Jhon Shelby [PB]

Il Garrison è insolitamente silenzioso stasera.

Thomas mi ha chiesto di sistemare dei documenti, e io, nella mia infinita bontà, ho accettato.

Ecco perché sono seduta qui, da sola, con una pila di fogli davanti a me e una penna che ormai sembra un’estensione naturale della mia mano.

Sto scrivendo l’ennesimo elenco incomprensibile quando sento delle mani che mi circondano la vita, calde e sicure.

Prima che possa reagire, un paio di labbra si poggiano sul mio collo, morbide, lente, e terribilmente familiari.

-Che stai facendo?- chiedo.

-Nulla- risponde John, con quella sua voce bassa e quasi divertita, mentre continua a baciarmi dietro l’orecchio.

-Nulla, eh?- ribatto, cercando di concentrarmi sui fogli davanti a me -Non hai qualcosa di più importante da fare? Tipo, non lo so, lavorare? Thomas ti stava cercando prima-

Lo sento ridere contro la mia pelle, un suono caldo e complice che mi fa venire i brividi -Thomas può aspettare- mormora, la sua bocca ancora troppo vicina al mio collo per farmi pensare chiaramente.

Cerco di ignorarlo, davvero, ma le sue mani si spostano.

Passano davanti, scivolano lungo i miei fianchi e si fermano sulle mie cosce.

Quando si insinuano più in alto, proprio in mezzo, mi blocco.

La penna mi cade di mano con un piccolo tonfo.

-John- dico in un tono che vorrebbe essere severo, ma suona più come una supplica -Non è il momento-

-Non è mai il momento- sussurra al mio orecchio, e il suo respiro caldo mi fa chiudere gli occhi per un attimo -Ti amo, lo sai?-

Quelle parole mi colpiscono più di quanto vorrei.

Apro la bocca per rispondere, ma prima che possa dire qualcosa, lui mi fa girare verso di lui, le sue mani ancora ferme sui miei fianchi.

Non mi lascia nemmeno il tempo di processare la situazione che mi spinge delicatamente contro il bancone.

-John- provo a protestare debolmente, ma le sue labbra sono già sulle mie, e tutti i pensieri razionali spariscono in un istante.

Le sue mani si stringono sui miei fianchi, tirandomi più vicino a lui, e io mi ritrovo con le dita intrecciate nei suoi capelli, tirando leggermente.

Le sue labbra si spostano dalle mie, ma solo per un istante, per baciarmi la mascella, poi il collo, e infine tornare alle mie labbra, come se non ne avesse mai abbastanza.

-Dovevamo lavorare- riesco a dire tra un bacio e l’altro, ma la mia voce è tremante, e so che non suono per niente convincente.

-Stiamo lavorando- risponde, le sue labbra che si curvano in un sorriso contro le mie -Lavorando su di noi-

Non posso fare a meno di ridere, e lui si ferma solo per guardarmi, i suoi occhi azzurri pieni di una luce che mi fa venire voglia di dimenticare tutto il resto.

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