Fantasmi [Cm]

Immagina per lucy08novembre2001
Spero ti piaccia 💚


Quella notte di dicembre del 2012, il silenzio in casa è rotto solo dal suono ovattato dei fiocchi di neve che si depositano con dolcezza sul tetto e nel giardino.

Non riesco a dormire e, per la terza volta questa settimana, mi rifugio nel mio libro preferito.

Jack ha sette anni ed è già a letto, immerso nei suoi sogni.

Il fuoco scoppietta nel camino, creando ombre danzanti sulle pareti.

Una tazza di tè fumante è sul tavolino accanto a me, ma il suo calore e il suo aroma non riescono a distogliere la mia mente da una strana inquietudine che mi pervade.

Sono immerso nella lettura quando, all'improvviso, sento dei colpi provenire da una delle finestre.

Alzo lo sguardo dal libro, il cuore che batte un po' più forte "Sarà la neve," penso, cercando di tranquillizzarmi.

Ma quei colpi sono troppo ritmici, troppo insistenti per essere semplici fiocchi.

Mi alzo dal divano, con un misto di curiosità e nervosismo.

Attraverso il salotto a passi lenti, ogni scricchiolio del pavimento sembra amplificato nel silenzio della casa.

Quando arrivo alla finestra, rimango senza fiato.

Fuori, nella neve che cade fitta, c'è una donna.

I suoi capelli castani, lunghi e mossi, incorniciano un volto pallido e spaventato.

Ma la cosa più strana è il suo abbigliamento: un vestito che sembra uscito direttamente dagli anni '20 del secolo scorso.

Con il cuore in gola, apro la finestra con esitazione.

Il gelo entra nella stanza come un'onda improvvisa, facendomi rabbrividire.

-Posso entrare?- chiede la donna con voce tremante, ma decisa -Per favore, ho bisogno del tuo aiuto-

Nonostante ogni fibra del mio essere mi stia urlando di chiudere la finestra e chiamare la polizia, c'è qualcosa nel suo sguardo che mi convince.

Le faccio cenno di entrare -Vieni dentro, fa freddo-

Una volta dentro, si avvolge stretta nel mio plaid preferito, i suoi occhi grandi e marroni scrutano ogni angolo della stanza come se fosse la prima volta che vede un salotto moderno.

Io la osservo con incredulità.

-Chi sei?- le chiedo, cercando di mantenere la voce ferma.

Lei mi guarda con intensità -Sono Alice. Alice Miller, tua bis-bisnonna-

Ecco, pensavo di aver visto tutto nella vita, ma questa è nuova -Aspetta un attimo- balbetto, cercando di raccogliere i pensieri -Stai dicendo che sei... un fantasma?-

Alice annuisce, con una tristezza negli occhi che mi colpisce dritto al cuore -Sono stata uccisa nell'estate del 1919. Avevo solo 34 anni-

Rimango senza parole per un attimo, poi riesco solo a dire: -Come posso aiutarti?-

-Devi riaprire il mio caso. Il mio assassino non è mai stato trovato. Finché non sarà fatta giustizia, non potrò riposare in pace-

Guardo il volto di Alice, così simile a quello delle foto ingiallite della famiglia che avevo visto da bambino, e il mio scetticismo inizia a vacillare.

Ma poi la realtà torna a farsi sentire.

-Alice, il tuo caso ha 93 anni. Gli assassini e tutti i testimoni saranno morti ormai-

-Io credo in te, Aaron- dice con una convinzione che mi spiazza -Per favore, prova-

Alla fine, con un sospiro, decido di provarci -Ok, ne parlerò con la mia squadra-

Non è facile convincere i miei colleghi a riesumare un caso così vecchio.

La prima reazione è di scetticismo, comprensibile.

Ma grazie a una combinazione di testardaggine e una buona dose di curiosità, alla fine, ci mettiamo al lavoro.

La prima fase consiste nel recuperare tutto il materiale disponibile sul caso.

Archiviamo giornali dell'epoca, rapporti di polizia ormai ingialliti e sbiaditi, e testimonianze raccolte da parenti e amici di Alice.

Scopriamo che Alice era una suffragetta, una delle tante donne che lottavano per il diritto di voto.

La sua morte, a quanto pare, è stata un atto di odio contro il cambiamento che rappresentava.

Un pomeriggio, decido di visitare l'archivio storico della città.

Tra polvere e scaffali stracolmi di documenti, incontro il signor Henderson, un archivista anziano con una memoria sorprendentemente vivida.

-Ah, il caso di Alice Miller- dice Henderson, accarezzando un vecchio dossier -Ricordo di aver letto qualcosa di interessante su di lei tempo fa-

Henderson mi conduce a un documento semi-dimenticato, un diario appartenente a una certa Evelyn Thompson, una vicina di casa di Alice.

Leggendo le sue pagine, scopro che Evelyn aveva visto Alice litigare con un uomo, pochi giorni prima della sua morte.

Il nome dell'uomo non è chiaro, ma ci sono iniziali "J.J."

L'indagine ci porta a identificare diversi uomini con quelle iniziali, ma uno spicca su tutti: Jameson Jenkins, un uomo del quartiere di Alice.

Jameson era noto per le sue opinioni fortemente conservatrici e per il suo disprezzo per il movimento delle suffragette.

Trovare prove concrete dopo quasi un secolo è un'impresa ardua, ma grazie a testimonianze orali tramandate e a vecchie lettere ritrovate, riusciamo a ricostruire una storia.

Scopriamo che Jameson era stato visto più volte vicino alla casa di Alice nelle notti precedenti alla sua morte.

Inoltre, una vecchia lettera anonima, indirizzata alla polizia e mai presa seriamente all'epoca, suggerisce che Jameson avesse minacciato Alice per le sue attività politiche.

Con queste nuove prove, riusciamo a fare pressione sulle autorità locali per riaprire ufficialmente il caso.

Dopo ulteriori ricerche e confronti incrociati, la verità viene finalmente a galla: Jameson Jenkins aveva ucciso Alice Miller per mettere fine alla sua campagna per i diritti delle donne.

Racconto tutto questo ad Alice, nella mia casa.

Lei mi sorride, un sorriso triste ma riconoscente -Grazie, Aaron. Ora posso finalmente riposare-

E mentre la figura di Alice svanisce nella luce dell'alba, mi sento pervaso da una strana pace.

Ho aiutato la mia bis-bisnonna a trovare giustizia.

E forse, in un modo che non posso comprendere pienamente, ho aiutato anche me stesso.

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