Shawn Mendes

Emetto un sospiro molto somigliante ad uno sbuffo, mentre finisco di sistemarmi i capelli distrattamente guardando lo specchietto della mia macchina.

Mi trovo decisamente in una brutta situazione, forse la più complicata della mia vita.

Io e Shawn ci siamo lasciati più o meno un mese fa, dopo ben tre anni di frequentazione e due di convivenza, e di conseguenza non mi è restato niente da fare se non tornare a vivere, da sola, nel vecchio appartamento dove stavo prima.

La rottura tra di noi è stata difficile: ci amavamo ancora entrambi, ma avevamo troppi problemi e questioni irrisolte, per non parlare della distanza data dai suo continui impegni di lavoro che lo tenevano sempre occupato e del fatto che anche quando tornava sembrava avere la testa da un'altra parte, sempre distratto dai suoi impegni.

Ovviamente è normale dato che è un cantante di fama mondiale, ma questo non vuol dire che mi facesse soffrire di meno, e così dopo una brutta litigata, in cui gli ho rigettato addosso tutta la frustrazione che provavo e che avevo sempre cercato di tenergli nascosta, ho fatto le valigie e l'ho lasciato, senza voltarmi indietro, cosciente che se l'avessi guardato in faccia non avrei più trovato il coraggio di andarmene e sarei rimasta in una relazione che non mi rendeva più felice come avrebbe dovuto e in cui venivo costantemente messa al secondo posto.

Non troppo tempo dopo il mio trasferimento però ho iniziato a non sentirmi molto bene fisicamente.

All'inizio ho pensato che fosse un riflesso mentale dato dal malessere che provavo per via della rottura, ma dopo un paio di giorni che avevo completamente passato in bagno per via di una forte nausea, ho deciso di andare da un dottore.

E' così che, a distanza di circa una settimana dalla visita, mi sono ritrovata dentro alla mia auto parcheggiata davanti alla casa di Shawn, che fino ad un mese fa condividevamo, con l'urgenza di parlargli, cosciente del fatto che in questi giorni è in Canada per via di una breve pausa del tour.

Prendo coraggio e decido finalmente di scendere dall'auto, andando subito a suonare il campanello della casa.

Shawn non ci mette molto ad arrivare e ad aprirmi la porta; si vede benissimo che è sorpreso di trovarmi lì.

Io mi schiarisco la gola imbarazzata per cercare di mantenere un tono di voce normale, mentre mi decido a parlare.

<<Ciao Shawn, scusa se mi sono presentata qui senza preavviso, ma ho bisogno di parlarti, spero di non disturbarti>>

<<T/n, in realtà ho delle persone a casa, non è un gran momento>>

Capisco subito che non è vero dal modo in cui ha corrugato le sopracciglia e dal fatto che ha distolto subito lo sguardo.

<<Shawn lo so che mi stai mentendo, sei sempre stato un pessimo bugiardo, per favore è importante, dopo che ti avrò parlato se non vorrai più vedermi me ne andrò via>>

<<Tipico tuo>>

<<Shawn... non puoi dire così, sei ingiusto>>

<<Io sono ingiusto? Se non mi ricordo male sei stata proprio tu a lasciarmi e poi a scomparire ignorando tutte le mie telefonate>>

<<Ok, hai ragione, non avrei dovuto e me ne rendo conto, ma per favore andiamo dentro prima di fare una scenata davanti al vicinato>>

<<Va bene, entra>>

Si sposta leggermente per farmi passare, e subito vado verso il salotto, sedendomi sulla poltrona senza aspettare il permesso, mentre Shawn non perde tempo ad imitarmi per poi fissare i suoi dolci occhi castani nei miei.

Non posso fare a meno di ricordare qual è la sensazione che mi ha sempre suscitato tutte le volte che mi guarda.

Non so sinceramente con che coraggio l'ho lasciato.

<<Quindi t/n? Di che mi devi parlare?>>

La sua postura è apparentemente rilassata, come a volermi mostrare che è tranquillo e che è totalmente disinteressato e annoiato dalla mia presenza.

Subito mi sorge un dubbio, che lo sia effettivamente? Che si sia dimenticato di me in un solo misero mese?

Ma le sue braccia sono incrociate e i muscoli tesi, comunicandomi così che probabilmente è arrabbiato e di certo ne ha tutte le ragioni.

Ho paura della sua reazione, ho paura che decida di lasciarmi da sola ad affrontare qualcosa che è più grande di me.

Ho paura di tante, troppe cose ultimamente.

Inizio a parlare esitante, la mia voce trema.

<<Io... Sinceramente non so come dirtelo>>

Abbasso gli occhi, non riuscendo a sostenere il suo sguardo d'attesa.

