17. SPIAGGIA
"SPIAGGIA"
Finalmente se ne era andato per la sua strada e potei proseguire tranquillamente verso la mia destinazione, con la speranza di non avere altri brutti intoppi. Ma teoricamente lui era il primo della lista, quindi non dovevo preoccuparmi poi così tanto.
Samuel ridacchiava di continuo sfottendolo a manetta, Suwa e Xavier invece continuavano a discutere su quando stavamo insieme.
Ma saranno più affari miei che loro, perché non si scelgono un altro argomento? Sarebbe anche più interessante dal mio punto di vista.
Infatti, che piuttosto parlino di te e Sammy, formereste una bella coppia secondo me.
Non intendevo questo.
Io sì però.
Quando arrivammo in spiaggia notai una ragazza che già conoscevo da diversi anni e sulle mie labbra si formò un sorriso. Questa per mia fortuna mi notò appena alzò lo sguardo dalla sabbia e mi venne incontro con un'espressione contenta sul viso.
«Scarlett! Sei tornata!» esclamò correndomi incontro.
I suoi capelli mossi e biondi si spostavano a destra e a sinistra e col costume bianco e verde e un pareo arancione, colori che pensavo fossero allucinanti messi insieme in quel modo, mi raggiunse.
«Ciao Lindsey, tutto bene?» la salutai, guardandola negli occhi.
La cosa particolare di questi era proprio il loro colore: erano diversi. Quello destro era marroncino con delle striature verdi, l'altro invece era azzurro tendente al grigio. Avevo sempre adorato i suoi occhi e la sua bellezza naturale, ma fin da quando eravamo alle scuole la prendevano in giro. Mi ricordavo di un suo racconto, dove diceva che all'asilo la chiamavano cyborg proprio per la loro particolarità. I bambini scherzavano sul fatto che potesse sparare laser dagli occhi e lei, essendo sempre stata timida e molto sensibile, scoppiava sempre a piangere. Quando le dissi alle elementari che a mio parere questi mi piacevano tanto, si incollò immediatamente a me, dicendomi che ero la sua unica amica. Frequentandomi conobbe anche Brooke, che la riempiva sempre di complimenti cercando allo stesso tempo di rafforzarle il carattere, Suwa, di cui si prese anche una cotta che teoricamente doveva ancora avere, Matthew, che era diventato dopo diversi anni il ragazzo della mia migliore amica, e Mitchell, che divenne per un breve periodo il mio ragazzo.
Come si era capito, lei non era quel tipo di persona che riusciva a relazionarsi con gli altri, quindi in un certo senso dovevamo aiutarla noi a farle fare amicizia con nuova gente.
Lei annuì alla mia domanda e mi abbracciò. «Da quanto non ci vedevamo! Mi sei mancata Scar.»
Le sorrisi amichevolmente ricambiando la stretta. «Anche tu. Sei riuscita alla fine ad entrare all’università?»
Lei scosse la testa un po' dispiaciuta. «No, non mi hanno preso. Comunque ora faccio da babysitter in giro per Darwin e sto studiando per la patente, quindi va bene anche così.»
«Wow, brava, mi fa piacere.»
Samuel mi affiancò e dallo sguardo spaventato di Lindsey potei capire che la stava fissando. Lei poverina non sapeva che quella era la sua faccia e che quegli occhi taglienti non indicavano nulla di maligno.
«Lindsey, lui è Samuel, il migliore amico di mio fratello, non so se ti ricordi di Xavier.»
Lui sorrise porgendole la mano e lei sciolse quello sguardo impaurito.
È l'effetto che da a tutte, pazzesco.
Lui è Sammy, lui può.
«Piacere di conoscerti. Ehi, i tuoi occhi sono…»
Lei si ritraè in dietro portandosi la mano sul petto, facendo tornare a galla la paura di essere giudicata per il loro colore.
Ci risiamo.
«La spaventi così Sammy!» gli bisbigliai.
Lui mi guardò sorpreso e si voltò di nuovo verso di lei. «Ehm,» cominciò a parlare grattandosi la testa, e non per l'imbarazzo, ma perché non sapeva come comunicare con lei, «a dir la verità stavo per dire che sono sorpreso nel vedere che sono di color diverso. Cioè, voglio dire che non dispiacciono, sono belli, non sai quale guardare perché sono particolari. Mi piacciono» finì di dire con quel sorriso che evidenziava le sue fossette e con quegli occhi dolci.
Lei divenne rossa come un peperoncino, non riuscendo a spiccicare parola.
Altro effetto che da Sammy.
Lo abbiamo capito, non serve che gli fai la telecronaca dietro tutte le volte.
