70- Jack Thompson × reader
È una bella giornata di aprile e sei finalmente riuscita a convincere i tuoi genitori a lasciarti uscire con alcune amiche, Angelica ed Eliza.
–È assurdo che sia così difficile convincerli!– ti lamenti mentre vi soffermate a guardare le vetrine di un negozio. –E poi, ho quasi venticinque anni, non sono più una bambina.
Angie scuote la testa con disappunto. –Così ti voglio, fatti valere y/n!
–E sono così stanca di sentire mia madre disperarsi perché non mi sono ancora sposata... Non fa che ripetermi che lei, alla mia età, aveva già avuto i miei due fratelli e stava aspettando me.
Eliza ti rivolge un sorriso, comprensiva e sta per dire qualcosa, ma un uomo piuttosto alto ti scontra, facendoti perdere un attimo l'equilibrio –saresti caduta a terra, se le tue amiche non ti avessero prontamente afferrata–. Lui si volta a guardarti, permettendoti così di vederlo bene in viso: avrà all'incirca due o tre anni in più di te, i suoi occhi sono azzurri e diffidenti e porta i corti capelli biondi acconciati con della brillantina. –Se fossi in te, starei più attenta.– ti intima con un sorriso beffardo e, senza aggiungere altro, se ne va.
–Ma che gran maleducato!– esclama Eliza, indignata. –Non ti ha chiesto scusa, né si è accertato che tu stessi bene!
Angelica non è intenzionata a limitarsi a questo però, infatti fa dietrofront per seguirlo.
–Lascialo stare, non ne ne vale la pena...– le ricordi e lei sbuffa, per poi borbottare qualcosa riguardo le brutte intenzioni e la maleducazione della gente.
–Y/n, per l'amor del cielo, vai immediatamente a prepararti! Gli ospiti saranno qui a momenti e tu... Oh, ma guarda come sei ridotta!
Il tono esasperato di tua madre ti impone di fare ciò che ti ha detto, prima che lei abbia un crollo nervoso. Questo però non significa che tu lo farai volentieri e senza lamentartene.
Nell'esatto momento in cui indossi il vestito, senti un vociare provenire dal salotto e capisci che non può che trattarsi dei colleghi di tuo padre. –Si va in scena.– cerchi di incoraggiarti, dopodiché esci dalla tua camera.
Non appena arrivi lì, tua mamma ti rivolge un sorriso nervoso, mentre tuo padre ti presenta frettolosamente ai suoi ospiti, che si limitano a qualche complimento cortese, ma banale e per nulla sincero.
Ma quel che è certo è che non ti saresti mai aspettata di vedere lui -tale Jack Thompson, così ha detto di chiamarsi-, che, anche se non dà segno di averti riconosciuta, decide fin da subito di evitarti.
A tavola, ti ritrovi seduta accanto a uno dei pochi giovani presenti, Daniel Sousa. Il suo nome non ti è nuovo: tuo papà ha espresso più volte la sua compassione per questo agente dell'SSR che continua a lavorare, nonostante la stampella che è costretto a usare. A te ha dato solo l'impressione di essere una brava persona, forse una delle poche a questa cena, e nulla di più.
Ormai state chiacchierando da quasi un'ora, ma non puoi fare a meno di percepire lo sguardo di qualcuno su di te; inutile dire che rimani molto sorpresa nell'accorgerti che quel qualcuno è Thompson, il quale, colto sul fatto, si alza da tavola e si allontana con una scusa.
Sei tentata dal chiedere a Daniel qualche informazione sul suo collega, quando lui stesso commenta l'arroganza dell'altro agente. –Non si può dire che non sappia il fatto suo, certo, ma lavorare con lui è difficile: è sempre convinto di essere il migliore ed è molto testardo.– ti spiega; noti che è esattamente come te lo sei immaginato.
–Allora devi essere una persona molto paziente: personalmente, non so se riuscirei a sopportarlo tutti i giorni.– replichi, facendolo sorridere mentre accetta il tuo complimento con modestia.
