Jason Grace

Era una ridente giornata di sole, come sempre d'altronde al Campo Mezzosangue, e stavo facendo una passeggiata, quando avvicinandomi all'entrata della foresta, noto un ragazzo biondo con una accesa maglia viola, che identifico subito come Jason Grace, il figlio di Giove proveniente dal Campo Romano.

Sul mio viso si allarga subito un sorriso furbo: se c'è una cosa che amo, è dargli fastidio, non è che lo odi o cose del genere, semplicemente mi diverto un sacco a vedere quel soldatino tutto composto mentre sclera dalla rabbia e dalla frustrazione.

<<Wow chi si rivede>>

<<Tu di nuovo? Ti prego no, si può sapere che ti ho fatto?>>

Si porta una mano sul viso con finto fare scocciato, quando in realtà posso vedere benissimo che sta cercando di nascondere un piccolo sorriso; è evidente che anche a lui piaccia questo gioco.

<<Non l'hai ancora capito Grace? Sei romano ecco cosa mi hai fatto>>

<<Non pensi ormai che sia stata superata questa fase? I campi sono in pace e anche se sei greca non vuol dire che devi farmi la guerra>>

<<Beh ma io sono una figlia di Ares e quindi scelgo sempre la guerra in ogni caso, quindi tieni alta la guardia Romano>>

<<Come vuoi tu... Rossa>>

Dice con aria furba per poi voltarsi e andare via come se niente fosse, ma non gli lascio fare neanche due passi che lo intercetto e mi pongo a pochi metri da lui bloccandogli il passaggio.

<<Ehy non chiamarmi così>>

<<Perché? Ti dà fastidio?>>

<<Esatto>>

<<Allora tu non chiamarmi Grace e smettila di avercela con me>>

<<Mai Grace, mai, tu per me sei e rimani solo un romano copione>>

Dico facendogli un sorriso sornione, ma Jason inaspettatamente fa un passo in avanti, avvicinandosi pericolosamente a me e facendomi di riflesso sparire il sorriso dal viso e mandare giù il groppo in gola spaventata.

<<Ah sì? Allora io continuerò a chiamarti Rossa>>

Sussurra in modo quasi seducente lasciandomi attonita, mai mi sarei aspettata un tono del genere da una persona rigida e seria come lui.

Probabilmente intuendo i miei pensieri, Jason si mette a guardarmi con un enorme sorriso beffardo, e devo proprio dire che da questa angolazione sembra ancora più bello, con i suoi occhi azzurri e persino con la sua cicatrice sul labbro.

Non riesco a resistere, e impulsivamente mi allungo mettendomi sulle punte e lo bacio in modo passionale, con estrema foga; non è di certo la prima volta che bacio un ragazzo.

Jason non ci mette molto a ricambiare e a porre le proprie mani sui miei fianchi, mentre i porto le mie tra i suoi capelli, finché dopo essere rimasti senza fiato, non ci stacchiamo lentamente, desiderosi di riprendere quel contatto al più presto possibile.

<<Quindi t/n? Non credi che dovresti rivedere almeno il discorso sulla tua antipatia verso di me?>>

<<Oh al diavolo Grace, lo sai che mi piaci e che non ti odio>>

<<Per gli dei, non pensavo che avrei mai potuto sentire proprio queste parole dette da te, anche se credo che ci metterò un sacco di tempo a farmi chiamare Jason>>

<<Sempre ammesso che tu riesca a  convincermi>>

<<Penso proprio che ci riuscirò>>

Detto ciò mi prende il mento con due dita e torna a baciarmi, questa volta in modo più calmo e dolce, cosciente del fatto di avermi ormai in pugno.

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