Capitolo 7
Il mio timore è davvero troppo forte. Vorrei voltarmi, ma non ci riesco. Sento come se anch'io fossi diventata di pietra, la stessa sostanza del dolce angelo che sembra consolare il mio dolore.
Sarà davvero Michael a toccare la mia spalla? Oppure sarà David che mi avrà seguita?Ora che ci penso però, lui ha paura di venire al cimitero. Da ciò che gli ho sentito dire sul conto di questo posto credo che avrebbe preferito addirittura buttarsi da un burrone piuttosto che entrare qui. E poi, nessuno ha ancora proferito parola.
Non devo avere paura, d'altronde ho desiderato questo momento con tutta me stessa. Anche se ho la mente colma di dubbi, il mio cuore dice di voltarmi. Io sento che è lui.
Il mio cuore sta dicendo, anzi sta urlando, che dietro di me c'è Michael.
Con tutta me stessa cerco di frantumare l'immaginaria pietra che riveste le mie gambe, e lentamente, mi volto.
Ho lo sguardo basso, e aiutata solo dalla fievole luce lunare riesco a percepire quelli che sembrano essere degli abiti eccessivamente logori. Delle scarpe scure e dei pantaloni neri tutti consumati e strappati. Una giacca, anch'essa logora, scura e lunga leggermente sopra le ginocchia, è tenuta lievemente aperta a rivelare un gilet nero. Un cravattino grigio, infine, orna il colletto di una delicata camicia. Quest'ultima originariamente doveva essere bianca, ma ora sembra ingiallita e consumata dagli anni. Parecchi anni.
Ma la cosa più assurda e sconcertante è colui che indossa questi abiti: un corpo che logicamente non dovrebbe essere più in vita, consumato dal tempo e costituito perlopiù da ossa e pelle rinsecchita si erge di fronte a me e mi fissa con le sue orbite vuote. Sul cranio sono rimaste sporadiche ciocche di capelli castani e lunghi fino a metà del collo.
Non riesco a crederci. Ho di fronte a me un morto vivente, una mummia.
Appena realizzo tutto ciò l'unica cosa che vorrei è urlare e correre in preda al terrore più puro. Ma un pensiero mi ferma, ovvero la possibilità che proprio lui possa essere la persona che ho tanto desiderato incontrare, il dolce e gentile Michael.
Così decido di dare ancora una volta ascolto al mio cuore, e tremando riesco solo a dire:
"Mi...Michael?"
"Sì, sono io. Colui che ti ha tenuto compagnia in questi giorni non è altro che un cadavere vivente, condannato a non godere mai del riposo eterno. Ora capisci il motivo per cui non volevo rivelarmi ai tuoi occhi? Temevo il ribrezzo che avrebbe potuto causare in te la vista di questo corpo corrotto dal tempo. Ma sapevo che questo giorno prima o poi sarebbe giunto, d'altronde non avrei potuto frenare a lungo la tua curiosità, il tuo diritto di vedere l'essere al quale hai confessato la tua vita, i tuoi segreti ed i tuoi timori. Sappi solo che se ho agito in questo modo è stato esclusivamente per paura di perdere l'unica persona che sia mai riuscita, in tutti questi miei anni di morte apparente, a portarmi la gioia e la felicità che tanto bramavo e che credevo di non poter più ritrovare. Ti ringrazio per il dono che mi hai fatto, te ne sarò infinitamente grato. Se vorrai andartene per non tornare mai più in questo posto io ti comprenderó. Sappi che non nutro alcun rancore nei tuoi confronti, ma soltanto smisurata e profonda gratitudine."
Non ha il coraggio di guardarmi ancora. Abbassa il capo, sembra triste e sconsolato.
La tenerezza suscitata in me da quelle parole ha avuto l'immediato potere di convertire tutto il timore che provavo prima in pura compassione. Anch'io so cosa vuol dire sentirsi incompresi e circondati dalla solitudine, vivendo con la speranza di trovare qualcuno che ci capisca e ci ami per come siamo. Soltanto che, mentre io ho l'amore della mia famiglia, molto probabilmente Michael non ha nessuno.
"Io non andrò via Michael, anzi sono felicissima di aver potuto finalmente fare la tua conoscenza," gli dico sorridendo.
Lui, che poco prima aveva lo sguardo basso, improvvisamente punta le sue orbite nere e profonde verso di me. Anche se non possiede più muscoli facciali, percepisco stupore nel suo volto.
"Davvero non vuoi fuggire via inorridita dalla mia vista?" chiede sorpreso. "Eppure dal tuo sguardo spaventato avevo intuito che saresti scappata lontano da qui per non tornare mai più."
