43- T'Challa Udaku × reader
-Sei sicura che non avranno problemi?- ti chiede T'Challa per la ventesima volta, lo sguardo fisso sulla strada mentre guida.
Effettivamente, non hai fatto altro che porti la stessa domanda da stamattina, quando i tuoi genitori vi hanno invitati a cena da loro. Gli sorridi, nel tentativo di risultare rassicurante. -Non ti preoccupare, vogliono solo conoscerti e ti assicuro che non hanno mai ucciso nessuno!
Il tuo fidanzato non aggiunge altro, sebbene continui a sembrarti piuttosto teso. -Andiamo, hai affrontato sfide ben più pericolose di questa!- commenti in tono scherzoso, cercando di farlo ridere, ma senza risultati.
Non c'è molto che tu possa dire, perché sai che ha tutte le ragioni per essere preoccupato: i tuoi genitori, soprattutto tuo padre, sono sempre stati un po' chiusi di mente, nonostante tu abbia provato più volte a far cambiare loro idea.
-Li hai avvisati, vero?- ti domanda dopo qualche minuto.
Annuisci. -Però ti ricordo che siamo ancora in tempo per tornare a casa: posso inventarmi una scusa, dire che mi sono ammalata...- suggerisci, sentendoti in colpa per via di ciò che sta passando T'Challa; la sua famiglia ti ha accolta senza esitare come una di loro, facendoti sentire amata, cosa che, ne sei certa, la tua non saprà fare con lui.
In ogni caso, il tuo ragazzo rifiuta gentilmente la tua proposta. -È solo che, essendo cresciuto in Wakanda, non sono abituato al disprezzo con cui alcune persone guardano quelli come me.- ammette infine, non facendo altro che peggiorare i tuoi sensi di colpa.
-Allora lascia che spieghi loro che in realtà sei un re.- ribatti, anche se ti ha già ripetuto svariate volte quanto lui sia contrario a tutte quelle formalità che ne deriverebbero.
T'Challa scuote la testa, per poi prendere un respiro profondo. -In qualche modo, me la caverò: l'hai detto tu stessa che ho superato ostacoli ben più grandi di una semplice cena.- replica infine con un ritrovato ottimismo. Dal canto tuo, non puoi far a meno di sperare che vada tutto bene.
Una volta arrivati davanti alla porta della casa dei tuoi genitori, ti affretti a suonare il campanello e, mentre aspettate che qualcuno vi apra, ti avvicini ancora di più a T'Challa e, in punta di piedi, lo baci su una guancia.
È tua madre la prima ad accogliervi, salutando entrambi con un sorriso nervoso e presentandosi al tuo fidanzato, che subito le porge il colorato bouquet di fiori che lui ha insistito per comprarle.
-Che gentile, non dovevi!- esclama tua mamma, ringraziandolo più volte. -Caro, vieni! È arrivata tua figlia... Con T'Shalla!
Con lo sguardo, vedi la reazione divertita del tuo ragazzo nel sentire il suo nome pronunciato male. Invece, tu lo fai presente senza pensarci troppo.
-Oh, mi spiace!- si scusa lei, facendo una risatina. -Non conosco l'africano, quindi sentiti libero di correggermi!
Ovviamente, si crea un silenzio imbarazzante, che tu decidi di interrompere con la prima sciocchezza che ti viene in mente. -Ma quel quadro c'è sempre stato?- le domandi, indicando un dipinto dai colori accessi che è stato appeso alla parete accanto alle scale.
-È curioso che tu me lo chieda!- esordisce lei, lasciandosi sfuggire un'altra risatina nervosa mentre si sistema la messa in piega. -Me l'ha comprato tuo padre per...
-Cara, non ti starai ancora vantando del mio regalo!- esclama tuo papà, uscendo dalla cucina con indosso il grembiule. -Eccomi, stavo preparando la cena.
Poi si sistema gli occhiali e sta per avvicinarsi a te, probabilmente per abbracciarti, ma si blocca non appena nota T'Challa, irrigidendosi. -Oh, tu devi essere il fidanzato della nostra y/n.- deduce quindi, presentandosi subito dopo, seppur a disagio; rimani sorpresa nel vedere che è proprio tuo padre a prendere l'iniziativa, stringendogli la mano e accettando di buon grado la bottiglia di champagne che il tuo ragazzo ha portato per lui. -Caspita, ma sarà costata una fortuna!- commenta, non appena il suo sguardo si posa sull'etichetta: del resto, i tuoi genitori non sono a conoscenza della sua vera identità, quindi una costosa bottiglia di champagne ha sicuramente fatto un certo effetto su di loro.
-Non si preoccupi, davvero.- lo rassicura T'Challa, che ora pare più rilassato rispetto a prima.
-Bene, allora, ehm, andiamo a sederci a tavola...- vi esorta tua mamma, indicando la sala da pranzo. Le rivolgi un'occhiata interrogativa: da quando siete arrivati, non fa altro che comportarsi in modo strano, sorridendo in modo nervoso e parlando a sproposito di tanto in tanto. In risposta, lei ostenta ancora di più il suo sorriso, per poi darti le spalle e seguire suo marito, che invece tiene in mano la bottiglia di champagne come se fosse una bomba pronta ad esplodere.
