18- Stephen Strange × reader
Essere la sorella minore del famoso Tony Stark non è mai stato facile: non che tu senta l'irrefrenabile desiderio di avere l'attenzione di tutti su di te come lui, ma hai sempre voluto essere molto di più. Hai sempre voluto fare qualcosa di memorabile, qualcosa a cui tuo fratello ancora non abbia pensato; hai sempre voluto che il tuo nome venisse ricordato nel tempo, come quelli di tuo padre e di Tony.
É stata proprio questa tua ambizione ad averti portata di fronte a un antico edificio in una delle tante vie affollate di New York.
Stai fissando il portone in legno da almeno cinque minuti, riflettendo sul da farsi: sei davvero disposta a provare tutto? E se, in realtà, si trattasse semplicemente di una diceria?
Alla fine, ti decidi a bussare, ma non hai nemmeno il tempo di farlo che la porta si spalanca: inizi a pensare che non sia stata una buona idea.
-É permesso? C'è qualcuno? Se sì, chiedo venia per il disturbo: sono qui di passaggio, in realtà, e ho bisogno di un'informazione...- esordisci, facendo un passo in avanti.
Descrivere quel luogo come "buio" non sarebbe abbastanza esaustivo: non riesci a vedere poco più in là del tuo naso e la situazione si sta facendo più strana del previsto.
Poi, riesci a individuare una figura, che è poco più alta di te, venirti incontro. -Ma guarda: y/n Stark- constata, pronunciando il tuo cognome con tono sprezzante. Sei sempre più convinta che venire qui sia stata una pessima idea. -Ebbene, cosa desidera da me sorella di uno dei personaggi più influenti del momento?
-Innanzitutto, un po' di luce, così posso vederti in faccia mentre parliamo- replichi, incrociando le braccia con fare contrariato.
Con uno schiocco delle dita, lo sconosciuto esegue.
La prima cosa che noti è che questi posto sembra essere molto più grande di quanto si possa pensare dall'esterno, seppur pieno di oggetti antichi, appartenuti almeno a quattro o cinque secoli fa.
Davanti a te, si trova un uomo vestito in modo bizzarro -il suo mantello rosso è l'elemento che più attira la tua attenzione-, ma non per questo poco affascinante, che ti sta osservando.
-Quindi... Sei un amante dell'antiquariato?- domandi spontaneamente e lo vedi roteare gli occhi.
-Perché sei qui, Stark?- taglia corto lo sconosciuto e potresti giurare di aver visto il mantello rosso muoversi.
-Non si risponde a una domanda con un'altra domanda...- ribatti, per poi bloccarti. -Aspetta, ma come ti chiami?
Lo strano individuo sbuffa. -Sciocco io ad aspettarmi un comportamento maturo da qualcuno della tua famiglia!- sbotta innervosito.
Decidi di lasciar perdere i convenevoli. -È vero che sei un mago?- chiedi, abbassando di poco la voce.
-Si dà il caso che io sia uno stregone, anzi lo Stregone Supremo, Stephen Strange.- ti risponde, presentandosi con tono altezzoso.
Lo ignori, perché la tua mente sta già fantasticando su come diventerai anche tu un'esperta in magia e potrai finalmente superare Tony in qualcosa. -Perfetto!- esclami, sorridendo. -Quando cominciamo? Ho sempre voluto avere una bacchetta magica!
Stephen Strange ti scruta con un'espressione sprezzante. -Non si utilizzano bacchette magiche: non siamo in Harry Potter e le antiche arti magiche non sono un gioco frivolo, tutt'altro!- ribatte contrariato. -E comunque, non ho intenzione di aiutarti. Non sei adatta.
E con queste parole, il suo mantello -no, non ti sei sbagliata, è stato proprio il suo mantello!- ti spinge fuori dall'edificio, facendoti perdere l'equilibrio e cadere a terra. Subito dopo, il portone si chiude silenziosamente davanti a te.
Ti guardi intorno, temendo di essere assalita già milioni di flash delle macchine fotografiche dei giornalisti e pensando alle dure parole con cui ti descriveranno; invece, nessuno sembra aver fatto caso a ciò che ti è appena successo.
Ti rimetti in piedi, dolorante sì, ma di certo non pronta ad arrenderti: quello stupido mago non vuole aiutarti e preferisce prendersi gioco di te? Bene, ma questo non ti fermerà dal cercare un modo per essere finalmente vista come y/n Stark, non solo come l'anonima sorella di Iron Man.
Prendi il cellulare, pronta a chiamare Happy e chiedergli di venirti a prendere, quando una voce sconosciuta ti richiama. Immediatamente, ti volti e vedi uscire dalla porta dell'antico edificio la testa di un uomo dai lineamenti asiatici, che ti fa cenno di avvicinarti.
Per qualche motivo, ti dirigi verso di lui. -Voglio scusarmi con te per il modo in cui si è comportato Strange: non è il migliore quando si tratta di accogliere le persone nel Sanctum Sanctorum...- borbotta, per poi farti entrare nuovamente all'interno di quel posto dallo strano nome.
-Se me lo permetterai, sarei più che felice di renderti mia allieva, ma ti avverto: il percorso di apprendimento della magia è lungo e per nulla facile.