«Ehi Lindsey!» la voce di Suwa si fece sentire facendoci girare tutti verso la sua parte.
Lui si avvicinò a noi con una corsetta leggera, seguito poi da Xavier che sicuramente stava pensando a dove l'aveva già vista. Tipico di mio fratello.
«È bello rivederti!» disse abbracciandola a se.
Lei divenne ancora più rossa una volta sciolto l'abbraccio e Samuel quasi non riusciva a trattenersi dalle risate. Io gli diedi una gomitata e dal mio sguardò capì che doveva smetterla e darci un taglio. Lui si girò e andò a sistemare la sua tovaglia azzurra vicino agli asciugamani degli altri due. Xavier la salutò con la mano, e con quel cenno capii che probabilmente non si ricordava di lei.
Suwa la invitò a stare un po’ con noi e lei non rifiutò. Diceva che era venuta in spiaggia per farsi una passeggiata lungo il mare e mentre parlavamo io mi spogliai rimanendo in costume. Ci mettemmo vicino alla riva a scambiarci qualche chiacchiera, toccando appena le ondine che si stendevano sulla sabbia bagnata e osservandole ritrarsi. La vista verso l’orizzonte era stupenda e sentivo che mi era mancata Darwin. Mi erano mancate le giornate in spiaggia, la mia casa, il cibo di mamma e anche passare del tempo lì con Samuel. Tutto era bello e nostalgico, quasi da non crederci.
«Sei felice?» mi chiese improvvisamente Lindsey.
Io la guardai un po’ sorpresa e poi annuii con un sorriso leggero. «Sì, stavo proprio pensando che mi era mancata Darwin nonostante sono via
da poco.»
Lei annuì dolcemente. «Si vede da come ti guardi attorno.»
Le sorrisi, non sapendo cos'altro aggiungere.
«Samuel è il tuo ragazzo?»
Sbarrai gli occhi incredula, mentre il mio cuore perse un battito. «Cosa?» domandai con voce un po’ acuta senza accorgermene.
Appena me ne resi conto, ovvero quando l'espressione della mia amica cambiò, schiarii le corde vocali, cercando di essere il più normale possibile. «No, no. È un amico d'infanzia, il migliore amico di mio fratello come ti ho detto prima. Anche se dormiamo in stanza insieme no, non siamo quella cosa lì.»
Lei aggrottò la fronte. «Come mai dormite insieme?»
Allargai gli occhi, pensando che potevo anche evitare di dirlo. Maledetta la mia linguaccia lunga, dicendo così avevo aperto la porta dei doppi sensi a gogò.
Sospirai, rendendomi conto che oramai avevo parlato anche troppo. «Storia lunga.»
«E ti piace?» domandò ulteriormente.
Esattamente. Noto con piacere che la ragazza è sveglia al contrario tuo.
«Che curiosa che sei oggi. Comunque penso che quello che provo sia affetto, nient’altro» le risposi, rendendomi conto che forse ero poca sincera.
In realtà nemmeno io sapevo quello che provavo, i miei battiti cardiaci cambiavano di continuo con lui, lo dovevo ammettere, e la mia vocina interiore insisteva ad elencare ogni tipo di aggettivo che era sinonimo di bel ragazzo, figo, attraente, intelligente, divertente eccetera. Era normale pensare che una persona potesse avere tutte quelle qualità, ma quella cosa che avevo in testa era fin troppo assillante e ripetitiva.
Tu bella mia non mi ascolti proprio eh?
Ad un certo punto delle mani si posarono sui miei fianchi, mi sollevarono da terra e senza nemmeno rendermene conto mi ritrovai con una schiena davanti agli occhi ed io ero a testa in giù. Sentii una risata fin troppo familiare e guardai la figura della mia amica allontanarsi, ma lei era sempre ferma sulla spiaggia, al contrario mio che stavo avanzando verso l'oceano.
«Samuel! Mettimi giù!» urlai.
«Agli ordini!» disse e in una frazione di secondo mi ritrovai catapultata in aria per poi sprofondare in acqua.
Con una bracciata ritornai a galla e mi passai le mani sulla faccia col fiatone. «Che diamine Sam!»
Lui continuò a ridere senza sosta. «Scusa, ma dovevo farlo. Urca, che forza. Oddio, non riesco a smettere di ridere.»
«Finiscila e basta!» lo sgridai.
