Steve Rogers [Marvel]

Immagina per @FrancyCragno
Spero ti piaccia 💚

Seduti sul bordo del lungo tavolo della sala riunioni, Steve e io siamo come due sopravvissuti all’apocalisse.

Beh, quasi.

L’apocalisse, in realtà, è la capacità di Thor di non smettere mai di parlare.

E di non essere mai stanco di ascoltarsi.

-E dunque- dice Thor, facendo roteare Mjolnir con una grazia che sembra non richiedere alcuno sforzo -durante la Battaglia di Vanaheim, ho--

-Ma davvero?- sbotto, fingendo un entusiasmo stupefatto -È la ventesima volta che racconti questa storia. Ci fai sentire speciali-

Steve soffoca una risatina accanto a me.

Non ride mai apertamente quando Thor parla, perché ovviamente è troppo educato per farlo, ma io colgo il luccichio nei suoi occhi azzurri.

Quegli occhi sono un cielo limpido che sembra sempre promettere sicurezza, rifugio.

Ed è strano come mi sento più al sicuro vicino a lui che dietro dieci muri di cemento armato.

Thor si gratta il mento, ignorando la mia frecciatina, e prosegue imperterrito, parlando di fulmini, gloria e altre cose ultraterrene che nessuno qui potrebbe mai eguagliare.

Almeno non oggi.

Steve si sporge leggermente verso di me, quel minimo che basta per farmi percepire il calore del suo corpo -Quanto pensi che durerà ancora?- mi sussurra.

-Un’era geologica o due- rispondo -Ma se siamo fortunati, si annoierà di se stesso prima-

Finalmente, con un movimento teatrale, Thor si alza -Bene, amici miei, vi lascio! Ho da fare! Salvare qualche regno, forse!-

-Oh, non sentirti obbligato a tornare presto- mormoro mentre scompare nella porta.

Un lieve soffio di sollievo esce dalle mie labbra.

E siamo soli.

Silenzio.

Dolce, splendido silenzio.

E Steve Rogers.

-Finalmente- dice lui, ridacchiando piano.

Si appoggia contro il tavolo e lascia che il respiro si rilassi, come se fosse stato in battaglia per tutto questo tempo -Mi sa che dovremmo fare una statua per te. Sei l’unica che riesce a sopportarlo-

-Oh, credevo volessi dire che sono un’eroina perché resisto alle riunioni- ribatto, incrociando le braccia.

Lo guardo: lineamenti scolpiti, capelli biondi in disordine perfetto, l’aria di qualcuno che non si accorge di essere tanto dannatamente affascinante.

Il tipico eroe da poster.

Eppure, è così umano.

Troppo umano per il mio bene.

Si avvicina.

Poco, ma abbastanza perché io smetta di respirare regolarmente -A dire il vero, pensavo a qualcosa di meglio-

-Oh sì? E cosa?-

Steve sorride, e quello è il momento in cui perdo.

È quel sorriso timido, un po’ storto, che non dovrebbe far parte del pacchetto di Captain America.

La sua mano sfiora la mia spalla, e non posso fare a meno di pensare a quanto sia naturale e incredibile che il mondo si riduca a questo contatto semplice.

Non c’è più nulla: né battaglie né martelli mitici né niente di niente.

Solo noi due.

-Vieni qui- sussurra, ed è la mia rovina.

Mi lascio avvolgere dalle sue braccia, chiudendo gli occhi.

Lo abbraccio come se fosse l’unico punto fermo in un universo in continua esplosione.

È caldo, solido, e tutto ciò che non credevo mi servisse, fino a ora.

-Sei troppo sdolcinato, Rogers- mormoro contro il tessuto della sua maglia -Dovrebbero farti una multa-

Ride piano, e mi sento la regina del mondo -Sono cose da dire a qualcuno che sta per baciarti?-

-Non lo so- rispondo, fingendo di pensarci -Hai intenzione di farlo?-

-Sì-

E poi lo fa.

Non c’è fuoco d’artificio né orchestra in sottofondo, solo il suo respiro contro il mio, e la dolcezza di un momento che non ha bisogno di altro.

Le sue labbra sfiorano le mie con una delicatezza che quasi mi fa arrabbiare.

Quasi.

-Troppo tenero- scherzo, non appena ci stacchiamo.

-Troppo perfetto- corregge lui, premendomi un altro bacio sulla fronte.

E mentre mi tiene stretta, per un attimo, il mondo smette di girare.

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