28- Sam Wilson × reader
-Y/n, perché non vieni anche tu stasera?- ti chiede Natasha mentre state uscendo dal Complesso. -Ci ritroviamo tutti qui ogni venerdì sera per una serata tranquilla... Ci farebbe piacere!
Sono passate solo due settimane da quando ti sei unita agli Avengers, ma un po' per la tua timidezza e un po' per cause di forza maggiore non sei riuscita a legare molto con i tuoi compagni di squadra, se non si tiene da conto Nat: è stata lei a trovarti ed è stata lei a convincerti a diventare una Vendicatrice; per qualche motivo, la Vedova Nera è rimasta impressionata dalla tua capacità di saper controllare i venti e le correnti d'aria in generale.
-Va bene- accetti, per poi ridacchiare nel vederla esultare. -A che ora devo venire?
-Non c'è un orario preciso, ma direi per le nove e mezza; passo a prenderti io- decide, sorridendoti; non è una domanda, bensì un'affermazione. -Non te ne pentirai.
Detto questo, sale sulla sua moto e, dopo averti salutata agitando la mano, sfreccia via; tu, dal canto tuo, ti affretti a salire in auto non appena noti che hai solo un'ora e mezza per arrivare a casa, cenare e prepararti.
Dopo quelli che ti sembrano pochi minuti, è già mezzanotte meno un quarto e non capisci come tutto questo sia possibile.
-Allora mi avvicino al suo cane e gli chiedo se posso accarezzarlo- dice Clint, concludendo il suo racconto mentre tutti ridono. Per tutta la sera, hai cercato di lasciarti andare e devi ammettere che non stai andando così male: hai chiacchierato con buona parte degli Avengers e stai cominciando a essere più a tuo agio con loro, fatto che ti rende felice e orgogliosa di te stessa.
-Y/n, perché non parli con me?-. La voce di Sam Wilson fa voltare di scatto sia te che Natasha; gli altri, invece, continuano a raccontare aneddoti sulla loro vita, come se niente fosse.
La sua domanda è posta senza alcuna malizia, anzi con un tono che non sei solita associare con uno come lui; per questo, ma anche per una serie di altri motivi, rimani interdetta e non sai come rispondere. Sei consapevole di star arrossendo e questo ti mette ulteriormente a disagio.
Sam però non te lo fa notare e, da un lato, gliene sei grata. -È passato un po' di tempo da quando sei arrivata qui e stasera mi hai parlato solo per salutarmi e per chiedermi di passarti le arachidi... Perché? Non ti sono simpatico?-. Ciò che forse ti stupisce di più delle sue parole è che pare quasi che ci sia rimasto male; in realtà, se ti sei comportata così, è stato solo perché ti è sempre sembrato troppo diverso da te e questo ti ha messo ancora più in difficoltà, dato che non hai mai idea di che cosa parlare con lui.
Nat colpisce con un pugno la spalla di Wilson. -Sam, così la imbarazzi!- lo rimprovera, non facendo altro che peggiorare la tua situazione: se prima avevi le guance un po' rosse, ora sei consapevole che il tuo viso è bordeaux.
-Io non ho mai detto di trovarti antipatico- rispondi infine con tono pacato, rivolgendoti a Falcon, che, in tutta risposta, circonda le tue spalle con un braccio e sorride come un bambino. Tu, invece, non hai mai desiderato così tanto di sparire da quanto ti senti a disagio.
-Nat, sei sicura che Sam stia bene?- chiedi mentre giochi con una ciocca di capelli, appoggiata al quinjet.
La rossa non sembra affatto tesa, ma sai che, anche se la fosse, non lo darebbe facilmente a vedere. -Aveva detto che doveva fare un ultimo breve giro di ricognizione... Arriverà.- si limita a replicare, scrollando le spalle.
Con lo sguardo rivolto verso l'alto cerchi inutilmente di scorgere la figura di Falcon, ma senza risultati; hai un brutto presentimento e purtroppo raramente ti sbagli. -Eppure sono passati più di dieci minuti e non è ancora tornato; lo sai anche tu che, durante gli allenamenti, impiega la metà del tempo per...- inizi a farle notare, ma la vista di Sam che lentamente si avvicina a voi ti fa ammutolire.