Lindsey ci raggiunse con Suwa e Xavier mentre si scambiavano qualche parola su che cosa non sentivo. Stranamente l'oceano era più tranquillo del solito ed era anche fresco al punto giusto. Alcuni pesci si potevano intravvedere dall'acqua che nuotavano senza una meta ben precisa e la sabbia sotto ai miei piedi era morbida e soffice. Ad un certo punto arrivò un pallone che mi colpì la testa, facendomela ballare come quelle statuette di un hawaiana o di un personaggio famoso che muovono solo la testa e che vedevo spesso nei film americani. Non saprei come descriverli, erano divertenti da vedere, ma da provare assolutamente no.
Samuel prese al volo la palla che era rimbalzata ridendo ancor più di prima. «E questa? È tua?» chiese a mio fratello.
Quest’ultimo scosse la testa. «No, l’abbiamo chiesta a quel bambino là sulla spiaggia» rispose, indicandosi dietro le spalle con il pollice.
Sam si girò la palla tra le mani e poi me la lanciò in testa come se fossi un canestro. «Ecco a voi James LeBron.»
«Non è meglio Michael Jordan?» domandò Suwa.
«Diamo un po' di gloria anche ad altri, Jordan si sa che è il migliore. Ad esempio... Kobe Bryant, anche lui è un grande.»
«Ehi!» sbottai, ottenendo l'attenzione di Samuel. «La vuoi finire? Oggi ti stai divertendo più del solito!»
Lui scoppiò in una fragorosa risata e pensai che potesse venirgli un attacco cardiaco se avrebbe continuato ancora per molto. Che nervi. «Scusa, ma dovevo. L'occasione era messa lì, come su un piatto d'argento apposta per me. Non potevo starmene con le mani in mano. O forse dovrei dire con la palla in mano.»
«A-ha, il tuo sarcasmo sta iniziando ad essere pessimo per i miei gusti» battibeccai.
Sam mi rispose con una linguaccia.
«Ancora state a discutere?» intervenne Xavier con una voce un po’ seccata.
«Io mi ricordavo di lui carino e gentile con me, quello che mi faceva certi dispetti eri tu, fratellone» dissi, rivolgendo le spalle a Sammy.
«Su questo hai ragione» riflettè mio fratello.
«Ehi, nel tempo si cambia» ci fece notare Samuel. «E comunque sono lo stesso carino e gentile» finì di dire con il muso.
«Oh, poverino, non sembra un cucciolo?» ironizzò Suwa, facendomi ridere mentre gli pizzicava le guance come solitamente fanno le zie o peggio ancora le nonne.
Quest’ultimo prese la palla tra le mani e con gli altri due iniziarono a tirarsela. Iniziarono con normali passaggi ad arrivare a far finta di avere delle porte e di giocare a pallanuoto. Un portiere, due tiratori. A me piacevano gli sport, solo che a tirare le palle con le mani ero proprio una frana. La palla non la tiravo, la passavo e non era di certo lo scopo del gioco.
Con Lindsey parlammo per tutto il tempo, anche fuori dall'acqua, stese sugli asciugamani. Mi misi sotto al sole cercando di approfittarne per abbronzarmi, sperando vivamente di non scottarmi. Avevamo tutti dimenticato la crema solare, per non parlare di Suwa che negli anni non si era mai scottato e non capivo come era possibile, e stessa cosa per Samuel quando eravamo ancora piccoli. A Xavier invece era successo un bel paio di volte e non era piacevole sentirlo borbottare e lamentarsi senza sosta. Riguardo a me lasciamo stare, successo una volta e da lì ho sempre messo la crema per non fare la cocciuta come mio fratello.
Nella nostra chiacchierata, constatai che Lindsey aveva ancora una leggera cotta per il mio migliore amico, ammettendo di averlo capito subito dopo averlo visto a petto nudo e ripetendo ogni tanto che aveva un bel fisico. Non potevo negarlo, era anche lui un bel ragazzo. Mi aveva poi elencato tutte le cose che a lei piacevano di lui, di come nel tempo non fosse cambiato e questo le faceva piacere. Se proprio avrei potuto scegliere di chi innamorarmi, avrei scelto sicuramente Suwa, mi trovavo bene con lui e non potevo nascondergli nulla, quindi Lindsey era una ragazza fortunata. Togliendo il piccolo particolare che il mio migliore amico non sembrava interessato a trovarsi una fidanzata, li avrei visti bene insieme, specialmente perché a lui piacevano le cose particolari, proprio come gli occhi della nostra amica. Dovevo trovare un modo per metterli insieme, ma mi sarebbe servita anche la consulenza di Brooke.
«Però Samuel è quello messo meglio di tutti riguardo al fisico» mi fece notare mentre osservava tutti e tre.
