56- Stephen Strange × reader

Per motivi di trama, ho dovuto aggiungere un nome random (non è vero, ho finito da poco The Office e già mi manca).

Quando la tua migliore amica ti ha chiesto di essere una delle damigelle al suo matrimonio, non hai potuto che accettare, contenta che Pam abbia finalmente trovato la persona giusta, capace di renderla felice, consolarla e con la quale poter passare il resto della sua vita.
Di solito, i matrimoni ti piacciono, perché ti trasmettono molta allegria e riescono a tirare fuori il tuo lato romantico; in effetti, sarebbe incoerente da parte tua affermare di non aver mai fantasticato riguardo il tuo.
Eppure, questo matrimonio ha una nota dolente, una pecca che porta nome e cognome: Stephen Strange, meglio conosciuto come un parente alla lontana della tua migliore amica, con il quale non sei mai stata in buoni rapporti.
-Io non capisco perché ti ostini sempre a invitarlo...- borbotti, piuttosto contrariata dalla scelta di Pam. Fuori dalla finestra, il tempo non è dei migliori: è tutto il giorno che piove e questo non aiuta affatto a migliorare il tuo umore. -È tuo cugino di terzo grado, non tuo fratello! Nessuno invita i cugini di terzo grado; io non sono nemmeno sicura di averne, ora che ci penso...
Dall'altro capo del telefono, la senti ridacchiare. -Andiamo, y/n, dici così solo perché tra di voi non scorre buon sangue...
Salti giù dal letto e prendi a camminare avanti e indietro per la tua stanza, in preda all'agitazione. -Dire che "non scorre buon sangue" è un eufemismo! Non lo sopporto: è arrogante, egocentrico, saccente, orgoglioso... E Jim è d'accordo?- le chiedi, sperando di poter contare sul futuro marito di Pam, ma subito dopo ti dai della stupida, ricordandoti che lui non potrebbe mai dirle di no, perché farebbe qualsiasi cosa pur di vederla sorridere.
-Sai, le nostre madri sono sempre state molto amiche... E comunque, non devi preoccuparti: vi ho messi in due tavoli diversi, okay?- replica lei, poi senti dall'altra parte delle voci di sottofondo farsi sempre più forti. -Ora devo andare, ci sentiamo domani!
Sbuffi non appena Pam riattacca: perché, tra tutte le persone che popolano la Terra, doveva essere imparentata proprio con un insopportabile come Strange?
In ogni caso, al momento hai un'unica certezza: non vuoi che il matrimonio di Pam e Jim venga rovinato dall'ennesima discussione tra te e Stephen Strange, di conseguenza hai deciso di ignorarlo a tutti i costi, sperando che i festeggiamenti non si prolunghino troppo.
Chissà, magari alla fine andrà bene.