–Y/n, cara, ti dispiacerebbe venire un momento in cucina con me a controllare che tutto stia procedendo come previsto?–. La voce di tua madre interrompe la piacevole conversazione con Daniel; vedendola mentre ti fa cenno di seguirla, non puoi fare altro che scusarti brevemente con gli ospiti e andare con lei.
Non appena lasciate la sala da pranzo, ti guarda con disappunto. –So che ti piace, ma non ho intenzione di avere di Sousa come genero, ti avviso!– esclama, seppur a bassa voce. –È un bravo ragazzo, ma la sua condizione fisica...
–Dunque ti farà piacere sapere che non ho intenzione di sposarlo e non perché ha bisogno di una stampella, bensì per il semplice fatto che non lo conosco ancora bene e non mi piace in quel senso.– sbotti, incrociando le braccia davanti al petto.
A tua madre però è bastato sentire che non lo sposerai, perché ha smesso di ascoltarti e sta tornando in sala, lasciandoti sola.
–Sono impressionato.
Ti volti immediatamente nel sentire la voce di Jack Thompson e gli rivolgi un'occhiataccia. –Non era quello il mio obiettivo...– borbotti, stizzita. –Ma cosa vuole saperne lei?
Lui fa qualche passo verso di te e si appoggia con nonchalance alla parete. –Certo che ha proprio un bel caratterino.
–E lei è un maleducato: oggi mi ha quasi fatta cadere e ha anche avuto il coraggio di dirmi di fare attenzione.– ribatti innervosita, ricordando l'episodio avvenuto nel primo pomeriggio. –Ed è un peccato che lei si comporti così, perché è stato descritto come un bravo agente e...
Ti mordi la lingua prima di dire qualche parola di troppo, sperando che Thompson non se ne sia accorto.
–Oh, la prego, continui pure.– ti esorta con un sorriso innocente sul volto.
Rimani in silenzio: per la prima volta nella tua vita, sei incerta su come controbattere. –Ciò che intendevo dire è che il suo aspetto esteriore può trarre in inganno, se non la si conosce.
–È il suo modo per farmi sapere che mi trova attraente?– ti domanda divertito, avvicinandosi ancora un po'.
Senti un leggero calore spandersi sulle tue gote che lo fa ghignare e ti maledici per questa reazione. –La ritengo un uomo oggettivamente affascinante, sì, ma forse non sempre la bellezza esteriore corrisponde ad una interiore.
–Non so se essere lusingato o offeso dalle sue parole...
–Se è indeciso, può sempre chiedermi scusa per l'incidente di oggi.– gli consigli con ostentata gentilezza ed esulti tra te e te nel vederlo momentaneamente in difficoltà nel ribattere.
–Touché.– ammette Thompson, alzando le mani in segno di resa. –Da quanto ho capito, lei non perdona facilmente... Me ne ricorderò la prossima volta che ci vedremo.
Detto questo, accenna un inchino con l'evidente scopo di burlarsi di te, per poi aggiungere:–Le suggerisco di ritornare nella sala da pranzo dopo di me: del resto, ci siamo assentati entrambi per una decina di minuti e lei sa com'è la gente... Si fa sempre strane idee...
Di fronte a questa sua insinuazione, arrossisci violentemente e gli dai le spalle per evitare che Thompson possa notarlo.
Troppo tardi: lui se n'è accoeto e se ne va, sghignazzando da solo come un immaturo quale è.
Alla fine della serata, però, devi ammettere che, per quanto Jack Thompson sia decisamente irritante, qualcosa in lui ti spinge a volerlo rivedere.
***
Probabilmente a conoscere questo personaggio siamo solo io e @percyforever- (che non riesco a taggare), ma pazienza.
Ho scritto questo capitolo cercando di distrarmi da tutto quello che sta accadendo, ma mi rendo conto che non è nemmeno lontanamente uno dei migliori scritti da me. Vi assicuro che, prima o poi, revisionerò ogni immagina.
Vi lascio un link con le varie petizioni nel caso foste interessat*
https://blacklivesmatters.carrd.co/#petitions
Spero che voi e i vostri cari stiate bene <3
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