30- Erik Lehnsherr (o Max Eisenhardt) × reader

Quanto tuo cugino Charles ti ha presentato per la prima volta al suo amico, un certo Erik, non hai potuto far a meno di notare l'occhiataccia che quest'ultimo ha ricevuto subito dopo.
-Nel caso te ne fossi dimenticato, io posso leggere i tuoi pensieri- gli ricorda quindi Charles, dopo aver finto un colpo di tosse.
Erik, invece, alza gli occhi al cielo. -Prima o poi, troverò un modo per proteggermi da queste tue invasioni di privacy- borbotta risentito mentre incrocia le braccia davanti al petto.
Dal canto tuo, ti limiti a un gesto tanto semplice quanto efficace: prendi per mano tuo cugino, il quale non sembra nemmeno farci caso, o probabilmente non ha ancora realizzato, e sorridi soddisfatta; al contrario, il suo amico ti rivolge uno sguardo interrogativo. -Possiedo la capacità di annullare il potere di qualunque mutante attraverso il contatto fisico- snoccioli rapidamente a mo' di spiegazione. -So quanto Charlie possa diventare invadente, a volte...
-Y/n, non chiamarmi Charlie!- protesta il diretto interessato, per poi ritirare la sua mano di scatto, come se si fosse scottato. -E comunque, ho i miei buoni motivi per farlo... Soprattutto con alcune persone- si giustifica e, dopo aver fulminato un'ultima volta l'amico con gli occhi, si allontana tra la folla di studenti mutanti.
Erik scoppia a ridere, poi ti si avvicina quando basta per fare in modo che tu sia l'unica a poter udire le sue parole. -Credo che io e te andremo molto d'accordo, sai?- ti sussurra in un orecchio, prima di sparire anche lui, trascinato chissà dove dalla massa di ragazzi che si dirigono da un'aula all'altra con passo svelto.
Spiazzata e al tempo stesso incuriosita dalla sua frase di congedo, ritorni nella tua stanza nel tentativo di distrarti con la lettura, così da evitare di rimuginare su quello strano incontro.
Dopo circa mezz'ora, qualcuno inizia a bussare con insistenza e a chiamare il tuo nome con tono d'urgenza.
-Y/n, finalmente!- esclama tuo cugino e, non appena commetti l'errore di deciderti ad aprire la porta, si fionda immediatamente in camera tua. -Perché mi hai fatto aspettare così tanto, poi?
Sbuffi, richiudendo il libro che stavi leggendo. -Forse nella speranza che ti arrendessi, suppongo- replichi, ma sai che, per quanto a volte Charles possa diventare davvero irritante, non riusciresti mai ad arrabbiarti seriamente con lui. -Cos'è successo?
-Volevo solo dirti di stare lontana da Erik- ti risponde, dopo essersi accomodato sul tuo puff. -Non fraintendermi: è un mio caro amico, ma non mi sembra quello giusto per te.
Inarchi un sopracciglio. -Ah sì? E da che cosa l'avresti dedotto? Per caso è un sadico che uccide cuccioli nel tempo libero?- domandi con ironia non proprio velata.
Charles diventa improvvisamente serio. -Ascolta, lo so che non dovrei immischiarmi nella tua vita sentimentale e che, con ogni probabilità, non saranno le mie parole a farti cambiare idea su di lui...- esordisce tuo cugino, dopo essersi schiarito un poco la voce. -Capisco che, a primo impatto, ti sia apparso normale -ovviamente, nei limiti entro i quali un mutante può essere considerato tale-, ma io lo conosco e, per quanto possa sembrare tranquillo, fidati se ti dico che si tratta della quiete prima della tempesta. Non voglio che lui ti ferisca, ecco tutto.
Sospiri nell'udire la concisa spiegazione di Charles: comprendi le sue preoccupazioni, ma, se devi essere completamente onesta con te stessa, qualcosa in Erik ti attrae e questo qualcosa ti spinge a non ascoltare tuo cugino. -Non ti preoccupare, so badare a me stessa- cerchi di tranquillizzarlo, mentre gli fai cenno di uscire dalla tua stanza; per te, la conversazione si conclude qui e lui, senza aggiungere altro, se ne va.



Il vortice di oggetti di metallo intorno ad Erik continua ad agitarsi e a causare sempre più danni, incurante degli alberi che sta distruggendo e degli esseri viventi -dagli animali che abitano nella foresta ad alcuni studenti mutanti- che si trovano nelle vicinanze.
Charles è rimasto all'interno dell'istituto e sai che sei l'unica in grado di fermare il delirio del tuo fidanzato, anche se questo significa che lui, volente o nolente, ti ferirà.
Hai avvertito più e più volte quel ragazzino di non essere troppo insistente con Erik, in quanto stava avendo una giornata no -succedeva ogni volta che aveva degli incubi riguardanti il suo passato-, ma, forse proprio perché tu lo stavi invitando a non irritarlo, quel giovane mutante aveva continuato; è stato per pura fortuna se il ragazzo è riuscito a scappare.
In compenso, la furia del tuo compagno non sembra voler scemare e ci sono molte vite in pericolo; sai che le parole non avrebbero effetto, dato che, con tutto il rumore che sta provocando, non potrebbe nemmeno udirle.
Per quanto ti è possibile, ti compri il viso con le braccia e corri verso quella parete grigiastra: senti un oggetto tagliente e freddo scontrarsi contro l'avambraccio sinistro e delle schegge che vanno a piantarsi ovunque la tua pelle non sia coperta dal tessuto resistente della tua tuta. Eviti per un soffio un coltello dalla lama affilata, ma il telaio arrugginito di una bicicletta ti colpisce a una gamba, facendoti vacillare.
Stringi i denti per il dolore, percependo come tanti spilli pungerti nei punti in cui sei stata ferita, e ti fai forza per riuscirr ad oltrepassare quel muro di metallo, arrivando infine di fronte ad Erik; i suoi occhi sono chiusi, i capelli del tutto spettinati e si trova a mezzo metro da terra. Fai un altro passo verso di lui e poi lo prendi per mano, esattamente come avevi fatto quel giorno con Charles.
Cerchi di sorreggerlo come puoi quando torna con i piedi per terra, mentre tutti gli altri oggetti metallici - che, nel frattempo, avevano continuato a turbinare intorno a voi- cadono con estrema grazia, come se non volessero svegliare un bambino che si è appena addormentato.
Subito dopo, Erik spalanca gli occhi, facendoti sussultare per la sorpresa.
-Stai bene, tesoro?- chiedi, un poco preoccupata.
Il tuo fidanzato si allontana immediatamente da te. -Guarda che cosa ti ho fatto...- mormora con voce spezzata e con gli occhi lucidi. -Ti ho sempre promesso che ti avrei protetta, invece io stesso ti ho ferita...
Sorridi mentre cerchi di rassicurarlo. -Non è nulla, non è colpa tua; torniamo a casa- lo inviti con tono pacato mentre ti avvicini a lui.
-No!- esclama, indietreggiando. -Non posso... Non posso sopportare di essere io ad averti fatto del male. Perdonami.
Mentre vola letteralmente via, non riesci a raggiungerlo e non puoi fare altro che lasciarlo andare, sperando che ritorni da te.

***
Ho sacrificato quasi un'ora del mio sonno per finire l'immagina, quindi spero davvero che vi sia piaciuto.
Per votare, ormai sapete come fare e mi auguro di non doverlo ripetere ogni volta lol
Buon inizio di settimana people <3

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top