Natasha, in un attimo, si mette in contatto con gli altri. -Wilson è ferito; io e y/n torniamo al Complesso- comunica atona mentre gli correte incontro.
Nel riconoscervi, tenta di sorridervi nel vano tentativo di rassicurarvi, ma il sorriso si trasforma velocemente in una smorfia; inoltre, è difficile non notare il foro che il proiettile ha fatto nella sua tuta, per non parlare del sangue che continua a macchiarla di rosso scuro. Senza esitare, lo sostieni da un lato, mentre la Vedova Nera lo sorregge dall'altro. -Non aver paura di essere troppo pesante; appoggiati- lo inviti con voce ferma e lui si limita a stringere i denti per il dolore; nel vederlo in quello stato, ti ritrovi a pregare anche gli dei greci che non sia nulla di grave e a sperare che lui sia semplicemente molto drammatico. Non hai idea del perché tu non sia ancora andata nel panico -per il momento preferisci non pensarci-, né del perché Sam sia diventato improvvisamente più leggero; questo finché i tuoi compagni di squadra non ti fanno notare che stai utilizzando i tuoi poteri come mai hai dimostrato di saper fare -principalmente perché non sapevi di poterlo fare-. Sul momento, decidi che affronterai la questione più tardi.
Anche quando vi trovate sul quinjet, però, la tua unica preoccupazione rimane la condizione in cui si trova Sam; Natasha è riuscita a rimuovere il proiettile -molto probabilmente, quest'ultimo è composto di un materiale a voi sconosciuto, dato che è riuscito a oltrepassare le protezioni della tuta di Falcon-, ma non ci vuole un dottore per capire che la sua situazione non è migliorata di molto. Continua ad agitarsi e a lamentarsi per il dolore, nonostante cerchi di trattenersi; secondo l'ipotesi di Nat -adesso sta discutendo mezz'ora in videochiamata con Clint e Tony-, potrebbe trattarsi di un proiettile avvelenato, ma bisogna aspettare di tornare al Complesso per poter fare delle analisi più accurate con Bruce.
Senza accorgertene, mentre eri immersa nei tuoi pensieri ti sei ritrovata davanti al lettino su cui si trova Sam. -Come ti senti?- chiedi, per poi darti subito della stupida per la banalità della tua domanda; ecco l'ennesima conferma che non sei capace a relazionarti con le persone.
-Se solo avessi saputo prima che mi bastava rimanere ferito per farti parlare con me...- replica divertito, sforzandosi di sorridere.
Arrossisci leggermente mentre scuoti la testa. Vorresti dirgli che ti dispiace, che per qualche assurdo motivo hai sempre avuto bisogno di tempo per poter essere a tuo agio con qualcuno che non conosci e che questo tempo varia in base alla persona; sei fin troppo consapevole che tutto ciò non ha minimamente senso, eppure è così.
-Sono solo preoccupata per te- tenti di minimizzare; inizi a sentirti in colpa, anche se non hai alcuna ragione per farlo.
Lo sguardo di Sam incrocia il tuo per un attimo. -Interessante... Parliamo a malapena, ma ti preoccupi per me; y/n, c'è qualcosa che vuoi dirmi?- ti chiede, per poi sfiorare erroneamente il punto in cui è stato colpito -Nat ha fasciato il tutto accuratamente; l'hai osservata in silenzio mentre rimuoveva il proiettile- e ritrovarsi nuovamente a stringere i denti.
Non appena vedi la sua espressione contratta dal dolore, ti avvicini ancora di più a lui e istintivamente gli stringi la mano, ancora più preoccupata di prima. -Detesto non poter fare nulla per farti stare meglio- borbotti, più rivolta a te stessa che a Sam.
-In realtà, qualcosa ci sarebbe...- replica invece e, alla tua occhiataccia, aggiunge:-Per chi mi hai preso? Intendevo dire che potresti leggermi un libro per farmi addormentare.
Un po' imbarazzata, prendi un libro dal tuo zaino -ne porti sempre uno- e inizi a leggere.
***
Scusate il tremendo ritardo, ma l'immagina che avevo iniziato a scrivere non mi ispirava più e ho dovuto ricominciare dall'inizio; spero che vi sia piaciuto comunque.
Come sempre, commentate con nome e cognome di un solo personaggio.
Vi auguro di sopravvivere a questa settimana <3
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