He saves you

Steve Rogers:
Nonostante le preoccupazioni di Steve, sei comunque rimasta a dormire da sola a casa tua -hai fatto tardi a lavoro ed è più vicina al tuo ufficio-. Sei sul letto e stai appunto parlando con lui al cellulare, rassicurandolo su come tutto sia tranquillo, quando senti un rumore provenire dalla cucina. All'inizio, non ci fai caso, ma, quando vedi una figura farsi sempre più vicina, cominci a preoccuparti, quindi interrompi la telefonata dicendo di non sentirti bene, con la speranza che Steve ti raggiunga il prima possibile. Quando appoggi il cellulare sul comodino e alzi lo sguardo, vedi un uomo ben piazzato e vestito di scuro -noti qualcosa di rosso sulla divisa-. Poi, il buio. Una volta ripresa coscienza, ti ritrovi legata su una sedia -a sua volta bloccata al pavimento con delle catene- e la bocca imbavagliata. Hai un terribile mal di testa, ma cerchi di restare concentrata. Guardandoti intorno, in un primo momento, pensi di essere in una stanza vuota, ma poi senti qualcosa di bollente bagnare i tuoi calzini. Ti accorgi che la stanza si sta riempiendo di acqua, acqua molto calda, e che, al momento, il livello di questa arriva alle tue caviglie. Una voce -probabilmente un uomo- dallo strano accento ti spiega:-Sei tornata tra i vivi, vedo. Bene. Ora devi solo aspettare che Capitan America -c'è disprezzo in queste due parole- arrivi e ti salvi... Gli abbiamo già fornito la tua posizione; dovrebbe essere qui a momenti. Sono anni che aspetto questo momento e, grazie a te, finalmente potrò eliminarlo una volta per tutte-. Se prima eri preoccupata, ora sei completamente nel panico e cerchi di dimenarti per allentare la stretta della corda, ma è tutta energia sprecata. Nel frattempo, l'acqua è arrivata all'altezza dello stomaco e senti la testa girare per la temperatura dell'acqua e del suo vapore. Poi, senti la stessa voce di prima annunciare in tono divertito:-Sta arrivando, non sei felice? Lascerò che ti liberi solo per il piacere di ucciderlo non appena penserà di averti salvata...-. Vorresti prendere a pugni il tipo che ti sta parlando, ma purtroppo non riesci a muoverti e il livello dell'acqua ha quasi raggiunto le tue spalle. Tutto intorno a te diventa sfocato e perdi i sensi. Quando ti risvegli, sono ormai passati circa cinque giorni e sei su un lettino dell'ospedale. Poco dopo, vedi Steve entrare, ma sembra stanco, come se avesse passato molte notti insonni.
-È tutta colpa mia, perdonami. Io avrei... Avrei dovuto proteggerti... Scusa y/n- Il suo è quasi un sussurro mentre ti accarezza i capelli dolcemente, un sorriso mesto sul volto.
-Non è colpa di nessuno se quel tipo voleva ucciderti a tutti i costi -stai cercando di tranquillizzarlo, perché non hai intenzione che lui si prenda la colpa di qualcosa di cui non è responsabile- E poi, siamo vivi, siamo ancora qui. L'importante è questo, giusto?-. Rimani a guardarlo un po', poi lo senti rispondere:- Giusto-.

Tony Stark:
Sei nella parte più alta della Stark Tower, nella terrazza che ha fatto da scenario ad almeno un paio di combattimenti, e ti stai divertendo nell'improvvisare un concerto con tanto di balletto con Fall Out Boy a palla. Chiudendo gli occhi, riesci ad immedesimarti perfettamente nella parte, continuando a ballare e canticchiando. Sei distratta e non ti accorgi che ti stai sporgendo troppo; quando te ne rendi conto, sei convinta che sia già troppo tardi, ma senti qualcuno afferrarti per la vita e tirarti verso di lui. Ti accorgi che si tratta di Tony già stringendoti a lui e riconoscendolo per la colonia, ma, in un momento come quello, avresti apprezzato un gesto simile da chiunque.
-Mai pensato a delle ringhiere, eh?- borbotti, anche se sei ancora spaventata e la voce ti trema un po'.
-Sì, ma sono antiestetiche e inutili, finché posso tenerti d'occhio con FRIDAY e ho la possibilità di salvarti- commenta con un sorrisetto, anche se, guardandolo negli occhi, noti che non è certo rimasto indifferente a quello che è appena successo, al contrario di ciò che vorrebbe farti credere.

