Letto vuoto

Ho messo questa canzone perché mi fa piangere e non so il motivo, quindi è in tema.


Cosa mi dirai
quando sarò lontano?
Vieni nei miei guai,
ti prendo per la mano.
Guarda la città,
potrebbe anche bruciare.
Ti commuove la banalità del mare

~"La banalità del mare", Pinguini Tattici Nucleari

°°°°

Un'altra giornata estenuante e vuota mi pesa sul corpo che prima ancora di mezzanotte chiede riposo. Entusiasta lo soddisfo. Spero che l'eccessiva stanchezza porti una notte senza sogni, così magari stanotte non sognerò te. Almeno una notte spero di scordarti, qualche ora, giusto il tempo di resettare i miei pensieri. Mera illusione.

Ho gli occhi pesanti e i muscoli immobili ma la mia mente continua a viaggiare, arrivando sempre in un unico punto fisso. Te.
Immagino la prossima volta che ti vedrò, immagino le tue mani sul mio corpo, ti immagino dentro di me, sento la tua voce. Mi si proietta un lungo film che mi tiene sveglia invadendo ogni mio senso.
Basta non resisto, è impossibile dormire. Mi alzo quasi infastidita, di certo spazientita dal monopolio nei miei pensieri. Prendo il mio amico vibratore e torno sotto il soffice piumino.
Penso a come mi scoperesti. Non perderesti tempo e con forza entreresti in me. Lo fai e gemo, sorrido. Quanto mi mancava cazzo..

Ripenso al mio film mentre mi muovo con urgenza. Scosto le coperte, ormai sto andando a fuoco.
Ti sento dietro di me, che spingi in quella minuscola apertura. Vorresti prendere il vibratore, sai che amo sentirmi riempire in ogni luogo. Ti dico di aspettare. Verrei all'istante e invece voglio che tutto questo duri.
Ti sento sempre più intenso, sempre più vicino a riempirmi. Allora mi porti sul letto, mi fai stendere sulla schiena e sali sopra di me. Vuoi guardarmi e anche se muoio di imbarazzo mi fai sentire perfetta.
Mi riempi con quell'oggetto fallico. Ad ogni spinta lo spingi in me. È una sensazione incredibile, come te. È come se fossi tu stesso a forzare ogni mia apertura. Sei davanti, dietro, sopra, sulle labbra, nella pelle, nel corpo, nel cuore.
Ti prego di non fermarti, ti dico che sì, è esattamente in quel punto che voglio sentirti ancora e ancora. Spingi, ti prego, continua..
Come sempre mi assecondi, felice di farmi raggiungere un piacere che prima di te non credevo esistesse. Volto la testa e mi inarco invocando il tuo nome. Solo allora, certo che mi sono goduta ogni istante di quell'orgasmo, ti lasci andare liberandoti a fiotti dentro di me.

Apro gli occhi nella mia stanza, sola, e ti vedo sopra di me. Mi osservi con quel mezzo sorriso, scavi nei miei occhi.
E all'improvviso scoppio in lacrime. Sussulto, singhiozzo, chiudo gli occhi e mi lascio andare sentendo il viso bagnarsi. Mi stendo su un fianco e affondo nel cuscino. Ad ogni spasmo stringo il vibratore ancora dentro me.
Non vorrei piangere, lo detesto, ma come posso fermarmi se non so neanche il motivo per cui è iniziato? Sento un peso che mi schiaccia ma non ha forma né contenuto. La ragione non può spostarlo.

Penso a cosa succederebbe se tu fossi davvero qui. Non capiresti di certo. Ti direi che a volte capita, è normale, sono gli ormoni. Ti avevo detto che mi era già capitato no?
Forse mi abbracceresti, sarebbe bello. Mi alzerei e andrei in bagno. Mi rifugerei lì sperando che finisca subito, lavandomi il viso per pulire la malinconia.

Mi guardo allo specchio e neanche mi riconosco. Gli occhi rossi, le labbra gonfie, il viso ancora accaldato dall'orgasmo. Altre lacrime scendono mentre lavo il vibratore, mentre bevo, mentre torno nel letto vuoto e penso a te.
Mi rannicchio lì, stringo il cuscino e spero di prendere sonno. Nella mia mente ci sei ancora tu, c'è ancora una nostra immaginaria conversazione. La mano sul cuscino è una mano sul tuo petto.

E prego ancora che la notte ti cancelli dai miei pensieri.
Impossibile. Sogno te, ancora..

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