Verità [Cm]

Immagina per lucy08novembre2001
Spero ti piaccia 💚
(Scusa se è molto lungo ma avevo l'ispirazione haha, spero vada bene)

Ogni giorno mi sveglio con il peso della perdita di Isaac, il mio bambino.

Non passa un'ora in cui il mio cuore non brucia al pensiero del suo visino, delle sue risate, del suo calore contro il mio petto.

Isaac è nato nell'ottobre del 2005, e per otto mesi è stato la luce della mia vita poi, un incendio ha portato via tutto.

Ogni volta che racconto la mia storia, sento il gelo nella stanza.

I miei colleghi alla BAU sono stati incredibili, mi hanno accolta e sostenuta come una famiglia.

Ma c'è sempre una parte di me che non riesce a lasciar andare.

Ho iniziato a vedere Isaac, o almeno così penso.

All'angolo di una strada, in un parco.

È solo un lampo, un battito di ciglia, ma è abbastanza per farmi dubitare della mia sanità mentale.

La prima volta che l'ho visto, ero al supermercato.

Un bimbo con i capelli scuri e gli occhi grandi, proprio come Isaac, mi ha guardata dall'altro lato del corridoio.

Il mio cuore ha mancato un battito.

Mi sono precipitata verso di lui, ma quando ho girato l'angolo, era scomparso.

La seconda volta è stata nel parco.

Un bimbo che correva verso un albero, ridendo.

Ho sentito il mio cuore esplodere di speranza e terrore.

Ancora una volta, l'illusione è svanita prima che potessi raggiungerlo.

Ricordo vividamente il giorno in cui mi venne comunicato dell'incendio.

Avevo lasciato Isaac con una babysitter e mi ero concessa un breve momento di svago.

La telefonata arrivò mentre ero al bar, sorseggiando un caffè -C'è stato un incendio nel tuo palazzo, Emily- disse la voce al telefono.

Corsi a casa, il cuore in gola, ma era troppo tardi.

Le fiamme avevano già divorato tutto.

Per settimane ho vissuto in uno stato di torpore.

Non potevo credere che Isaac fosse davvero morto.

Ogni notte sognavo di salvarlo, di sentirlo piangere, ma al mattino la realtà mi colpiva con una crudeltà insopportabile.

La mia squadra alla BAU è stata la mia ancora.

Non potevo chiedere di meglio.

Aaron, in particolare, era una presenza costante e rassicurante.

Pensai di essere impazzita.

Ogni volta che succedeva, il mio cuore si spezzava un po' di più.

Una sera, durante una cena con i colleghi, decisi di parlarne.

La tensione era palpabile.

-C'è qualcosa che devo dirvi- iniziai, sentendo la voce tremare -Credo di aver visto Isaac. Più di una volta-

Gli sguardi che ricevetti erano misti:
Incredulità, preoccupazione, ma anche comprensione.

Aaron fu il primo a parlare -Emily, sappiamo quanto sia difficile per te. Ma potresti vedere ciò che desideri più di ogni altra cosa-

-Lo so- risposi -Ma c'è qualcosa che non torna. Le visioni sono così reali-

Dopo settimane di confidenze e discussioni, la squadra decise di aiutarmi a investigare.

Rivedemmo i rapporti dell'incendio, cercando dettagli che potessero essere stati trascurati.

Fu un processo lungo e doloroso.

Ma lentamente, le incongruenze iniziarono a emergere.

Una pista ci portò a Haley.

Era incredibile pensare che la moglie di Aaron potesse essere coinvolta.

Haley ci raccontò tutto.

Jack era morto nella sua culla, vittima della SIDS.

Il dolore l'aveva portata a prendere Isaac, a scambiarlo con Jack e a dare fuoco all'appartamento per coprire le sue tracce.

Le sue lacrime erano infinite, il suo rimorso palpabile.

Aaron era devastato.

Il suo mondo crollava davanti ai nostri occhi -Non posso crederci- sussurrò.

-Isaac è vivo?- Aaeon mi guarda -Avevi ragione-

-Sì- rispose Haley -Non potevo dirti di Jack. Non potevo affrontare il tuo dolore Aaron. Isaac era lì, così simile a Jack. Ho preso una decisione terribile-

---

Il giorno in cui riabbracciai Isaac fu uno dei più dolci e dolorosi della mia vita.

Aaron e io ci avviciniamo lentamente al parco giochi, dove Isaac sta giocando sulla sabbia.

La donna che è con lui ci guarda con sospetto, ma Aaron le fa un cenno rassicurante.

Il mio cuore batte così forte che temo possa esplodere.

Isaac sta costruendo un piccolo castello di sabbia, concentrato nel suo lavoro infantile.

Quando mi vede, alza lo sguardo e sorride.

È un sorriso che riconoscerei ovunque, in qualsiasi circostanza.

