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Passò così un mese e tra di noi si creò un legame che sembrava quello dei migliori amici nei film. Andammo al centro commerciale perché quel fine settimana ci sarebbe stata la festa della banda e di certo, non essendoci ragazzi popolari, non sarebbe degenerata in ubriaconi e drogati. Fu lui a insistere per accompagnarmi. Entrammo e mentre io cercavo di pensare a quale fosse il negozio più opportuno, mi riportò alla realtà.
<<Ci sarà qualche bel ragazzo?>> fu una domanda inaspettata, non avevamo ancora parlato di cose come questa.
<<Non lo so>> arrossii e continuai a passare a rassegna i nomi dei negozi.
<<E non ti importa?>>
<<Sinceramente no>> lessi qualche nome e guardai nella mappa dove si trovassero.
<<Ma aspetta... sei vergine?>> sussurrò la seconda parte nel mio orecchio e sentì che se la conversazione fosse durata oltre sarei finita per vergognarmi di esistere.
<<No, ma non ti riguarda in ogni caso>> rise e il mio cuore rise con lui.
<<Allora credo che ti dovrai divertire a quella festa>>
<<Mi divertirò anche senza scopare una persona a caso>> sbuffai e mi incamminai verso H&M, ma la sua mano mi fermò il braccio.
<<Vero, ma se si presentasse l'occasione devi essere pronta>> lo guardai sperando che scherzasse.
<<Come prego?>>
<<Seguimi>> obbedii e quando entrammo in un negozio di intimo di cui non ricordo il nome volli sprofondare dalla vergogna.
<<Ma sei matto?>>
<<Dai, fidati. Un completino carino ti farà comodo, ne sono certo. Ti aiuto io sceglierlo>> mi parlava con un sorriso beffardo e pensai che se mi avesse visto in intimo sarebbe stato un addio perché non avrebbe voluto avere come amica una con un fisico come il mio. Da quando l'avevo conosciuto mi ero iniziata a complessare come mai prima.
<<Non mi farò vedere in intimo da te!>> esclamai sussurrando e mi guardai attorno, tutte belle ragazze, con seni prosperosi e curve perfette.
<<Ma se ti ho già vista in intimo almeno un paio di volte>>
<<Cosa?>>
<<Tipo quando ci siamo conosciuti e poi ti serve un parere maschile neutrale>>
<<Neutrale?>>
<<Beh si, tuo fratello, per esempio, ti mentirebbe perché è tuo fratello, Margaret non ti consiglierebbe bene e nemmeno Elizabeth dato che sono ragazze. Ti serve il parere di un ragazzo che non vuole scoparti>> quelle parole mi ferirono solo perché sentirglielo dire mi faceva più male che immaginare che fosse così. È vero, restarci male se dice che non vuole solo abbassarmi le mutande è sciocco, ma sapere che non vorrebbe nemmeno quello è più brutto di quanto si immagini. Abbassai lo sguardo annuendo e mi diressi verso dei completi. <<Oh Sophia, aspetta>> notai il pentimento nel suo tono. <<Non in quel senso... sei molto bella, stanne certa, ma sei una mia amica, non mi permetterei di farti una cosa simile, intendevo quello>> sorrisi come se fossi davvero felice.
<<Guarda che lo so, scemo>> lo spintonai piano e afferrai un completino a caso senza nemmeno guardare la taglia e mi chiusi in un camerino. Prima ancora che mi fossi spogliata sentii bussare. <<Si?>>
<<Ehm... Sophy, dovresti sapere una cosa>> la mia mente viaggiò per la millesima volta verso la speranza che mi confessasse di provare qualcosa verso di me, ma non fu così, di nuovo.
<<Dimmi>>
<<Il completino che hai preso... beh si...>>
<<Cosa?>>
<<È per bambini>> presi il capo tra le mani e risi seguita da lui. <<Te ne ho preso uno io, dimmi se va bene come taglia>> me lo lanciò da sopra e di rimando gli lanciai quello per bambini.
<<Christian>> lo chiamai scrutando quei pezzi di stoffa che mi aveva lanciato.
<<Si?>>
<<Dove sarebbe il completino scusa?>>
<<Cosa?>>
<<Beh si, il reggiseno coprirà si e no i capezzoli!>> rise di nuovo.
<<È solo per controllare la taglia, te ne prenderò di più coprenti>> provai quei pezzi di stoffa sospirando dopo essermi spogliata restando in mutande.