Bruce Banner:
Sei su un taxi, quando l'autista sterza violentemente per evitare di scontrarsi con parecchie auto che sembrano fatto un incidente in mezzo alla strada. Ora il motore è spento, altre automobili dietro di voi si sono fermata e tu, preoccupata, ti allontani dal rumore per chiamare i soccorsi. All'inizio, non noti lo strano essere -il corpo è viscido e grigio ed è armato da una particolare lancia, simile alla sarissa persiana- che ti ha scelta come suo bersaglio. Quando ti volti e ti accorgi della presenza aliena, questo ha già scagliato la lancia verso di te e la paura ti immobilizza. Poi vedi una mano verde bloccare l'arma a pochi centimetri dal tuo viso e l'Hulk, a modo suo, sembra sorriderti, per poi raggiungere con poche falcate l'alieno, afferrarlo e lanciarlo lontano.
La sera, non appena vedi Bruce entrare nel vostro appartamento, gli corri incontro e lo baci a stampo.
-Non posso che ritenermi fortunata ad avere come ragazzo il mio eroe preferito- commenti, per poi ridacchiare quando lo vedi arrossire leggermente.

Clint Barton:
Da agenti dello SHIELD, al momento vi trovate in missione e il vostro compito è semplicemente quello di trasferire alcune informazioni su una chiavetta e consegnarle a Fury.
Avete già prelevato i dati richiesti dal direttore, quando un soldato nemico si accorge di voi e fa scattare l'allarme.
Cominciate a correre lungo il corridoio. Clint si trova ad almeno sette metri più avanti di te ed è più vicino all'uscita.
Non ti accorgi che il soldato ti si sta avvicinando sempre di più, impugnando una pistola e puntandola su di te... Ma Clint sì: con un tempismo a dir poco perfetto, non esita a tendere l'arco, per poi far scoccare la freccia che va a colpire con precisione il cuore del nemico, il quale si accascia sul pavimento.
Quando realizzi ciò che è appena successo, stai già correndo verso la porta insieme a Clint.
Una volta al sicuro sul quinjet, lo abbracci, sussurrando un "grazie", mentre lui ti accarezza piano la schiena.

Thor:
Non hai idea di come tu sia finita nel bel mezzo di uno scontro tra Avengers e alieni: eri in macchina e stavi andando al supermercato, poi un qualcosa di non identificato è atterrato con il suo gentile peso sul cofano della tua auto e, spaventata, hai abbandonato il veicolo in pochi secondi, rifugiandoti vicino ad un bar per riprendere a respirare normalmente. Distratta, non fai caso all'alieno che si sta pericolosamente avvicinando a te.
Però, noti subito qualcosa di argenteo sfrecciare alla tua sinistra e, incuriosita, segui l'oggetto con lo sguardo mentre va a collidere contro l'alieno, che stramazza al suolo, e ritorna in un attimo in mano a Thor.
-Y/n, sei ferita?- chiede preoccupato, per poi raggiungerti con poche falcate per stringerti, quasi temendo che si tratti solo di un'illusione.
-Tranquillo, sto bene... Grazie- mormori, pur faticando a realizzare tutto quello che è appena accaduto.

Loki:
Ti è sempre piaciuto il tuo lavoro, soprattutto da quando ti è stato assegnato Loki. Poi, ha deciso di incontrare l'ennesimo essere malvagio di un pianeta a te sconosciuto e, ovviamente, non hai potuto far altro che seguirlo. Al momento, siete in un'ampia sala, il soffitto alto e spoglio e le pareti color sta caffellatte; il tuo ragazzo sta cercando di convincere il suddetto cattivo -ma potente- di turno ad aderire alla sua causa, nonostante tu continui a lanciargli occhiatacce, mimandogli un "piantala di fare il cretino", ma lui ti sta bellamente ignorando, continuando il suo monologo.
Ad un certo punto, tale essere malvagio, non essendo convinto del piano di Loki, ordina alle guardie di uccidervi. Poi esce.
-Oh, grandioso...- commenti ad alta voce, così che anche il dio norreno possa sentirti -sta combattendo dal lato opposto della stanza- il sarcasmo che esce da ogni tuo poro mentre combatti. Il tuo ragazzo non ti risponde, ma si limita a ridacchiare, come se tutto questo lo stesse divertendo. Sbuffi, per poi sferrare un calcio ad uno dei soldati e maledire il giorno in cui hai smesso di allenarti con gli altri agenti.
Nel frattempo, Loki, dopo essersi duplicato, ha sbaragliato gran parte dei soldati -tu hai quasi sicuramente mandato in coma l'ultimo- e vedi uno dei due creare un portale per Midgard, mentre l'altro ti raggiunge, sorridendo.
Poi vedi una guardia, probabilmente si è ripresa prima delle altre, lanciare un pugnale nella tua direzione. Non hai i riflessi abbastanza pronti per evitarlo, eppure ti salvi, perché vieni spinta di lato da uno dei due Loki, che però viene ferito al fianco sinistro.
Prendi la prima cosa che ti capita per le mani -una sedia in legno scuro- e la tiri contro il soldato, per poi avvicinarti al tuo salvatore.
-Per favore, dimmi che non sei quello vero-. La tua voce si incrina mentre pronunci questa frase.
-Va bene: non sono quello vero- risponde, cercando di abbozzare un sorriso, ma che si trasforma invece in una smorfia di dolore. Il suo clone svanisce nel nulla.
-Sei un cretino. Ti odio-.
-Mi aspettavo dei ringraziamenti. Ti ho appena salvata e tu mi insulti come il peggiore dei mortali...- ribatte, nonostante stia faticando a respirare, mentre con delicatezza lo aiuti ad attraversare il portale. Ora siete in camera tua e, dopo aver fatto in modo che si sdraiasse sul tuo letto, esci e corri per il corridoio, cercando aiuto.

