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-Dobbiamo parlare, Mar! E' urgente, cazzo. – Eleonora mi corre dietro mentre entro in auto.

Ha provato a parlarmi durante tutta la durata del turno ma ho finto di essere costantemente impegnata pur di non rivolgerle la parola; non so ancora come mi sento nei suoi riguardi e dunque voglio lasciar passare un po' di tempo prima di valutare la situazione.

-Non capisco cosa abbiamo ancora da dirci. –

-Mar, ho provato a chiamarti almeno mille volte ieri sera e ti ho lasciato altrettanti messaggi, eri irraggiungibile. – La sua voce suona così disperata che mi fa sentire solo più egoista.

-Dimmi qualcosa che non so? – Sbuffo, grattandomi il capo e fingendomi disinteressata.

-Non si tratta di me, la questione è un'altra. – Sospira, prendendosi una pausa. – Non ti ho cercata per parlare di me. –

-Cosa intendi dire? – Inarco un sopracciglio e mi concentro su di lei.

-Emanuel. – Mormora. Faccio un balzo impercettibile al sentire il suo nome pronunciato e inspiro lentamente.

-Emanuel cosa? – Mi spazientisco, incitandola a continuare.

-Emanuel mi ha cercata per parlarmi. –

Strabuzzo gli occhi e dalla posizione tesa che avevo acquistato adesso ne ho una più sciolta e innervosita, mi sventolo una mano di fronte al viso sentendomi avvampare e mi si accelera il respiro senza controllo. Riesco a sentire le vene pulsarmi nel collo.

-Eleonora, spiega. Adesso. –

-Ieri sera mi ha chiamata questo numero di telefono sconosciuto ed io ho risposto senza pormi troppe domande: dopo il primo saluto Emanuel si è fatto riconoscere e mi ha spiegato che aveva bisogno di incontrarmi per parlare e..così ci siamo visti qualche momento più tardi.. – Sospira.

-E? Poi, cosa? – Frettolosa le chiedo di continuare troppo impaziente di ascoltare il resto dell' accaduto.

-Voleva sapere se ero stata veramente io a mandare quel messaggio dal tuo cellulare, la notte in cui hai dormito da me, e gli ho spiegato che sì, era tutto vero, che eri stata sincera con lui. Ho evitato di raccontargli che adesso tu sei anche in collera con me ma presumo l'abbia dedotto da sé perché mi ha regalato uno sguardo addolcito e preoccupato allo stesso tempo. Gli ho chiesto quale fosse il motivo di quelle domande e mi ha risposto che non riesce a stare lontano dal pensiero che nutre per te. Mar, ha detto cose talmente sdolcinate che non mi sembrava neanche reale. Il mio ex non mi aveva mai detto nulla del genere in tanti anni di relazione. – Sospira, rammaricata ma anche sorridente ed io le credo, sentendo le mani sudare improvvisamente.

-Non so cosa pensare. – Porto una mano al viso e l'appoggio lì, persuasa da un capogiro di emozioni.

-So che ora non vuoi sentire consigli proprio da me, Mar, ma quel ragazzo mi sembrava veramente rapito ed interessato a te. –

Sorrido leggermente al pensiero di un Emanuel che sente il bisogno di parlare con una mia amic...conoscente pur di sapere qualcosa in più su di me.

-Come ha avuto il tuo numero di telefono? Non capisco. –

-Ecco, mi ha spiegato che proprio ieri mattina ha scoperto di avere un dipendente che è praticamente mio fratello. – Ridacchia, come se stesse realizzando soltanto adesso la cosa.

-Aspetta, cosa? Tu hai un fratello? – Spalanco la bocca insieme agli occhi, sorpresa.

-Beh sì, siamo gemelli. – Sorride. – Io non sapevo che lui fosse il suo capo, devo essere sincera. A quanto pare in una conversazione di lavoro a mio fratello è uscito fuori il mio nome ed Emanuel gli ha chiesto se lavorassi in un minimarket, lui ha risposto di si e poi gentilmente gli ha chiesto il mio numero. Così..Beh, poi tutto il resto già te l'ho raccontato. –

-Quindi tu hai un fratello gemello di cui non mi hai mai parlato e lavora per Emanuel. – Mormoro tra me e me, facendo il resoconto della situazione. –Assurdo. Mi sembra la trama di un film. – Non riesco a contenere una risata nervosa e lei mi guarda senza espressioni.

-Già. – Sospira.

