Castiel [Spn]

Immagina per MessengerofEos
Spero ti piaccia 💚

Castiel è seduto per terra, appoggiato contro il muro della sua stanza nel bunker, il trench sgualcito e la cravatta allentata.

Ha l'aria di uno che ha combattuto contro l'universo e perso.

La testa china, i capelli ancora più arruffati del solito, il respiro pesante.

Eppure, quando sono entrata, non ha detto nulla.

Si è limitato a guardare il pavimento, come se io non fossi qui.

Come se non contassi nulla.

E sono stufa.

Stufa di questo atteggiamento da martire silenzioso, di questa distanza che mette tra noi.

È umano adesso, lo sa.

Io lo so.

Ma lui insiste nel comportarsi come se non lo fosse, come se la fragilità non lo riguardasse.

-Sei uno stupido- esordisco, chiudendo la porta alle mie spalle.

Le parole escono più dure di quanto vorrei, ma non riesco a fermarmi -Ora che sei umano, pensi di poter ancora fare l’eroe invincibile? Ti sbagli-

Lui alza lentamente lo sguardo, quegli occhi azzurri che sembrano sempre vedere troppo, e per un istante penso che dirà qualcosa.

Ma poi scuote la testa, come se non ne valesse la pena.

Come se fosse troppo stanco persino per discutere.

-Non è nulla- mormora, con quella voce profonda che dovrebbe essere un conforto, ma che stavolta mi fa solo arrabbiare di più.

-Non è nulla?- ripeto, incredula -Guarda come stai, Cas. Ti sei visto? Sei pallido come un fantasma e sembri sul punto di svenire- Mi inginocchio accanto a lui, ignorando la mia irritazione per un momento, e gli sfioro il viso con una mano.

È freddo al tatto, e il cuore mi si stringe -Perché fai sempre così? Perché devi sempre fingere che vada tutto bene?-

Lui chiude gli occhi per un istante, come se il mio tocco fosse sia un sollievo che una tortura -Perché non voglio preoccuparti- risponde piano, e c'è una dolcezza nella sua voce che mi disarma.

-Troppo tardi- sussurro, lasciando che la mia mano scenda lungo la sua guancia, accarezzandola con delicatezza -Sono già preoccupata. E arrabbiata. Tanto arrabbiata-

Un angolo delle sue labbra si solleva in un accenno di sorriso, e finalmente apre gli occhi -Non dovresti esserlo-

-Oh, davvero? E cosa dovrei essere, allora? Felice che ti ostini a distruggerti da solo?-

Lui non risponde.

Invece, solleva una mano tremante e la posa sulla mia, ancora sulla sua guancia.

Il contatto è così tenero che mi si spezza il cuore.

-Allora… cosa posso fare per rimediare?- chiede, con una vulnerabilità che non gli avevo mai sentito prima.

Sospiro e scuoto la testa -Smettila di comportarti come se fossi ancora un angelo. Lascia che qualcuno si prenda cura di te, per una volta-

Lui mi guarda, davvero mi guarda, e poi, con un gesto lento e incerto, mi tira dolcemente verso di sé -Posso abbracciarti?- chiede, come se avesse paura della risposta.

Non rispondo con le parole.

Mi avvicino e lo lascio avvolgermi tra le sue braccia, sedendomi sulle sue gambe, la testa appoggiata sulla sua spalla.

Il suo abbraccio è stretto, caldo, e per un momento tutto sembra fermarsi.

-Ti sei mai chiesto- mormoro contro il suo collo -quanto sei insopportabile quando fai il duro?-

Sento il suo petto vibrare leggermente sotto di me.

Una risata, lieve ma reale -Immagino di esserlo molto-

-Molto- confermo, lasciando un piccolo bacio sul suo collo.

E poi un altro sulla guancia, vicino alla mascella.

E un altro ancora sulla tempia.

-Ecco, è così che si rimediano le cose- aggiungo ironica, piantandogli un altro bacio sulla fronte.

Lui chiude gli occhi, lasciandosi andare per una volta -Mi stai… riparando?-

-Qualcuno deve pur farlo- rispondo, prima di lasciare che le mie labbra trovino le sue.

Le sue mani si stringono nei miei capelli, e io mi lascio andare, dimenticando tutto il resto.

-Grazie- mi sussurra contro le labbra.

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