Bucky:
Tutto ciò che ricordi prima che ti rapissero era il caotico mercato del mercoledì, un uomo sulla sessantina che ti chiede se puoi tradurre per lui una frase in latino e un forte dolore alla nuca. Poi il nulla.
Quando ti risvegli, ti ritrovi in una stanza molto luminosa -o forse è solo una tua impressione- e sei sdraiata su una superficie liscia, ma polsi e caviglie sono fermamente bloccati da dei lacci particolarmente stretti.
Poi entra lo stesso anziano che hai incontrato al mercato -ora però indossa un camice bianco- e, notando la tua espressione confusa e preoccupata, spiega:-Io non sarei voluto arrivare a questo, ma, a quanto pare, non esiste altro modo per vendicarmi sul Soldato d'Inverno...- mentre parla, ti si avvicina e noti solo adesso che sta tenendo in mano una siringa contente un liquido trasparente- Mentre lo aspettiamo insieme, potremmo fare un gioco: io ti inietto questa particolare sostanza e tu vivi le tue paure più grandi. Cosa ne pensi?-.
-Che strano modo di giocare...- commenti a denti stretti.
-Lui sa che sei qui. Se ti ama davvero, verrà-.
Senza preavviso, poi, ti viene iniettato quello strano liquido e una strana sensazione ti avvolge: ti senti stanca, come se non dormissi da anni, e, nonostante i tuoi tentativi di rimanere sveglia, ti addormenti sperando che il tuo ragazzo non compia la pazzia di salvarti.
Ti ritrovi all'interno di uno dei tuoi peggiori incubi e vorresti semplicemente ranicchiarti per terra, ma non puoi e questo si ripete svariate volte, finché non senti qualcuno chiamare il tuo nome.
Una volta sveglia, vedi davanti a te Bucky e, d'istinto, lo abbracci, finalmente felice -una felicità spensierata, leggera- di vederlo ancora vivo.

Pietro Maximoff:
Essendo il vostro anniversario, hai deciso che cucinare una torta in completa autonomia fosse un'idea carina, nonostante fossi incapace perfino di friggere un uovo.
Al contrario delle tue aspettative, stava andando tutto bene: hai seguito alla lettera ogni passaggio, hai messo il tutto in forno e poi sei andata in camera per fare un pisolino -prima hai avuto l'accortezza di impostare una sveglia sul tuo smartphone per evitare di dormire troppo-.
È la voce di Pietro a risvegliarti.
Ti trovi su un lettino d'ospedale e, nonostante ti giri la testa, ti metti a sedere e gli chiedi, cercando di mantenere calma, per quale motivo dovresti trovarti all'ospedale.
-Ancora prima di entrare in casa, sentivo uno strano odore, poi, quando sono entrato, ho visto la cucina andare a fuoco. C'era uno strano rumore di sottofondo e, in un attimo, sono arrivato alla fonte: il tuo cellulare stava suonando sul comodino e tu stavi dormendo tranquilla, anche perché avevi chiuso la porta della camera. Ti ho presa in braccio e sono corso fuori, per poi chiamare i soccorsi. Sei qui solo per accertamenti, nulla di più-. Non ci vuole un genio per capire che lui sia rimasto più provato di te da questo episodio, anche perché le tue preoccupazioni vanno alla torta d'anniversario.
-Mi dispiace Pietro: volevo solo sorprenderti cucinando qualcosa da sola, invece ho rovinato tutto- commenti, mentre ti insulti mentalmente. -Comunque grazie per avermi salvata, davvero- dici, sorridendogli mestamente.
-Ehi, non ti abbattere così, capito? Io sono contento che tu sia ancora qui... E poi, è il pensiero che conta- spiega, per poi posare un bacio sulla tua fronte.

