Emily Prentiss 🏳️‍🌈 [Cm]

Immagina per lucy08novembre2001
Spero vada bene, é la prima volta che ne scrivo di questo genere 💚

Ciao Jack, probabilmente se stai leggendo questo libro è perché non ci sono più, so che hai molte domande ma non posso rispondere a tutte purtroppo alcune cose sono ignote anche a me.

Non detestare tua madre perché non era colpa sua, non detestare nemmeno me, perché la colpa non era nemmeno mia.

È stato tutto un gioco del destino.

Non lo sapevo nemmeno io all'inizio...

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1968

Busso alla porta d'ingresso, Emily mi apre, era bellissima, come sempre d'altronde.

-Entra pure t/n-

Mi guardai attorno circospetta prima di varcare la soglia di casa sua.

-Tranquilla, siamo migliori amiche, lo sanno tutti qui- dice per rassicurarmi.

Non faccio nemmeno in tempo a chiudere la porta che lei mi lascia un bacio sulla guancia.

Mi gira la testa.

-E Oliver?-

-Al lavoro- sorride.

Sospiro.

Non facciamo niente di male, solo che, se la gente venisse a conoscenza di questo nostro piccolo segreto probabilmente ci manderebbero in uno di quei centri di correzione.

"Noi non abbiamo niente da correggere" mi ripeteva sempre Emily.

Ed era vero.

-Mi sei mancata- dico.

-Anche tu- ci sediamo sul divano, lei gioca con una ciocca dei miei capelli.

-Allora... Come sta Eliz...- vengo interrotta dalla sua bocca che si posa con prepotenza sulla mia.

È un bacio disperato.

Le mie mani cercano le sue, mi apre la camicetta.

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Certe volte, quando sia io che Oliver eravamo al lavoro lei andava spesso da Emily, forse credevano che noi non lo sapessimo.

Lo sapevamo Jack, probabilmente lo sapevi anche tu... Ed Elizabeth, ma abbiamo sempre lascito correre.

Sapevo che tua madre non mi amava, forse all'inizio si, ma mai quanto ha amato Emily.

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1968

-Sai a cosa stavo pensando?-

Siamo sdraiate sul letto, la finestra illumina il viso di Emily.

Lei è leggermente alzata, con un gomito piegato sotto la testa e i suoi occhi fissi su di me, ha la fronte imperlata da uno strato di sudore.

Mi giro su un fianco, verso di lei -A cosa?-

Mi disegna forme immaginarie con le dita sulla schiena -Magari potremmo andarcene insieme un giorno-

-Andare? Dove?- domando.

L'idea di lasciare Aaron e Jack mi spaventa.

Mi terrorizza andare via solo con lei, nonostante sia la persona che amo.

-Magari a Las Vegas, ci sposiamo e poi viaggiamo per il mondo, io ho un po' di soldi da parte-

-Sposarci? Io e... Te?- il cuore mi martella il petto.

-Perché no- mi bacia la spalla poi chiude gli occhi.

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Non so cosa facesse sempre da Emily, tutti dicevano che erano migliori amiche.

Io sapevo la verità.

Ti chiedo una cosa Jack, di non provare rancore per la mamma, magari dovresti andare a trovarla qualche volta.

Ti vuole bene, te ne ha sempre voluto.

Jack Hotchner, orami cinquantenne, chiuse il quaderno.

Erano passate ore da quando, finalmente, aveva trovato il coraggio di leggerlo.

Si passò una mano sul volto.

Sospirò.

Tirò fuori dalla tasca un'agendina e cercò la pagina corretta.

Il suo indirizzo era lì.

Scritto nero su bianco in un corsivo disordinato.

Corse fuori, salí in macchina e si precipitò in aeroporto.

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Bussano alla porta.

-Sophia vai tu?- grido dalla cucina.

-Si mamma!-

Delle voci confuse, Sophia non dice niente.

La preoccupazione mi assale, mi pulisco le mani in un panno e vado in salotto.

C'è un uomo, alto, con i capelli biondi tagliati corti, indossa una giacca beige e dei pantaloni neri.

Ha un quaderno in mano.

So cos'è quel quaderno, a volte vedevo Aaron scriverci.

-Ma... Mamma?- chiede.

-Jack- le lacrime mi fanno bruciare gli occhi -Come sei cresciuto-

-Ho...- si schiarisce la voce -Ho delle domande-

-Lo so- allungo una mano per permettere a mio figlio di passarmi il quaderno, sulla copertina di pelle blu c'è scritto a caratteri gialli: "Gli storici diranno che erano migliori amiche"

Sorrisi.

-Emily vieni!- chiamo quella che da molto è mia moglie.

Scende le scale, lentamente, ormai siamo entrambe avanti con l'età.

-Chi?... Lui è...?- chiede.

-Si, è Jack- annuisco.

-Allora Jack, io e tuo padre ci siamo sposati nel lontano 1957, conoscevo Emily da molti anni prima di allora... Se hai letto quello sai già un po' di cose immagino-

Jack annuisce e mi prende una mano -Perché te ne sei andata?-

-Non volevo lasciarti, ti mandavo lettere e foto ogni giorno, spero tu le abbia ricevute-

Annuisce.

-Bene allora. Volevo bene a tuo padre. Non credo di averlo mai amato però...-

Rimase in silenzio, ad ascoltare ogni singola parola, chiedendo a volte di ripetere.

Sono felice che abbia capito, magari averlo potuto dire prima al mondo...

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