerire il discorso e per fortuna non se la prese come al contrario poteva fare.
«Dannazione, da piccoli ero più bravo io. Non vedo l'ora di essere completamente in forma, poi voglio ben vedere chi è meglio tra i due.»
Una signora bionda si avvicinò a noi sorridente, appoggiandosi al bancone salutandoci. «Salve, come posso esservi utile?»
«Volevamo mettere le nostre cose in un armadietto» affermò Samuel forgiando uno dei suoi sorrisi accalappia persone.
«Certamente, le do le chiavi dell'armadietto. La tua ragazza ha bisogno di uno per se oppure ne volete uno per entrambi?» domandò ulteriormente mandandomi un'occhiata.
Sobbalzai nel sentire quelle parole.
Siamo fidanzate con Sammy?
Ma che problemi ha quella?
Che problemi hai tu in caso! Dato che ti scambiano per la su ragazza, approfittane per stargli addosso come un polpo si attaccherebbe ad una gamba.
Perché il polpo?
Volevo cambiare, si parla sempre di Koala, mi sono rotta, volevo essere originale.
Samuel si voltò verso di me osservandomi e sorridendo in modo malizioso. «Tesoro, facciamo insieme?»
Ti amo.
Non lo dirò nemmeno se mi pregasse Jake Gyllenhaal in ginocchio.
No, intendevo che lo amo perché sta al gioco.
Solo? Sai, mi è difficile crederti.
Gli ricambiai il sorriso con tanto di falsità. «Va benissimo, amore.»
Questo fare i falsi fidanzati mi piace. Nel prezzo è incluso anche un bacio passionale?
Ma smettila, lo sto semplicemente sfottendo.
Lui ridacchiando leggermente, tornò a guardare la bionda e prese le chiavi. «Ancora una domanda se mi permette, i camerini da che parte sono?»
La signora indicò un corridoio dietro l'angolo e ci sorrise. «Per di là, sono abbastanza grandi per starci in due.»
«Grazie per l'informazione» biascicai, dirigendomi in quella direzione con Sammy dietro di me che rideva come un matto.
Mamma mia che imbarazzo, perché doveva aggiungere anche che erano abbastanza grandi per starci in due? Non bastava avermi scambiata per la sua ragazza?
Ma meglio! Tu non capisci nulla, sta zitta e non lamentarti, tutte le donne del mondo vorrebbero stare al posto tuo e tu che fai? Dici pure su, pazzesco.
«Amore? Davvero?» domandò e voltandomi notai ancora quel sorrisetto ammiccante che gli faceva evidenziare le sue maledette fossette.
Talmente erano meravigliose che cominciai ad odiarle, non c'era un motivo, non potevo vederle, erano troppo fossettose.
Fossettose?
Davvero, non lo so.
Mi limitai a scuotere il capo e appena ci ritrovammo davanti ai camerini, notai che erano tutti pieni, facendomi sorgere spontaneamente una domanda: ma la gente viene qua per stare nei camerini? In alcuni c'era persino la fila, era impressionante. Ci mettemmo in coda spazientiti e appena davanti noi si liberò il posto, Sam si precipitò a prenderlo. Io rimasi ferma nell'osservarlo come per studiarlo, mentre lui teneva la porta aperta con una mano. Dopo pochi secondi si girò nel guardarmi confuso e io non ero da meno.
Che aspettava?
«Che fai, non entri?» mi domandò.
Perché dovevo entrare?
Chiedi a me? Chiedi a lui, io ti direi di entrare, ma non mi ascolteresti.
«Che fai, non ti cambi?» ribattei.
Appunto.
Lui fece un'espressione stranita non capendomi. «C'è la fila e tu vorresti aspettare ancora? Se ci cambiamo insieme faremo più velocemente.»
Mi pietrificai alla parola insieme nella stessa frase con la parola cambiarsi. «C-cambiarci i-ins-»
«Mi scusi, vuole entrare sì o no con il suo ragazzo? Ci sono altre persone che dovrebbero cambiarsi, non mi sembra il caso di dover discutere di queste cose» mi disse abbastanza seccata una signorina che lavorava in quel posto.
Mi voltai probabilmente paonazza dall'imbarazzo. «Veramente noi-»
«Sì, ci scusi, è solo un po' timida» e prendendomi per i fianchi mi portò dentro allo spogliatoio con lui.
Appena fui dentro, lui si chiuse il camerino dietro alle spalle e cominciò a fissarmi con quel maledetto sorrisetto. Volevo strapparglielo di bocca, era fastidioso. Lo stanzino per di più non era poi così grande come la signora alla reception ci aveva descritto, avevamo quel poco spazio che ci permetteva di fare due mosse messe in croce.
Fantastico.
Ritornai a guardare la sua figura e incrociò le braccia al petto, con quel suo sguardo vittorioso sul viso. Non aveva vinto proprio un bel niente se proprio doveva saperlo, era solo tutta colpa di quella donnaccia che mi aveva rifilata là dentro insieme a lui. La sua ragazza, ma come potevano dire che stavamo insieme? E per di più lui stava al gioco.
A me non è dispiaciuto.
Solo a te.
Ammettilo, anche tu speravi di ritrovarti qua dentro con lui, non negarmelo.
«Vedi che alla fine sei dovuta entrare?» mi fece notare con altezzosità.
