44- teen!Johnny Storm × reader
–Ricordatevi: anche se ormai la scuola sta finendo, dovrete comunque impegnarvi per gli esami di fine anno.– si raccomanda l'insegnante di scienze, l'anziano signor White, mentre raccoglie le ultime verifiche, passando tra i banchi con la lentezza estenuante che lo contraddistingue; fa per aggiungere qualcosa, quando la campanella lo interrompe bruscamente, segnalando il termine delle lezioni.
Senza esitare, quattro o cinque ragazzi si alzano dalle sedie velocemente, non senza fare ancora più confusione di quanta già non ce ne sia, e si dirigono verso la porta già aperta, seguiti a ruota dal resto della classe. Come loro, anche se per un motivo diverso, ti affretti ad uscire dall'aula, non prima di aver salutato White: quel vecchietto dagli occhiali spessi ti ha sempre fatto tenerezza, soprattutto perché sei una delle poche persone a seguire davvero le sue spiegazioni.
Una volta fuori, individui quasi subito il tuo obiettivo: Johnny Storm. In realtà, non siete in buoni rapporti, soprattutto perché lo consideri alquanto arrogante ed egocentrico, ma la sua situazione ti sta facendo letteralmente impazzire.
Per tua fortuna, o sfortuna, si è fermato a chiacchierare davanti al suo armadietto con dei ragazzi che non conosci, ma che sei sicura essere all'ultimo anno. Improvvisamente, vorresti rinunciare, fregartene di Storm e tornare a casa, però qualcosa ti trattiene.
Alla fine, prendi un respiro profondo, pronta ad affrontare sia lui che i suoi amici più grandi, per poi avvicinarti e schiarirti la gola. Cinque paia di occhi ora ti fissano: c'è chi è divertito dalla tua presenza -Johnny Storm in primis- e chi invece non si è nemmeno accorto del tuo arrivo, come se neanche ti vedesse. –Ehm, White vuole parlarti.– dici in preda al panico, mentre senti le tue guance andare a fuoco di punto in bianco: sei davvero stata così stupida da non prepararti una scusa? Almeno sei riuscita a trovarne una abbastanza credibile, considerando che l'hai inventata di sana pianta. Storm sbuffa sonoramente, probabilmente scocciato a causa della tua interruzione, ma non commenta; all'inizio, dubiti perfino che ti abbia sentita, però ti accorgi che i suoi amici hanno già cominciato a ghignare, a sussurrare qualcosa che non riesci a cogliere e non ci vuole certo un genio per capire che stanno parlando di te. Johnny non sembra dar loro più di tanto peso, infatti ti fa cenno di fargli strada verso il professore. Ancora agitata, lo porti verso la prima aula vuota, seguita dal tuo irritante compagno di classe.
–Wow, y/l/n, non ti facevo una di quelle.- esordisce sinceramente stupito, una volta resosi conto che siete soli. –Sappi che anch'io ti ho sempre trovata carina, però sono dell'opinione che staresti meglio se...
Un po' imbarazzata, alzi gli occhi al cielo, non appena capisci che Storm, come al solito, ha frainteso ogni cosa.
–Smettila, voglio solo parlare con te.– lo zittisci subito, interrompendo il suo discorso inutile e pieno di consigli su come valorizzarti. –Non pensavo che l'avrei mai detto... Tu non sei uno stupido, Johnny Storm. Puoi darla a bere a chi ti pare, ma non a me, quindi adesso mi fai il piacere di spiegarmi come mai sembra che tu ti stia impegnando per apparire meno intelligente di fronte alle persone: insomma, non studi quasi mai, eppure, in un modo o nell'altro, hai sempre la sufficienza o quasi.
Ti fermi per qualche secondo, aspettandoti una qualche reazione, ma lui non batte ciglio. –Ad esempio, so per certo che quest'anno non hai studiato nemmeno una volta scienze, ma, nonostante ciò, sei stato tu ad avere l'idea per il progetto, che poi ha vinto il primo premio. Come mai?
Per un attimo, la maschera d'indifferenza di Storm pare cadere, rivelando un Johnny meno sicuro di sé; un momento dopo, però, si è già ripreso, perché ti si avvicina con il suo solito ghigno. –Perché ti preoccupi così tanto per me?– chiede con malizia, guardandoti negli occhi. –Sembra che la questione ti stia molto a cuore...
Seppur arrossendo, non hai problemi a rispondere. –Non è giusto: non ti impegni e anzi ti accontenti di prendere un voto basso, quando potresti essere uno tra gli studenti più brillanti.– ribatti, incrociando le braccia. Con lui hai scelto di essere sincera e diretta, sperando che, in questo modo, ti prenda sul serio; non sopporti il suo atteggiamento, principalmente perché tu stessa ti sforzi per raggiungere dei risultati che, ora ne sei sicura, non richiederebbero tutto quel tempo da parte sua.
Questa volta, noti la sua espressione diventare più fredda. –Sai cosa mi ha detto mia madre, all'inizio del periodo "esami"? Io e tuo padre non chiediamo molto: cerca di prendere almeno la sufficienza e noi saremo contenti.– ti rivela e il suo tono si fa più duro mentre ripete le parole della madre. –Hanno occhi solo per mia sorella, quando si tratta di scuola... E non hanno tutti i torti: del resto, come potrei io arrivare ai suoi livelli? Agli occhi di tutti, sono quello bravo negli sport e che ha successo con le ragazze, ma che non riuscirebbe mai a prendere una A o una B.
Rimani in silenzio: quando hai pensato di parlargli, non ti saresti mai aspettata tutto ciò e non sai più come e cosa replicare.
Lo osservi mentre sospira e si passa una mano tra i capelli, evidentemente frustrato. –Senti, facciamo finta di niente.– ti dice, abbozzando poi un sorriso non appena si accorge di aver alzato il tono di voce più di quanto avrebbe voluto. –Capisco il tuo punto di vista e ti ringrazio per avere così tanta fiducia in me, davvero, ma è inutile.
–Aspetta, stai dicendo che nessun altro, oltre a me, crede nelle tue capacità?– gli domandi, interrompendolo per la seconda volta da quando vi trovate nell'aula deserta. –Nemmeno Susan, tua sorella?
Johnny scoppia in una sonora risata, che è in netto contrasto con l'espressione seria del suo viso. –Assolutamente no, lei è troppo concentrata sullo studio per potersi interessare a me...
–Mi dispiace, io non pensavo...– mormori, senza nemmeno completare la frase. Questa mattina avevi intenzione di fargli una specie di ramanzina, convincendolo a impegnarsi a fondo nella scuola, ma ora te ne stai pentendo. Con quale diritto credevi di poterlo rimproverare per il suo rendimento scolastico, considerando anche che non eri al corrente di tutti questi fatti? Ti maledici mentalmente per aver avuto questa pessima idea.
Storm scrolla le spalle, come se volesse lasciarsi scivolare addosso la vostra conversazione. –Non importa, però promettimi di non far parola con nessuno di ciò che ti ho detto oggi.– ti chiede a bassa voce, quasi implorandoti con i suoi occhi azzurri. –Per favore, y/n.
–Promesso.
***
Scusatemi per il ritardo, ma spero che ne sia almeno valsa la pena! Da oggi sono in vacanza, quindi anche per il prossimo capitolo dovrete affidarmi alla mia ispirazione (non so se sia un bene o un male).
Non aggiornerò fino al 4 agosto, di conseguenza vi auguro di passare due settimane piene di divertimento e relax!
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