<<La taglia va bene>> glielo passai e aspettai che tornasse. Tornò con ben 9 completi. Molti erano rossi in pizzo, gli altri variano tra il verde acqua e il rosa. Mi piacque da subito uno nero che aveva del pizzo bianco sopra e tre fiocchetti rossi, due sul reggiseno e uno sulle mutandine, decisi di lasciarlo per ultimo.
<<Muoviti! Ci muoio qua!>> risi e provai uno di quelli rossi.
<<Fatto...>> mormorai rossa in viso e lui entrò per poi sbarrare gli occhi osservando il mio riflesso nello specchio. <<Sto tanto male?>> chiesi voltandomi verso di lui.
<<Tutto il contrario>> sbatté le palpebre e tornò a guardarmi in faccia.
<<Uh, bene>> provai tutti i completi e continuava a ride che gli piacevano, ma che non ne aveva uno preferito. Quando fu il turno di quello nero mi sentii estremamente bene indossandolo e lo stesso Christian me lo disse. alla fine comprai proprio quello che gli fece fare commenti sul fatto che se mi avesse vista ancora per molto con quello addosso tutti avrebbero visto la sua erezione. Nonostante la volgarità di quelle parole non potei che prenderlo come uno complimento. Fu buffa la scena alla cassa.
<<Sono 9 e 90>> disse la cassiera.
<<Ecco>> porsi una banconota da 10 e presi il resto, Christian si incaricò della borsa.
<<E' giusto che siano i ragazzi a spezzarsi la schiena con il peso>> risi e lui ci guardò male. La donna era sulla quarantina e il suo sorriso mi coinvolse subito.
<<Esattamente! Noi donne facciamo anche troppo per loro!>> ridemmo e lui alzò gli occhi al cielo scocciato.
<<Siete belli assieme>> commentò lei.
<<Cosa?>> sbiancai, quel complimento mi fece perdere il fiato.
<<Si, voi due>> sorrise e sentii una mano sul fianco.
<<Grazie, lo sappiamo>> rispose scontrosamente lui portandomi fuori. Non ne parlammo più e mi accompagnò negli altri negozi e lo sorpresi spesso a guardare le altre ragazze, ma tentai di controllare la gelosia in sua presenza. Il vestito che scelsi era semplice e mi colpii io stessa di averlo scelto: un corpetto indaco stringeva nei punti giusti con alcuni dettagli in pizzo nero che veniva ripreso nel vitino, una gonna di tulle non troppo gonfia riprendeva invece il colore del corpetto e non riuscivo a pensare ad altro che non fosse il sorriso che Christian aveva fatto dicendomi che ero stupenda e credergli mi era parso più semplice che le leggere.
<<Ora cosa manca?>> addentò la pizza unta mentre la mia amata insalata mi guardava chiedendomi di divorarla.
<<Nulla>>
<<Che scarpe metterai?>>
<<Credo le ballerine nere>> feci spallucce portandomi alla bocca la prima forchettata.
<<Scherzi?>> scossi la testa masticando. <<Non puoi indossare delle ballerine con un vestito sexy come quello!>> personalmente mi piacevano i complimenti che ricevevo da lui, ma mi imbarazzavano molto.
<<Posso e lo farò>> risposi scocciata.
<<Devi mettere dei tacchi, nessuno ti noterà altrimenti>> morse la crosta, ovvero il poco che era rimasto del trancio.
<<Non mi noteranno comunque e poi, a dirla tutta, non mi piacciono le attenzioni!>> tossì come se si fosse strozzato e fui felice che scherzasse perché non sapevo esattamente cosa fare.
<<Dovresti valorarti di più...>> iniziò.
<<Prenderò quei tacchi se non fai il discorsone.>> lo interruppi.
<<E Peterson vince ancora!>> ridemmo e finimmo di pranzare per poi andare in un negozio enorme di scarpe. Fu lui a sceglierle: delle semplice decolté nere. Le provai e dovevo ammetterlo, erano stupende. Quando mi alzai e provai a camminarci bastarono due passi per farmi perdere l'equilibrio piombando tra le sue braccia che mi sorressero. Le nostre labbra si sfiorarono e per un istante credetti che avrei trovato il coraggio di baciarlo, ma per fortuna non fu così e mi ripromisi di imparare ad usare quelle bellissime scarpe. Pagai e tornammo all'università, tutt'oggi non so come feci a convincerlo a non fare "un salto" dal parrucchiere.
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