Percy Jackson

Io e Percy ci conoscevamo da sempre, fin dalle elementari.

Eravamo diventati amici presto, lui spesso isolato perché considerato strambo, io sempre sola perché estremamente timida, eppure ci capivamo, in lui c'era sempre stato qualcosa che mi attraeva, era magnetico e fin da bambina stravedevo per lui.

Ma crescendo le cose erano cambiate, nell'estate in cui avevamo dodici anni, quasi tredici, Percy era praticamente sparito, così come sua madre Sally.

Il suo padrino, Gabe, farneticava dicendo che Percy era pericoloso e cose simili, ma io sapevo che erano tutte bugie e ciò era stato poi dimostrato dal suo ritorno e dalla storia del rapimento che era stata sparata su tutti i giornali.

Quello però non fu un incidente isolato, il tempo passava e Percy diventava sempre più strano, d'estate spariva sempre senza farsi minimamente sentire, diceva di andare in una sorta di campo estivo "elitario" molto selettivo e quando tornava sembrava sempre stanco e non parlava volentieri dei suoi trascorsi.

Ad un certo punto conobbi una certa Annabeth, una sua amica del campo, e subito diventai gelosa di lei.

Avevano una grande affinità, si capivano al volo e lei sembrava sempre sapere cosa passasse per la testa di Percy.

Ero invidiosa, con me ormai lui non si confidava mai, almeno non per quanto riguardava le cose serie, nonostante gli avessi detto esplicitamente che avevo notato un cambiamento in lui; non ci misi molto tempo a capire che non ero gelosa di Annabeth in quanto amica, ma in quanto ragazza.

Anche se non volevo ammetterlo, avevo preso una cotta abbastanza seria per Percy, ma avevo deciso che non gliel'avrei detto, avrei rovinato quello straccio di rapporto che ci rimaneva e poi era evidente che a lui piacesse Annabeth e che non avrebbe mai ricambiato i miei sentimenti.

Ciò creò comunque un ulteriore frattura fra di noi, dato il cambiamento anche del mio comportamento nei suoi confronti, visto che diventai più fredda e distaccata.

Questo portò a vari litigi che però erano tutti pressoché inutili e inconcludenti dato che non eravamo comunque riusciti a chiarirci o ad essere sinceri con noi stessi.

Il tempo passava e mi ritrovai in una situazione di stallo, Percy era sparito di nuovo, non si avevano più notizie su di lui e Sally era disperata.

Passai molto tempo con lei durante quei mesi, l'andavo spesso a trovare e mi assicuravo che stesse bene, anche se sapevo che fortunatamente c'era Paul a prendersi cura di lei, eppure mi sentivo in debito, la consideravo come una specie di seconda madre e più di una volta mi ero confidata con lei anche per quanto riguardava i dissapori che avevo avuto con suo figlio.

Poi, dopo quei mesi di buio totale Percy ricomparve e non appena lo rividi per la prima volta da quando era "andato via", scoppiai in lacrime e lo abbracciai, non curante di chi ci circondava o di ciò che era successo prima che sparisse.

I rapporti fra noi migliorarono decisamente e lui finalmente si aprì con me, spiegandomi tutto ciò che gli era capitato in quegli anni, e cioè di come a dodici anni avesse scoperto di essere un semidio e di come da lì la sua vita fosse diventata un'eterna lotta contro il mondo solo per cercare di salvarsi la pelle.

Mi spiegò che non mi aveva detto nulla prima per paura di mettermi in pericolo, ma che dopo tutto quello che era successo non se la sentiva di tenermi a distanza un secondo di più.

Fu lì che successe, ci baciammo per la prima volta.

Eravamo presi dal momento, eravamo soli e ci mancavamo da morire.

Questa volta fu il mio turno di vuotare il sacco, gli rivelai che ero ormai innamorata di lui da diverso tempo e lui mi disse di provare lo stesso.

Ancora ricordo come mi sentii quel giorno, il mio cuore scoppiava di gioia e io ero rimasta senza parole mentre lui si avvicinava a me e mi baciava nuovamente, stringendomi forte tra le sue braccia, come per impedirmi di andare via; era però ovvio che non l'avrei mai fatto, ero troppo legata a lui anche solo per pesarci.

Poi era dovuto nuovamente partire per portare a termine la profezia dei sette, e io non avevo ovviamente potuto seguirlo essendo una semplice mortale.