"In effetti appena ti ho visto non nego di essermi spaventata un bel po', ma poi ho ascoltato il mio cuore, e mi ha fatto capire che chi avevo davanti non era altri che il mio caro amico Michael. Come posso avere paura della persona che ha ascoltato pazientemente tutti i miei sfoghi?"
Rimane per qualche secondo a fissarmi, per poi dire con un tono estremamente gioioso:
"Cara e dolce amica mia, tu oggi mi hai reso l'essere più felice di questa terra! Credevo di dover trascorrere altri anni di solitudine e invece mi hai ridato la speranza e la gioia. Adesso posso narrarti anche io qualcosa sulla mia vita passata, e sul perché ora mi ritrovi con questa condanna che da più di un secolo ormai pesa sulle mie spalle. Ma ci sarà tempo per raccontarti tutto quando il Sole sarà sorto. Adesso devi tornare a casa, i tuoi zii saranno molto preoccupati."
In effetti è parecchio tardi. Ho già ricevuto un paio di telefonate da parte di mio zio sul cellulare, ma sinceramente troppe emozioni si sono impadronite di me in queste ultime ore per poter prestare attenzione alle sue chiamate.
"Hai ragione Michael, tornerò da te di mattina, come al solito. Per il momento ti saluto, ci vediamo tra poche ore."
Lo lascio, avviandomi di corsa verso il cancello nero.
"A tra poco, dolce Sara."
Lo saluto con la mano, sorridendo, e anche lui ricambia felice.
Mi dirigo a passo svelto verso casa, con l'animo sereno. Quest'incontro tanto incredibile quanto meraviglioso ha avuto il potere di cancellare in me tutta la tristezza e la delusione causata da quello stupido di David e dai suoi amici. Adesso voglio soltanto che il sole si affretti a sorgere, ho da poco lasciato Michael e già mi manca la sua compagnia. Non mi importa affatto del suo aspetto, ho conosciuto tanta gente normale che non mi ha regalato nulla se non dolore e sofferenza. Lui invece mi ha fatto sentire apprezzata, mi ha permesso di comprendere che in me non c'è assolutamente nulla di sbagliato. E poi lui è un essere umano come me, solo un tantino più magro e decomposto, questo si, ma pur sempre essere umano. Quindi alla fine non è che ci sia tutta questa differenza tra me e lui.
Chiamo mio zio e lo informo che sto per arrivare a casa. È molto preoccupato perché non gli ho risposto, ma riesco a cavarmela con la scusa di non aver sentito il cellulare, perché per sbaglio avevo inserito il silenzioso.
Arrivo a casa e subito mi preparo per andare a dormire. Faccio una doccia calda e rilassante per cancellare le impronte di quel porco ubriacone di David dal mio corpo, poi indosso il pigiama e con molta difficoltà, dopo qualche ora, riesco finalmente a prendere sonno.
Per la prima volta da quando sono qui a Londra riesco a fare un sogno sereno e tranquillo. Sto volando leggera nel cielo, mi sento felice e spensierata, sotto di me vedo infinite distese di colline e di boschi verdeggianti. L'aria accarezza dolce il mio viso, e un senso di gioia indescrivibile mi avvolge il cuore e l'anima.
È il mio cellulare a svegliarmi, lo sento suonare insistentemente.
Tasto con la mano sinistra sul comodino in cerca del mio telefono, e con gli occhi ancora assonnati leggo sul display:
5 chiamate perse da David.
3 messaggi non letti.
Apro i messaggi, sono anch'essi di David. In uno c'è scritto:
~Scusami per ieri sera, non ricordo bene cosa ti ho fatto ma mi ricordo di te che correvi via dalla mia auto piangendo. Perdonami per qualsiasi cosa ti abbia causato, purtroppo quando bevo non sono più cosciente delle mie azioni.~
Nel secondo:
~Spero di rivederti presto, ti prometto che cercherò di non bere più come la volta scorsa in tua presenza, ma tu non dire ai tuoi zii che cosa ti ho fatto. Spero che tu non abbia raccontato nulla. Fammi sapere, ok?~
E infine nel terzo:
~Rispondi alle chiamate per favore, ho bisogno di sapere se hai raccontato ai tuoi zii qualcosa in merito a ieri sera.~
Che razza di deficiente. Scommetto qualsiasi cosa sul fatto che lui si ricorda perfettamente quello che mi ha fatto passare, e i suoi messaggi non sono altro che il patetico tentativo di salvarsi la faccia e la reputazione. Lui è il perfetto e gentile figlio dei Palmer, non può assolutamente permettere che una ragazzetta venuta da un paese sperduto dell'Italia rovini la sua facciata di bravo ragazzo. Comincio a pensare che mi abbia invitato solo per farsi bello con gli abitanti del nostro quartiere, compresi i miei zii. In realtà io per lui conto meno di una chewing-gum attaccata sotto la suola di una delle sue scarpe.
