37- Carol Danvers × reader
–Buon pomeriggio, che cosa desiderate ordinare?– domandi con tutta la gentilezza di cui sei capace a un gruppo di cinque ragazzi alquanto rumorosi che avranno a malapena diciott'anni. Irritati dalla tua presenza, ti rispondono sbuffando ed è in particolare lo sguardo di uno di questi -noti subito i suoi capelli ricci- a farti sentire a disagio; cerchi di ignorarlo e scrivi rapidamente sul tuo taccuino l'ordine.
Ormai, dovresti essere abituata a clienti come loro: infatti, gli studenti vengono spesso al bar -ovviamente, si siedono tutti fuori perché qualcuno di loro deve aver deciso così- in cui lavori perché è il più vicino alla loro scuola e, per quanto alcuni possano davvero innervosirti, sai che, se vuoi continuare a lavorare per poter pagare i libri per l'università, devi sopportare in silenzio. Per questo, dopo aver lanciato un'occhiata rassegnata al pallido sole, ti affretti a rientrare all'interno del locale e ti dirigi al bancone, riferendo l'ordinazione a Fred -eravate compagni di classe negli anni del liceo; ora siete colleghi e amici da un paio di anni-, che subito si mette al lavoro.
–Ti stai preparando per il prossimo esame, y/n?– ti chiede mentre prepara velocemente un caffè macchiato.
–Non me lo ricordare, per favore!– esclami, per poi uscire di nuovo quando noti una giovane donna sedersi al tavolino accanto a quello dei cinque ragazzi; povera, probabilmente non sa a che cosa sta andando incontro, specialmente se aveva intenzione di rilassarsi un po'. –Salve, che cosa vorrebbe ordinare?
Lei sposta lo sguardo su di te dal giornale che stava leggendo. Il cappello con la visiera che indossa non ti permette di osservarla bene in viso. –Sì, grazie, prendo un cappuccino e una brioche alla crema.– ti risponde senza esitazione, per poi tornare al suo quotidiano. A primo impatto, ti sembra una persona determinata, caratteristica che, da un lato, ha la capacità di affascinarti non poco; invece, dall'altro ne sei invidiosa, perché anche solo scegliere una semplice pizza ti manda in crisi e alla fine opti ogni volta per una banale margherita, quindi ammetti che sarebbe bello sapere ciò che si vuole nella vita.
Come sempre, annoti le sue parole e poi corri da Fred a riferire l'ordine. –Ah, nel frattempo ho finito di preparare quella lista infinita di...– inizia con tono melodrammatico, ma tu lo interrompi subito, trattenendo una risata. –Ecco, sei il solito esagerato!– lo rimproveri scherzosamente, posizionando ben tre tazzine di caffè, quattro croissants e un muffin al cioccolato sul vassoio. Con estrema cautela, esci dal bar e raggiungi il gruppo di liceali. –Ecco la vostra ordinazione.– esordisci con un sorriso per nulla spontaneo sul volto, mentre inizi ad appoggiare il tutto sul tavolino.
–Finalmente una donna che ha capito che il suo ruolo è quello di servire gli uomini.– commenta il ragazzo riccio, mentre quello alla sua sinistra rincara la dose:–Per me, non dovrebbero nemmeno lavorare, ma restare a casa con i figli; certo, almeno questa ha avuto la decenza di scegliere un lavoro adatto a lei e alle sue capacità...–. Gli altri annuiscono, qualcuno ridacchia mentre rimani immobile, come pietrificata da ciò che hai appena udito: possibile che persone così giovani possano avere una mentalità talmente retrograda?
–Il prossimo cretino che dirà un'altra frase sessista perderà la possibilità di riprodursi.– ribatte con incredibile serietà una voce alle tue spalle; vedendo le facce dei ragazzi sbiancare immediatamente, ti volti e riconosci la donna che, fino a poco fa, era tranquillamente seduta al suo tavolino. All'inizio, pensi che sia una minaccia fatta col solo scopo di spaventarli, così da farli tacere, ma poi noti che le sue mani chiuse a pugno stanno iniziando ad illuminarsi; poi, dopo aver mirato con un pugno verso il cartello stradale più vicino -quello che indica l'attraversamento pedonale-, una strana energia ne fuoriesce e va a distruggere il suo bersaglio, non senza attirare l'attenzione di alcuni passanti.
Rimani senza parole, mentre lei si risiede al suo tavolino come se non fosse accaduto nulla; inutile dire che ti sei affrettata a portarle ciò che ha ordinato.
Dal canto loro, invece, i cinque adolescenti sembravano piuttosto terrorizzati, tanto che si sono scusati più volte e, senza aver assaggiato nulla, hanno pagato e se ne sono andati, dopo aver lasciato una mancia abbondante; passerà del tempo prima che ricomincino a frequentare questo bar, non ci sono dubbi.
–Comunque piacere, io sono Carol Danvers.– si presenta a te la donna, o qualunque essere sia, porgendoti una mano che esiti qualche secondo a stringere. –Y/n Y/l/n, come hai fatto a...?– inizi a domandarle, ma lei, intuendo probabilmente ciò che stai per chiederle, ti precede:–Credimi, vorrei spiegarti quello che è successo prima, ma è una lunga storia...
Se prima eri confusa e incredula per quello che avevi visto, ora sei piuttosto curiosa e vuoi sapere qualcosa in più sulla "lunga storia" di Carol Danvers.
–Oggi è venerdì e il weekend non lavoro...– inizi a riflettere, più rivolta a te stessa che a lei. –Potremmo vederci per... Conoscerci meglio, se per te va bene.
Da quando sei tu a fare il primo passo, invitando una persona a un appuntamento con il rischio di umiliarti da sola? Ma soprattutto, è un appuntamento? Non appena realizzi, arrossisci per l'imbarazzo, insultandoti mentalmente.
Contro ogni tua aspettativa, Carol accetta e abbozza un sorriso. Stai per farle altre domande, ma vieni interrotta dalla suoneria del tuo cellulare. Dopo esserti scusata, ti allontani di qualche passo e il nome che leggi sullo schermo ti fa preoccupare: Fred. Chissà cosa potrebbe essere successo... Entri immediatamente nel locale e ti avvicini al bancone; il tuo amico sembra stare bene, però.
Inarchi un sopracciglio, aspettandoti una spiegazione. –Ebbene?
–Oh, volevo solo ricordarti che siamo pagati per lavorare, non per flirtare con i clienti.– commenta, probabilmente alludendo al fatto che, fino a un attimo fa, stavi parlando con Carol.
Lo guardi indignata. –Fred!– protesti invano, mentre percepisci le tue guance diventare rosse.
–Piuttosto, chi è la tua nuova amica?– ti chiede con tono indagatorio. –Il signor Lee prima è entrato dicendo che ha incenerito un cartello...
–Da quando credi a quel vecchietto? Ti ricordo che la settimana scorsa andava in giro a raccontare di aver creato lui stesso Spider-Man e di averci scritto sopra dei fumetti...– replichi nel tentativo di cambiare argomento. In tutta risposta, Fred fa spallucce e, prima che possa farti altre domande, vai a prendere altre ordinazioni.
***
Spero che l'immagina vi sia piaciuto; io mi sono divertita.
Come sempre, commentate con nome e cognome di un solo personaggio e, nel caso non l'abbiate già fatto, vi consiglio di leggere le "regole" per evitare incomprensioni.
Buon inizio di settimana ^-^
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