Peter Parker:
Al momento, Peter, nelle vesti di Spider-Man, sta cercando di battere il nuovo cattivo di turno -è una versione malvagia di Inferno uscita direttamente da uno degli strani pianeti di Ben Ten- e, per quanto i suoi poteri siano pazzeschi e tutto il resto, anche tu riconosci che questa volta si trova in difficoltà.
Stai pensando a come aiutare il tuo ragazzo, quando questi viene gravemente ferito dall'alieno; al suo posto, avresti gridato, ma lui non reagisce, anzi, continua ad incalzarlo per concentrare la sua attenzione su di lui, piuttosto che su chiunque altro.
Quando ti arriva il colpo di genio, però, ti ricordi che, così in basso rispetto a loro e bloccata dai poliziotti, non riuscirai mai a condividerla con il diretto interessato.
Quindi, ti allontani, per poi passare dall'esterno per arrivare dall'altra parte, dove non c'è nessuno a causa del grande edificio che è la palestra, piscina compresa, della città.
All'inizio, ti sembra una buona idea salire fino all'ultimo piano e gridare "Spider-Man". Quando la versione malvagia di Inferno si gira verso di te per lanciare una sfera di fuoco, però, comprendi il tuo errore. Non avresti esitato a sbattere il palmo della tua mano con violenza contro la tua fronte, se non ti fossi immobilizzata sia per il tuo ennesimo epic fail che per la paura.
In un attimo, Peter lancia una ragnatela verso l'edificio vicino e salta nella tua direzione, afferrandoti per la vita e stringendoti a sè, dando la schiena all'alieno malvagio.
Un "mi dispiace" scivola fuori dalle tue labbra, maledicendoti tra te e te per la mossa avventata.
Poi, la sfera di fuoco diretta a te colpisce Peter in un punto appena sotto la spalla destra e lo senti lamentarsi un poco, per poi atterrare con te sull'altro edificio.
Sai che è tutta colpa tua, ma sai anche come sconfiggere il nemico, quindi ti limiti a dirgli:-Che ne dici di un tuffo in piscina per calmare i bollenti spiriti del tuo nuovo amichetto?-.
Lui annuisce, silenzioso: ha capito e si dirige subito verso l'ennesimo cattivo, distraendolo.
Nella tua mente, in realtà, sai che tutto questo è durato pochi secondi, eppure tutto sembrava andare a rallentatore e non puoi far a meno di pensare che Peter ti abbia salvata nel farti da scudo in quel modo, perché se un qualunque essere umano normale avesse preso un colpo del genere, forse sarebbe a malapena sopravvissuto; per fortuna il tuo ragazzo non è nulla di tutto questo.

Peter Quill:
È tardi e tu e Peter state discutendo in modo tutt'altro che civile vicino al portellone della Milano; in tutto questo, gli altri stanno cercando di dormire.
Ad un certo punto, il tuo ragazzo ti guarda mentre tu gli stai elencando i motivi per i quali vorresti passare dei momenti solo con lui senza gli altri Guardiani e, in uno scatto di rabbia, tira un pugno contro la parete.
Senti il portellone aprirsi dietro di te e una corrente fredda avvolgerti in modo spaventosamente confortante, quando Peter ti afferra per la t-shirt, tirandoti verso di lui, per poi premere nuovamente il pulsante che ha attivato erroneamente.
-Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace- ripete a bassa voce, stringendoti tra le sue braccia.
Non rispondi, ma semplicemente rimanete così per un po', in silenzio.

***
Sì, lo so: questo capitolo fa un po' schifo e mi scuso con EmmaSottiletta07 per la banalità.
Volevo avvisare quelle poche, anzi pochissime anime che stanno leggendo To find you che, per motivi legati alla scuola, purtroppo sarò costretta ad aggiornare una volta al mese.
Vi ringrazio di cuore per i traguardi che sta raggiungendo questa raccolta (al momento, è una delle poche gioie della mia vita).
Vi dico già che non sono sicura di riuscire a pubblicare il capitolo 42 la settimana prossima, perché ho troppi impegni durante la settimana, weekend compreso.
Buona domenica people <3

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