Marcus Pierce - Caino [Lucifer]
La pioggia scroscia fuori dalla mia finestra, e il rumore costante è quasi ipnotico.
Sono seduta sul divano, con una coperta avvolta attorno a me, mentre aspetto Marcus.
Ha detto che sarebbe venuto per cena, ma la tempesta potrebbe aver rallentato i suoi piani.
Guardo l'orologio, un po' preoccupata.
È in ritardo.
Finalmente, sento bussare alla porta.
Mi alzo di scatto e vado ad aprire.
Marcus è lì, bagnato fradicio, ma con quel sorriso che mi fa sempre battere il cuore più forte -Scusa il ritardo- dice, scuotendosi la pioggia di dosso -Il traffico era un inferno-
-Entra- dico, facendolo passare e chiudendo la porta dietro di lui -Non importa, sono solo contenta che tu sia qui-
Lui si toglie il cappotto e si siede accanto a me sul divano, accettando il bicchiere di vino che gli porgo
-Grazie' dice, prendendo un sorso -Come è andata la tua giornata?-
Parliamo di cose banali per un po', ma la mia mente continua a vagare.
C'è qualcosa in Marcus che mi ha sempre incuriosito, qualcosa che non riesco a spiegare.
Finalmente, non riesco più a trattenere la domanda che mi brucia dentro -Devo chiederti una cosa-
Lui mi guarda, curioso -Certo, cosa c'è?-
Prendo un respiro profondo -Chi sei veramente? Sento che c'è qualcosa di importante che mi nascondi-
Il suo sorriso svanisce, e il suo sguardo diventa serio -No-
Annuisco, il cuore che mi batte all'impazzata -Sì, voglio saperlo-
Marcus si appoggia allo schienale del divano, lo sguardo perso nel vuoto per un momento.
Poi parla, la sua voce carica di una tristezza antica. -Sei una testarda t/n- sospira -Il mio vero nome è Caino. Sì, quel Caino. Il primo assassino della storia-
Rimango senza parole, cercando di processare ciò che ha appena detto -Vuoi dire... il Caino della Bibbia?-
-Esattamente- risponde, la voce pesante -Sono maledetto a vivere per sempre con il peso del mio crimine-
La stanza sembra diventare più piccola, l'aria più densa -Ma perché me lo dici ora?-
Marcus mi guarda negli occhi, la sofferenza visibile nelle sue iridi.
-Perché tu meriti la verità. Non posso continuare a nasconderti chi sono, non a te-
Mi sento sopraffatta, ma vedo anche l'uomo che ho imparato a conoscere, che mi ha fatto sentire amata e protetta.
-Non so cosa dire- ammetto, la voce tremante.
-L'unica cosa che chiedo- dice piano, -è che tu mi accetti per quello che sono, con tutti i miei difetti e i miei peccati-
Le lacrime mi riempiono gli occhi, ma annuisco -Va bene detective. Non so cosa riserva il futuro, ma sono disposta a scoprirlo insieme a te-
Lui mi abbraccia, stringendomi forte.
E mentre la pioggia continua a cadere fuori, sento che forse, solo forse, possiamo trovare un po' di pace insieme.
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