No, in realtà avevo già notato anche io del suo fascino, solo che non lo volevo ammettere non volevo esser la prima a dire di aver constatato una cosa del genere, soprattutto se riguardava Samuel. Okay, troppi giri di pensieri. Alla fine annuii semplicemente, aggiungendo solo un sì per confermare.
«Secondo me ti piace.»
Mi voltai di scatto verso di lei, quasi mi staccai l'osso del collo talmente fui veloce. «Io? Di Sammy? No, no… no. Siamo solo amici di infanzia, tutto qua, ed è il migliore amico di mio fratello. Ma te l'ho detti prima! Perché continui a chiedere?»
«Come vuoi te» disse senza pensarci sopra. «Ma di come lo guardi sembra più di un amico.»
Alzai le sopracciglia. «Infatti, è quasi come un fratello.»
Lei roteò gli occhi. «No, nemmeno come un fratello. E lui lo stesso. Non ti guarda come guarda me o come guarderebbe Brooke se fosse qua.»
«Infatti. Mi guarda come se fossi la sua sorellina minore» affermai.
«Pff, non si può parlare con te di certe cose» sbottò. «Qua servirebbe Brooke, lei mi appoggerebbe sicuramente. Al cento per cento.»
Credere che io gli piacessi? No, mai e poi mai, anche perché non volevo ammettere a me stessa quello che pensava la mia amica. E quello che pensava anche Brooke. E anche Suwa. Insomma, tutti pensavano quella cosa lì, tranne Samuel che pensava che c'era qualcosa tra me e Jensen o tra me e Suwa. Ma perché era tutto così incasinato? Per di più avevo il dubbio che il mio fratellone si facesse qualche domanda sul tempo che passavamo io e il suo migliore amico insieme e da soli dopo tutte quelle volte che ci aveva beccati a pensar male e specialmente in posizioni strane. E non erano poche quelle volte. Ma non era colpa mia se venivano fuori quei doppi sensi come se fossero serviti su un vassoio di platino, argento o oro.
Quei tre uscirono finalmente dall'acqua e Sam ridiede la palla al bambino che gliela aveva prestata. Quest’ultimo appena la prese dalle mani se ne scappò via, stringendosela al petto e sorridendo felice di riaver avuto ciò che era suo. Piano piano mi venne incontro e mi chiese l'asciugamano pulito che avevo li accanto a me, un po' stanco e affaticato dal gioco. Glielo porsi senza problemi e cominciò ad asciugarsi i capelli continuando a scuoterli. Le goccioline gli cadevano lungo il viso e molte altre gli scivolavano lungo il suo corpo, lungo i suoi pettorali, i suoi addominali, le sue braccia, le sue gambe...
Che sta succedendo?
Scarlett, grazie per la vista sexy, ti amo, lo giuro. Comunque so esattamente cosa sta succedendo, non capisco come tu non vuoi ammetterlo.
Lindsey mi diede una gomitata facendomi tornare sulla terra e dal suo sguardo altezzoso capii ciò che pensava. Le schioccai un'occhiataccia.
«Invece di guardar me, guarda qualcun altro!» le bisbigliai quasi come per rimproverarla.
Lei rise silenziosamente e si voltò dall'altra parte, appoggiando il suo sguardo su Suwa che si stava asciugando anche lui i capelli.
«Grazie» mi disse Samuel, porgendomi l'asciugamano con il suo bel sorriso che faceva evidenziare le fossette che aveva.
Ricambiai il gesto e appoggiai il telo dietro di me, fermandomi appena a sentire il suo profumo sul mio asciugamano. Non ne sapevo il motivo, ma avrei voluto continuare a tenerlo stretto a me, perdendomi in quella fragranza che mi faceva girare la testa.
~~~~~~
G-day aussie !!! ❤
Volevo mettere una foto della spiaggia di Darwin con il sole, ma al momento ho trovato solo quelle col tramonto 😂
È bella comunque ♥
Grazie infinite per le visualizzazioni, vi adoro, tutti quanti ❤
Vi lascio con Matthew anche se non è presente in questo capitolo hahahahahahha
⬆ Dylan Sprouse nei panni di Matthew Campbell? 🤔
Secondo me... ci può stare... voi che dite?
Su Lindsey, boh, pensate quello che volete, magari più avanti mi viene qualcosa HAHAH
Offerte, se avete offerte di attori sono ben contenta HAHAH
Un vecchio saggio diceva «guarda oltre ciò che vedi», quindi nuovi orizzonti sono ben accettati hahah
Semplicemente un insegnamento di vita ❤ hahaha
Love Rafiki ♥
Sto impazzendo, okay, vi lasciooooo
Al prossimo capitolo aussiee ☀
Byeeee🐨
~Niki_Rose
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