Sapevo che per tutto quel tempo sarebbe stato a stretto contatto con Annabeth, ma ciò non mi preoccupava, avevo capito che erano soltanto amici, quasi come fratelli, e poi ormai io e Percy stavamo insieme e mi fidavo di lui.

Però poi lui era finito nel Tartaro e io mi ero sentita morire.

Ero devastata, mi sentivo inutile, proprio come negli anni prima, quando vedevo Percy combattere contro una forza a me invisibile e io non potevo fare niente per aiutarlo.

Avevamo superato però anche quella situazione e ora stavamo bene.

Conviviamo ormai da un po'di tempo in un piccolo appartamento di New York che è diventato il nostro rifugio fidato.

Non viviamo una vita totalmente spensierata, Percy non potrebbe mai per ovvie ragioni, anche se da allora non è stato più coinvolto in grandi profezie resta comunque un semidio ed essendo per aggiunta un figlio di Poseidone non può permettersi di assentarsi totalmente dal campo, sarebbe decisamente troppo pericoloso.

Però a me va bene così, abbiamo trovato la nostra normalità, che per quanto sia strana e inusuale, è il nostro modo di vivere ed è irrinunciabile, perché finalmente siamo insieme.

<<T/n sono a casa e ti ho portato una sorpresa>>

E' Percy, era uscito questa mattinata per delle commissioni e finalmente è tornato, ci ha messo un'eternità.

Esco dalla camera da letto in cui stavo mettendo a posto i vestiti che ho appena stirato e vado dritta verso il mio ragazzo che stringe dolcemente qualcosa, o meglio qualcuno, tra le braccia.

Riconoscendo la bambina mi spuntano gli occhi a cuore e corro a rubare il fagottino rosa dalle grinfie di Percy, che di rimando si mette a ridere divertito.

<<Oh Estelle, ciao piccola>>

<<Lo so che mia sorella è irresistibile, dopotutto ha preso il suo fascino da me, ma non credi che mi meriti un po' di affetto anch'io?>>

Lo guardo fingendomi dubbiosa, corrugando le sopracciglia, nel mentre che cullo la piccola che dorme indisturbata

<<Uhm non lo so, lei è adorabile, dolce e assomiglia ad un piccolo batuffolo di cotone, mentre tu sei impertinente, spesso fastidioso e fai battute pessime>>

Lo vedo alzare un sopracciglio mentre si mostra offeso.

<<Sul serio? Se sono così sgradevole perchè stai qui con me?>>

Gli rivolgo un ghigno furbo, guardandolo dritto negli occhi verdi.

<<Ovviamente per tua sorella! E poi devo ammettere che fisicamente non sei niente male Jackson>>

<<Sul serio t/n? Mi sento offeso e oggettificato! Se stai con me solo per il mio aspetto allora dovremmo finirla qui, non è possibile che al giorno d'oggi le donne sfruttino ancora gli uomini per il loro corpo>>

Il suo discorso è talmente ridicolo che non posso fare a meno di scoppiare a ridere seguita subito da lui.

<<Shhh! Percy fai piano o Estelle si sveglierà e non ci tengo a passare tutta la giornata a sentire lei che piange disperata, soprattutto sapendo che ha la stessa intonazione che hai tu quando canti>>

<<Ouch, questo era un colpo basso donna, come ti permetti di offendermi in questa maniera?>>

<<Lascia perdere Percy, poi negare quanto vuoi, ma ho i video del falò in spiaggia, e fidati la tua performance non si leverà facilmente dalla mia testa>>

Detto ciò vado a mettere Estelle a dormire lettino portatile che Sally ci presta quando a volte le facciamo da babysitter.

Dopo aver chiuso con attenzione la porta della stanza vengo afferrata da Percy, che repentinamente mi blocca fra lui e il muro, per poi darmi un bacio appassionato che si prolunga finchè non rimaniamo entrambi senza fiato.

<<Chi è che ora mi prende in giro eh?>>

<<Sul serio Jackson? Sei geloso di tua sorella? Però sai, se la conseguenza è questa allora per quanto mi riguarda puoi esserlo quanto vuoi>>

<<Per gli dei t/n, sei senza speranza>>

Detto questo mi ribacia, ma sta volta è più dolce, mi lascia il tempo di assaporare completamente il bacio nel mentre che mi stringe saldamente a sè, io succube di lui, come lui di me.

<<Ti amo Percy>>

<<Anche io t/n, e neanche immagini quanto>>

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