-Isaac- sussurro, le lacrime che iniziano a scendere copiosamente sul mio viso.

-Jack- dice Aaron a voce alta, con una voce che non avevo mai sentito prima.

È spezzata, piena di emozioni contrastanti.

Il bimbo si ferma, il secchiello di plastica che teneva in mano cade a terra.

Mi guarda con quegli occhi grandi e scuri, curiosi e innocenti.

Poi si alza in piedi e corre verso di me, barcollando leggermente come solo i bimbi piccoli sanno fare.

Lo prendo in braccio, sentendo il suo calore contro di me.

È reale.

È davvero lui.

Non ci sono parole che possano descrivere quel momento.

La gioia, il sollievo, la gratitudine e il dolore si mescolano in un vortice di emozioni.

Isaac si stringe a me, e io sento ogni fibra del mio essere riempirsi di amore e protezione.

Aaron è accanto a me, il suo sguardo fisso su di noi.

Una parte di lui è distrutta, lo vedo.

Ma c'è anche una scintilla di comprensione nei suoi occhi.

Sa che Isaac è al suo posto ora, con la sua vera mamma.

-Mi chiamo Emily Prentiss- dico cercando di mantenere la calma.

La donna, la babysitter di Jack, sembra confusa e spaventata.

Aaron interviene, spiegando la situazione con calma e professionalità.

Dopo alcuni minuti di tensione, accetta di accompagnarci alla stazione di polizia per chiarire la situazione.

Alla stazione, Isaac viene sottoposto a un rapido esame medico.

Vedo nei suoi occhi una scintilla di riconoscimento, come se sapesse chi sono, anche dopo tutto questo tempo.

Lo tengo stretto, incapace di lasciarlo andare.

Haley viene portata in custodia.

Il suo volto è un'immagine di devastazione.

-Mi dispiace così tanto, Emily- dice, le lacrime che scorrono liberamente -Non volevo farti del male. Non sapevo cosa fare-

La guardo, il cuore pesante -So che hai sofferto- rispondo, cercando di mantenere la voce ferma -E so che il dolore può farti fare cose terribili. Ma hai preso il mio bambino. Mi hai fatto vivere un incubo-

Haley annuisce, incapace di rispondere.

Viene portata via, e io rimango lì con Isaac tra le braccia, cercando di assorbire la realtà di ciò che è appena accaduto.

Aaron è accanto a me, il suo viso una maschera di dolore e confusione -Non so come affrontare tutto questo- dice a bassa voce -Jack era mio figlio. E ora scopro che non era davvero lui-

Lo guardo, cercando di trovare le parole giuste -Aaron, hai fatto del tuo meglio. Non potevi sapere. E ora dobbiamo trovare un modo per andare avanti-

Nei giorni successivi, cerchiamo di ricostruire le nostre vite.

Isaac si adatta lentamente alla sua nuova routine, e io faccio del mio meglio per essere la madre di cui ha bisogno.

Aaron è un pilastro di forza, nonostante il suo stesso dolore.

Ci sosteniamo a vicenda, trovando conforto nella nostra amicizia e nella nostra comune determinazione a superare questa prova.

Perdonare Haley non è facile, ma lo faccio.

Capisco la sua sofferenza, anche se ha causato la mia.

Aaron e io restiamo vicini, consapevoli che nulla sarà più come prima.

Isaac è di nuovo con me.

La mia vita ha di nuovo un senso.

E mentre affronto il futuro, so che non sarò mai sola.

Ho il mio bambino, e ho una squadra che mi sostiene.

La strada è ancora lunga, ma ora c'è speranza.

I giorni si trasformano in settimane, e lentamente iniziamo a trovare una nuova normalità.

Isaac cresce forte e sano, circondato dall'amore e dalla protezione di tutti noi.

Ogni tanto, la notte, quando lo metto a letto, non posso fare a meno di pensare a quanto siamo fortunati.

Lo guardo dormire, il suo respiro regolare e tranquillo, e sento una pace che pensavo di non poter mai più provare.

La nostra squadra alla BAU è diventata ancora più unita attraverso questa esperienza.

Siamo una famiglia, in tutti i sensi.

Aaron ha trovato un modo per accettare la perdita di Jack e la realtà di Isaac.

È ancora il leader forte e compassionevole che ho sempre conosciuto, ma c'è una nuova profondità nella sua comprensione del dolore e della resilienza.

Ci sono giorni difficili, momenti in cui il ricordo del passato ritorna con forza.

Ma ora, con Isaac accanto a me, so che possiamo affrontare qualsiasi cosa.

La nostra storia è stata segnata dal dolore, ma anche dalla speranza e dalla redenzione.

E mentre continuiamo a costruire il nostro futuro, so che il meglio deve ancora venire.

Con Isaac tra le mie braccia, mi sento completa.

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