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Il terreno massiccio mi fa da cuscino, i fili d'erba mi solleticano il viso, l'odore che mi invade è di natura: aria fresca, pulita, pura.. differente da ciò che più mi caratterizza, diversa dall'animo insulso e sbagliato che alberga dentro di me. In fondo, a chi può interessare di uno spirito perduto e di un'intelligenza sprecata ai piaceri carnali e al finto divertimento.
Mi scrollo dai soliti pensieri negativi che accompagnano la mia esistenza giorno dopo giorno e raccolgo le mie cose, ripongo il mio libro nella borsa e con gambe tremolanti, ma decise, mi alzo. Non so dove andare, non voglio tornare nel mio appartamento desolato e vuoto privo di buone speranze eppure cammino sicura, come se sapessi esattamente che cosa voglio solo per poterlo dimostrare ai passanti e alle persone che mi sono attorno e che neanche conosco.
Viene sera quando scorgo questo bar illuminato, c'è qualcuno all'esterno che chiacchiera troppo rumorosamente. Odio le voci acute e le risate gracchianti, non amo il genere umano.. forse più di quanto non ami neanche me stessa. Mi chiudo nel mio giaccone, l'aria è gelida ma d'altronde è Gennaio e rammento a me stessa che domani è il mio compleanno, ovvero tra qualche ora.. e tanto vale iniziare a festeggiarlo, anche se sono sola e a nessuno importa.
Mi decido ad entrare: è un locale suggestivo, pieno di lucine dorate, sembra quasi una fiera o un mercato di Natale e mi fa ridere pensare che sia stato tutto progettato solo per far piacere agli altri e per servire qualche drink. Il mio sguardo analizza l'ampia sala e mi rendo conto che tutti sono indaffarati nelle proprie cose: c'è un cameriere con l'aria nervosa e abbastanza depressa che porta un vassoio con una sola mano, mentre l'altra giace dietro la schiena, come se fosse ad una cena di gala, mi viene quasi voglia di riportarlo sulla terra; un gruppo di amiche che ridono e schiamazzano poco lontane dal loro tavolo e che guardano nella direzione di un ragazzo carino che non le considera minimamente mentre siede vicino al bancone del bar. Posso immaginare cosa si stiano dicendo soltanto leggendo le loro labbra: stanno scommettendo su chi avrà il coraggio di avvicinarsi a lui ed un sorriso di scherno abbandona la mia bocca. Lascio stare questa patetica visione e mi abbandono su uno sgabello ordinato vicino al bancone; ordino il mio solito tris di Vodka e permetto al liquore di attraversarmi la gola e bruciarmi alla bocca dello stomaco. Non c'è sensazione che io possa amare di più e la lascio viaggiare dentro di me, aspettando che arrivi al cervello e ad ogni mio senso di coscienza.
-Sei da sola?-
Non alzo il capo e neanche lo sguardo e mi irrigidisco immediatamente al suono di una voce sconosciuta al mio fianco. Non voglio essere infastidita quando bevo e non capisco perché ogni volta ci sia qualcuno che non rispetti questo principio per me primordiale.
Inspiro lentamente e volgo lo sguardo sull'individuo seduto accanto a me. Sorrido sorpresa. E' il ragazzo carino che quel gruppo di povere ragazze si stava contendendo fino a poco fa.
-Sì e vorrei continuare ad esserlo, grazie.- Rivolgo i miei occhi al drink e ne bevo un sorso lento e inebriante.
-Non è molto carino passare il sabato sera da sola, non credi?- Continua, nella speranza che gli dia corda.
Resto col capo chino e lo ignoro spudoratamente. Dovrà pur andarsene.
-Mh, quindi sì, sei proprio quel tipo di ragazza?- Ridacchia, con fare sornione.
Mi giro di scatto e , sì, devo ammetterlo che ha una bellezza particolare. I suoi occhi non sono verdi e neanche azzurri, non saprei spiegare..forse il colore che più li rappresenta è il verde acqua, credo addirittura di avere un vestito della stessa tinta. E' ammaliante il suo sguardo: le sopracciglia sono inarcate ma rendono il tutto più curioso, mi disarma la sua espressione e le sue labbra carnose nascoste tra la barba e i baffi biondi. Non saprei decifrare la sua età, ma non è di certo un ragazzino.
-Che tipo di ragazza dovrei essere?- Ritorno a sorseggiare il mio drink dopo la mia attenta analisi ed inizio ad avere un lieve ripensamento. Forse ho davvero bisogno di festeggiare il mio compleanno con qualcuno.
-Ma sì, una di quelle a cui piace star sole, che sono indipendenti e credono che il resto del mondo sia spazzatura. Magari odi tutti e li incolpi delle tue stesse disgrazie, no?- Il suo sorriso è sarcastico e per me è sparito, tutto d'un tratto, il bellissimo ragazzo che era di fronte a me poco fa.
-Forse hai ragione tu o, forse, sei tu quel tipo di ragazzo..- Inspiro lentamente per non innervosirmi più di quanto non lo sia già e gli rivolgo uno dei miei sorrisi più falsi.
-E sentiamo, che tipo di ragazzo dovrei essere? – Si avvicina simultaneamente al mio viso e non posso fare a meno di inalare il suo profumo.. sa così di uomo. Ha una nota dolce e decisa allo stesso tempo che mi spiazza totalmente.
- Uno di quelli che credono di avere tutte ai loro piedi perché ha gli occhi verdi (O azzurri, quel che sono) e che va in giro facendo l'uomo alpha con i soldi di papino. – Rido piano, con scherno. – E magari hai anche una Lamborghini parcheggiata qui fuori, no?-
Sospira e ride di vero gusto, come se la cosa lo divertisse per davvero, come se gli avessi raccontato una barzelletta o la cosa più stupida mai vissuta e lo guardo confusa, senza comprendere il motivo di quelle risa.
-Forse ci hai preso e forse no. – Torna serio e si tiene a poca distanza dalle mie labbra, mentre il suo gomito è poggiato sul bancone. – E per la cronaca: è una Range Rover. – Sussurra, soffia sulle mie labbra e le guarda, passandosi la lingua sul suo labbro inferiore. Io mordicchio il mio e rientro in me, riprendo il bicchiere e finisco il mio drink. Mi alzo e mi sistemo il giaccone.
-Ho un compleanno da festeggiare e non ho intenzione di sprecare il mio tempo con te, addio. – Lo affermo come se avessi davvero cose più importanti da fare, pur sapendo che non ce ne sono e che forse questo ragazzo mi incuriosisce perfino.
-Aspetta.- Mi prende per il braccio mentre mi dirigo verso l'uscita e mi fa voltare verso di lui, attirandomi al suo petto. Riesco a sentire la sua forza nella sua stretta e tremo al pensiero delle sue mani su di me. Scaccio il pensiero e riporto la mia attenzione a lui e, d'un tratto, come se fosse la cosa più naturale al mondo, mi ritrovo le sue labbra sulle mie in un bacio fugace, rapido, consenziente ma anche inaspettato, strano, confusionario. I miei sensi vengono del tutto destabilizzati e quando è troppo tardi per capire il motivo di quel gesto, si allontana. – Buon compleanno. -
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