Capitolo 2
I giorni trascorsi con la mia famiglia prima della partenza li ho vissuti serenamente, assaporando ogni momento. D'altronde non li avrei rivisti per molti mesi, e sono sicura che mi sarebbero mancati. Ognuno però ha bisogno di fare le proprie esperienze per poter maturare, e una di queste comprende anche il dover allontanarsi da casa.
Non ho amici veri da salutare. Ho inviato un messaggio solo alla mia "amica" d'infanzia, una ragazza con la quale ho condiviso molti anni della mia vita, ma che con il passare del tempo si è rivelata come tutti gli altri. Le ho proposto di vederci e uscire per un gelato prima che partissi, ma lei aveva da fare e non poteva. Come al solito. Beh, almeno ci ho provato.
Ogni volta che le ho chiesto di uscire ha rimandato sempre con la scusa più ridicola e non me la sentivo di insistere, non mi sembrava giusto. Una volta le domandai se le avessi fatto qualcosa, anche se in cuor mio ero sicura di non averle fatto mai niente. Ma lei rispose di no e di non preoccuparmi, che mi stavo creando dei problemi senza motivo. Io però sapevo che non era così.
In un paese piccolo come il mio ho sempre avuto difficoltà a socializzare. Non che io non volessi, ci ho provato, davvero. Soltanto che purtroppo non ho mai trovato nessuno con i miei stessi interessi e che mi capisse veramente. Ho tentato molte volte di comprendere gli altri, ma loro non si sono mai sforzati di comprendere me, donandomi soltanto sofferenza e delusioni.
Eppure non credo di essere così complicata.
L'unica vera amica che non mi ha mai tradito è la mia chitarra, a lei confido i miei sentimenti e le vibrazioni del mio cuore. Li faccio passare attraverso le sue dolci corde e lei li trasforma in musica. Solo così mi sento veramente felice e realizzata.
Preparo la mia valigia cercando di non dimenticare nulla, ma tanto sono sicura che qualcosa la dimentico ugualmente e me ne accorgeró solo arrivata a destinazione. Non so perché, ma mi succede ogni volta che parto.
Dopo aver finito, appoggio il mio mp3 sul comodino e cerco di riposare qualche ora. Domani dovrò svegliarmi presto per raggiungere l'aeroporto. Mentre dormo faccio sogni confusi che purtroppo al risveglio non ricordo. Sento poi la tanto odiata sveglia, e capisco che è il momento di alzarsi.
Come al solito mi preparo e indosso dei jeans blu scuro, un top fucsia che si annoda dietro al collo e dei sandali non molto alti. Metto un giubbino di jeans leggero e sono pronta.
Arriviamo all'aeroporto poco prima che il mio volo parta e davanti all'imbarco i miei mi salutano; si vede che sono commossi, soprattutto mia madre.
"Ti sei ricordata tutto? Mi raccomando tesoro stai attenta, non parlare alle persone poco raccomandabili, chiamami appena arrivi e ricordati di chiamare spesso una volta che sei lì. Va bene anche un messaggio, ma è meglio se chiami. E poi..."
"Sì mamma tranquilla, ti chiamo appena arrivo e cercherò di stare attenta a tutto non preoccuparti," le rispondo sorridendo. "Ora devo andare, hanno annunciato la partenza del mio volo. Allora...ciao".
Sono commossa anche io, ma cerco di non darlo a vedere ai miei, altrimenti mia mamma diventa una fontana.
Il tempo sull'aereo trascorre tranquillamente, infilo le cuffie del mio amato mp3 nelle orecchie e mi lascio trasportare dalla musica.
Senza accorgermene sono già arrivata a destinazione, e all'aeroporto di Londra ci sono i miei zii che mi salutano felici. Sono contenta anch'io di vederli, mi mancavano così tanto. Vengono solamente una volta all'anno a farci visita per una settimana, e il tempo in loro compagnia sembra volare via. Adoro mio zio, è sempre sorridente e di buonumore. Riesce a trasmettermi ogni volta tanta felicità. È adulto, ma la sua anima è gioiosa come quella di un bambino. Proprio lui mi ha insegnato a suonare, gli voglio davvero un bene dell'anima. Corro incontro a loro, li abbraccio, e subito lo zio mi chiede:
"È andato bene il viaggio Sara? Tutto a posto sull'aereo?"
"Sì zio, tutto bene grazie," gli rispondo sorridente "voi come state?"
"Noi stiamo bene, ma avremo tempo dopo per chiacchierare. Vieni, andiamo a casa adesso, sarai sicuramente stanchissima."
In effetti ha ragione, sono davvero stanca. Il tragitto dall'aeroporto fino a dove abitano gli zii è stato un po' lungo, e ne ho approfittato per osservare da vicino la mia adorata Londra. È cosi bella, anche se sempre uggiosa. Forse in realtà non ha nulla di speciale, a molti potrebbe sembrare una città affollata come tante, ma per me è un sogno. Avevo sempre desiderato visitarla, da quando lo zio si era trasferito me ne parlava ogni volta che lo sentivo al telefono e mi sembrava di essere lí con lui. Ora sono davvero qui con lui, e ancora tutto ciò non mi sembra reale. Mi accorgo, una volta arrivati, che i miei zii abitano non proprio nel centro di Londra, ma in una zona di periferia con delle casette tipiche londinesi, ognuna con un proprio piccolo giardino. Le case sono unite in una fila ordinata, solo una ringhiera separa le varie proprietà. Un posto molto diverso dal mio paesino, non c'è che dire.
Dopo essere entrati in casa lo zio mi mostra subito la mia nuova camera, è una stanza situata in mansarda davvero bella e molto semplice. Delle tende rosa con un delicato motivo fiorato incorniciano l'unica finestra, di fronte a me si trova un letto da una piazza con una trapunta leggera di raso verde chiaro, poi a destra, vicino alla finestra vi è la scrivania, e a destra della scrivania si trova una piccola libreria. Il comodino affianca il letto a sinistra, dove poco più distante si trova il mio armadio. Tutti i mobili sono di legno e dipinti di un fine color avorio con un effetto anticato. Mi piacciono molto.
Lo zio mi augura buon riposo prima di chiudersi la porta alle spalle. Sono molto stanca, ma prima di riposare decido di dare un'occhiata alla finestra, per vedere il panorama. Scorgo poco distante un cimitero, ma non riesco a vederlo bene perché dei fitti alberi lo nascondono parzialmente. Da quello che i miei occhi mi permettono di osservare sembra molto antico e circondato da alte mura di pietra.
Non mi da nessun problema abitare vicino ad un cimitero, anzi, a guardarlo un po' mi affascina anche. Forse un giorno andrò ad esplorarlo. Ora l'unica cosa che desidero è stendermi sul letto e riposarmi, mi occuperò poi di disfare i miei bagagli.
Ecco a voi il secondo capitolo:-) Sara è finalmente giunta nella sua adorata Inghilterra. Ma non è solo la città di Londra a suscitare il suo interesse, bensí anche un antico cimitero che scorge fra gli alberi. Andrà a visitarlo secondo voi? Leggete e lo scoprirete:-) A presto!
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