Ecco che il cellulare squilla di nuovo, è ancora David. Valuto se rispondergli o meno, e alla fine, anche se riluttante, decido di prendere la chiamata. Non voglio sentire affatto la sua voce, ma è sempre meglio che affrontarlo di persona dal momento che non intendo vederlo mai più. Reputo che questa al momento sia la scelta migliore.
"Pronto?" rispondo in tono glaciale.
"Pronto Sara? Hai ricevuto i miei messaggi? Senti io sono veramente dispiaciuto per tutto, non volevo..."
"David per piacere taglia corto," lo interrompo, stufa. "Non ho proprio voglia si sentire le tue patetiche scuse. Tu ricordi perfettamente cosa hai fatto ieri, e tutte queste attenzioni nei miei confronti sono palesemente rivolte a salvarti la faccia con i tuoi amici ed i tuoi conoscenti. Non ti importa proprio niente di come sto."
"Guarda che ti stai sbagliando con tutte queste false accuse! Non ti permettere, tu non mi conosci."
Tenta di intimidirmi. Ma non mi faccio spaventare da lui, e gli rispondo a tono:
"Neppure tu mi conosci, ma non ti sei fatto alcuno scrupolo a deridermi e a prenderti gioco di me con i tuoi amici. Non farti più sentire. E per la cronaca non ho detto niente ai miei zii, ma non di certo per proteggere te, l'ho fatto solo perché non voglio farli preoccupare. Non provare più a chiamarmi, spegneró il cellulare subito dopo aver chiuso questa telefonata".
"Aspetta Sara..."
Non gli do nemmeno il tempo di finire la frase che ho giá riattaccato e spento il mio telefonino.
Userò il telefono fisso o il cellulare dello zio per parlare con mia madre.
Mi vesto in tutta fretta e scendo per fare colazione. Oggi è domenica e solo mio zio non è in casa, evidentemente avrà avuto da fare. Vado in cucina a prendere un bicchiere di succo di frutta e dei biscotti, e trovo la zia intenta a bere il suo caffè. So già cosa sta per chiedermi, e vorrei non lo facesse, solo che purtroppo non posso evitare a lungo questa fatidica domanda.
"Buongiorno Sara," mi saluta sorridente, per poi dire: "Allora, com'è andata ieri? Ti sei divertita?"
"Buongiorno a te zia. Sì, è andato tutto bene". Mento, sforzandomi di sfoggiare con la massima naturalezza un finto sorriso.
"Mi fa davvero piacere che tu abbia trascorso una bella serata. Spero che uscirai ancora con loro, in futuro".
Non sapevo cosa risponderle. Non potevo di certo rivelarle che non avevo più intenzione di rivedere né David, né tantomeno i suoi amici per tutta la mia vita.
Pensandoci bene però, potrei usare la scusa di uscire con David e compagnia bella per incontrare Michael anche di sera. Spero tanto che i miei zii non lo scoprano, da quel che so non parlano spesso con i Palmer e neppure con il loro adorato figliolo.
"Sì, lo spero anche io zia."
Non amo dire bugie, ma queste sono uscite dalla mia bocca solo a fin di bene, e perché per cause di forza maggiore non posso dire la verità. Se avessi potuto uscire liberamente con Michael, sarei stata felicissima di farlo sapere a tutti. Vorrei solo gridare al mondo intero la felicità che pervade tutto il mio essere per aver finalmente trovato un amico sincero e dal cuore puro.
A quest'ora mi starà sicuramente attendendo.
"Zia, io vado a fare una passeggiata nei dintorni e a rilassarmi nel piccolo parco qui vicino. Tornerò a casa verso le due, va bene?" le chiedo, mentre poggio il mio bicchiere ormai vuoto nel lavello.
"Certo cara, vai pure."
"Porterò con me la chitarra, chissà che non mi venga l'ispirazione per qualche nuova melodia."
"Sei proprio come tuo zio Fabio," risponde mia zia sorridendo. "Buon divertimento Sara, ci vediamo alle due."
Salgo di corsa in camera a prendere la mia inseparabile amica, e dopo aver salutato un'altra volta zia Laura e Shadow esco frettolosamente di casa.
Sto tornando da te, Michael.
Eccovi finalmente un nuovo capitolo :-) Uno dei misteri che aleggiano intorno al personaggio di Michael è stato scoperto. Si conosce ora il suo aspetto, ma molte cose su di lui devono essere ancora rivelate.
Sara è costretta suo malgrado a mentire, ma non lo fa con cattive intenzioni. Ha solo paura di essere scoperta.
E David? Si rifarà vivo?
Tranquilli, saprete tutto a tempo debito :-)
A presto cari lettori! ;-)
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