-Avrebbe potuto anche solo chiamarmi dato che adesso ha anche il mio numero. – Penso ad alta voce, lasciando spazio all' angoscia. – Adesso torno a casa, grazie per avermelo detto. –

-Aspetta, c'è un'ultima cosa. – Mi prende il braccio per farmi girare verso di lei, mi libero dalla sua presa con uno strattone. Le sono grata per avermi difesa ma non l'ho ancora perdonata per avermi mentito.–Mi ha chiesto il tuo nome. –

La guardo così profondamente da sentire le mie iridi scavare nelle sue: - E..tu? – Chiedo, quasi timorosa della risposta.

-Non gliel'ho detto. Non volevo peggiorare le cose tra noi ed è giusto che gli dica tu come ti chiami. – Sospira, allontanandosi poco a poco da me.

Espiro sollevata e: - Grazie. –Mormoro a fior di labbra.

Eleonora è come se avesse dato per scontato il fatto che incontrerò Emanuel e che gli dirò il mio nome.

Pensavo fosse stufo di me e che non volesse nessuna specie di rapporto con me, eppure eccolo che si ripresenta nella mia vita. Ormai questa storia va avanti da tre settimane e non c'è stata neanche una volta in cui me lo son tolta dalla testa. Provo a distrarmi, occupo ogni momento libero del giorno ma lui è sempre lì, dietro le quinte nella mia fantasia.

Mi sdraio sul letto esausta e chiudo gli occhi, consapevolmente voglio immaginarlo qui al mio fianco. Inarco le sopracciglia sempre più nel tentativo di rendere reale la mia immaginazione e riesco persino a sentire le sue mani che mi percorrono il corpo e che mi tastano senza sosta. Lo lascio insinuarsi dentro me ed un impeto mi percorre le mani che si allungano sulla mia sensibilità. Mi muovo da esperta rivivendo mentalmente le sensazioni vissute con Emanuel, mi lascio baciare dal culmine di desiderio e piacere che mi pervade totalmente, raggiungendo in men che non si dica l'apice scaturito dai soli ricordi ravvivati da me stessa.

Con affanno e soddisfazione torno a sedermi, colpita da una mancanza che non è strettamente fisica, ma anche spirituale. Afferro il cellulare decisa a rendere nota dei miei pensieri e finisco nella chat con quello che è ormai il ragazzo che mi rapisce anche nei momenti più intimi, come nessuno aveva mai fatto prima d'ora. E' così tutto nuovo per me.

Scrivo e cancello e riscrivo e ricancello sempre lo stesso messaggio improvvisamente bloccata da un'ansia irrefrenabile.

Devo abbassare il mio orgoglio.

Devo.

Glielo devo.

-Proviamo a riparlarne da persone adulte. –

Nello stesso momento in cui premo INVIO me ne pento.

Che messaggio è? Non ha senso. Come potrebbe anche solo prenderlo in considerazione?

Potrebbe pensare che l'ho appena denominato immaturo? Potrebbe sempre rifiutarsi di vederci, naturalmente. Non lo biasimerei.

La risposta arriva dopo qualche momento inaspettata e molto rapida: - Facciamo adesso. – Mi mordo le labbra mentre lo immagino chino con gli occhi sul cellulare. Come avrà reagito al mio messaggio? Avrà sorriso o sarà sorpreso? Pagherei per poterlo vedere.

-Facciamo di no. – Invio senza rimuginarci più di tanto, presa dall'eccitazione.

-Non dirmi che sei ancora Eleonora perché mi incazzo stavolta. – Sento l'eco della sua voce innervosita nelle orecchie e ridacchio leggermente visionando una sua espressione corrucciata.

-Allora non te lo dico, contento? –

-Vengo da te adesso. –

-Ma anche no. – Rispondo in fretta, ho l'appartamento sotto sopra e non ho intenzione di riordinare proprio adesso. –Possiamo vederci domani sera. –

Il messaggio gli arriva ma non risulta visualizzato così mi stacco dal cellulare e attendo la sua risposta inventandomi cose da fare pur di distrarmi e non pensarci. Accendo Netflix e mi stendo sul letto, passano più di dieci minuti ma non arriva ancora nessuna risposta. Mi maledico per non aver accettato subito e per essermi fatta desiderare ancora una volta. Si sarà annoiato di aspettarmi e di stare ai miei comodi? Oppure si è sentito offeso per essere stato rifiutato per l'ennesima volta?

Rilasso le palpebre e cerco di cadere nelle braccia di Morfeo nonostante il pensiero costante che mi porta a lui. 

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