Si è appena concluso il pranzo e tu sei contenta di essere riuscita ad evitare con successo Strange per tutto questo tempo, quasi complimentandoti tra te e te. In fondo, è risaputo che ai matrimoni ci sono sempre così tante persone che è difficile trovare del tempo per tutte; che poi tu abbia fatto tutto ciò volontariamente è irrilevante. 
Non vuoi rovinare a Pam e Jim questa giornata speciale, soprattutto non dopo che i loro colleghi di lavoro hanno reso la cerimonie indimenticabile, ballando e cantando come si farebbe ad una festa di adolescenti. Di conseguenza, hai fatto in modo di non essere mai sola, in particolare di non farti notare da Stephen Strange.
Y/n, non dirmi che non hai più nessuno con cui parlare!–. Ovviamente, proprio quando credevi di essere riuscita nel tuo intento, la realtà dei fatti si rivela deludente come sempre. –Se non ti conoscessi, potrei quasi pensare che stavi cercando di ignorarmi...
Colta alla sprovvista, ti volti verso Strange con un sorriso nervoso. –Il punto è che non mi conosci bene.– replichi, osservando con improvviso interessante il calice di champagne che tieni tra le mani. –Non tanto quanto pensi, almeno.
–Incredibile.– commenta con evidente sarcasmo. –Sai, ero convinto del contrario... Ma se dici così, significa che dovrò rimediare.
–È stato davvero così illuminante per te leggere di nascosto il diario segreto di una tredicenne, disperata perché i suoi genitori si stavano separando?– gli chiedi, piuttosto stizzita perché la verità è che sì, forse già a quei tempi Stephen Strange non era per te la compagnia più piacevole di tutte, però è stata questa sua invasione di privacy a rendertelo tanto antipatico, soprattutto perché in seguito ti ha spesso e volentieri presa in giro per via di ciò che ha letto.
Ora è lui ad essere stato preso alla sprovvista. –Ero solo un ragazzino curioso, tutto qui; anzi uno sciocco ragazzino. Mi dispiace.– si scusa, per poi sistemarsi il papillon; subito dopo, sta per aggiungere qualcosa, ma viene interrotto da una musica lenta e soffusa. –Mi potresti concedere l'onore di ballare con te?
Questa volta, il suo tono è stranamente serio e determinato, di conseguenza, nel sentire la sua richiesta rischi per un attimo che un sorso di champagne ti vada di traverso dalla sorpresa: è la prima volta da quando lo conosci che non ti prende in giro né si comporta da sbruffone con te.
Che cosa gli è preso? Non riesci a giustificare il suo comportamento in altri modi, se non che abbia la febbre o abbia sbattuto la testa. –Ehm, sei sicuro?– gli domandi, aspettandoti che lui scoppi a ridere, invece Strange annuisce. –Ti senti bene?
–Stasera non voglio ballare con nessuno, se non con te.– ti risponde lui, facendoti ammutolire dallo stupore per qualche istante: forse per tutti questi anni hai interagito solo col suo gemello malvagio, o magari soffre di personalità multipla. Mai il suo cognome gli è tanto calzato a pennello. –Ed è gentile da parte tua preoccuparti per me, nonostante ti abbia sempre trattata male, ma non ce n'è motivo, davvero.
Non sai con esattezza che cosa ti sia saltato in mente, però appoggi sul tavolino più vicino il tuo calice e lasci che Strange ti prenda per mano, guidandoti verso il centro della sala, che ora si sta pian piano riempiendo di coppie.
Lì, sempre tenendovi per mano, appoggi l'altra sulla sua spalla, mentre la sua va a posarsi con grazia sulla tua schiena, prima di iniziare a ballare; mentalmente, ringrazi tuo padre per averti fatto prendere lezioni di valzer da piccola.
Con la coda dell'occhio, vedi Pam sorriderti soddisfatta, come se l'intera giornata stesse andando come aveva programmato, e tu le rivolgi un'occhiata confusa.
–Penso di doverti delle spiegazioni, a questo punto.– esordisce Strange, in seguito a un silenzio imbarazzante.
Inarchi un sopracciglio. –Meglio tardi che mai...– ti ritrovi a borbottare con ironia. 
–È che mi sono sempre sentito strano in tua presenza, non ho mai capito come rapportarmi...– continua lui, sebbene sia evidente che il tuo commento l'abbia messo a disagio. –Insomma, se fin da subito mi sono comportato male con te, è perché mi sono innamorato di te.
Ti blocchi di colpo, rischiando di scontrarti con una coppia alla tua destra. –Che cosa, scusa?– gli chiedi, letteralmente allibita, ma sforzandoti comunque di mantenere un tono di voce basso per evitare di attirare troppa attenzione su di voi. –Vuoi forse convincermi che sei stato uno stronzo per quasi vent'anni solo perché sei un sociopatico che non sa relazionarsi?
Strange annuisce lentamente. –Non pretendo che tu mi creda di punto in bianco, né che tu mi perdoni o altro. Per me è stato difficile rivelarti la verità oggi, ma lo è stato ancora di più contrastare questa mia orribile abitudine. In realtà, non mi aspetto che tu mi creda, né che mi perdoni o altro; volevo essere sincero con te e...
–Io... Io ho bisogno di riflettere.– sussurri, per poi voltargli le spalle senza lasciare che lui finisca la frase, lasciandolo solo. Mentre ti allontani dalla pista da ballo, riesci quasi a percepire il suo sguardo su di te e una cosa è certa: non è andata affatto bene.

*** 
Dopo settimane passate a studiare quasi ininterrottamente, finalmente sono riuscita a dedicare del tempo a questo immagina, anche perché l'avevo in mente da molto ormai. Spero ovviamente che vi sia piaciuto e spero anche di tornare a pubblicare con regolarità.
Vi auguro buon Natale in anticipo

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