La tua unica consolazione è che T'Challa, forse per l'emozione, non sembra aver notato nulla di strano; in caso contrario, è solo bravo a non darlo a vedere.
Da un lato, speri davvero che questa cena vada bene, che i tuoi genitori siano finalmente cambiati; dall'altra però sai che questo è alquanto improbabile, dato che sono persone piuttosto orgogliose, testarde e fin troppo legate al passato. Una cosa è certa: qualora loro dovessero rovinare tutto, non esiteresti ad andartene via con il tuo fidanzato.
Dopo che avete tutti preso posto e la prima portata vi è stata servita, stai per borbottare un "buon appetito" e iniziare a mangiare, quando noti che i tuoi genitori, da credenti quali sono, hanno iniziato a pregare. Dura poco meno di un minuto, durante il quale guardi T'Challa negli occhi, consapevole di non poter interrompere quel momento a parole e quindi comunicando con lui attraverso gli sguardi.
-Dunque, Channa...- prende la parola tua madre, sbagliando per la seconda volta a pronunciare il suo nome e facendoti innervosire un po': è davvero tanto difficile per lei? O lo sta facendo di proposito?
Il tuo ragazzo si limita a correggerla gentilmente, per poi dedicarle la sua attenzione.
-Sei ateo?- gli chiede senza troppi giri di parole con sguardo indagatore; tuo padre sembra far finta di niente, continuando a mangiare. -Nostra figlia non ce l'aveva detto...
-Infatti non lo sono, signora.- le risponde lui con educazione. -Però credo in altre divinità; spero che questo non sia un problema...
Poi arriva il turno di tuo papà, che, quasi sussurrando, gli domanda se, in quanto politeista, faccia sacrifici umani ai suoi dei. Però T'Challa non si scompone; anzi, sembra quasi divertito mentre tranquillizza i tuoi genitori riguardo riguardo all'argomento.
-Oh... Piuttosto, come vi siete conosciuti?-. Inarchi un sopracciglio alla domanda di tua mamma: l'hai già spiegato ai tuoi genitori il mese scorso, quando vi siete fidanzati... Che motivo avrebbe di fare una domanda di cui già sa la risposta?
Eppure, il tuo ragazzo non se lo lascia ripetere due volte, raccontando del tuo lavoro come volontaria e ricercatrice in uno dei suoi centri costruiti nell'ultimo anno e di come si sia innamorato di te dopo poco tempo.
–È, ehm, molto romantico... Non trovi, caro?– esordisce tua madre, rivolgendosi a suo marito, che annuisce poco convinto, fissando il piatto di ceramica vuoto.
–C'è qualcosa che non va, signore?–. La domanda di T'Challa pare riportarlo alla realtà, infatti tuo padre sbatte più volte le palpebre, per poi guardarlo negli occhi.
–Ebbene, sì: tu non mi piaci.– sbotta quest'ultimo, facendo sparire il sorriso nervoso di tua mamma. –Ed è tutta la sera che ci provo, ma non sopporto l'idea della mia bambina con uno come te!
Ancora prima che il tuo fidanzato possa aprire bocca, ti alzi da tavola di scatto. –Adesso basta!– urli, ormai al limite della tua pazienza. –È da quando siamo arrivati che vi comportate in modo irrispettoso e mi sono stufata!
–Y/n, non importa, non ne vale la pena...– replica T'Challa, sperando di calmarti, mettendosi in piedi a sua volta. –Sono certo che non intendeva...
–Invece sì!– ribatte lui quasi con fervore. –Ho solo espresso la mia opinione: siamo in un paese libero!
E come se questa cena non potesse peggiorare, tua madre gli dà manforte:–Tuo padre ha ragione! Dovresti dargli ascolto...
–Dite di amare il vostro prossimo come voi stessi, ma a parole sono tutti bravi e voi siete ridicoli.– ribatti con tono duro, prendendo per mano il tuo ragazzo, che a quanto pare è rimasto letteralmente senza parole. –Ora noi ce ne andiamo... E finché non imparerete davvero a mettere in pratica questo concetto, non mi rivedrete mai più.
Ignorando la voce di tua mamma che ti supplica di restare e lo sguardo contrariato di tuo padre, ti dirigi verso la porta, ma non prima di aver baciato davanti a loro T'Challa, cogliendolo di sorpresa, quasi a volerli sfidare.
Poi, come un'adolescente ribelle, esci sbattendo la porta di casa. –Mi dispiace tantissimo per quello che è successo, io...– cominci a scusarti mentre vi dirigete verso l'auto. Alcune lacrime di rabbia scendono imperterrite lungo il tuo viso.
–Non è colpa tua, amore.– ti rassicura lui, stringendoti a sé mentre ti accarezza i capelli. –Vedrai, un giorno capiranno di aver sbagliato.
***
Scusatemi per il ritardo, ma ho avuto qualche problema durante la stesura. Come al solito, spero che vi sia piaciuto e vi invito a commentare per votare il prossimo personaggio ^-^
Vi auguro un buon inizio di settimana people <3
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