62- Stephen Strange × reader (sequel - 56)
Ci sono momenti in cui rimpiangi i tempi delle prese in giro e il sarcasmo pungente, quando ancora non avevi la minima idea di ciò che gli passasse per la testa. Era sempre stata una delle tue poche certezze nella vita: tu detestavi lui, lui detestava te.
Invece, per qualche ragione quell'idiota di Strange si è sentito in dovere di confessare i suoi sentimenti, rovinando ogni cosa. Come mai tutt'un tratto ha deciso di ripulirsi la coscienza? E perché proprio oggi?
Ti ritrovi a fissare il tuo riflesso nello specchio sporco del bagno, dove ti sei rifugiata dopo essere scappata via. Sicuramente, si sarebbe aspettato un altro tipo di reazione da parte tua, altrimenti avrebbe evitato di dirtelo. Non ti stupiresti se venissi a sapere che pensava che l'avresti perdonato, magari confessandogli che anche tu hai sempre provato qualcosa per lui.
Al momento, però, l'unica cosa che provi per lui è rabbia: il cugino della tua migliore amica ti ha praticamente presa di mira per anni senza apparente motivo, poi all'improvviso ti ha rivelato di essere innamorato di te. Davvero era convinto che magari tu avresti intuito un qualche tipo di interesse da parte sua solo perché non perdeva occasione per infastidirti? Se così fosse, alla fine avresti solo la conferma che è -ed è sempre stato- un uomo infantile ed egocentrico: pur provando qualcosa per te, a quanto pare non ha avuto alcun problema a comportarsi male nei tuoi confronti.
Qualcuno bussa alla porta, interrompendo il tuo flusso di coscienza. -Y/n, sono io, Pam! Tutto bene? Ti ho vista correre via e sono almeno dieci minuti che sei chiusa qui dentro-. Nel tono della tua migliore amica è percepibile la sua preoccupazione, quindi ti costringi a mettere momentaneamente da parte quei pensieri: non hai intenzione di raccontare ciò che è successo a Pam il giorno del suo matrimonio perché sai che andrebbe personalmente a tirare le orecchie a quell'egoista di suo cugino.
Per questo, esci finalmente dal piccolo bagno e cerchi di rassicurarla con un sorriso. -Eccomi, scusa: mi sembrava che fossero arrivate le mestruazioni, ma si è trattato di un falso allarme.- la liquidi con una giustificazione improvvisata, pur facendo attenzione a non essere troppo specifica per non destare sospetti.
Pam però inarca un sopracciglio, dubbiosa. -Fammi capire bene: stavi ballando con Stephen, poi te ne sei andata e ora stai provando a rifilarmi questa scusa banale? Non ci credo e la tua incapacità di mentire non ti aiuta.
-Davvero, non preoccuparti, è come ti ho detto prima.- asserisci, seppur meno convinta. -Adesso però torniamo di là, okay?
È passata la mezzanotte quando terminano i festeggiamenti.
Alla fine, sei riuscita a divertirti, nonostante Strange abbia passato il resto della serata a cercare di parlarti. In altre occasioni, l'avresti affrontato, ma si trattava pur sempre del matrimonio della tua migliore amica e rovinarlo a causa di una tua possibile scenata era l'ultima cosa che volevi fare.
Dopo aver salutato gli sposi e i genitori di Pam, ti dirigi verso lo spiazzo dove hai parcheggiato la tua auto.
-Non mi sembra saggio da parte tua andare in giro da sola, soprattutto a quest'ora.
Proprio quando eri convinta di essertene liberata del tutto, ecco che ancora una volta torna a darti fastidio. –Cosa vuoi, Strange?
Dopo esserti voltata verso di lui, poggi le mani sui fianchi e lo scruti con cipiglio indagatore. La luce di un lampione gli illumina il volto, mettendo in risalto i suoi zigomi; è sempre stato un uomo piuttosto attraente, ma solo ora sembri farci caso davvero.
–Ti sei impegnata molto per evitarmi.– commenta poi, giocando con il suo orologio -ne ha molti, stando a quando dice Pam- e avanzando lentamente verso di te.
Sbuffi, per poi spostare il tuo peso un una gamba. –È stata fatica sprecata: sei qui.
Strange fa passare una mano tra i capelli, per poi sospirare. –Okay, ora mi detesti ancora di più, ho afferrato il concetto, ma potresti almeno lasciare che io ti spieghi meglio?
–In realtà, mi pare che ti sia già spiegato.– ribatti, fulminandolo con lo sguardo. –Come diavolo ti è venuto in mente? Che cosa ti ha fatto pensare che sarebbe stata un'ottima idea?
–Come ho già detto, ero solo uno sciocco ragazzino...– ripete Strange a denti stretti, ma nemmeno lui ne sembra davvero convinto.
Dal tuo canto, alzi gli occhi al cielo. –Ma poi sei cresciuto, o sbaglio? Sei addirittura diventato un neurochirurgo, quindi non dovresti più essere sciocco.
Per la prima volta da quando lo conosci, Stephen Strange non ribatte, ammettendo, seppur silenziosamente, che hai ragione. –È vero... Ero così abituato a comportarmi in quel modo... Non ho scuse, lo so, e mi dispiace molto per quello che ho fatto. Potrai mai perdonarmi? Per favore.
La verità è che non lo sai nemmeno tu. Se il vostro instabile rapporto si dovesse poi evolvere in un'amicizia o perfino in una relazione, non potresti comunque affermare che tutto questo non verrebbe affatto menzionato. Al tempo stesso, però, hai compreso che lui è sinceramente dispiaciuto... –Forse, con il tempo.
–Grazie y/n.–. Un accenno di sorriso compare sul suo volto, lasciandoti sorpresa: non ti ha mai ringraziata prima d'ora. Che sia un buon segno?
In più, ora che ci fai caso, ti accorgi che, da quando vi siete conosciuti, non l'hai mai visto felice. –Buonanotte, Stephen.
Dopo averlo salutato con un cenno, sali in macchina, per poi mettere in moto e partire. Chi avrebbe mai detto che, prima o poi, avreste deposto l'ascia di guerra? Certo, non hai dimenticato il fatto che per anni si è comportato male con te senza motivo -e mai lo farai-, ma sei comunque fiduciosa riguardo questo nuovo inizio.
***
Mi sono ricordata di questo immagina e ho pensato di continuarlo, concludendo addirittura con un finale abbastanza positivo (ne avevo in mente uno ben peggiore, fidatevi).
Per qualche motivo, ultimamente scrivo capitoli più brevi, ma confido che vi sia piaciuto lo stesso.
Spero che stiate bene <3
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