Accigliai lo sguardo cercando di farlo sentire in soggezione, proprio come lui riusciva a fare come me, ma non sembrava funzionasse. Anzi, sembrava proprio che non gli dispiacesse, e portandosi le dita sull'orlo della sua maglietta, cominciò a sfilarsela.
Oh sacramento.
Oh Caitlin, ti ringrazio per aver creato questo ben di Dio.
I suoi muscoli si muovevano quasi al rallentatore in modo armonioso sotto ai miei occhi, rendendo la visuale perfetta così come era e facendo partire nella mia testa You Can Leave Your Hat On di Joe Cocker.
Non sapevo proprio il motivo per cui dovesse venirmi in testa, fatto sta che le mie orecchie la percepivano forte e chiaro nonostante di musica non ce ne era nemmeno l'ombra.
Per di più il suo corpo scolpito mi faceva letteralmente mandare in fumo il cervello e far andare in rotta di collisione le ovaie.
Ero esagerata, sì, ma le sensazioni erano quelle e la canzone era più che adatta dato che stava facendo sul serio lo spogliarello davanti ai miei poveri e innocenti occhi. Che in realtà dal suo ritorno in Australia non erano poi così puri come ricordavo.
Rimanendo a petto nudo, mi guardò mostrando quel suo solito sorrisetto pieno di malizia che evidenziava le sue tremende e pericolose fossette. «Senti, capisco che ti piace la visuale e che ti faccio sbavare, ma muoviti a cambiarti, voglio farmi una nuotata e godermi questa giornata.»
Solo sentendolo parlare ritornai nel mondo reale, e nonostante avessi capito al volo quello che aveva detto, avevo già resettato tutto nell'abbassare leggermente lo sguardo sulla sua mercanzia, nota come addominali e petto, mai sia si pensi a qualcos'altro. Pochi secondi potevano segnare la vita. «Cosa?» domandai.
Lui roteò gli occhi, ma era chiaramente divertito e pieno di sé. «Alza le braccia» ordinò.
«Perché?» chiesi ulteriormente, ma come da comando le sollevai.
Lui con le sue dita prese gli orli della mia maglia e me la sfilò senza riscontrare problemi, appoggiandola sul bancale che avevo dietro. Fortunatamente avevo il costume a coppa nero sotto all'indumento, se no potevo sotterrarmi dalla vergogna. Non che non ne provassi in quel momento, perché dal modo in cui sorrideva avevo intuito che le mie gote avevano appena cambiato colore. Di nuovo. «Ma che cazzo fai?!» sbottai quasi con l'istinto di portare le mani davanti ai seni nonostante fossero già coperti.
Lui scoppiò a ridere. «Non ti muovevi e allora ti ho dato una mano» e mentre parlava, senza accorgermene immediatamente, mi fece fare un balzo verso di lui afferrando con tre dita il bordo dei miei pantaloncini, riducendo la nostra distanza e sbottonando il primo bottone con lo sguardo concentrato sull'altra parte intima del mio corpo. Il suo respiro accarezzava i miei capelli e io non riuscivo a reggere tutto ciò.
Sicuramente il colore rosso sulle mie guance si accentuò ulteriormente e percependolo gli schiaffeggiai le mani, facendogliele ritrarre. «Ce la faccio benissimo da sola.»
Lui cominciò a ridacchiare sotto al mio sguardo accusatorio. «Non mi sembrava» e con disinvoltura, mentre sfilavo i miei pantaloni lungo le mie gambe, lui fece calare i suoi.
Mi mossi verso il basso per poter raccogliere il mio indumento, ma mi accorsi di un piccolo dettaglio. Avevo il suo amichetto, ovviamente e fortunatamente coperto dal costume, a pochi centimetri dalla faccia, il che mi fece deglutire dall'imbarazzo. «P-potresti voltarti?» balbettai, meledicendomi subito dopo.
Sul suo viso comparve una smorfia perversa, il che non aiutava di certo la mia situazione. Poi cominciò a ridere di gusto, sotto al mio sguardo che gridava tutt'altro. «Oh tesoro, non ci penso nemmeno, adoro vederti così impacciata in queste situazioni, mi fanno sbellicare. A meno che la tua non era una richiesta per poter osservare il mio sedere, in questo caso potrei accontentarti volentieri ed immediatamente.»
Spalancai la bocca non credendo a ciò che avevano appena sentito le mie orecchie. «Sammy!» lo rimproverai.
Lui alzò le mani come per arrendersi, ridendo come un matto. «Oh mio Dio che ridere, scusami. Urca. Okay, okay, mi metto in quell'angolo in modo tale da farti prendere la tua roba da terra e farti ammirare allo stesso tempo il mio fondo schiena.»
E una volta che si era portato in disparte mettendo via il suo vestiario nello zaino, mi decisi a raccogliere il mio che giaceva sul pavimento, imprecando il suo nome tra me e me.
Imbecille, era solo uno stupido cretino senza ritegno.
~~~~~~
G-day aussie 🌺
Buon Natale a tutti e alle vostre famiglie!! ❤
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto ☆
Volete un anticipo del prossimo capitolo?
Beh, sicuramente l'avventura al Bondi Icebergs Pool non finisce qua!
Scar e Sammy vi aspettano questo sabato per farvi conoscere altro della loro storia 🌌
Al prossimo aggiornamento 😘
Bye bye 🐨
~ Niki_Rose
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top