34- Peter Parker × reader (his pov)
Attenzione: questo capitolo contiene spoiler su Endgame.
Leggere a vostro rischio e pericolo.
Sono passati appena tre giorni dalla battaglia finale; o meglio, sono passati appena tre giorni da quando il grande Tony Stark è morto. Ed è strano, perché ancora faccio fatica a realizzare che un uomo come lui sia... So bene che lui era l'unico in grado di poter salvare tutti, ma proprio non riesco a capacitarmi di ciò che è successo. È ingiusto che abbia dovuto farlo lui, proprio ora che, come la signora Stark mi ha spiegato, era finalmente felice e aveva una figlia di cui prendersi cura... Almeno se n'è andato sereno, consapevole che le persone che ama sono al sicuro grazie a lui.
Quando metto piede all'interno della scuola, è una gioia per me poter vedere di nuovo un viso amico, capace di distrarmi dai miei pensieri: Ned Leeds è lì, in mezzo al corridoio, mentre viene spintonato da centinaia di ragazzi che stanno cercando di farsi largo tra la massa di persone, così da dirigersi verso le loro aule.
-Peter! Oggi ti va di venire da me a costruire il castello di Hogwarts?- mi chiede con il suo solito entusiasmo. Lo ringrazio mentalmente per i suoi tentativi di ricreare quella quotidianità andata perduta per via della Decimazione -è così che viene chiamato lo schiocco di dita di Thanos che ha causato la scomparsa della metà delle creature che popolano l'Universo-.
-Ci sarà anche MJ: ha detto che noi sfigati non sapremmo nemmeno da dove iniziare...- borbotta, facendole il verso e facendomi ridacchiare; non posso che essere contento di sapere che anche lei sta bene ed è rimasta la Michelle che tutti conoscono.
Mentre ci incamminiamo verso la nostra classe, mi ritrovo ad annuire distrattamente al discorso intavolato dal mio amico, perché sto iniziando a notare che c'è qualcosa, anzi qualcuno che manca per poter affermare che sì, sto davvero tornando alla normalità. Questo qualcuno è y/n, che, tra le tante cose, è anche cugina di Ned.
Che stupido! Come ho potuto non accorgermi prima della sua assenza?
-Amico, che fine ha fatto y/n? Perché non sta venendo più a scuola? È malata?- domando, non accorgendomi neanche dell'urgenza percepibile nella mia voce.
Il sorriso del mio migliore amico vacilla per un attimo. -Ehm, lei... Sai...- comincia Ned, incespicando nel formare una frase che possa definirsi di senso compiuto.
Uno strano senso di angoscia e paura mi attanaglia lo stomaco e mi sento mancare il respiro. Non credo che riuscirei mai accettare anche la morte di y/n, non dopo tutto quello che è successo: insomma, cinque anni fa lei era la mia ragazza e, prima di questo, una delle persone a cui tengo di più... Non lo sopporterei.
Mi accorgo solo ora che, nel frattempo, siamo già arrivati di fronte all'aula di inglese; ci affrettiamo a prendere posto, anche se, ovviamente, la Marple è in ritardo.
Mentre io sono sempre più preoccupato, il mio migliore amico invece sbarra gli occhi, come se avesse appena avuto un'illuminazione. -Oh, no! Non è come pensi, te lo posso assicurare!- esclama, un po' agitato. -Mia cugina è viva e vegeta!
Nel sentire quelle parole, provo un'enorme sensazione di sollievo e, al tempo stesso, mi sento comunque piuttosto confuso. -Quindi perché non è in classe con noi, adesso?
-Studia. Al Queens College, però.- mi spiega brevemente, per poi rivolgermi un sorriso nervoso. -Lei non è diventata un mucchietto di polvere come noi... È andata avanti.
Annuisco di nuovo mentre il mio cervello cerca di analizzare tutte queste informazioni: per lei, sono passati ben cinque anni... E ora è all'università.
Rimango in silenzio per qualche minuto nel tentativo di realizzare tutto questo: prima il signor Stark, adesso y/n... Chi altri, ora?
Sono felice, davvero felice, che lei stia bene, ma non posso che domandarmi se riusciremmo mai a recuperare il rapporto che avevamo prima, sempre che anche y/n lo voglia. Probabilmente, non sarebbe la stessa cosa, ma, dopo tutto quello che è successo, sento di aver bisogno di ricostruire pezzo per pezzo la normalità che è stata distrutta da Thanos, soprattutto ora che Tony Stark non c'è più, e non penso di essermi mai sentito così perso, se non dopo la morte di zio Ben.
Per fortuna, la professoressa Marple -una donna sulla sessantina vestita di tutto punto- fa il suo ingresso nella stanza e mi distrae dai miei pensieri.
Sto facendo il mio solito giro di ispezione con il mio costume da Spider-Man, quando un pensiero si insinua nella mia mente: e se andassi all'università per vederla? Sarebbe per accertarsi che lei stia davvero bene, magari le farebbe piacere sapere che sono ancora vivo, no?
All'inizio, caccio via questa stupida idea e cerco di concentrarmi invece sul vero motivo per cui ora indosso questo costume, ovvero tenere al sicuro la mia zona, perché è questo il compito di un amichevole Spider-Man di quartiere.
Però, per quanto mi sforzi, non riesco più a mantenere la dovuta concentrazione e, alla fine, mi arrendo, svoltando a sinistra e dirigendomi verso l'imponente edificio del Queens College.
Non impiego più di cinque minuti per arrivare a destinazione e faccio in modo che nessuno mi noti, mentre rimango appostato sul tetto dell'università.
Le persone sono sedute o sdraiate a gruppetti sul prato, godendosi il calore del sole.
Poi, anche se dalla mia postazione non riesco a farlo con chiarezza, la vedo; non è cambiata molto, ma gli innamorati non scherzano quando affermano di saper individuare la persona che amano anche in mezzo alla folla.
Y/n è seduta all'ombra di un grande albero insieme ad altri coetanei e, senza riflettere, faccio il possibile per avvicinarmi di più a lei, rischiando di farmi notare. Per mia fortuna, però, sono tutti troppo occupati a studiare o a chiacchierare con i loro amici.
Mi fermo su un albero che si trova a un paio di metri di distanza da quello di y/n e mai penso di aver apprezzato tanto le foglie, che sono così fitte da permettermi di nascondermi.
Rimango ad osservarla mentre ride e scherza con altre tre persone, sorridendo inconsciamente mentre ripenso a quando, al posto di quegli sconosciuti, c'eravamo io, Ned e Michelle.
E un attimo dopo, y/n sta baciando qualcuno, un uomo sui vent'anni dai capelli biondi e ricci che è seduto di fianco a lei.
Inutile dire quanto questo mi abbia ferito, ovviamente, e quanto io ora stia faticando a trattenere le lacrime.
Dovrei essere entusiasta per lei, no? Insomma, si è rifatta una vita e ora sembra molto felice... Allora perché, per quanto ci stia provando, non ci riesco?
***
Spero che questo immagina vi sia piaciuto, soprattutto perché è passato del tempo dall'ultima volta che ne ho scritto uno e vi ringrazio tantissimo per la pazienza e la comprensione che avete nei miei confronti. Vi amo 3000.
Come sempre, vi invito caldamente a commentare con nome e cognome di un solo personaggio per decidere il/la protagonista del prossimo capitolo.
Buona domenica people <3
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