Dopo circa due mesi, ti puoi definire soddisfatta dei tuoi progressi... E ovviamente, Strange non si è più fatto vedere: Wong dice che è molto occupato, ma tu non gli credi. Non che ti interessi, del resto. No, vorresti solo dimostrargli che invece sei adatta, al contrario di quanto lui ritiene... E poi, il tuo maestro ti ha raccontato di quanto sia stato faticoso per lo Stregone Supremo imparare anche le cose più semplici, fatto che ti ha in qualche maniera rassicurata.
Stai vagando per le varie stanze del Sanctum Sanctorum, finché qualcuno non picchietta con l'indice sulla tua spalla, facendoti voltare istintivamente.
Rimani un po' stupita nel vedere di fronte a te proprio Stephen Strange con tanto di Mantello della Levitazione.
Inarchi un sopracciglio, fingendo di non essere affatto sorpresa. -Ebbene?- chiedi, incrociando le braccia davanti al petto.
-Wong mi ha parlato dei tuoi miglioramenti: dice che impari molto in fretta.- esordisce con tono piatto, mentre tu arrossisci un poco: certo, non sarai estroversa come Tony, ma erano anni che non accadeva. -Mi ha anche chiesto di prendere il suo posto per questa settimana, dato che dovrà recarsi altrove: la lezione inizierà tra due ore e ventisette minuti esatti.
Fa per andarsene, dandoti le spalle, ma tu lo richiami immediatamente. -Perché mi hai ignorata da quando ho iniziato a venire qui?
È una domanda che ti viene spontanea, che non puoi evitare: non hai intenzione di discutere con lui per via della sua totale indifferenza nei confronti delle persone, te in particolare, ma vorresti solo conoscerlo di più per non dare giudizi troppo affrettati.
-Non l'ho fatto: ero occupato. Sai, Stark, non tutto gira intorno a te- risponde, guardandoti negli occhi per un attimo, probabilmente nel tentativo di vederti vacillare.
-Non sono come mio fratello e mio padre- replichi, cercando di suonare calma, notando che ha cambiato argomento: l'unica spiegazione che puoi dare a te stessa è che ti abbia davvero ignorata e che non voglia ammetterlo per orgoglio.
-Ah sì? Sai, mi sembri in cerca di attenzioni proprio come loro; del resto, non è forse per questo che sei qui? Non sei qui per superare entrambi in qualche cosa?- ti chiede, sarcastico. Inizi a pensare che Tony lo odierebbe, proprio perché ti sembrano avere dei tratti molto simili: il sarcasmo è ovviamente uno di quelli.
Chiudi le mani a pugno: questo è troppo anche per te che, solitamente, hai molta pazienza anche con le persone come lui. Non può e non deve nemmeno provare a giudicarti, perché non ti conosce e ne hai abbastanza del suo essere sempre un so-tutto-io. -Tu non sai che cosa significhi vivere per tutta la tua vita all'ombra di qualcuno! Oh, so chi sei, Stephen Strange: una mente brillante, esattamente come mio fratello, che ha sempre avuto successo nella vita e, anche nel momento peggiore, è riuscito a cavarsela egregiamente...- ribatti, alzando il tono della voce. Sei stanca del suo comportamento altezzoso e di sentirti ignorata, sia da lui che dal resto del mondo. -Non credo che tu sappia cosa significa essere come me, continuamente messa da parte, dimenticata, perché, in confronto al grande Tony Stark, io non sono nessuno.
Mentre gli vomiti addosso tutta la tua frustrazione, lui non fa altro che ascoltarti silenziosamente e non puoi fare a meno di chiederti se ti stia davvero prestando attenzione.
-È tutta la vita che mi impegno, che studio, che mi faccio in quattro e lavoro con mio fratello alle sue invenzioni, ma non me ne viene mai dato credito.- sospiri, tornando a parlare normalmente. -La magia è la mia ultima speranza, quindi scusami se voglio avere delle attenzioni, come hai detto prima.
Non ricevendo alcuna risposta sarcastica, fai per andartene, consapevole che, finché Wong non sarà tornato, non avrai la possibilità di esercitarti al Sanctum Sanctorum, vista la scenata che hai appena fatto.
-Non lo sapevo- lo senti ammettere e ti fermi sul posto, voltandoti verso di lui.
-A questo punto, dovresti chiedermi scusa... Sai, è così che funzionano i rapporti umani, nel caso te ne fossi dimenticato- gli ricordi, incrociando le braccia davanti al petto.
Stephen annuisce. -Mi dispiace: ho sbagliato a trattarti così quando ci siamo incontrati.
Ti avvicini a lui quanto basta per guardarlo negli occhi. -Ormai è acqua passata... Che cosa ne diresti di ricominciare dall'inizio? Mi chiamo y/n Stark, piacere- ti presenti, porgendogli la mano, aspettando che lui la stringa.
-Stephen Strange e il piacere è tutto mio- replica accennando un sorriso, per poi fare il baciamano, lasciandoti stupita.
***
Alla fine, sono riuscita a scrivere anche l'immagina su Strange, nonostante non sia tra i miei personaggi preferiti.
In ogni caso, fatemi sapere su chi vorreste il prossimo capitolo, commentando con nome e cognome ^-^
Ho in mente qualcosa di speciale per Natale, ma non vi assicuro nulla.
Buona domenica people <3
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