<<Shawn sono incinta>>

Silenzio.

Per un istante tutto si blocca.

Non riesco a guardarlo, non ho il coraggio di vedere la sua espressione, lui d'altro canto non fa niente per richiamarmi, sta in silenzio, probabilmente sconvolto dalla rivelazione.

<<Io... È mio?>>

Alzò subito gli occhi verso di lui, indignata.

<<Certo che e tuo Shawn, di chi dovrebbe essere scusa>>

<<Non lo so, l'ultima volta che ci siamo visti hai fatto le valigie e sei andata via, per quanto ne so potresti essere andata a letto con chiunque nel frattempo, o anche prima e ora essere qui per avere dei soldi>>

Subito delle lacrime di rabbia invadono i miei occhi appannandomi la vista, mi si mozza il respiro, sento un vuoto dentro di me tanto sono pesanti le sue parole e le sue accuse.

Balzo in piedi istantaneamente, senza riuscire più a controllarmi, iniziando ad urlargli addosso.

<<Stai scherzando spero, o stai seriamente dicendo che sto cercando ingannarti facendoti credere di aspettare un figlio che in realtà non è tuo? Hai veramente una così bassa opinione di me? Ti ho lasciato proprio perché non ti riconoscevo più, ci eravamo allontanati e non fingere di non saperlo, te ne eri accorto benissimo anche tu, ma se ora credi che la cosa migliore sia vendicarti così allora fai pure, se non vuoi fare parte della vita di tuo figlio fai come vuoi, io non ti costringo a fare niente, sappi solo che il dottore ha detto che sono incinta di tre mesi, esattamente tre mesi dall'ultima volta che siamo andati a letto insieme e che al contrario di quello che insinui, non sono stata con nessun altro nel frattempo, né ti ho mai tradito. Se non ti fidi puoi sempre fare il test del DNA quando il bambino nascerà, nessuno te lo impedisce>>.

Detto questo mi giro mi asciugo velocemente le lacrime e mi dirigo infuriata verso l'uscita, con l'intento di tornare il più in fretta possibile al mio appartamento.

A impedire i miei piani ci pensa però Shawn, che mi afferra il polso, arrestando il mio movimento.

<<T/n non andare via, mi dispiace, ho esagerato, ma sono sconvolto. Io... non ci vediamo da più di un mese e ora torni e mi dici che sei incinta>>

Mi fermo e lo guardo comprensiva, probabilmente al suo posto avrei dato di matto anch'io.

<<Lo capisco Shawn, ma non è una scusa, io non ti ho tradito, non lo avrei mai fatto e questo lo sai>>

Si passa frustrato una mano tra i capelli.

<<E' vero, te l'ho detto, mi dispiace. Ma ora? Che facciamo?>>

 Lo guardo corrugando le sopracciglia confusa.

<<In che senso? Io voglio tenerlo>>

<<Lo so, anche io voglio tenerlo, ma... come facciamo? Non possiamo crescerlo separati, non in queste condizioni>>

Sposto lo sguardo imbarazzata, focalizzandomi su un punto non preciso della stanza, non avendo per la seconda volta il coraggio di guardarlo negli occhi, troppo in ansia per le parole che sto per dire.

<<Io non lo so... potremmo riprovarci. Abbiamo rotto solo un mese fa e ora stiamo per avere un bambino, secondo me dovremmo almeno provare e vedere come va, anche perchè non voglio che a nostro figlio manchi la figura paterna o che cresca in un ambiente diviso solo perchè non abbiamo avuto la forza di provare a far sopravvivere il nostro rapporto>>

<<Hai ragione, lo penso anch'io. T/n so che ho sbagliato, che sono stato distante e che non ti ho prestato le giuste attenzioni, ma ti giuro che non lo farò più, però per favore tu non andartene mai più via di casa>>

Sul viso mi spunta un sorriso speranzoso, mentre gli faccio un lieve cenno di assenso col capo.

Mi vengono le lacrime agli occhi, tutta la tensione che avevo provato negli ultimi tempi si scioglie quasi del tutto, come se sapessi che da ora in poi le cose andranno per il meglio, e la verità è che è proprio così.

Shawn notando che sto per mettermi a piangere si avvicina e mi abbraccia, mentre io poso la testa sul suo petto scoppiando in singhiozzi disperati.

Mi stringe forte a sé facendomi sentire protetta, sa benissimo che è quello di cui ho bisogno in questo momento, lui mi conosce come nessun altro.

Mi do della stupida, mi richiedo come ho fatto a lasciarlo, ma il passato è passato, l'importante è che ora sono con lui, che siamo insieme.

Non sarà facile, ma so che ce la faremo.

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